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Collina

Faenza

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Fondata dai romani con il nome “Faventia“ che vuol dire: “favorita degli dei“ intorno al II sec. a. C. Nel 740 passò sotto il dominio longobardo e nel sec. XII divenne libero comune. Fece parte della I e della II lega lombarda subendo la signoria degli Accarisi e fu rasa al suolo da Federico II. Divenne possesso dei Manfredi nel 1313, per breve tempo dei Valentino e nel 1504 dei veneziani; infine fu sotto la Chiesa fino al 1797 con la dominazione francese.
E' famosa nel mondo per le sue ceramiche.

Monumenti
Duomo: la sua costruzione ebbe inizio nel 1474 e la sua consacrazione avvenne nel 1581; un'ampia scalinata precede la facciata a salienti e mattoni sporgenti della muratura a vista. Dotata di tre portali con archi a tutto sesto e in alto termina con un frontone triangolare sormontato da una Croce in ferro battuto. Sul braccio destro del transetto svetta il campanile a vela con tre campane.
L'interno è a croce latina in tre navate separate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri ionici alternati a colonne composite e cappelle laterali. L'altare maggiore è in marmi policromi e alle spalle vi è il coro ligneo del 1513; custodisce opere d'arte del periodo rinascimentale ma soprattutto sculture come: affresco staccato del 1412 il quale raffigura la Madonna nell'atto di spezzare le frecce; l'arca di S. Terenzio di Imola del 1462; arca di S. Savino del 1468; arca di S. Emiliano del quattrocento del quale alcuni rilievi marmorei sono al museo di Jacquemart-Andrè di Parigi; un olio su tela del 1526 opera di Innocenzo da Imola.
Chiesa della Commenda: risalente al 1100 e reca la facciata decorata da scodelle invetriate e un tozzo campanile a pianta quadrata; l'interno a navata unica con volta abbassata e custodisce le opere: affresco del 1410/20; l'abside decorata con affresco del 1533 ad opera di Girolamo da Treviso; il sepolcro di fra Sabba consistente in una lastra di arenaria colorata con epigrafe in latino da lui dettata.
Chiesetta di S. Lazzaro: risale al sec. XII in stile romanico e oggi svolge la funzione di “Tempio ai caduti sulla strada”; al suo interno vi è una Croce dipinta ad opera di Pietro Lenzini l'altare maggiore con basamento in ferro decorato da Germano Sartelli e un'acquasantiera ad opera di Guido Mariani.
Chiesa di S. Umiltà: unica nel panorama tardo barocco o rococò, rifatta nel 1741 presenta l'interno con decorazioni in stucco dorati attribuite a Gian Battista Verda; oggi soppressa come Chiesa viene usata anche come sala pubblica.
La cittadina si arricchisce di circa altre 30 Chiese che meritano una visita.
Voltone della Molinella: conduce da piazza del popolo (dove sorge la torre dell'orologio una fedele ricostruzione post-bellica della torre del seicento posta all'incrocio del decumano e il cardo della Faventia romana) e il teatro comunale, si presenta con la volta ad ombrello decorata a grottesche da Marco Marchetti nel 1566. Il teatro risale al 1780.
Palazzo Mazzolani: risale al sec. XVII e dotato di un atrio monumentale, esso custodisce i depositi del materiale archeologico dello Stato e copre un arco cronologico che va dalla preistoria alla tarda antichità.
Palazzo Zauli Naldi: venne acquistato nel sec. XVII dalla famiglia Naldi, è caratterizzato da un ampio porticato detto “loggia della Pagnocca” perché vi veniva offerto il pane ai poveri dalla famiglia.
Palazzo Ferniani: risale al settecento il cui portale d'ingresso è sormontato da un elaborato balcone con ringhiera in ferro battuto e al centro lo stemma di famiglia; all'interno del palazzo vi è la cappella con pavimento in formelle di ceramica decorate. Nel 1717 nel palazzo fu ospite l'esule re d'Inghilterra Giacomo III Stuart con tutta la sua corte. Nel 1779 il palazzo fu visitato dal duca Ferdinando I di Parma e nel 1782 vi fu ospitato l'arciduca Ferdinando d'Austria.
Il palazzo ospitava oltre a svariate ceramiche prodotte nei secoli dalla famiglia, anche una grande e ricca quadreria don autori Italiani e stranieri dal XV al XVII sec. che purtroppo, nel 1960 nel palazzo si tenne una vendita all'asta di mobili, arredi ed opere d'arte di proprietà della famiglia. Nell'angolo del palazzo vi è posta una bella statua marmorea dell'Immacolata Concezione ad opera dei bolognesi Ottavio e Nicola Toselli.
Palazzo Cavina: eretto nel 1740 il cui portale in pietra d'Istria è sormontato da un balcone con ringhiera in ferro battuto e riportante al centro lo stemma Naldi. Nel 1814 fu acquistato dalla contessa Lucrezia Cavina vedova del conte romano Cavina, la quale nel 1816 commissionò a Felice Giani, la decorazione di due sale del piano nobile. Il 14 maggio 1882 “Don Bosco” fece visita al conte Marcello Cavina gravemente ammalato. Nel 1900 la grande sala da ballo del palazzo venne arricchita dalla collezione di armi antiche.
Palazzo Milzetti: risale alla fine del 1700 unificando antiche case del conte Nicola Milzetti; la facciata si presenta in bugnato manierista che incornicia le finestre e le principali strutture del palazzo; sopra le finestre del piano nobile vi sono metope e triglifi dell'ordine dorico. Nel 1799 i lavori interni vennero affidati all'architetto Giovanni Antonio Antolini, egli progettò lo scalone e l'ampio salone e il tempio di Apollo, la decorazione fu opera di Felice Giani mentre gli stucchi furono affidati a Francesco e Giovan Battista Ballanti Graziani e ad Antonio Trentanove; dette decorazioni terminarono nel 1805.
Nel 1808 il palazzo venne venduto per gravi dissesti finanziari ed ebbe in poco tempo molti proprietari fino al 1817, che passò ai conti Rondini i quali tra il 1830 e il 1851 completarono l'ala occidentale dell'edificio realizzando nel vasto giardino la “capanna rustica”, che venne decorata a trompe d'oeil da Romolo Liverani. Seguirono altri proprietari fino al 1973 che fu acquistato dallo Stato e dal 2011 è il museo dell'età neoclassica in Romagna.
Antonio Paolucci nato a Rimini il 29 settembre 1939 storico dell'arte Italiana è stato Ministro per i beni culturali e ambientali, in occasione della mostra tenuta a Faenza a palazzo Milzetti dal 15 marzo al 21 giugno 2009 ha così scritto: “Non troverete né a Vienna né a San Pietroburgo e neppure a Parigi un edificio paragonabile per raffinatezza, per eleganza, per gusto incantevole del decoro interno, all'edificio che l'architetto Pistocchi edificò e Felice Giani affrescò tra il 1802 e il 1805 per il conte Francesco Milzetti”.
Palazzo Zanelli: risale al settecento in stile barocco; la notte del 23 febbraio 1797 vi sostò Napoleone Bonaparte. Al piano nobile le volte sono state decorate da Gaspare Mattioli e Antonio Liverani. Nel 1874 il conte Giuseppe Pasolini Zanelli prese in sposa Silvia Baroni Semitecolo la quale diede vita ad un salotto letterario frequentato anche da Giosuè Carducci.
Palazzo Laderchi: risale al settecento e gli affreschi della volta nella grande galleria vennero completati da Felice Giani il 4 giugno 1794: dieci grandi riquadri in stile neoclassico narrano il mito di Amore e Psiche. Alle pareti vi è una decorazione eterogenea costituita da lesene in stucco ad opera di Antonio Trentanove e da festoni verticali dipinti con nastri svolazzanti, fiori e frutta.
Nel suo appartamento da scapolo Achille Laderchi commissionò a Giovanni Antonio Antolini, uno studio a pianta ellittica il “gabinetto di astronomia” il quale venne decorato da Felice Giani nel 1797. Altri ambienti furono decorati da Romolo Liverani e del fratello Antonio, di particolare interesse storico è la lunetta la quale raffigura la villa dei Laderchi nella frazione di Prada con annesso mulino a vapore che fu il primo apparso nello Stato pontificio.
Dal 1905 è proprietà del comune e negli anni è stato adibito a diversi usi: sede di uffici governativi; casa del fascio; scuola; sede dell'assessorato alla cultura e oggi sede di diversi enti e associazioni tra cui la “Società torricelliana di scienze e lettere” e di musei: quello torricelliano con raccolta di cimeli e carte di Evangelista Torricelli una biblioteca di oltre duemila tra volumi e riviste; museo del risorgimento e museo dell'età contemporanea.
Palazzo Gessi: del settecento con facciata a piano terra in bugnato liscio e continuo che incorpora le finestre incorniciate e il portone. Il piano nobile è scandito nella parte centrale da sei paraste i cui capitelli sono una estrosa simbiosi di cornucopie e capitelli corinzi ed è caratterizzato dalle finestre inquadrate da timpani e colonnine.
Al centro della porta finestra un trofeo reggi-stemma ad opera di Antonio Trentanove, il quale è anche l'autore di una statua raffigurante Ercole posta sullo scalone che affaccia su di un balcone sorretto da teste di leone.
Palazzo Zucchini: realizzato nel 1865 con il piano terra scandito da sei arcate e ai piani superiori sono presenti grandi lesene con capitelli corinzi, che inquadrano le finestre sorreggendo un elaborato cornicione con gli stemmi di famiglia.
Palazzo Gucci Boschi: del 1867 con l'elegante facciata eclettica la quale celebra le battaglie del risorgimento di Solferino e S. Martino e del Volturno.
Sulle colline e nelle campagne attorno alla cittadina di Faenza sorgono ville storiche erette tra il XVIII e XIX sec. dalla nobiltà faentina tra esse: Villa Ferniani detta “Case Grandi” la quale contiene una vasta raccolta di ceramiche; Villa Laderchi detta “Rotonda” del 1798 con affreschi di Romolo Liverani; Villa Rossi detta “S. Prospero“ che durante la seconda guerra mondiale fu sede di numerose uccisioni compiute dai nazifascisti.
Porta delle Chiavi: del cinquecento è l'unica superstite ed è così chiamata per il dono delle chiavi della città a papa Pio IX nel 1857.
Torre di Oriolo: sito presso il borgo collinare con un mastio manfrediano del XV sec.
Biblioteca Manfrediana: ha sede nell'ex convento dei Servi di Maria; nella biblioteca visono custoditi numerosi fondi come: il fondo dei conti Zauli Naldi; raccolte dei disegni di Romolo Liverani e Domenico Rambelli; fondo dei disegni di Giuseppe Pistocchi; la più ricca collezione di scatole di fiammiferi d'epoca liberty presente in Italia (circa 35.000 esemplari); manoscritto musicale del quattrocento e secondo una leggenda del medioevo, all'interno del pozzo presente nel piazzale si celerebbe un basilisco.
Museo internazionale della ceramica: fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini il quale otto anni dopo fonderà l'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica. Il museo è diventato importante centro culturale di ricerca e di documentazione per la ceramica di tutto il mondo. Il percorso espositivo inizia con le ceramiche precolombiane seguono dalla preistoria all'epoca romana e poi manufatti dall'Estremo oriente (Cina – Giappone – Corea) e dal medio oriente. Al piano superiore vi è l'evoluzione delle ceramiche di Faenza dal basso Medioevo al Rinascimento.
Il MIC “Museo Internazionale delle Ceramiche” dal 2011 è stato riconosciuto dall'UNESCO come “MONUMENTO TESTIMONE DI UNA CULTURA DI PACE”.
Pinacoteca comunale: risale al 1797 sita nell'ex convento dei Gesuiti oggi chiamato palazzo degli Studi e sede del Liceo ginnasio statale Evangelista Torricelli espone opere di artisti come: Alfonso Lombardi _ Palmezzano – Donatello – di Benedetto da Maiano – Biagio d'Antonio – Francesco Guardi – Arcangelo Resani – Giorgio de Chirico e Giorgio Morandi. Ancora altri due musei arricchiscono la già ricca cittadina: Museo Civico di Scienze naturali di Faenza e Museo Carlo Zauli fondato dopo la sua morte nel 2002 nel laboratorio dell'artista scultore e ceramista, raccoglie le sue opere in una collezione permanente.
Aree naturali
Sono presenti il parco carsico della grotta Tanaccia e il Parco Naturale Carnè una vasta area di verde dotata di centro visite e ristoro con percorso tra boschi e ruderi di fortificazioni medievali. A Cà Malanca si trova il museo della resistenza dove nell'ottobre del 1944 la 36^ Brigata Garibaldi ruppe l'accerchiamento tedesco ricongiungendosi con gli inglesi.
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