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Gioiosa Marea

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Le sue origini sono legate a quelle della città scomparsa di “Agathirnon” e ubicata sul monte Meliuso. Le origine del nuovo abitato sono fatte risalire al 1062 quando il conte Ruggero d'Altavilla liberò l'isola dai Saraceni. La nuova Gioiosa si ricostruì con materiali, pietre e criteri urbanistici della vecchia Gioiosa Guardia che fu abbandonato dopo il terremoto del 1783 e alla carestia dell'anno successivo.
Chiesa di S. Maria delle Grazie: fu costruita prima del diciottesimo sec. dai frati minori osservanti; al suo interno sono conservati la maggior parte degli arredi originali e opere delle Chiese vicine distrutte o danneggiate dal terremoto del 1783. Di notevole interesse artistico è la statua marmorea che raffigura la Madonna delle Grazie con il bambino in braccio, attribuibile alla scuola Gaginesca e realizzata nel diciottesimo sec.
La statua della Vergine è in marmo di Carrara e proviene dalla Chiesa di Gioiosa Guardia; la Madonna reca il seno sinistro scoperto e in braccio il Bambino Gesù. Il corpo avvolto da un manto bianco con decori dorati.
La statua della Madonna del Carmelo è di scuola Gaginiana e risale al 1623 in marmo bianco dorato; essa è sita in una nicchia decorata con pregevoli marmi intarsiati. La Vergine con il braccio sinistro regge il bambino Gesù e nella mano destra “lo scapolare“.
La statua della Madonna della neve o del Giardino è avvolta in un corposo manto dalle rigide pieghe; essa sorregge con la mano sinistra il bambino Gesù, il quale ha tra le mani un uccellino. La tradizione vuole che la statua di 130 cm sia opera del Gagini e risale al sec. XVI. Proviene dalla Chiesa di Gioiosa Guardia la quale essendo in un luogo pianeggiante e ricco di alberi da frutta, viene appunto chiamata “del giardino”.
Lungo le navate si ammirano pregevoli dipinti raffiguranti immagini relative alla vita dei Santi e risalenti dal 1690 al 1765 ad opera di Olivio Sozzi. Il campanile risale al 1814 in stile arabesco, la cupola è realizzata in pietra di pomice mentre la struttura portante è in pietra arenaria
Chiesa della catena: o di S. Rocco, fu la prima ad essere costruita nel 1796 quando gli abitanti abbandonarono Gioiosa Guardia; si presenta con la facciata in due ordini sovrapposti e tripartiti da paraste conclusi da una finta balaustra in alto e interrotta al centro da un grande fastigio. Il campanile è a pianta quadrata i cui lati sono conclusi da triangolari frontoni che ne delimitano la cupola.
Nella loggia campanaria vi sono due campane in bronzo di cui una datata 1652 proveniente da Gioiosa Guardia, mentre l'altra reca la data 1919. L'interno è a pianta rettangolare e presenta uno schema ad aula la cui abside è visibile dall'esterno. L'altare maggiore è in marmi mischi del 1750 in stile barocco.
La statua della Madonna della catena è in marmo bianco dorato di scuola gaginiana del sec. XVI e nelle mani stringe tre catene le quali in primis simboleggiavano “Maria che libera dalle catene”, nel tempo vuole simboleggiare malattie, adulteri e prigione.
Chiesa del convento: fu costruita per volere del barone Diego Forzano; al suo interno custodisce la statua lignea della Madonna Immacolata del 1780; un dipinto ad olio su tela del sec. XVII raffigurante la decapitazione di S. Giovanni Battista di pittore ignoto e un dipinto ad olio su tela ad opera di O. Sozzi il quale raffigura la Madonna con S. Francesco e S. Antonio.
Chiesa di S. Nicolò: o del monte: è così denominata nella vecchia Gioiosa Guardia ed oggi è adibita a sacrestia della nuova Chiesa conclusa nel 1825 con portale in pietra concluso da un frontone curvo interrotto al centro da un'edicola contenente la statua di S. Nicolò.
L'interno è a tre navate con zona absidale sormontata da un cupolone con lanterna. L'altare maggiore è composto da marmi mischi stile barocco del 1771 e sopra di esso vi è la statua in legno di S. Nicola di Bari datata 1869; ai lati sorge il presbiterio in legno di noce intagliato con motivo di foglie d'acanto del 1600 – 1700.
L'altare del SS. È in marmi mischi stile barocco napoletano del 1778, composto da una mensa con due gradini incorniciata da mostra architettonica, la quale fa da quinta allo scenografico tabernacolo, sormontato da una corona poggiata su otto piccole colonne di marmo rosso. Un agnello scolpito in marmo è posto sotto la corona, mentre nel paliotto dell'altare vi è scolpito un pellicano il quale nutre i suoi piccoli dalle sue viscere.
L'antico borgo di Gioiosa Guardia: sorge sulla cima del monte Meliuso a 800 metri s.l.m.; esso fu fondato da Vinciguerra d'Aragona, dello stesso periodo è la torre chiamata “Oppidum Guardia Joiosae“ di cui oggi ne restano le rovine assieme a delle cisterne, tracciato delle strade interne e i perimetri delle case.
I resti storici e il panorama delle isole Jolie, capo Milazzo, montePellegrino e l'Etna che fuma rendono suggestivo e magico l'insieme.
Grotta del Tono: essa è una delle bellezze naturali, vi si accede tramite un'imboccatura di 180 cm e alta 160 cm; oggi è a 10 metri s.l.m. Ma originariamente era a livello del mare. Il settore esplorato è costituito da due camere di diverse dimensioni e numerosi cunicoli. E' caratterizzata da rocce calcaree e formazioni di stalattite e stalagmite. Non è possibile risalire all'insediamento della grotta ma la sua facile accessibilità ha favorito in passato l'insediamento umano.
Spiaggia del bue: è un'incantevole caletta caratterizzata da un minuscolo e suggestivo arenile sabbioso, il quale è vegliato da un grosso scoglio affiorante.
Oggi è un centro di villeggiatura estiva.
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