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Castroreale Terme

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Un casale denominato Cristina o Crizzina del periodo normanno-svevo costituì l'insediamento originario del centro. Le prime notizie certe risalgono al 1324 in un diploma con cui Federico III d'Aragona ordina la ricostruzione di un preesistente castello. L'abitato si sviluppò intorno al fortilizio rinominato Castro e in seguito “Castroreale” perché fu residenza preferita del re Federico III d'Aragona.
Fino al sec. XV alla economia del centro contribuì un'attiva e numerosa comunità ebraica della cui sinagoga ampliata nel 1487 ne resta solo un arco moresco. Il tessuto urbano è d'impronta medievale con strade e viuzze strette e ripide con una caratteristica pavimentazione in pietra.
La cittadina fa parte del circuito “BORGHI PIU'BELLI D'ITALIA”.

Monumenti
Duomo di S. Maria Assunta: del sec. XV – XVII di gusto manierista e tocchi barocchi; al suo interno vi sono custodite grandi tele del settecento di artisti locali e statue marmoree del cinquecento ad opera di Antonello Gagini, Andrea Calamech e altri.
La facciata reca decorazioni in stile classico e barocco mentre il lato destro è occupato dalla massiccia mole del campanile; essa è incentrata su di un maestoso portale marmoreo, una breve scalinata ne consente l'accesso attraverso l'unica porta principale.
La cornice interna del portale è sormontata da architrave festonato con testa d'angelo alato e un fregio centrale sostenuto da putti reca l'iscrizione: “MONSTRA TE ESSE MATREM MDCCXXV (1725)”. Sotto l'elaborato cornicione vi è incastonata una targa che fu posta sotto il regno di Filippo IV di Spagna 1633.
Colonne ioniche dai capitelli corinzi reggono un doppio timpano sovrapposto spezzato, simmetrico ad arco; gli spioventi reggono due figure femminili e nella fascia del frontone vi è l'iscrizione: “SANCTA MARIA ADVOCATA POPULI CASTRENSIS ORA PRO NOBIS”.
All'interno del timpano spezzato una coppa di erme (pilastrini di sezione quadrangolare di altezza variabile tra 1 e 1,5 metri sormontati da una testa scolpita a tutto tondo, che nell'antica Grecia raffiguravano Ermes e usate nel VI sec. a. C.) con volti maschili sostiene una trave con testa d'angelo scolpita e a sua volta è sormontata da timpano ad arco intero con vasi inghirlandati di frutta posti sugli spioventi. Una targa riporta la data 1776, uno stemma coronato con putti e motivi a foglie d'acanto recante la dicitura “SPES NOSTRA SALVE“; la nicchia con volta a conchiglia al centro, ospita la statua della Vergine su di un basamento di angeli alati.
Il fonte battesimale risale al 1634 è collocato in una nicchia con volta a conchiglia e ad opera di ignoto. L'acquasantiera marmorea è opera di Antonello Gagini e sita accanto alla seconda colonna, fu commissionata nel 1530 e consegnata nel 1534.
La cappella delle Sante Reliquie è accanto al primo altare della navata destra e inglobata nel vano terra del campanile. Sull'altare un paliotto settecentesco sormontato da un Crocifisso in legno policromo della stessa epoca e vetrina contenente le reliquie dei Santi.
L'impianto è a croce latina con ampia navata centrale e copertura a capriate. Lo spazio interno è diviso in tre navate per mezzo di 16 colonne con variegati capitelli corinzi, sui quali poggiano sette grandi archi a tutto sesto; lungo le pareti di ciascuna delle navate laterali sono disposti sei altari. A ridosso del grande arco del transetto è possibile ammirare un pergamo marmoreo del 1646 su modello di quello del Duomo di Messina ad opera di Andrea Calamech.
Ai lati del capitello corinzio sono riprodotti i volti dei quattro Evangelisti mentre lungo la stele vi sono raffinatissimi motivi floreali, nei riquadri dell'ottagono della navicella del pulpito vi sono scolpite sugli intarsi delle formelle in marmo le figure della Vergine di Santi e Sante.
Le campate sono tutte ornate di Santi ed opere d'arte risalenti al 1500 – 1600 di vari artisti.
Nel Duomo vi è una meridiana a camera oscura ed è una delle sette costruite in Sicilia tra il 1801 e il 1896 (le altre si trovano a Palermo – Messina – Acireale – Castiglione di Sicilia e Modica sono tutte funzionanti fatta eccezione di quella del Duomo di Messina, la quale venne distrutta dal sisma del 28 dicembre 1908).
La meridiana fu ideata dal professore di lettere antiche e appassionato di astronomia nel 1854 Nicolò Perroni Basquez (1821 – 1873).
Chiesa del SS. Salvatore: risalente al XV sec. e torre campanaria del 1560 danneggiata dal terremoto del 1978. Il complesso monumentale è sito nel cuore della Giudecca e il suo interno è ornato da stucchi barocchi; custodisce un pregevole altare marmoreo opera del messinese Antonino Amato.
Chiesa della Candelora: risalente al sec. XIV; ubicata a ridosso del castello come cappella Palatina, il castello fu ingrandito e potenziato da Federico II d'Aragona. Per le opere in essa custodite costituisce un piccolo museo dove alle opere scultoree si alternano dipinti di artisti di elevata statura artistica.
Una breve scalinata marmorea porta dalla strada al sagrato della Chiesa; la facciata presenta un cornicione convesso in conci di pietra locale. La porta costituita da grossi pilastri è sormontata da robusto architrave con modanature, inquadrata da due esili colonnine poggianti sulle groppe degli animali resi irriconoscibili a causa dell'azione endogena degli agenti atmosferici.
Le campate sono ornate da altari e statue marmoree di Santi. Tra le peculiarità del tempio è sicuramente un sontuoso altare maggiore in legno intagliato e indorato in oro zecchino del sec. XVII. Attribuito a Giovanni Siracusano. Nel paliotto superbamente decorato con motivi fitoformi, nel disco a raggiera presenta lo Spirito Santo in sembianze di colomba attorniato da quattro teste di putti.
Accanto alle volute laterali due erme col seno scoperto sostengono una trabeazione a quattro ordini di gradini e finemente decorata con motivi a foglie d'acanto stilizzate le quali incorniciano il tabernacolo. Alle estremità sono presenti le statue di S. Barbara con la torre merlata e S. Agata che reca in mano le tenaglie strumento del martirio.
Il tabernacolo è sormontato da un ciborio con colonne e capitelli disposti su due ordini e una cupola terminale. Teste di putti alati adornano il variegato e articolato timpano; i contrafforti ospitano altre due statuette delimitando un baldacchino sormontato da aquila bicipite con corona imperiale.
Chiesa di S. Maria del Gesù: del 1424 con annesso convento francescano dell'ordine dei frati minori osservanti fondato dal Beato Matteo d'Agrigento seguace di S. Bernardino da Siena.
Chiesa di S. Marina: risale al sec. XVI costruita su impianti preesistenti del periodo normanno-svevo in stile romanico e inglobato poi nel sistema di fortificazioni aragonesi. Gran parte del patrimonio artistico sono custodite presso la pinacoteca parrocchiale e il museo civico cittadino compreso il trittico fiammingo del 1544/45.
Le campate sono ornate da altari e statue di Santi, nonché un sarcofago in stile rinascimentale e una ricchissima lapide nel pavimento del 1660. La cappella della Consolazione è decorata in stile barocco siciliano con stucchi del 1678 e affreschi realizzati da Filippo Jannelli. Al vano si accede da un arco arricchito da colonne tortili scanalate con capitelli corinzi e sormontato da timpano ad arco spezzato con putti che reggono uno stemma intermedio. Arricchiscono la struttura putti adagiati sulle cimase dell'arco, busti e decorazioni.
L'altare è costituito da altrettante colonne tortili inghirlandate e sormontate da cornicione sovrastato da putti in stucco che reggono un medaglione con decorazioni floreali. La cappella del SS Sacramento è arricchita da colonne doriche con capitelli corinzi.
Chiesa di S. Maria degli angeli: risale al 1566 e adibita a museo parrocchiale di arredi sacri e accoglie il patrimonio artistico di Chiese, cappelle monasteri e oratori dismessi o distrutti.
Chiesa di S. Agata: risale al sec. XV; per le opere statuarie custodite costituisce un piccolo museo. Le campate sono ornate da altari e statue di Santi. L'altare maggiore ospita il Crocifisso in cartapesta del sec. XVII denominato “il Cristo lungo”. Al suo interno vi è collocato il gruppo marmoreo dell'Annunciazione, un'opera di Antonello Gagini del 1519 e tra le poche firmate dall'artista.
Torre di Federico II: del sec. X ultima vestigia menzionato nel diploma del 1324; ricostruzione e potenziamento di fortificazione epoca arabo-normanna è oggi proprietà comunale.
Museo civico: istituito presso il convento dei Padri Filippini.

Escursioni
Villa romana a circa tre km risale al I sec. e ne restano un grande peristilio quadrato con vari ambienti ornati da preziosi mosaici pavimentali, tra cui uno in bianco e nero figurato.
Le terme della fonte Ciappazzi sono bicarbonato-alcaline, mentre quelle della fonte di Venere sono bicarbonato-alcalino-sulfuree, indicate per la cura dei disturbi epatici, gastrointestinali, cutanei e dell'apparato respiratorio.
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