Agerola
E' senz'altro il paese più antico della costiera Amalfitana; le tracce di presenza umana, risalgono all'età del ferro come ci narra l'estesa necropoli del IX sec. a. C., di un insediamento degli Osci (ceppo sannitico gruppo pre romano osco – umbro) nella località: Casalone della frazione Bomerano.
In epoca romana, era ricca di ville rustiche, l'eruzione del Vesuvio del 79 d. C. coprì il suolo di un metro e mezzo di pomice e la coltivazione fu abbandonata, restò l'allevamento bovino che rimase fiorente, tanto che Cassiodoro ( politico – letterato e storico romano 485 – 580) nel 553 scriveva:” il re dei Goti aveva ordinato al suo servo di ricorrere ai:” rimedia lactarii montis” poiché le cure dei medici, non gli giovavano.
Fu intimamente legato alla Repubblica marinara di Amalfi. Il periodo Angioino fu il più doloroso per l'Italia meridionale; fu feudo di famiglie nobili. Una ripresa economica si ebbe nel periodo Aragonese, in seguito, con il trattato di Rostad, nel 1714 il Regno di Napoli fu assegnato agli Austriaci che lo tennero fino al 1734 in cui inizia la dominazione borbonica, che si dimostrò la migliore dominazione del Regno di Napoli; a Carlo III si deve la costruzione della Reggia di Caserta e l'avvio degli scavi di Pompei e Ercolano.
Nel 1860, con l'ingresso delle truppe Garibaldine a Napoli, Agerola non faceva più parte del regno meridionale ma del Regno d'Italia.
Monumenti
Chiesa di S. Matteo apostolo: è una Chiesa monumentale con facciata sulla piazza del 1580; nel 1605, la parrocchia possedeva un reliquiario che il vescovo Rossini, fece proteggere cingendolo di un cancelletto in ferro e nel 1639, l'arcivescovo Angelo Pico, annotava la presenza di un quadro raffigurante la Vergine e fu restaurato nel 1989 dalla Soprintendenza dei beni artistici di Napoli;
Chiesa SS Annunziata: la data di costruzione è incerta, sicuramente fu costruita su di un precedente edificio sacro dedicato a S. Lazzaro; nel 1605 ospitò la congregazione del SS Sacramento, a cui nel 1700, si aggiunse quella del Rosario e dei morti. Nel 1812, con la soppressione degli ordini religiosi, numerosi arredi sacri provenienti dal convento di Cospiti (convento Francescano XI sec., fu adibito a caserma, abbandonato e ridotto ad un rudere) furono trasferiti nella Chiesa, che presenta una facciata semplice, divisa in due da una trabeazione: la parte inferiore è caratterizzata dal portale d'ingresso centrale, sormontato da un timpano e un ingresso laterale sormontato da un piccolo rosone.
L'interno a tre navate tramite piedritti che terminano ad arco a tutto sesto. Sull'altare maggiore una tela raffigurante l'Annunciazione che dà il nome alla Chiesa e una croce in marmo del XIV sec.; esternamente, accanto alla facciata, s'innalza il campanile con pianta quadrata diviso in tre ordini: i primi due, seguono il disegno della pianta restringendosi, il terzo a forma poligonale termina con una cupola sormontata da una lanterna.
Chiesa S. Michele Arcangelo: del 1680, fu danneggiata nel 1980 con il terremoto dell'Irpinia; presenta uno stile semplice del gusto barocco, l'accesso è costituito da una scalinata in pietra e la facciata è caratterizzata da un arco in pietra scolpito, che sovrasta e sporge sul portale sottostante; in asse con la porta d'ingresso, si apre prima una finestra rettangolare, poi una piccola ovale: sulla sommità del tetto, che presenta un doppio spiovente è posta una croce in ferro.
L'interno a navata unica e lungo le pareti sono posti archi che poggiano su colonne in muratura e lesene, al centro della navata, coperta dal pavimento, è la fossa per la sepoltura; unica tela presente in tutta la Chiesa: quella di S. Michele che sconfigge il demonio, risalente al XVII sec.; esternamente, alle spalle dell'abside, s'innalza il campanile con tetto a doppio spiovente e la campanaria, caratterizzata dalla presenza di pietre vive all'esterno.
Chiesa di S. Pietro: le prime notizie della sua esistenza sono del 1546; nel 1572 risultava essere sede della confraternita di S. Cristoforo. L'accesso è dato da un'ampia scalinata, la facciata divisa in tre parti da una trabeazione: la parte centrale è caratterizzata da tre finestre e la parte superiore terminante a timpano con una croce in ferro sulla sommità del timpano.
L'interno a croce latina con pronao delimitato da una vetrata; al soffitto un'effige di S. Antonio; nella zona dell'altare maggiore, un grosso dipinto olio su tela del XVIII sec., al di sopra dell'ingresso della sagrestia, un'altra tela in olio XVII sec..
Esternamente s'innalza il campanile in 5 settori: il primo è un basamento cubico, segue una zona a tronco di piramide, una a forma cubica con finestra monofora e due piani a forma ottagonale, una con finestra monofora che ospita la cella campanaria con campana fusa nel 1363 e rifusa nel 1915 per la presenza di molte lesioni e l'altro con l'orologio, il tutto termina con una cupola ricoperta con maioliche policrome, sormontata da una croce in ferro.
Adiacente alla Chiesa sorge l'oratorio XVII sec., al suo interno è esposto un busto del 1752 restaurato nel 1988, raffigurante il busto di S. Antonio Abate; il basamento è ricoperto con lamine d'oro.
Chiesa di S. Maria la Manna: XIV sec., si apre su di un piazzale in terra battuta, la facciata divisa in due ordini: quello inferiore, caratterizzato da tre archi a tutto sesto, di cui quello centrale, utilizzato come ingresso; la parte superiore presenta tre finestre con un piccolo rosone e termina a timpano, sulla cui sommità è posta una croce in ferro.
L'interno a croce latina, divisa in tre navate: nella centrale è posta la statua in marmo della Madonna della manna del XIII sec., che secondo la tradizione, trasudò gocce di liquido di colore celeste; nella navata destra, una tavola del XVI sec., lungo il pavimento sono incastonate lapidi sepolcrali del XVI – XVII sec.
Il campanile si eleva dal corpo della Chiesa in 4 ordini sovrapposti: i primi due a pianta quadrata, il terzo a pianta poligonale e il quarto circolare, terminante con cupola sferica con maioliche verde e giallo.
Belvedere: Punta S. Lazzaro, nella boscosa frazione, consente la vista di un ampio caratteristico e stupendo panorama. Una strada tortuosa e suggestiva, penetra nel Vallone del Furore arrivando fino a Vettica Minore, nella litoranea Amalfitana.
Sentiero degli Dei: è un sentiero escursionistico che percorre i monti Lattari, snodandosi tra la Costiera Amalfitana e la Costiera Sorrentina, lungo circa 10 km., collega Agerola con Positano; è considerato tra i sentieri escursionistici più belli al mondo. La manutenzione è affidata ai volontari quale “CAI”. Secondo la leggenda, fu la strada che percorsero le divinità greche per salvare Ulisse dalle sirene, che si trovavano sull'isola de lì Galli.
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