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Castell Arquato

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Nota fin dal VI sec. fu sotto il dominio dei vescovi piacentini dall'VIII al XIII sec. Dal 1200 fu possedimento di Alberto Scoto, poi dominio Visconteo e degli Sforza, nel XVIII sec. fu inglobata arroccato su di un'altura con pregevoli uffici di epoca medievale; è insignita del titolo “città d'arte“.

Monumenti
Basilica di S. Giovanni e battistero: risale al 1008 per volontà del marchese Uberto d'Orta con facciata in pietra arenaria è tra le più antiche del territorio piacentino. Di particolare interesse sono le quattro absidi con un gioco volumetrico che si contrappone al tetto a capanna della Chiesa e al minuto campanile quadrato.
L'interno presenta capitelli figurati e sculture romaniche del sec. XII nonché affreschi tra i quali il ciclo dedicato a S. Caterina. Il piccolo chiostro è di particolare interesse architettonico risalente al sec. XIII attraverso il quale si giunge al Museo della collegiata.
Museo della collegiata: vi sono raccolti materiali lapidei di età romana e medievale, opere scultoree e arredi sacri, notevole il pallio Eucaristico di fattura bizantina e opere pittoriche; in altri ambienti è collegato l'archivio storico con pregevoli antifonari barocchi e pergamene.
Ospedale di S. Spirito: esisteva già nel 1272 era necessario per ospitare i pellegrini della via Francigena che da Canterbury andavano a Roma; oggi ospita le collezioni del Museo geologico G. Cortesi.
Palazzo del Podestà: del 1292 per volontà di Alberto Scotti, dalla fine del cinquecento e fino al 1850 fu sede della Pretura. La parte duecentesca è interamente realizzata con mattoni in cotto, di tre piani costellato da merli a coda di rondine; risalgono al quattrocento la scala, i pilastrini e la tettoia esterna. In mezzo alle finestre vi è affrescato lo stemma della “COMMUNITAS CASTRI ARQUATI“ con due leoni contro-rampanti e un castello merlato. Verso il lato corto dell'edificio si trova la loggia dei Notari la quale è sede dell'ufficio informazioni turistiche, una torre con due orologi sovrasta tutto.
Al suo interno è ammirevole il soffitto a cassettoni completamente dipinto; il palazzo è spesso sede di mostre ma non sempre aperto al pubblico.
Palazzo Ducale: del 1292 da Alberto Scoto come palazzo di giustizia ma deve il suo nome poiché nel seicento fu la residenza dei duchi Sforza. Sotto il palazzo si trovano le fontane del duca con otto bocche in bronzo a forma di testa di animale.
Rocca Viscontea: è il fortilizio di Castell'Arquato e domina la Val d'Arda risale al 1342; della costruzione originaria resta la struttura esterna, le murature sono state realizzate alternando laterizio e pietra, le mura sono sormontate da merli ghibellini delimitando gli spazi con torrette negli angoli e raccordato da un piccolo cortile con il mastio; nella parte superiore dell'insediamento vi è un torrione alto 35 metri.
Il mastio ospita il Museo di vita medievale.
Torrione Farnese: del 1527 da Bosio II di S. Fiora realizzato in cotto è un imponente edificio a pianta quadrata con quattro baluardi agli angoli. Alto 20 metri dotato di una scala elicoidale, attualmente è sede della “Scuola d'Arme Gens Innominabilis di Castell'Arquato” la quale si dedica allo studio e alla pratica delle tecniche di combattimento medievali; al secondo piano arredato come sala di riunione conviviale dei cavalieri si trova un camino del cinquecento.
Porta di Sasso: o Porta Sotana è una delle quattro porte meglio conservata e segna l'uscita o l'entrata al borgo costruita in pietra e mattoni con arco a tutto sesto al di sopra del quale si ergono cinque merli a coda di rondine.
Aree naturali: parte del territorio è compresa nella Riserva naturale geologica del piacentino contenente un cospicuo patrimonio di reperti fossili del pliocene; nella frazione Vigolo marchese si trova unAbbazia e un battistero in stile romano del sec. XI. Altro interessante luogo è il “bosco di S. Franca” nella frazione di Villa S. Giovanni. E' un piccolo bosco con al suo interno una cappella dedicata a S. Franca e antichi sentieri, è ricco di flora e fauna.

Escursioni
Velleia: a circa quattro km. Fu abitata dalle popolazioni ligure dei veleates; fu municipalizzata dai romani divenendo un centro molto prospero tra il I e II sec. Fu distrutta intorno al IV sec. da una popolazione barbarica. E' una delle zone archeologiche più rilevanti della Regione sita nel comune di Lugagnano. Il primo ritrovamento nella zona risale al 1747 quando si rinvenne la “Tabula alimentaria traiana“ è un'iscrizione bronzea e conservata nel museo archeologico nazionale di Parma.
E' la più grande iscrizione d'epoca romana misura 1,38 metri di altezza per 2,86 di larghezza e fu rinvenuta durante i lavori di sistemazione di un campo. Dell'antico abitato sono venuti alla luce: le terme, il foro di cui è rimasta quasi integra la pavimentazione, la basilica e parte di alcune abitazioni.
Antiquarium: vi sono raccolti reperti rinvenuti durante gli scavi e materiali didattici comprendente calchi, fotografie, iscrizioni e statue che sono conservate a Parma.
Parco provinciale Monte Moria con estensione di oltre 1000 ettari e comprende i comuni di Lugagnano – Val d'Arda e Morfasso. La flora occupa tre quarti la superficie del parco con castagneti da frutto, pino silvestre e abete, mentre la parte del parco verso la Croce dei segni ha una copertura di faggi.
La fauna è composta da cinghiale, tasso, daino, volpe, scoiattolo, poiana, picchio e sparviere. Al centro del parco vi è un rifugio. Nel 1968 vi furono girate alcune sequenze del telefilm “la freccia nera“.
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