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Ferrara

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Le prime notizie storiche della cittadina risalgono al 657 d. C. quando fu distrutta Voghenza e un nuovo abitato sorse attorno alla cattedrale di S. Giorgio. Carlo Magno nel X sec. ne fece dono alla Chiesa e il papato istituito un ducato di Ferrara lo consegnò al marchese Tetaldo di Canossa; il dominio ebbe termine nel 1115 con la morte di Matilde di Canossa e nacque il libero comune, il quale vi rimase fino alla fine del secolo, per divenire possedimento degli estensi. La complessa situazione politica Italiana fece di Ferrara un punto obbligato per la cultura e la diplomazia della penisola.
Ercole I regnò tra il 1471 e il 1505 facendo in modo che la città raggiungesse il massimo splendore. Ebbe una lunga crisi dovuta alle mire dello Stato pontificio sul ducato, la quale ebbe termine con la morte di Alfonso II nel 1597 e Ferrara tornò sotto la diretta dominazione del pontefice, perdendo anche la sua autonomia. Per tutto il 1700 vi fu un duro e oscuro dominio pontificio il quale ebbe termine con l'occupazione di Ferrara da parte delle truppe napoleoniche nel 1796. Dopo la restaurazione del 1815 Ferrara fu protagonista di moti insurrezionali che durarono fino all'annessione al Regno d'Italia.
Urbanisticamente e architettonicamente Ferrara è una città unica (come dal progetto dell'Addizione Erculea “il raddoppio dell'area urbana compiuta da Biagio Rossetti” tra il 1471 e il 1505) che rappresenta la geniale soluzione: ampi spazi verdi, palazzi nobiliari ai lati e al centro la dimora del duca.
Ferrara è erede di un importante patrimonio culturale del rinascimento epoca in cui era capitale di un ducato indipendente sotto la signoria degli Este sviluppandosi in un centro artistico e universitario a livello europeo in cui vissero personalità come i poeti: Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 8 settembre 1474 – Ferrara 6 luglio 1533 autore dell'Orlando furioso) e Torquato Tasso (Sorrento 11 marzo 1544 – Roma 25 aprile 1595 con la sua opera più importante “la Gerusalemme liberata”); gli scienziati: Niccolò Copernico e Paracelso; gli artisti: Andrea Mantegna e Tiziano; i letterati: Giovanni Pico della Mirandola e Pietro Bembo.
L'UNESCO le conferì il titolo: “PATRIMONIO MONDIALE DELL'UMANITA'“ nel 1995 come città del rinascimento e nel 1999 riceve il riconoscimento per il “delta del Po” e per le “delizie estensi“. Inoltre Ferrara è una dei cinque capoluoghi di provincia come Viterbo, Bergamo, Lucca e Grosseto il cui centro storico è completamento circondato dalle mura, le quale hanno mantenuto intatto l'aspetto originario.

I ITINERARIO
Mura: sono lunghe circa nove km e hanno mantenuto inalterate le loro condizioni dell'epoca medievale, sono dotate di numerosi baluardi difensivi e in tempi remoti erano interamente circondate da fossato e ornate da tre varchi di accesso: Porta Paola a sud; Porta S. Giovanni a est; Porta degli Angeli a nord. Le Delizie estensi sono un insieme di 19 ville le quali rappresentavano i luoghi di ritiro estivo e svaghi degli Este, essi erano collegati alla città tramite canali navigabili. Oggi nel territorio Ferrarese e nella provincia se ne possono ammirare alcune sopravvissute al tempo; le più conosciute e meglio conservate le troviamo a Schifanoia a Ferrara, di Belriguardo a Voghera e quella di Copparo.
Castello estense: detto anche Castello di S. Lorenzo risale al 29 settembre 1385; al piano terra si trovano le cucine ducali fatte costruire dal duca Alfonso I nel cinquecento sulle fondazioni dell'antica porta del leone. I banchetti della corte si componevano di innumerevoli portate inframmezzate da rappresentazioni teatrali e intrattenimenti musicali, per ostentare la propria ricchezza e potere.
Le prigioni erano poste nei sotterranei della torre dei leoni e in alcune celle vi sono ancora tracce lasciate dai reclusi con scritte sui mattoni della parete. Le cronache ci dicono che le segrete furono sfondo della tragica fine di Ugo Aldobrandino e Parisina Malatesta rispettivamente figlio di primo letto e la seconda moglie del marchese Niccolò III, il quale scoprì nel 1425 i giovani amanti e ne ordinò la decapitazione.
Sala del cordolo sita accanto alle prigioni e fungeva da posto di guardia, essa prende il nome dal cordolo di marmo il quale attraversando la sala corre lungo tutta la parete.
Giardino pensile costruito nel 1531 con la loggia a quattro arcate a tutto sesto e decorazione dei merli dipinti a finto marmo; il giardino nei secoli ha subito diverse sistemazioni.
Camerino dei baccanali era un piccolo studio dove il signore si ritirava con la sola compagnia dei libri, ma nel cinquecento divenne luogo di raccolta di oggetti di valore ed opere d'arte.
Cappella ducale fu realizzata tra il dicembre del 1590 e dicembre 1591 per volontà di Alfonso II figlio di Renata di Francia e di Ercole II d'Este, quinto e ultimo duca di Ferrara. Essa era nota come cappella di Renata di Francia poiché priva di immagini sacre; la volta è affrescata con la raffigurazione dei quattro Evangelisti tra medaglioni con aquila estense.
Sala dell'Aurora già stanza privata di Ercole II nel cinquecento era conosciuta come camera dello specchio; le scene nella volta sono interpretate come un'allegoria della vita umana. La volta è divisa in compartimenti che raffigurano i quattro momenti del giorno i quali ruotano intorno all'immagine centrale del tempo. A Ludovico Settevecchi vanno attribuiti il giorno e il tramonto, mentre a Bastianino la notte e l'aurora; a Leonardo da Brescia vanno assegnati il cornicione con la teoria dei putti alla guida di bighe e i festoni di frutta.
Saletta dei giochi così chiamata per gli affreschi della volta che accanto al motivo centrale delle quattro stagioni vi è anche il tema delle arti ed esercizi ginnici, con dei putti impegnati nel gioco dei birilli e della trottola. Ai lati si distinguono quattro scene di competizioni sportive: a sud il gioco degli otri; a nord il cesto antico pugilato che all'epoca si combatteva con le mani fasciate da corregge di cuoio tempestate di borchie e placche metalliche; a est il telesiaco il quale era un esercizio saltatorio eseguito in armi per sviluppare la destrezza negli scontri; a ovest il combattimento gladiatorio, dove i reziari affrontano i classici antagonisti, i secutores armati non solo di rete e tridente ma anche dall'elmo gallico a forma di pesce, attributo tipico dei mirmilloni (categoria di lottatori dal fisico possente).
Salone dei giochi dove venivano accolti i parenti e gli ospiti illustri; la volta affrescata da arti ginniche a quadratura.
Appartamento della pazienza era la stanza dove Alfonso vi collocò i suoi laboratori e fucine di “lambichi” che prendeva dal giardino del padiglione. In seguito all'incendio del 1554 venne rinnovato e destinato a nuovo ambiente decorato da Girolamo da Carpi ispirato alla virtù della pazienza. Oltre alle tele raffiguranti la pazienza opera di Camillo Filippi e l'occasione di Girolamo da Carpi, vi furono inserite la pace e la giustizia di Battista Dossi.
Oggi non resta nulla poiché fu distrutto dai cardinali che subentrarono al governo nel 1598 e le tele vennero trasferite a Modena.
Anticamera della galleria con decorazioni risalenti al novecento e richiamano le imprese dei principi estensi.
Sala di Ettore e Andromaca vi è illustrato il brano del VI canto dell'Iliade in cui è narrato un episodio della guerra di Troia: Ettore che dice addio alla moglie e al figlio Astianatte presso le porte Scee, prendendo in braccio il figlio dopo essersi spogliato dell'elmo.
Torre di S. Paolo, la sala al piano nobile della torre resta una delle più decorate del castello; i disegni alle pareti colorati a tempera sono dedicati a Diana e altre divinità, mentre sul soffitto tra grandi partiture scandite da leggere strutture architettoniche si trovano raffigurate, in piccoli riquadri le quattro stagioni.
Anticamera del governo piccola saletta con funzioni di anticamera con pregevoli grottesche negli sguinci delle finestre e nella piccola volta del soffitto. La decorazione risale al 1556 da Girolamo Bonaccioli e Battista Bolognese.
Sala del governo è caratterizzato da un ricco soffitto ligneo a lacunari di diverse forme ed arricchito da una decorazione pittorica policroma e luminosa, con applicazioni in legno dorato e tornito a forma di roselline e rosoni intagliati al centro dei cassettoni.
Sala della devoluzione con soffitto dipinto a grottesche e ingloba quattro scene a soggetto storico.
Sala degli stemmi: fra la volta di copertura e l'attacco alle pareti una fascia dipinta, alta oltre quattro metri reca gli stemmi dei pontefici sotto i quali vi sono gli stemmi dei cardinali legati, i quali avevano avuto mandato da quei papi il mandato di esercitare la giurisdizione civile e politica dei beni della Chiesa. L'unità d'Italia è ricordata con due targhe dipinte, recanti le date 6 settembre 1859: giorno in cui ci fu il rifiuto di sottostare sotto il governo pontificio e la votazione del 7 dicembre 1859 con l'annessione al Regno di Sardegna sotto il re Vittorio Emanuele. Dal 1860 agli emblemi dei cardinali vennero aggiunti quelli delle famiglie dei prefetti del Regno d'Italia.
Sala dei comuni la quale per circa ottant'anni si sono tenute le riunioni del consiglio della provincia di Ferrara.
Cattedrale di S. Giorgio: risale al XII sec. eretta sulle macerie delle mura alto-medievali; la facciata è in marmo bianco a tre cuspidi con logge, arcatelle, rosoni, finestroni strombati, statue e bassorilievi. Nella parte centrale risalta il protiro sorretto da leoni e telamoni che viene sormontato da una loggia a baldacchino recante la statua della Madonna col Bambino e il giudizio universale.
Sopra l'arco del protiro datato 1135 un'iscrizione recita: “Anno milleno centeno ter quoque deno / quinque superlatis struitur domus haec pietatis” (il verbo “struitur” risulta di difficile traduzione ed è stato interpretato come: “si costruisce” e sia come: “si continua a costruire“, progettato da Nicholaus la cui firma è posta in un'iscrizione sopra la cornice della lunetta del portale maggiore. Sul portone centrale vi sono due opere dello scultore Nicholaus: la statua di S. Giorgio e scene del Nuovo Testamento, negli stipiti figure di profeti.
Il campanile è in laterizio e rivestito in pietra calcarea (bianco e rosso di Verona), le colonne sono in calcare grigio di Noriglio mentre la zoccolatura delle colonne è in pietra d'Istria; i capitelli delle colonne sono in pietra di prun e alcuni stemmi sono in pietra tenera di Vicenza. Venne realizzato tra il 1451 – 1493 e ultimato nella forma attuale nel sec. XVI.
L'interno è a tre navate in stile barocco con triplice transetto; l'altare maggiore risale al 1728 ad opera dello scultore veneziano Celio Tirini. Al suo interno custodisce: la tomba di papa Urbano III morto a Ferrara nel 1187; il busto di papa Clemente XI; statue dei patroni della città S. Giorgio e S. Maurelio vescovo opere di Giovanni Marchiori del 1746; le statue bronzee della crocifissione e dei Santi Giorgio e Maurelio ad opera di Niccolò Baroncelli e Domenico di Paris del sec. XV; il quadro raffigurante il martirio di S. Lorenzo opera del Guercino nel XVII sec.; Madonna in trono e Santi del Garofalo; Incoronazione della Vergine e Santi di Francesco Francia e la Vergine in gloria con le Sante Barbara e Caterina opere di Bastianino XVI sec.
Museo della Cattedrale: posto nell'ex Chiesa di S. Romano il quale raccoglie opere d'arte legate alla storia della cattedrale come: le antiche ante d'organo raffiguranti l'Annunciazione e S. Giorgio e il drago dipinte dal capostipite della scuola ferrarese “Cosmè Tura“ nel 1469; la Madonna della melagrana di Jacopo della Quercia del 1409 e otto arazzi dedicati alle storie dei due patrini di Ferrara riportati su cartoni ad opera di Garofalo e di Camillo Filippi del cinquecento, eseguiti dalle manifatture ducali e dirette dal fiammingo Johannes Karcher. Tra le sculture vi sono le ammirevoli formelle del duecento e il capitello con la storia della vita di S. Giovanni Battista; inoltre espone oggetti sacri, reliquiari e miniature.

II ITINERARIO
Basilica di S. Giorgio fuori le mura: fu la prima basilica chiamata anche “Monastero di S. Giorgio degli Olevitani”, venne eretta nel sec. VIII e fu trascurata nel 1135 con lo spostamento della sede vescovile nell'attuale Cattedrale; presenta la facciata in stile barocco realizzata nel 1722 e una copertura a salienti con doppia coppia di lesene tuscaniche, le quali sorreggono il frontone triangolare di coronamento.
Al centro vi è il portale con una semplice cornice in cotto; in corrispondenza delle navate laterali si apre una finestra rettangolare e due statue: sulla sinistra S. Giorgio vescovo della città e sulla destra S. Lorenzo, mentre al centro un bassorilievo in pietra raffigura S. Giorgio che uccide il drago. Il timpano è coronato da una Croce in ferro su di un triplice monte e decorato con rami di ulivo.
Il campanile fu rimaneggiato da Biagio Rossetti con abbondante uso del cotto nel 1485; la cella campanaria si apre nei quattro lati con bifora sorretta al centro con una colonnina marmorea. Una lapide sul campanile ricorda la pace di Bagnolo del 1484, la quale mise la parola fine alla guerra di Ferrara del 1482/84, mentre ai piedi del campanile vi è ospitata la tomba di Cosmè Tura.
Del monastero annesso oggi è ridotto al chiostro ed ambienti attigui, esso risale al XV sec. ed è a pianta quadrata completamente circondato da un portico con sette archi a tutto sesto per lato, i quali sono sorretti da colonne in marmo. Al centro sorge l'elegante vera da pozzo del XVIII sec. in marmo bianco e rosso; al suo interno vi rientra anche la sacrestia in stile rinascimentale.
L'interno della basilica si presenta a tre navate con volte a crociera e separata da due file di archi a tutto sesto che poggiano su colonne marmoree e terminando con abside semi-circolare. La navata centrale è di tre campate, mentre le due laterali sono più strette e più basse, si compongono di sei campate ciascuna; tutte le volte, navate, cappelle e absidi sono interamente affrescate da Francesco Ferrari nel sec. XVIII.
Lungo le navate laterali vi sono altari realizzati in epoche diverse, tra questi quello della quinta campata con altare in legno dipinto e frontone sostenuto da due colonne tortili. Fra i sepolcri custodisce quello di Lorenzo Roverella vescovo di Ferrara risalente al XV sec, ad opera di Antonio Rossellino e Ambrogio da Milano e la tomba del vescovo S. Maurelio patrono della città assieme a S. Giorgio.
Il presbiterio è dotato di volta a cupola interamente affrescato sulle pareti e sul soffitto, privo di balaustra marmorea ospita al centro l'altare post-conciliare in legno e in posizione arretrata, il grande altare maggiore in stile barocco in marmi policromi; ai lati le statue di S. Giorgio e S. Maurelio. La grande abside semi-circolare essendo più larga del presbiterio, ospita il coro ligneo dei monaci; al centro vi è la pala dello Scannavini del settecento raffigurante S. Giorgio dotata di una ricca cornice scolpita e dorata.
Sulla cantoria in contro-facciata si trova l'organo a canne racchiuso in una cassa lignea barocca riccamente decorata con rilievi dorati; possiede 2306 canne disposte su 48 file.
Chiesa di S. Francesco: del 1494 opera di Biagio Rossetti con facciata tipicamente rinascimentale e volute ispirate a Leon Battista Alberti, lesene in marmo che spiccano sul cotto delle pareti. L'interno a tre navate, pianta a croce latina e otto cappelle per lato; nella prima cappella è notevole l'affresco del Garofalo 1524 raffigurante la cattura del Cristo e nella stessa cappella vi è l'altare con un'ancona scolpita con Cristo nel Getsemani e i ritratti dei donatori ad affresco.
Il transetto è dominato dal mausoleo del marchese Ghiron Francesco Villa in stile barocco, mentre nel transetto sinistro si custodisce un prezioso sarcofago romano di fattura ravennata del V sec. Il trittico dietro l'altare maggiore è opera di Domenico Mona del 1580/83 e raffigura la Resurrezione, Ascensione e Deposizione. Nella Chiesa sono sepolti diversi membri della famiglia Estense. A seguito del sisma del 2012 l'interno è inagibile fatta eccezione di un transetto e di una cappellina adiacente.
Chiesa di S. Paolo: edificata nel X sec. e fu ricostruita dopo il terremoto del 1570 fatta eccezione del muro adiacente il chiostro, il quale conserva affreschi della Chiesa primitiva. L'esterno è in cotto ferrarese, in fronte è scandito in tre campate da lesene binate e dotato di portale centrale e due laterali con architravi marmorei. La torre sorge in posizione arretrata e fu adattata a campanile nel 1317 con aperture nel XV sec. delle bifore nella cella campanaria.
Sul fianco della Chiesa sorge l'ex convento e i due chiostri rinascimentali; al primo chiostro vi si accede attraverso un portale del quattrocento in stile veneziano, il quale ospita affreschi del 1474, mentre il secondo chiostro racchiude al centro un pozzo monumentale.
L'interno con cupola diviso in tre navate e interamente affrescato, nelle navate laterali e nel transetto vi sono opere pittoriche e scultoree risalenti al XVI e XVII sec. Le figure dei Santi che si trovano nella volta della navata centrale sono opera dello Scarsellino risalente al XVI sec. Altre opere sono presenti da artisti come: Sebastiano Filippi – Domenico Mona – Bastianino – Carlo Bononi – Giacomo Parolini e sculture di: Francesco Casella – Andrea Ferreri e Filippo Porri; nonché le tombe di: Guarino Veronese – Luzzasco Luzzaschi – Alberto Lollio – Giovan Francesco de Grossi detto: “Siface“.
L'organo risale al 1595 costruito da Giovanni Cipri e ampliato nel 1769 da Giovanni Chianei.
Chiesa di S. Maria in Vado: risale al 1495 e il nome deriva da un guado del fiume Po. La Chiesa è documentata già nel X sec. e nel 1171 fu teatro di un miracolo eucaristico: spezzando un'ostia consacrata durante una funzione religiosa, da essa zampillò sangue bagnando la volta che copriva l'altare. Presenta la facciata in cotto e portale marmoreo ad opera di Andrea Ferreri.
L'interno a tre navate e riccamente decorato, fu affrescata nel 1616/21; ospita un organo del cinquecento. Il braccio destro è sede del Santuario del preziosissimo sangue, il quale incorpora anche la volta con le macchioline miracolose ancora visibili; la cappella è dotata di una scaletta la quale permette di salire al livello delle macchioline miracolose. Tra le decorazioni pittoriche della Chiesa spiccano quelle di Camillo Filippi, Carlo Bononi con dipinti al soffitto della navata, transetto e coro, inoltre opere di Domenico Mona.
Chiesa di S. Cristoforo alla Certosa: nel 1452 Borso d'Este volle erigere un monastero per i monavi di Grenoble e nel 1498 iniziò la costruzione della Chiesa all'interno delle mura; con la soppressione napoleonica l'aria adiacente fu destinata a cimitero pubblico monumentale. La facciata della Chiesa rimase incompiuta ma nel settecento vi fu aggiunto il monumentale portale marmoreo sormontato dallo stemma dell'ordine certosino.
L'interno a navata unica con sei cappelle laterali, i bassorilievi marmorei siti alle basi dei pilastri risalgono al 1500 raffigurando le imprese araldiche degli estensi. La Chiesa custodisce opere di pittori del 1500, sull'altare maggiore è presente un ciborio ligneo del 1597, mentre il coro ligneo da 56 stallia tarsie prospettiche è attribuito a Pier Antonio degli Abbati.
Monastero di S. Antonio Abate in Polesine: fu fondato nell'alto medioevo e nel 1297 passò alle monache benedettine della Beata Beatrice II d'Este figlia del marchese Azzo VII, da allora il monastero fu sempre protetto e patrocinato dagli Estensi. La facciata in cotto è preceduta da un porticato.
L'interno è in stile barocco con soffitto affrescato nel seicento da Francesco Ferrari raffigurante il Padre Eterno, la Madonna col Bambino e i Santi Benedetto e Antonio Abate. Essa contiene anche tre cappelle affrescate con storie dell'infanzia di Gesù, storie della passione e quella centrale con affreschi di diverse epoche e stili del cinquecento.
Al suo interno vi si trova anche una pala del cinquecento raffigurata la Flagellazione dotata dell'originaria ancona lignea scolpita e dorata. Fa parte del complesso anche un elegante chiostro e la tomba monumentale della fondatrice, dal cui sarcofago in inverno scaturisce “la Manna”.
Chiesa di S. Antonio Abate: del XIV sec. dai frati di Vienne cittadina francese; l'interno mantiene le linee gotiche originarie, con vele e costoloni di pregio; da anni versa in precarie condizioni per il tetto ma i lavori di ripristino sono stati ultimati e si spera in una prossima apertura al culto.
Oratorio dell'Annunziata: o della morte ma denominata anche di S. Apollinare, risale al XIV sec. con semplice facciata cinquecentesca attribuita all'Aleotti è famosa per il ciclo di affreschi del cinquecento ad opera di artisti ferraresi come: Camillo Filippi – Bastianino – Niccolò Roselli – Van Noort – G. Boari e il Dielai con le storie della S. Croce, con lo stato di conservazione intatto; la più antica del sec. XV è la “Resurrezione” della scuola di Pisanello posta dietro l'altare.
Chiesa del Corpus Domini: risale al sec. XIV con facciata quattrocentesca aperta da un rosone un portale e archetti in cotto; il suo interno fu devastato da un incendio nel 1600 e fu rifatto nel 1700 dal Foschini. Nel coro delle Clarisse racchiude alcune tombe degli Estensi: Eleonora d'Aragona; il figlio Alfonso I e la consorte Lucrezia Borgia; Lucrezia dè Medici e il marito Alfonso II; sull'altare si trova un dipinto raffigurante la Crocifissione di Ippolito Scarsella detto “lo Scarsellino“, mentre sull'altare maggiore vi è l'opera del Cignaroli raffigurante “l'ultima cena“.
Chiesa di S. Girolamo: risale al 1703 per volere dei padri carmelitani scalzi che ancora oggi officiano la Chiesa; nel 1378 per volere dell'ordine dei gesuiti fu eretto un oratorio dove oggi vi è il convento. La facciata è ornata da sculture di S. Teresa di Gesù e S. Giovanni della croce scolpite dal Ferreri e un bellissimo portale in marmo, mentre l'interno ha bellissimi altari e dipinti degni di segnalazione e tipicamente settecentesco.
Custodisce il corpo del Beato Giovanni Tavelli da Tossignano, il quale nel 1713 venne deposto nella cripta sotto l'altare maggiore; nel 1719 fu posto in un'urna decorosa sotto l'altare maggiore e nel 1947 venne collocato sotto l'altare del Crocifisso, posizionata nella prima cappella sulla sinistra entrando in Chiesa. A seguito del terremoto del 20 maggio 2012 le sei guglie decorative sono state rimosse per sicurezza e poste nel giardino antistante.
Chiesa di S. Maria della Pietà: detta più comunemente “dei Teatini“ risalente al 1622 dell'ordine di S. Gaetano da Thiene. L'edificio si sviluppa su di un intero isolato con linee architettoniche austere, la facciata è in mattoni a vista. L'interno con pianta quadrangolare cappelle laterali e presbiterio in stile barocco; il tema iconografico dei numerosi dipinti che la Chiesa custodisce, è dedicato a S. Gaetano. Fra le varie opere presenti nel tempio e realizzate nel corso del sec. XVII si ammira “la Purificazione di Maria” del 1654 ad opera di Giovan Francesco Barbieri detto “il Guercino“. A causa del terremoto del 2012 la Chiesa al 2017 non è agibile e le funzioni vengono celebrate nell'adiacente sagrestia.
Sinagoghe e museo ebraico: esse si trovano in un edificio nell'area dell'antico ghetto; l'insediamento ebraico si ebbe nel 1485. Delle tre sinagoghe site nell'edificio oggi ne vengono usate due; esternamente niente tradisce la presenza dei luoghi di culto, mentre gli interni sono ricchi di decorazioni. La “Scola tedesca“ è la più grande e ancora oggi viene usata per le cerimonie solenni, mentre l'oratorio Fanese più piccolo, è usato per i riti del sabato.
La terza sinagoga era la “Scola Italiana” caratterizzata da una grande sala e viene usata per manifestazioni culturali. La Scola tedesca si presenta con cinque finestre che illuminano l'ambiente, sulla parte opposta vi sono collocati dei grandi medaglioni a stucco con illustrazioni allegoriche dal libro del Levitico; in fondo si trova L'aron del seicento in legno scuro intagliato a motivi floreali e ai lati due scanni.
La Scola Fanese proviene dalla sinagoga di Cento e fu montata all'inverso così la scritta: “i giusti vengano a me” risulta leggibile dall'interno. Essa è decorata da stucchi e illuminata da due ampie finestre le quali come nella Sala precedente affacciano su di un cortile interno; è priva di matroneo e tra gli arredi sono di rilievo: il pulpito dell'ottocento con stucchi verdi e oro e i due troni marmorei ai lati dell'arca.
La Scola Italiana salone dell'antica sinagoga e oggi usato per eventi culturali e feste vi sono tre preziosi aronot del settecento; quello centrale è la parte lignea dell'aron della stessa Scola italiana, mentre gli altri due provengono dall'antica Scola Spagnola oggi dismessa. Alle pareti vi sono collocate delle librerie.
Il Museo Ebraico: le quattro sale ospitano oggetti tradizionali e di culto, tra i più preziosi ci sono arredi del settecento della scomparsa Sinagoga di Cento. Numerosi libri e documenti esposti nelle vetrine ricostruiscono la storia della comunità; una vetrinetta contiene le chiavi del ghetto, il quale venne regolarmente chiuso ogni notte dal 1627 al 1859. Dopo il sisma del 2012 il museo è stato chiuso al pubblico e molto del materiale è stato trasferito nei locali del nuovo Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah.
Altre Chiese sono presenti nella cittadina di non meno importanza e cariche di arte.

III ITINERARIO
Palazzo dei Diamanti: è uno dei monumenti più celebri di Ferrara e risale al 1492; la sua caratteristica principale è il bugnato esterno a forma di punte di diamante. I circa 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa creano pregevoli effetti. Al suo interno presenta un tipico cortile rinascimentale con chiostro e pozzo di marmo. Al piano inferiore vi è lo spazio espositivo il quale ospita mostre temporanee di alto livello.
Al piano nobile ospita la Pinacoteca Nazionale di Ferrara e raccoglie dipinti della scuola ferrarese dal duecento al settecento di noti artisti come: Gentile da Fabriano – Cosmè Tura – Ercole de Roberti – Vicino da Ferrara – Michele Pannonio – Andrea Mantegna – Garofalo – Dosso Dossi – Sebastiano Filippi detto il Bastianino e altri.
Palazzo municipale: del 1245 rappresentò la prima dimora degli Este e assunse le dimensioni odierne verso il 1481, l'entrata principale è sita di fronte al protiro del Duomo; il cortile interno ospita oggi la piazza del municipio con lo scalone d'onore, ovvero una scalinata con cupola del cinquecento. Tramite un varco si raggiunge il giardino delle duchesse, un antico spazio all'aperto il quale ospita manifestazioni culturali.
Palazzo Turchi di Bagno: del 1498 esso non presenta particolari decorazioni, costruito con mattoni e connotato dall'unico elemento degno di spicco: la parasta angolare in pietra bianca con doppio ordine di capitelli corinzi. Nel giardino ospita “l'Orto botanico di Ferrara” ed è sede del Dipartimento di biologia ed evoluzione e del “Museo di paleontologia e preistoria”.
Palazzo Prosperi-Sacrati: risale al 1493 eretto nel tipico stile rinascimentale ferrarese con una parasta d'angolo degna di nota. La sua caratteristica più nota è il portale monumentale in stile veneziano, sovrastato da un balcone di marmo bianco e sorretto da putti seduti sulla trabeazione. I bombardamenti del 1944 distrussero i genietti e scimmie collocati sulla balaustra; sull'ingresso sono presenti due tondi in uno di essi è visibile il busto di Ercole con la pelle del leone di Nemea addosso.
Curiosità: l'esterno e alcuni interni del palazzo sono stati utilizzati nel film: “Al di là delle nuvole” del 1995.
Palazzo Bevilacqua-Costabili: è un edificio storico del 1430; per volontà del Cardinale Bonifacio Bevilacqua la facciata venne decorata con trofei militari sostenuti da teste leonine oltre che da tabelle incise con motti latini decorate in oro e nel 1710 Ercole Bevilacqua fece erigere la scalinata monumentale costituita da tre ordini di arcate le quali sono sorrette da colonne e da un pianerottolo con balaustra modificandone il cortile interno. L'androne è decorato con soffitto a volta e sormontato da lunette sorrette da peducci in stucco, la loggia interna del cortile è costituita da cinque arcate sorrette da colonne con capitelli e ghiere.
Il piano nobile custodisce il “Salone degli antichi“ il cui soffitto a volta venne dipinto da Francesco Saraceni con la simbologia araldica di signorie come gli Este – Sforza – Scaligeri – Gonzaga – Visconti. Segue la “Sala della mitologia“ con la volta che riporta scene mitologiche come “Giove intento a scacciare dall'Olimpo le Furie Aletto e Megera”.
Nell'adiacente stanza è la “Sala di Amore e Psiche“ con decorazioni al soffitto di quattro tondi i quali illustrano momenti della storia di Amore e psiche. Dal 2006 è sede della Facoltà di Economia dell'Università di Ferrara.
Palazzo Schifanoia: è l'unica delizia estense che si trova entro le mura e il suo nome vuol dire “schifare la noia“ eretta nel 1385 fu antica dimora di svago della famiglia estense; ospita al suo interno il Salone dei mesi si tratta di un ciclo di affreschi che copre tutta la parete del salone lungo 24 metri, largo 11 e alto 7,5. Ad ogni mese è dedicato uno dei settori delle pareti e divisi da paraste dipinte; la fascia centrale mostra il segno zodiacale del mese accompagnato da tre decani.
Museo Civico ha sede nel Palazzo Schifanoia il quale racchiude preziose collezioni comprendente: la sala degli stucchi, la sala delle ceramiche, la sala dei bronzi e le salette della numismatica con una importantissima raccolta di monete preziose dall'età greca al XX sec. A causa delle lesioni riportate nel terremoto del 2012, ad oggi 2017 non è ancora visitabile.
Palazzo Costabili: chiamato generalmente: Palazzo di Ludovico il Moro eretto tra il 1495 e 1503 da Biagio Rossetti; l'armoniosa costruzione rappresenta il rinnovamento dell'architettura ferrarese, includendo un bellissimo cortile a pianta quadrata con doppio ordine di arcate e due ambienti affrescati da Benvenuto Tisi detto “il Garofalo“.
Museo archeologico Nazionale: ospitato nel Palazzo Costabile, esso raccoglie reperti provenienti dalla necropoli greco-etrusca di Spina costituita da oltre 4000 tombe dal VI al III sec. a. C. - numerose ceramiche attiche a figure rosse, le quali costituiscono la più completa collezione di vasi attici di stile proto-classico e classico oggi esistente. Interessante sono le opere di oreficeria e bronzistica, nonché le ceramiche provenienti dall'Italia meridionale: Etruria – Sicilia – Grecia.
Palazzo Bentivoglio: eretto nel 1449 per volontà del duca Borso d'Este; presenta il portale bugnato sormontato da volute e le finestre del piano terra con alte mensole di ordine ionico, intervallate da armature. Frecce, lance e bandiere in bassorilievo; lo stesso viene ripetuto oltre il marcapiano del piano nobile, mentre in corrispondenza del portale, campeggia lo stemma della casata Bentivoglio il quale è circondato da figure allegoriche. La facciata è coronata da un ricco fregio con cornicione, mentre al suo interno i soffitti sono decorati da pitture a grottesca realizzate nel sec. XVII dalla bottega dei Filippi, alla quale apparteneva anche Sebastiano detto il “Bastianino“.
Come attestano le lapidi poste in facciata, nel palazzo vi risiedette il poeta Ercole Bentivoglio, i Cardinali Guido e Cornelio; vi soggiornò il generale Napoleone Bonaparte nel 1796; vi spirò l'ingegnere idraulico Teodoro Bonati da Bondeno nel 1820. Dopo la seconda guerra mondiale divenne sede del Tribunale di Ferrara e dopo essere restaurato sede di uffici ed abitazioni.
Palazzo Roverella: risale al 1508 ed è una delle ultime opere di Biagio Rossetti; il palazzo ebbe numerosi proprietari e dal 1932 è di proprietà del Circolo dei Negozianti al quale il cavaliere Giuseppe Zamorani ha lasciato in eredità. La facciata è scandita da lesene e splendide cornici ed è sormontata da un frontone triangolare.
Palazzo Contrari: del sec. XIII grazie al portale bugnato in marmo, conserva ancora oggi un aspetto monumentale; nella ampie stanze i soffitti sono a cassettoni rifiniti con oro e figure di pregevole fattura. Nell'intero edificio vi sono fregi i quali risalgono alla sua edificazione.
Casa di Biagio Rossetti: risale al 1490dallo stesso Biagio grande urbanista e ingegnere civile e militare; le decorazioni e gli affreschi sia esterni che interni furono eseguiti da Fino e Bernardino Marsili. Mentre al “tagliapietre” Gabriele Frisoni sono i cotti decorativi del portale d'ingresso, con raffigurazioni di cavalli marini raffrontati, conchiglie, testine di putti ed altri elementi i quali ritornano anche negli archetti delle finestre. Oggi è sede degli uffici comunali in particolare il Centro IDEA – Centro di Educazione alla Sostenibilità.
Palazzo Massari: è caratterizzato da una facciata tardo cinquecentesca con ampi finestroni diventa tutt'uno con un corpo più basso del settecento; di colore giallo pallido è noto come palazzina dei Cavalieri di Malta, è sede di tre importanti musei: Museo Giovanni Boldini – Museo dell'ottocento - Museo d'Arte moderna e contemporanea “Filippo de Pisis”.
Casa Minerbi-Dal Sale: è un gioiello del patrimonio storico, negli ambienti interni è possibile ammirare cicli pittorici del trecento, collegati a spazi contemporanei realizzati dal 1957 al 1963 dall'architetto milanese Piero Bottoni. Il complesso è composto da un gruppo di corpo di fabbricai quali nel trecento appartenevano alla Famiglia Dal Sale. L'edificio deve la sua fama agli affreschi di due ambienti: “Salone dei vizi e delle virtù” e della “Sala degli stemmi” databili 1360/70.
Oggi è sede dell'Istituto di Studi Rinascimentali e del Centro di Studi Bassaniani.
Casa Romei: è una delle dimore del quattrocento più elegante, risale al sec. XV e fu ingrandita e abbellita in occasione delle nozze con Polissena d'Este. L'edificio racchiude due eleganti a portico e loggia; l'interno raccoglie sculture, affreschi e opere provenienti da altri edifici: al piano terra sono esposti marmi, sculture e frammenti in cotto; nelle sale superiori sobriamente decorate del sec. XVI, si trovano sculture rinascimentali e affreschi del XIV sec. La Sala delle Sibille sita tra i due cortili, è ornata da figure di sibille e da un monumentale camino in cotto.
Palazzo Bonacossi: risale al 1468 inserito in una zona ricca di giardini e orti fra vecchie mura medievali, si distingue per la torre merlata al centro e il suo aspetto attuale risale al cinquecento quando fu unito alla vicina palazzina Marfisa d'Este. Nel 1643 la proprietà passò ai conti Bonacossi i quali fecero l'apertura delle finestre attuali e l'inserimento dei balconi oltre alle decorazioni interne di epoca barocca e neoclassiche.
Oggi è sede dei Musei Civici d'Arte Antica e all'interno del percorso espositivo dà visibilità al consistente patrimonio storico e artistico ancora poco conosciuto, vi è allestita la preziosa collezione “Riminaldi“ la quale costituisce uno dei nuclei più rappresentativi dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara.
Palazzina di Marfisa d'Este: risale al cinquecento e fu abitata dalla sposa di Alderano Cybo, Marfisa d'Este, il suo interno fu affrescato dal Filippi e suoi aiuti; custodisce numerose opere di antiquariato le quali ne fanno un notevole museo di arredo del cinquecento. Di fronte al giardino sorge la loggia degli aranci un tempo adibita a teatro all'aperto e affrescata con motivi vegetali.
Palazzo Paradiso: risale al 1391 da Alberto V d'Este in occasione del suo matrimonio con Giovanna de Roberti e fu decorato con scene della vita di corte e motivi tratti da romanzi cavallereschi. Nel 1437/38 ospitò i partecipanti alla prima sessione del concilio Ecumenico che si tenne nella cittadina di Ferrara, l'imperatore di Costantinopoli, Giovanni Paleologo e papa Eugenio IV vi soggiornarono. Nel 1567 divenne sede di varie facoltà Universitarie; in seguito Giovanni Battista Aleotti spostò la facciata dove attualmente si trova e aggiunse la torretta con l'orologio e il grande portale in pietra bianca.
Nel 1731 l'anatomista Giacinto Agnelli e l'architetto Francesco Mazzarelli vi costruirono il “teatro anatomico“ che tutt'ora esiste al piano terra. La pianta è ottagonale e dispone entrate separate per gli studenti, il docente e il cadavere, è ben illuminata da quattro grandi finestre. Il Palazzo Paradiso è sede della biblioteca “Ariostea“; Nel 1801 le spoglie di Ludovico Ariosto vennero trasportate dalla Chiesa sconsacrata di S. Benedetto all'interno del palazzo insieme al monumento funebre in suo onore.
Sala Ariosto – il soffitto è affrescato con dei medaglioni in stucco sulle cornici; su di un alto basamento in marmo policromo si ergono quattro colonne e al centro del frontone vi è una nicchia contenente il busto in alabastro del poeta; coronato da grappoli di frutta che pendono ai lati, il monumento è decorato da due piccole statue le quali simboleggiano “la Poesia e la Fama”.
Palazzo Pareschi: risale al tardo quattrocento ed ospitò la figlia di Luigi XII di Francia consorte di Ercole II d'Este, fu disegnato da B. Rossetti con portale in marmo a decorazioni zoomorfe e un cortile rinascimentale a porticato; rifatto nel 1700 ospita l'Università degli studi istituita alla fine del sec. XIV da Alberto V d'Este.
Palazzo di Giulio d'Este: risale al quattrocento e fu eretto per volere dello stesso Giulio d'Este, restaurato nel 1900 presenta un artistico cornicione in cotto nella facciata ed un cortile porticato in linee rinascimentali.
Delizia Estense di Fossadalbero: a circa 15 km è un suggestivo castello merlato alla maniera Guelfa, fu il romantico luogo dove nacque l'amore tra Ugo e Parisina Malatesta rispettivamente figlio primogenito e seconda moglie del marchese Nicolò III d'Este; nei secoli è stato di proprietà di famiglie private oggi è la sede del Circolo privato “Country Club“.
Biblioteca comunale: sita nel Palazzo Paradiso del 1391 e qui si trova la più completa raccolta di edizione dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto, alcune lettere di Torquato Tasso e la Bibbia appartenuta al frate domenicano Girolamo Savonarola.
Casa di Ludovico Ariosto: fu costruita dallo scrittore nel 1526 ed in essa vi morì nel 1533.
Sede Universitaria: dal 1391 vide laurearsi nel XVI sec. Niccolò Copernico e Paracelso.
Aree naturali: Parco Massari il quale prende il nome del cinquecentesco palazzo; è dotato di una grande fontana circolare all'entrata principale e di numerosi sentieri pedonali, rappresentando il parco cittadino più frequentato. É famoso per il numero di statue che lo decorano oltre alla grande quantità di piante e arbusti.
Parco urbano: un tempo era riserva di caccia e svago per gli estensi; la parte del parco lo rende la più grande area verde fuori dalle mura della città, è dotato di attrezzature sportive, piste ciclabili, laghetto ed ampie aree a prato. Rientrano nei suoi confini: il Centro Natatorio Comunale con piscina coperta e scoperta; la sede del CUS Ferrara Golf; impianti sportivi della facoltà di scienze motorie dell'Università degli studi di Ferrara ed il campeggio comunale estense.
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