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Piacenza

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Abitata già in epoca preistorica fu colonizzata da Roma divenendone un munito baluardo contro le invasioni puniche e barbariche. In età medievale grazie ai suoi intensi commerci sul Po fu un comune molto florido. Dal sec. XIII fu sotto il dominio di Uberto Pallavicino poi di Carlo d'Angiò – di Alberto Scoto – dei Visconti – degli Sforza e dei francesi i quali la ressero per breve periodi.
Nel 1545 il papa Paolo III la concesse al figlio Pier Luigi Farnese costituendo il ducato di Parma e Piacenza; passò ai Borbone e nel 1796 fu occupata da Napoleone; dopo la pace di Vienna fu affidata a Maria Luisa d'Austria, i cui discendenti la ressero fino all'unità d'Italia e a tal proposito è stata nominata “la primogenita” poiché nel 1848 fu la prima cittadina Italiana a votare con un plebiscito l'annessione al Regno di Sardegna.

Monumenti
Chiesa S. Savino: fu fondata nel 903 distrutta dagli Ungari venne riedificata nel sec. XII su di una costruzione più antica. Il campanile risale al 1200 mentre la facciata è del 1721con aggiunte barocche. L'interno a tre navate è caratterizzato dai capitelli dei pilastri e dalla volta a crociera della navata centrale. Il presbiterio è coperto da un pavimento a mosaico policromo risalente al 1100; in un'urna all'interno dell'altare principale del settecento sono custodite le spoglie del Santo, mentre al di sopra pende un Crocifisso ligneo del sec. XII di autore ignoto.
Cripta: al suo interno vi sono quattro Santi entro le nicchie scolpiti nel 1481, il pavimento a mosaico policromo del sec. XII bei capitelli e mosaici riguardanti i segni zodiacali. Ospita un pregevole organo a canne dell'ottocento.
Palazzo dei tribunali: l'edificio eretto nel 1400 ha come marcapiano un fregio con tondi e raffigurazioni mitologiche; è splendido il portale in marmo scolpito.
Duomo: risale al 1122 con facciata a forma di capanna in marmo rosa veronese e arenaria divisa verticalmente in tre parti da due pilastri, è coronata da una galleria saliente ad archetti; aperta dalla rosa centrale e da tre portali sormontati da protiri e ornati da capitelli, architravi, formelle e cariatidi.
Il campanile è alto 71 metri eretto in laterizi e risale al 1330; la cella campanaria si apre verso l'esterno con quattro quadrifore, sulla sommità è posta la statua di un Angelo che gira al soffiare del vento.
L'interno a croce latina in tre navate divise tra loro da 25 pilastri cilindrici, anche il transetto è diviso in tre navate e all'incrocio c'è il tiburio ottagonale decorato con affreschi del seicento; mostra il contrasto tra gli elementi romanici siti nella parte inferiore e quelli gotici siti in alto nei matronei e volte. Il presbiterio è sopraelevato e ornato da un coro ligneo del sec. XV di forme gotiche; vi è custodita un'icona lignea policroma con le figure del Cristo, della Vergine e Santi del 1479.
Tutto l'interno è decorato da affreschi risalenti al XIV – XVI sec. di autori come: Camillo Procaccini – Ludovico Carracci, mentre quelli che impreziosiscono la cupola sono opera di: Pier Francesco Mazzuchelli detto “il Morazzone“ e Giovanni Francesco Barbieri detto “il Guercino”. La navatella del presbiterio ospita un'edicola amadesca con candelabro, una scultura in legno del 1479, un coro ligneo opera di Giangiacomo da Genova del 1471 e statue di scuola lombarda del sec. XV.
A ridosso della parete di fondo dell'abside, sopra un'apposita cantoria lignea riccamente scolpita, si trova l'organo a canne Tamburini del 1905, un altro organo a canne del 1982 è posto nel presbiterio e un altro nella cripta a trasmissione meccanica.
Sotto il presbiterio vi è l'ampia cripta con oltre 100 colonne dai diversi capitelli; la cupola è affrescata con Profeti, sibille ed episodi della nascita di Cristo ad opera del Guercino.
Palazzo vescovile: risalente al quattrocento con la facciata ricostruita nel sec. XIX, al suo interno conserva pregevoli dipinti del Carracci, Cignani, Procaccini e una serie di mobili risalenti al sec. XVIII.
Basilica di S. Antonino: fu voluta da S. Vittore primo vescovo della città nel 350 è un esempio di architettura romanica e caratterizzata da una grossa torre ottagonale. Al suo interno conserva le reliquie di S. Antonino martire che fu ucciso presso Travo in Val Trebbia; a lato sorge il chiostro del quattrocento.
Nel sec. 869 vi fu sepolto il re di Lotaringia – Lotario II; nel 1183 ospitò i delegati della lega lombarda e l'imperatore Federico Barbarossa i quali vi si riunirono per firmare i preliminari della “pace di Costanza“. Tra i dipinti ed affreschi sono degni di nota quelli di Camillo Gervasetti del 1622 e cinque tele con scene della vita di S. Antonino del 1693 ad opera di De Longe.
Galleria d'Arte moderna: Ricci – Oddi – è una pregevole collezione di opere pittoriche, scultoree e grafiche Italiane dal 1800 al novecento.
Piazza del cavalli: è il cuore della cittadina e prende il nome dalle due splendide statue equestre dei Farnese, le quali furono eseguite nel 1620/25 da Francesco Mochi; sulla sinistra vi è la statua di Alessandro e sulla destra quella del figlio Ranucci.
Il Gotico: si tratta del palazzo comunale risalente al duecento per volere di Alberto Scoto; numerosi sono i palazzi di origine aristocratica e borghese di pregio e con bellissimi giardini da qui il nome “città dei palazzi”. Esso si erge su di un alto basamento marmoreo e aperto da una loggia, il piano superiore con il grande salone ha un paramento di semplici cornici e traforato da agili trifore ognuna incorniciata da una serie di archeggiature al di sopra una serie di merli Ghibellini.
Chiesa di S. Francesco: è realizzata in stile gotico lombardo del sec. XII; sulla facciata sono visibili due contrafforti, un rosone, una cuspide e alcune guglie, mentre archi rampanti sono presenti ai lati. Il portale mediano della basilica in alto reca una lunetta con il rilievo di S. Francesco stigmatizzato, sulla parete destra del deambulatorio vi è un bassorilievo raffigurante Rettore in cattedra e frati risalente al 1490 della bottega di Giovanni Antonio Amedeo.
All'interno della basilica oltre ad essere ornata di affreschi risalenti al sec.XV – XVI, venne proclamata l'annessione della città al Regno di Sardegna (1720 – 1861). In essa vi è sepolto il patriota Giuseppe Manfredi, il quale fu il primo presidente del senato del Regno d'Italia morto nel 1918.
Palazzo Farnese: l'importante edificio fu iniziato nel 1568 su desiderio di Ottavio Farnese (secondo duca di Parma e di Piacenza) e della consorte Margherita d'Austria figlia di Carlo I di Spagna; il progetto fu di Francesco Paciotto da Urbino e venne modificato nel 1589 da Jacopo Barozzi detto “il Vignola“. Per mancanza di fondi i lavori non furono terminati, su interesse di Alessandro Farnese e dei figli Ranuccio I Farnese 1670 e Ranuccio II Farnese 1690 i quali si adoperarono ornando le sale con splendide decorazioni e arredamenti preziosi.
Dal 1731 con il decesso dell'ultimo duca della dinastia Farnese inizia un lungo periodo di decadenza che terminerà nel 1909 con le prime opere di restauro. Al palazzo è unita la parte superstite della Rocca Viscontea risalente al sec. XIV, la quale comprende i resti delle mura con due torri agli angoli, il mastio e il vasto cortile interno. Il palazzo ospita varie rassegne culturali ed è sede del Museo Civico composto dal museo archeologico con materiali etruschi tra cui il fegato di bronzo per i vaticini del II sec. a. C. e opere romane di scultura, mosaici, cippi funerari, una sezione di opere medievali e moderne, tra cui oltre 100 dipinti di fasti farnesiani risalenti al 1600/1700, opere scultoree, oggetti di arti minori; inoltre vi si ammira il museo delle carrozze con esempleri risalenti al sec. XVIII – XIX.
Fegato di Piacenza: noto come fegato etrusco ed è un modello bronzeo di fegato di pecora recante iscrizioni etrusche, risale al I sec. a. C. misura 126 x 76 x 60 millimetri venne rinvenuto da un contadino mentre arava il suo campo il 26 settembre 1877 a Settima (una frazione di Gossolengo); dal 1894 è conservato nel museo civico di Piacenza sito presso il palazzo Farnese.
Il fegato si presenta suddiviso in sedici regioni marginali i quali rappresentano la volta celeste (secondo gli etruschi) e 24 regioni interne con inciso il nome di una divinità in totale 40 iscrizioni. I sacerdoti etruschi li usavano per interpretare dalle viscere degli animali sacrificati buoni auspici sul destino. Oggetti simili e realizzati con materiale differenti sono stati rinvenuti ad Hattusa, capitale degli Ittiti in Turchia e nella valle del Tigri e dell'Eufrate, mentre in Italia un fegato in alabastro è conservato nel museo Guarnacci a Volterra.
Chiesa di S. Sisto: del sec. XIV dove antecedentemente si trovava un tempio del sec. 874 che fu eretto per volere dell'imperatrice Angilberga consorte di Ludovico II il Giovane. La Chiesa è la prima opera religiosa eseguita dall'architetto Alessio Tramello; ospita un prezioso coro ligneo del 1514, la copia del capolavoro di Raffaello Sanzio della Madonna Sistina (l'originale fu venduto dai benedettini nel 1754 ad Augusto III re di Polonia ed elettore di Sassonia).
Ancora oggi la “Madonna Sistina“ con i suoi angioletti è l'ambasciatrice più conosciuta della Gemaldegalerie di Dresda ove rappresenta uno dei pezzi più pregiati. La quasi totalità del monastero è oggi occupata dai militari del Secondo Reggimento Genio Pontieri e gli spazi in uso a S. Sisto, comprendono la Chiesa e una piccola parte dell'edificio che un tempo fu dimora dei benedettini.
Chiesa di S. Eufemia: in stile romanico eretta intorno al mille, conserva al suo interno le spoglie del vescovo Aldo Gabrielli da Gubbio fu colui che consacrò l'edificio e una scultura lignea di figura femminile risalente al 1516, opera di Giovanni Angelo Del Maino.
Chiesa del Santo Sepolcro: del sec. XV di Alessio Tramelio con facciata accentuata in verticale dalla presenza di contrafforti e un portale barocco contribuisce ad arricchirla.
Basilica di S. Maria di Campagna: sita in piazzale delle crociate, così chiamato poiché durante il concilio di Piacenza tenuto da papa Urbano II nel marco 1095, annunciò la prima crociata e bandita ufficialmente a novembre dello stesso anno nel corso del concilio di Clermont. La Chiesa fu eretta nel 1522 per custodire più degnamente una Madonna lignea policroma della “della campagna”, essa è facilmente riconoscibile grazie all'imponente tiburio ottagonale e lanterna.
Splendidi affreschi ad opera di Giovanni Antonio Sacchi detto “il Pordenone” abbelliscono la cupola e due cappelle, altre opere sono di: Galeazzo, Antonio, Giulio e Bernardino Campi – Camillo Procaccini – Guercino – il Malosso – De Longe – Bibbiena – Stern e Avanzini. La Chiesa rappresenta il capolavoro di Alessio Tramello. Custodisce inoltre due pregevoli organi a canne le cui particolarità li rendono quasi unici in Italia.
Basilica di S. Giovanni in Canale: risale al 1220 tre campate ampliarono nel sec. XVI gli interni gotici; tra i vari monumenti sepolcrali che custodisce vi è la tomba dipinta, unica a Piacenza, il grande sarcofago della famiglia Scotti, il sepolcro di Guglielmo da Saliceto del 1501.
Chiesa di S. Anna: del sec. XII e ricostruita nel 1334, al suo interno custodisce la statua lignea di S. Rocco opera di Giovanni Angelo Del Maino. Del 1534.
Chiesa di S. Paolo: in stile barocco eretta antecedentemente al 1600 con facciata molto semplice, all'interno a navata unica con cappelle laterali; custodisce opere di Giovanni Evangelisti Draghi – di Robert de Longe – e un pittore anonime del trecento. Gli affreschi che raffigurano le beatitudini sono opera di Luciano Ricchetti, mentre le decorazioni nella volta sono di Angelo Capelli. Il Pergamo di Giovanni Leoni è un progetto del piacentino Andrea Guidotti.
Palazzo Scotti. Da Fombio del 1780 con fronte posteriore a loggiato aperto a “U“ opera di Giovanni Marione con stucchi, tempere e affreschi pregiati adornano lo scalone e il salone d'onore.
Palazzo Landi: del sec. XV con pregevole portale rinascimentale in marmo è sede del tribunale.
Inoltre vi sono splendidi giardini pubblici e privati del centro storico che racchiusi tra palazzi e quasi nascosti alla vista dei passanti o visibili attraverso cancellate in ferro battuto conferiscono e danno ulteriore bellezza alla cittadina.
Palazzo del governatore: del sec. XVIII in stile neoclassico reca sulla facciata un orologio e ai lati prendono posto una meridiana solare e un calendario perpetuo, opera di Lotario Tomba. E' sede della Camera di Commercio.
Viale pubblico passeggio: è una passeggiata nel verde del centro storico costeggiando una parte di ciò che rimane delle vecchie mura, ombreggiato da alberi secolari.
Galleria Alberoni: con sede nell'omonimo collegio del 1700 dal Cardinale Alberoni custodisce pregevoli opere d'arte dotato di una pinacoteca, un osservatorio astronomico, un museo di scienze naturali, una biblioteca e la Chiesa di S. Lazzaro.

Escursioni
Castel S. Giovanni: a circa 20 km. È un borgo vitivinicolo con la Chiesa di S. Giovanni risalente al sec. XIV in forme gotiche in tre navate e una splendida ancona lignea del 1500 di S. Novelli.
Borgonovo Val Tidone: a circa 22 km. Vi sorge la Chiesa dell'Assunta risalente al 1400 in forme gotiche. Custodisce un'ancona in legno scolpito del 1400 e opere scultoree di maestranze lombarde del sec. XV. Poco distante è la rocca del XIV sec. con impianto quadrangolare oggi adibita a palazzo comunale.
Lago di Trebecco: a circa 48 km. È un piccolo bacino artificiale al confine con la Lombardia nella valle del torrente Tidone; si trova in bella posizione ambientale tra boschi di conufere ed è frequentato da pescatori e gitanti.
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