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Bobbio
L'antico borgo si sviluppò intorno al monastero e fu sotto la giurisdizione dei vescovi; nel 1300 appartenne ai Visconti i quali lo diedero in feudo ai dal Verme per passare poi a Milano e infine ai Savoia. Durante la II guerra mondiale venne liberata dal movimento resistenziale nell'estate del 1944 formando la “Repubblica di Bobbio” estesa per circa 90 km da Rivergaro a Torriglia; radio Londra annunciò “Bobbio, la prima città del nord Italia è liberata”.
La Repubblica fu operativa dal 7 luglio al 27 agosto del 1944 quando venne occupata da truppe della Repubblica Sociale Italiana. (esistito dal settembre del 1943 e l'aprile 1945 voluto dalla Germania nazista e guidato da Benito Mussolino, al fine di governare parte dei territori Italiani controllati militarmente dai tedeschi dopo l'armistizio di Cassibile).
Monumenti
Abbazia di S. Colombano: il monastero venne fondato da S. Colombano nel 614; per tutto il medioevo fu uno dei più importanti centri monastici d'Europa, divenendo fra il VII e il XII sec. la Montecassino dell'Italia settentrionale. E' resa famosa per lo “scriptorium” il cui catalogo nel 982, comprendeva oltre 700 codici e dopo la dispersione in altre biblioteche conservò 25 dei 150 manoscritti più antichi della letteratura latina esistenti al mondo.
Le funzioni religiose vi si tengono solo nei giorni festivi. Il complesso abbaziale si compone di numerosi edifici: la basilica e la piazza S. Colombano; il corridoio-cavedio con l'abitazione abbaziale, il chiostro interno con il museo della città e i giardini; il museo si trova nella zona dell'antico scriptorium; il porticato; l'ex Chiesa delle Grazie e vari edifici diventati privati o rimasti pubblici come le ex carceri e il tribunale oggi trasformato in ostello.
Basilica di S. Colombano: fu eretta tra il 1456/1522 sopra i resti della Chiesa conventuale anteriore al mille; la basilica in stile rinascimentale ci presenta numerosi affreschi con citazioni dalle sacre scritture, di cui una di esse è stata oggetto di studio e definendo la Chiesa “Basilica dello spirito“ si tratta del versetto 6,63 tratto dal Vangelo di Giovanni il quale recita: “E' lo spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho detto sono spirito e vita”. Proprio in merito a questo versetto lo svizzero Huldrych Zwingli (1 gennaio 1484 – 11 ottobre 1531 teologo svizzero vissuto nella riforma protestante e uno dei fondatori delle Chiese riformate svizzere), in quegli anni si distaccò dalla concezione cattolica dell'Eucarestia.
Il tema della centralità dello spirito lo troviamo anche negli affreschi che decorano le navate e in transetto, eseguiti da Bernardino Lanzani e da un suo aiutante nel 1527. Sotto il portale d'accesso e sotto il portico detto “Paradiso“ vi è la scritta monito dei templari: “Terribilis est locus iste” (questo luogo è terribile) come dire: luogo sacro, mistico e misterioso da non profanare. Il coro ligneo presente nella basilica risale al 1488 in stile gotico.
La basilica custodisce anche la vasca battesimale del sec. VII, che secondo la leggenda fu un dono della regina Teodolinda allo stesso Santo e dove lui stesso vi celebrò il primo battesimo. L'abside è rettangolare e asimmetrico, slegato dal resto cella basilica e fu costruita nel 1456/85 in sostituzione della precedente in forma ovale.
Cripta: contiene il sarcofago di S. Colombano al centro risalente al 1480 ad opera di Giovanni dè Patriarchis; il sepolcro di S. Attala (che fu il secondo Abate) e il sepolcro di Bertulfo (terzo Abate); corredato di transenne marmoree longobarde usate come lastre tombali sopra gli antichi affreschi. La cappella di S. Colombano è transennata in ferro battuto risalente al sec. X, con la statua bianca del Santo a grandezza naturale ed un antico affresco della Madonna dell'Aiuto. La cappella maggiore è dotata di mosaico pavimentario di S. Colombano risalente al sec. XI.
Esternamente la torre campanaria risale al IX sec. Il museo dell'Abbazia è nato nel 1963 è sito nei locali del monastero e custodisce reperti che vanno dai primi secoli dell'era cristiana al XVI sec.
Museo della città di Bobbio: è ubicato nei locali originali del IX sec. costituito dal refettorio dove campeggia il grande affresco della Crocefissione attribuito a Bernardino Lanzani, le cucine, il cavedio (cortile interno di piccole dimensioni – termine dell'architettura moderna-) interno e le grandi cantine con le volte a botte.
Chiesa di S. Lorenzo: risale al 1144 dipendente dall'Abbazia di S. Colombano; la facciata è in stile romanico in pietra e tripartita da lesene doriche, fu eretta sopra i resti dell'edificio anteriore al 1150. Il portale risale al 1622 ed il campanile in stile barocco termina con una struttura sopraelevata caratteristica a forma poligonale con finestre ovali e tetto a cono.
Dove si trova l'antica lapide di Segnorino la quale reca una grossa croce con l'iscrizione relativa al personaggio sconosciuto, si possono vedere i resti della primitiva Chiesa, ma anche sul muro esterno.
L'interno è a navata unica con volta a botte; l'abside a forma semi-circolare ospita un coro ligneo del sec. XVII e in fondo un grande quadro raffigura il martirio di S. Lorenzo. Sui muri laterali si ammirano dipinti: L'Apparizione di Cristo agli Apostoli; la Beata Vergine con i Santi; Il Cristo bambino davanti a S. Sebastiano e S. Francesco e la grande statua della Madonna del quattrocento la quale in passato era collocata nel museo dell'Abbazia di S. Colombano.
Duomo: dedicata a S. Maria Assunta e risale al 1014; l'attuale facciata risale al 1463 con un grande rosone sopra il portale, è incorniciata tra due torri campanarie e furono ultimate nel 1532. La basilica è a croce latina con cappelle, coperte da volte a crociera costolonate ha tre navate di sei campate laterali; gli affreschi sono del sec. XIX da Luigi Morgari, mentre le decorazioni bizantineggianti risalgono al 1896 ad opera di Aristide Secchi.
Gli affreschi che ornano la cappella maggiore e il presbiterio sono opera del pittore Francesco Porro risalenti al 1723. La cappella di S. Sebastiano risale al 1498 dotata di pavimento in ceramica e affreschi risalenti al 1507. La basilica custodisce opere cinquecentesche nelle cappelle.
La cripta risale al sec. XV e vi trovano riposo i vescovi di Bobbio che si sono succeduti dal 1600 vi è compresa la cappella che ospita S. Antonio Maria Gianelli che fu vescovo dal 1838 fino alla morte avvenuta nel 1846, dove il Santo è sepolto in un'urna trasparente collocata sotto l'altare.
Oltre alla Cattedrale il complesso del Duomo si compone di numerosi edifici: la piazza con antichi palazzi nobiliari, il palazzo vescovile, i giardini e l'oratorio, nonché il vecchio seminario il quale oggi è sede degli archivi storici con il chiostro e il palazzo con gli uffici della tipografia della rivista diocesana.
Palazzo vescovile: del sec. XI interessante il salone che ospita alle pareti i ritratti di tutti i vescovi di Bobbio, mentre le altre sale sono tutte arredate con esposizione di dipinti.
Museo diocesano: l'esposizione si snoda in dieci sale con opere che illustrano la storia della diocesi di Bobbio, del palazzo vescovile e della cattedrale, attraverso mappe, documenti e testimonianze. Custodisce opere come affreschi – dipinti – ritratti – opere d'intaglio ligneo – argenterie e tessuti. Conclude il percorso una sala dedicata a S. Antonio Maria Gianelli con documenti e atti che gli appartennero.
Vecchio seminario: edificio del seicento che fino al 1960 ospitò il seminario cittadino ed oggi vi hanno sede gli archivi storici Bobiensi, essi sono aperti al pubblico e vi si accede attraverso un chiostro del 1663. Su di un lato si può ammirare la struttura romanica del Duomo risalente al sec. XI.
Gli archivi ospitano pergamene e codici dal IX sec. al XV, riproduzioni in microfilm di tutto il materiale che in origine era conservato nello scriptorium dell'Abbazia di S. Colombano. Con la soppressione nel 1803 il contenuto della biblioteca, nel 1824 fu trasferito presso la biblioteca nazionale di Torino.
Ex Chiesa di S. Nicola: risale al sec. XVI con facciata in stile romanico con ampio portale e al di sopra un frontone triangolare; l'interno a navata unica con volta a botte; oggi è una proprietà privata ed ospita l'enoteca bar ristorante.
Monastero e Chiesa di S. Francesco: sorge vicino alla borgata di Corgnate, Chiesa e monastero risalgono al 1230. La facciata della Chiesa è in stile romanico e modificata nel sec. XIX; l'interno è a navata unica con decorazioni barocche ed affreschi. Accanto due arcate immettono nel giardino -frutteto a al monastero il quale è disposto su due piani con al centro una grossa torre campanaria quadrata, al suo interno due chiostri del sec. XV.
Santuario della Madonna dell'Aiuto: sorge vicino alla borgata di Corgnate accanto all'odierno centro storico medievale. Risale al 1472 e la sua storia inizia con un miracolo: secondo la leggenda un tale Adriano Repetino volle innalzare un muro per dividere la sua proprietà da quella del monastero; in una nicchia fece dipingere l'immagine della Madonna in trono con il bambino tra le braccia in segno di benedire e nell'altra manina un mazzolino di fiori campestri.
Nell'estate del 1472 l'immagine della Madonna mutò lineamenti e colore del volto; il fatto richiamò fedeli che prostrandosi in preghiera ricevettero le prime guarigioni. In seguito a ciò fu eretto un piccolo tempio per proteggere l'affresco di autore ignoto. Il complesso del Santuario presenta una disarmonia architettonica nata dalle costruzioni che si protrassero per più di 300 anni.
La facciata seicentesca è in stile romanico, l'interno a navata unica con cappelle laterali; sul fondo due scalette ai lati del presbiterio conducono alla Chiesa del Quattrocento dell'Annunciazione di Maria dove si trova il sacello miracoloso con il tempietto che custodisce l'edicola e l'antico affresco della Madonna dell'Aiuto. L'antica Chiesa del quattrocento è in stile tardo gotico lombardo.
Palazzo comunale: è un antico edificio storico del sec. XV il quale fu il Monastero di S. Chiara e dal 1927 vi è la sede del municipio.
Palazzo Malaspina: edificio storico del sec. XII e ancora oggi è proprietà dei marchesi Malaspina; da documenti pare che nel palazzo sia stato ospitato Dante Alighieri. Esternamente si presenta in forma semplice e rustica quasi volesse celare l'interno ampio e ricco; esso è circondato da un alto muro sui quattro lati e il portone d'ingresso è in stile barocco con volta in mattoni.
Il palazzo al suo interno ha un portico ad archi con colonne e capitelli; dotato di gallerie, ampi cortili e scuderie, i saloni sono ricchi di affreschi. La biblioteca e l'archivio sono ricchi di documenti storici e vi è la presenza del catalogo completo dei codici che erano presenti anticamente nello scriptorium del monastero dell'Abbazia di S. Colombano. Le cantine sotterranee sono aperte ai turisti e agli estimatori enologi.
Ponte Gobbo: detto anche ponte vecchio o ponte del diavolo; è lungo 273 metri con 11 archi disuguali tra loro e di diverse altezze. Tre coppie di edicole o crocini sono sopra le campate maggiori; due statue raffiguranti S. Colombano e la Madonna dell'Aiuto sono sopra l'arco maggiore.
La sua costruzione non è databile ma sicuramente di epoca romana; tracce di un ponte più antico sottostante è precedente all'arrivo di S. Colombano.
Castello Malaspina-Dal Verme: si presenta come una possente costruzione quadrangolare nella parte alta del paese e sopra il parco omonimo, di proprietà dello Stato ed in consegna al Polo museale dell'Emilia-Romagna. Risale al sec. XIII come oggi l'ammiriamo si deve a Corradino Malaspina. La Torre del vescovo è la parte più antica eretta dopo il 1014 e prima della costruzione del castello vi alloggiavano le truppe.
Il castello è costituito da un massiccio mastio a cui sono collegate una torre rotonda, una torre quadrata e altri edifici; tutte le costruzioni sono in pietra con inserti in laterizio, con finestre piccole e tetti in coppi. Il mastio si erge su cinque piani con locali, soffitto a botte e pavimenti in legno intarsiato: i primi tre piani adibiti ad uso abitativo; il quarto era l'alloggio delle truppe e l'ultimo per le manovre difensive, consistente in un sottotetto retto da quattro pilastri che oggi viene illuminato da 18 finestre mentre in origine erano solo feritoie strombate.
La cinta muraria cinge il mastio da vicino ed è costruita su di un terrapieno che mantiene il castello sopraelevato; quella esterna fu abbattuta nel 1858 ed oggi non ne resta traccia.
Terme di Bobbio: site in S. Martino frazione del comune di Bobbio, dotato di impianti per la somministrazione di terapie mediche sia alternative che accademiche: balneoterapia, terapia inalatoria, fanghi; numerose sono le fonti di acque ricche di cloruro di sodio, iodio e di bromo erano già sfruttate in età romana e longobarda.
Fonte termale di Rio Foino: nell'omonima località recentemente è stata realizzata una costruzione che permette a tutti di accedere gratuitamente alla fonte; è localizzata nei pressi del ponte gobbo. Le acque delle terme di Bobbio sono considerate terapeutiche per l'apparato respiratorio, mentre i fanghi per le dermatiti.
Chiesa di S. Policarpo: sita a Ceci una frazione del comune di Bobbio fu fondata nel sec. IX, la parte più antica della Chiesa è la navata centrale poiché nel 1744 venne aggiunta la navata sinistra e nel 1938 la navata destra; il coro venne ampliato nel 1871 mentre la torre campanaria risale al 1903.
Chiesa di S. Pietro Apostolo: nella frazione Dezza del comune di Bobbio, fu fondata nel sec. X, è a navata unica subì qualche modifica nel sec. XV ma sempre vicina alla struttura del X sec. La torre campanaria risale al 1905.
Chiesa di S. Paolo: sita nella frazione di Mezzano Scotti del comune di Bobbio, sorse come monastero di S. Paolo nell'891, distrutto nel XV sec, l'attuale edificio fu rimaneggiato nel XVIII sec.
Parrocchia S. Cristoforo: sita nella frazione di S. Cristoforo del comune di Bobbio è la più antica infatti fu fondata nel VII sec. come testimoniano due diplomi imperiali: Ottone I del 30 luglio 972 e Corrado II del 1027 (quest'ultimo è conservato negli archivi storici bobiensi).
'antica struttura rimase inalterata fino alla distruzione in epoca napoleonica, fu ricostruita in parte e abbandonata fino al 1910 quando sorse il nuovo edificio con facciata con due grandi finestre e rosone con vetrate, sopra il portale in legno il timpano con una lunetta in marmo bianco raffigurante S. Cristoforo con Gesù bambino benedicente.
Sopra la scritta beneaugurante del Santo protettore dei viandanti: “Cristophorum videas – postea tutus eas” (vedi Cristoforo e viaggia tranquillo). L'interno a navata unica con due cappelle laterali; il pulpito è a forma esagonale in pietra e bronzo, mentre il presbiterio è elevato assieme all'altare maggiore in marmo bianco; ai lati le statue di S. Cristoforo e S. Antonio Abate.
La Chiesa ancora più antica è quella di S. Giacomo e sorse accanto alla struttura monastica di cui resta traccia nell'attuale casa fortificata, fu abbandonata nel sec. XVII modificata e trasformata in edificio agricolo e cantina; l'antica struttura è ben visibile nella parte absidale eretta sulla roccia.
Santuario di S. Maria in Monte Penice: a quota 1.460 risale al VII sec. al confine con la provincia di Pavia; posto in posizione panoramica le fonti storiche attestano che su questa vetta la Madonna è venerata da più di 1350 anni. L'edificio in pietra è stato più volte ristrutturato, all'esterno si ammira il sasso a vista mentre all'interno la struttura è tornata agli antichi splendori.
Custodisce la preziosa statua lignea della Vergine con il Bambino in grembo la quale risale al 1500; degna di nota anche la statua di S. Bartolomeo del XVIII sec. Nel 2009 l'interno della Chiesa è stata decorata con preziose icone orientali. La vetta e il Santuario sono mete di numerose escursioni sia a piedi che a cavallo, inoltre esiste un antico percorso in parte sterrato che sale da Bobbio denominato “Sentiero medievale per il Santuario del Monte Penice”.
Passo del Penice: è un valico dell'Appennino-Ligure era una via di comunicazione attraverso i feudi imperiali creati da Carlo Magno per mantenere il controllo degli accessi al mare, man mano ha perso la sua importanza politico-commerciale e conserva solo quella turistica; è immersa nel verde d'estate e diventa località sciistica in inverno con impianti di risalita, tre piste di discesa (2 km) e una pista da fondo (10 km) sia diurna che notturna. Nel piazzale è posta la statua di S. Colombano.
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