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Torre Annunziata

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Sulla tavola Peutingeriana è segnata come zona termale; i primi abitanti furono i Sarrastri mescolati ai Pelasgi, poi gli Osci. Nell'ottavo sec. a. C. seguirono i greci e poi gli etruschi; nel V secolo i sanniti, spazzati via dai romani nell'89 a. C. abitata in epoca imperiale con il nome di “Oplontis” fu distrutta, nel 79 d. C. dall'eruzione del Vesuvio e fu quasi abbandonata, prese posto una fitta vegetazioni denominata: Sylva mala perchè infestata da belve e ladroni.
Fu razziata da Genserico (Balaton 389 – Cartagine 477 re dei Vandali e degli Alani per quest'ultimi dal 428 al 477; prima della penisola Iberica e poi in Africa) (da qui il culto della festa dei gigli di Nola). Subì devastazioni durante la guerra gotica (535 – 553), le incursioni dei saraceni che saccheggiarono il monastero di Rovigliano nel 989 e cominciò con stanziamenti di pescatori, man mano sorgeva Torre Vecchia nel territorio di Sylva mala, poi Bosco delle tre case e Nemus Regalis (Boscoreale).
Il 13 settembre 1319 Carlo d'Angiò donò quattro moggi di terra a dei fedeli che fondarono la Chiesa dedicata alla Vergine dell'Annunciata, un piccolo piccolo monastero e un ospizio. Poco dopo fu eretta una torre per la difesa e prese nome: torre dell'Annunciata. Fu feudo di molte famiglie.
Dopo il terremoto del 1631, la ricostruzione iniziò subito e Carlo III nel 1758 vi fece costruire: la Real fabbrica d'armi; nel 1791: la Real ferriera che si affiancò ai mulini e pastifici segnando l'ottocento: il secolo d'oro.
Nel 1806 sotto il Regno di Giuseppe Bonaparte, cessò ogni dominio feudale. Nel 1842, con i Borbone si prolungò la ferrovia da Portici a Torre Annunziata; con il Regno d'Italia, raggiunse la Calabria.
Nel 1871 terminarono i lavori al porto e scalo marittimo delle ferrovie, con lo sviluppo commerciale di importazione di grano e carbone e l'esportazione mondiale di paste alimentari.
Nel 1887 nasce la ferriera del Vesuvio e nel 1898 la circumvesuviana.
Il 13 aprile 1928 si costituì il comune autonomo di Pompei e Torre Annunziata, dovette cedere l'intero territorio degli scavi e Santuario. Nel 1943 la crisi dell'arte bianca e nel 1946 i comuni di Boscotrecase e Boscoreale, ottennero l'autonomia.
Per molti anni è stata la capitale dell'arte bianca con oltre sessanta tra mulini e pastifici. Fa parte del parco regionale del fiume Sarno; le sue spiagge sono composte di sabbia nera e dal 1997, l'area archeologica di Torre Annunziata, è stata inserita nella lista: “PATRIMONIO DELL'UMANITA'” dall'UNESCO.

Monumenti
Santuario S. Spirito: edificato nel 1787, dedicata a Felicio Martire, un ragazzo di 12 anni; nota come Chiesa del Carmine, la leggenda narra: che all'età di 12 anni, avendo manifestato l'intenzione di farsi Cristiano, sarebbe stato ucciso dallo stesso padre. Le testimonianze originali dell'arrivo della reliquia, sono andate perdute e nel Martirologio romano (libro liturgico la prima edizione ufficiale è del XVI sec., approvata da papa Gregorio XIII nel 1584) non se ne trova traccia.
La sua effige, secondo la leggenda, aprirebbe gli occhi se e quando un bambino, si soffermasse a pregare di cuore davanti alla teca. In una cappella laterale, è custodito il corpo del Servo di Dio: Giuseppe Ottone, adolescente di 13 anni nato a Castelpagano (Benevento) il 18 marzo 1928 da genitori ignoti, gli fu dato il cognome: Italico che il giudice tutelare di Torre Annunziata gli cambierà con quello di Ottone (famiglia che lo adotta).
Si narra che il ragazzo era molto legato alla sua mamma adottiva Maria Capria, e poiché doveva subire un duplice intervento delicato, camminando lungo il corso Vittorio Emanuele III trovò a terra una immaginetta della Vergine di Pompei e poiché molto legato alla Beata Vergine, stringendola pregò: “Madonna mia, se deve morire mamma, fai morire me”; qualche minuto dopo, divenne pallido e svenne, morì alle quattro del mattino senza riprendere conoscenza il 4 febbraio 1941.
La madre morirà nel 1983 e il padre nel 1975.
Chiesa Immacolata Concezione: come cappella nel 1618, distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 1631, fu riedificata nel 1635, modificata e ingrandita nel settecento. Si presenta in tre navate decorate da stucchi e separate da quattro cappelle coperte ognuna da una cupola; dipinti e statue abbelliscono la Chiesa che è affiancata da un campanile. Si racconta che vi predicò S. Alfonso Maria dè Liguori.
Chiesa di S. Pasquale e S. Teresa: già S. Maria di Costantinopoli; fu eretta nel 1641 dal principe Giovanni Piccolomini, fu donata all'ordine dei Carmelitani scalzi prima e degli Olivetani dopo; prende la denominazione per i frati Alcanterini che la gestirono fino al 1866, quando fu restituita al culto dal re Ferdinando di Borbone e dopo averla utilizzata come laboratorio di fuochi per il Regio esercito.
Si presenta con facciata con pronao sostenuto da due colonne bianche e sui lati, due campanili. L'interno a navata unica, fiancheggiata da quattro cappelle dedicate ai Santi; al di sopra dell'organo, è rilevante un dipinto che raffigura la Trinità.
Santuario Madonna della neve: del 1319, nella Basilica, si conserva l'icona della Vergine che secondo la tradizione popolare, il 5 agosto 1354, l'effige fu trovata da pescatori nelle acque dello scoglio di Rovigliano rinchiusa in una cassa.
L'interno a croce latina, nel transetto c'è la cappella dedicata alla Madonna della neve, raffigurata nell'icona in terracotta del XIV sec.; arricchiscono gli affreschi ottocenteschi e una tavola raffigurante l'annunciazione del XVI sec.
Altre Chiese, palazzi e un centinaio di edicole votive, affrescate, in cotto, maiolicate, in bronzo, contenenti statuine e dipinti, arricchiscono la cittadina denominata anche “ marina del sole”.
Terme vesuviane Nunziante: utilizzate per bagni, fanghi, inalazioni e irrigazioni acque salse bicarbonato-alcalino-ferrose, efficaci nella cura delle artroreumopatie, delle malattie della pelle, otorinolaringoiatriche e ginecologiche della gotta e dell'uricemia.

Archeologia
Villa romana: Nell'area di Torre Annunziata, scavi del XVII sec., hanno portato alla luce diverse ville romane dell'antica Oplontis; una delle più ricche e sfarzose, risale al I sec. a. C., si ritiene appartenuta a Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone: con peristilio, stanze da letto, due sale tricliniari, ambienti termali e una vasta piscina.
Villa di Lucio Crasso Tertius: un'altra costruzione rustica dell'epoca romana, dove sono stati rinvenuti gioielli e monili forgiati con ammirevole tecnica orafa. (non aperta al pubblico)
Museo storico delle armi: del 1823 nella sala Borbonica della Real fabbrica d'armi costruita nel 1758, attuale stabilimento militare spolettificio dell'esercito; è scenografico il cortile Vanvitelliano.
Torre Annunziata fa parte: Parco Nazionale del Vesuvio;
- Parco regionale bacino idrografico fiume Sarno;
- Riserva naturale alto Vesuvio.
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