Collina
Mare
Sorrento
La zona era già abitata nel neolitico; nel V sec. a. C., la città fu per un breve periodo, sottomessa a Siracusa, passando poi ai sanniti e ai romani. In età imperiale, fu un luogo privilegiato di villeggiatura del patriziato romano. Seguì la dominazione dei Goti, dei Longobardi e nel 552 dei bizantini; nel IX sec. Fu eretta a ducato e con la conquista normanna del 1133, la città divise le sorti della Campania. Nel 1799 entrò a far parte della Repubblica Partenopea.
Oggi Sorrento, è una località di villeggiatura di fama internazionale.
Monumenti
Cattedrale: eretta nel mille sui resti di un antico tempio greco e ricostruita nel 1400 in forme rinascimentali, è accompagnata da un insolito campanile d'influsso bizantino con la base originaria ad arco rialzato composto da colonne, capitelli e rilievi romani. Un bel portale del XV sec., la facciata, divisa in due da una trabeazione; la parte inferiore presenta tre ingressi: quello centrale del XVI sec., caratterizzato da due colonne in marmo rosa, proveniente da antichi templi pagani, sulle quali poggia un arco ogivale; sugli ingressi, tre lunette affrescate; la parte superiore: un bordo decorato con merlature di microarchetelle e un rosone cieco nella parte centrale, più grande dei due laterali; si completa con due lapidi: una del vescovo Giuseppe Giustiniani e l'altra del poeta Torquato Tasso.
l'interno, a croce latina con tre navate, separata da 14 pilastri e soffitto piano; decorato con tele in stile barocco. Il presbiterio, caratterizzato da un soffitto decorato del 1700; sull'altare maggiore, una pala di autore ignoto del XVII sec.; la zona si completa con un coro ligneo del 1938 “noce del Caucaso” intarsiato da artigiani sorrentini; la cupola sovrastante è affrescata nel 1902.
Sul lato destro: una cappella con bassorilievi in marmo, realizzati da Andrea Pisano e il fonte battesimale, in cui nel 1544, venne battezzato Torquato Tasso; la cappella dedicata ai primi quattro vescovi di Sorrento, le cui reliquie sono conservate sotto l'altare in marmo; sullo stesso lato si apre un ingresso laterale, realizzato nel 1479.
L'architrave sul portale, reca gli stemmi di papa Sisto IV e del re Fernando d'Aragona.
Sul lato sinistro: la cappella del presepe, nella quale è esposto un presepe napoletano del XVII sec.; sullo stesso lato: si apre la sagrestia del 1608 al suo interno: tele, paramenti sacri e una tavola raffigurante: “la trasfigurazione del Signore”.
Nel lato destro del transetto: si apre la cappella di S. Michele, che custodisce una tavola del XV sec., ritraente la nascita di Gesù su un fondo in oro e la cappella del SS. Sacramento, con una statua lignea del Cristo seduto in trono del XVII sec.
Sul lato sinistro del transetto: la cappella di S. Giovanni in Fontibus o della riconciliazione, decorata con stucchi e pavimentata in marmi del XVIII sec.; sullo stesso lato, anche la cappella di S. Antonino Abate, Patrono della città, con statua in legno del Santo del XVIII sec., e altare in marmi policromi del XVII sec.
Degna di nota è la cattedra episcopale realizzata con marmi sia di epoca romana che cinquecentesca e il pulpito del XVI sec., poggiante su colonne angolari in marmo, che culminano con capitelli dorici; al di sotto del pulpito: una tavola di Salvatore Buono del 1573. Ed ancora: una lastra marmorea scolpita, con la figura di una leonessa, utilizzata come lapide sepolcrale del X sec.
Di pregevole fattura è il tamburo d'ingresso del 1989, con pannelli intarsiati da artigiani sorrentini, raffiguranti scene di vita religiosa sorrentina: come la visita di S. Pietro a S. Renato a Sorrento nel 43 – 44 e l'arrivo delle reliquie di Filippo e Giacomo nel 1110. Il campanile, spostato rispetto alla Chiesa, poggia su di un basamento di epoca romana XI sec., decorato con colonne sopra al basamento ; 4 sezioni quadrate, decorate con stucchi, archi, cornici, nicchie, un orologio con piastrelle in ceramica. E' da notare il ricco coro intarsiato di scuola Sorrentina.
Arco romano: ruderi di un arco affiancato dalle mura ricostruite nel XVI sec.
Sedile Dominova: è una loggia quadrata quattrocentesca ad arcate sostenenti la cupola maiolicata seicentesca; nei capitelli si riscontrano reminiscenze arcaiche. Faceva parte dell'aristocrazia Sorrentina;
Piazza Tasso: con il monumento al poeta che qui ebbe i natali ( Sorrento 11 marzo 1544 Roma 15 aprile 1595 poeta – scrittore e drammaturgo) e la statua di S. Antonino Protettore di Sorrento; una terrazza panoramica affaccia su un suggestivo vallone;
Basilica di S. Antonino: Monumentale, XI sec., sullo stesso luogo dove prima esisteva un oratorio del IX sec.; per la sua realizzazione vennero utilizzati numerosi pezzi di marmo provenienti da templi pagani che di ville d'otium di epoca romana. La facciata è in stile romanico, divisa in due da una trabeazione mentre delle lesene la dividono, verticalmente, in tre parti. Nella zona inferiore, un arco funge da ingresso; nella zona superiore: tre grossi finestroni a volta, quello centrale, più grande; sulla sinistra, incassato nella facciata è il campanile, con la cella campanaria illuminata da 4 monofore.
Oltre il portale, un urna con le spoglie del rettore: Mons. Francesco Gargiulo e un'altra, con le ossa di una balena, che secondo la leggenda, aveva ingoiato un bambino, salvato poi da S. Antonino. Sulla porta di accesso alla Chiesa, in un edicola è dipinto un affresco del S. Patrono già menzionato nel 1599.
Sul lato meridionale, si apre una porta del X sec., tra due colonne in marmo giallo antico, con capitelli di ordine corinzio, sormontato da un arco e al suo interno, una lunetta con l'incisione di una croce tra due palme. l'interno a croce latina in tre navate con sei archi, sostenuti da altrettante colonne in granito, provenienti da costruzioni di epoca romana.
Affreschi, raffiguranti scene della vita di S. Antonino; sul soffitto decorazioni con rosoni d'oro su fondo azzurro, vi sono tre tele di G. B. Lama del 1734. L'altare maggiore proviene dal monastero sorrentino della SS. Trinità 1814; nella parte dell'abside, un coro ligneo con 4 tele di Giacomo del Pò; nella parte curva: raffigurazioni di S. Antonino con i Santi: Baccolo e Attanasio e: S. Renato e S. Valerio 1685; nelle parti laterali: la liberazione di Sorrento dall'assedio di Giovanni Grillo 1648 e la guarigione della città dalla peste del 1656.
Sono presenti due reliquiari del 1608, contenenti uno: 17 reliquie di S. Baccolo; l'altro: 21 reliquie di S. Placido. Inoltre: nella Chiesa è conservata la statua di S. Antonino in argento, realizzata il 2 febbraio 1564 da Scipio di Costantio. La leggenda vuole che la prima statua fosse stata realizzata nel 1494 e in seguito all'incursione dei saraceni il 13 giugno 1558, questa venne depredata e fusa per ricavarne armi. Si narra che i sorrentini, volevano realizzare la statua, ma la mancanza di fondi, l'opera tardava; così, S. Antonino apparve all'orafo napoletano consegnandogli un sacchetto con il resto della somma mancante, intrattenendosi per diverso tempo in modo da farsi ben osservare, affinchè la statua fosse quanto più simile a lui.
Quando i sorrentini, trovati i fondi si recarono dall'artigiano, vennero a conoscenza del miracolo e fecero aggiungere, nelle mani del Santo un sacchetto.
Cripta: vi si accede tramite due scalinate in marmo, con balaustre scolpite nel 1753 e decorazioni alle pareti in stucco del 1778. L'ambiente è sostenuto da 4 colonne, con marmo di antichi templi pagani; sorreggono 4 archi piccoli nella zona dell'altare e 4 più grandi che vanno verso l'esterno; racchiuso in una balaustra è l'altare con la statua e le spoglie del Santo e una lampada a olio in argento permanentemente accesa.
Nella cripta, vi sono altri due altari; un crocifisso di legno ricoperto in argento e un affresco della Madonna delle Grazie del XIV sec., in origine, dipinto sulle mura cittadine e risulta essere la più antica raffigurazione di Maria a Sorrento. Arricchiscono sei tele di Carlo Amalfi e numerosi ex voto; dipinti di autori famosi quali: Edoardo De Martino, i cui quadri, si trovano all'interno di Buckingham Palace a Londra.
Sagrestia: con pavimento in maiolica, raccoglie numerose opere d'arte e ex voto; affreschi, due tavole a olio, opera di Luca de Maxo del 1539; un dipinto stile bizantino e due sculture in legno del XVII sec., ( un presepe del XVIII sec., con pastori e animali realizzati in argento, avorio, rame, vetro e oro che furono rubati); oggi, grazie ai sorrentini, vi è un classico presepe napoletano.
Chiesa di S. Felice e Baccolo: alcune fonti la fanno risalire al 310, sotto l'impero di Costantino; altri la riportano al XII sec.; la Chiesa nel 1651 divenne sede della congrega delle anime del purgatorio, a cui potevano accedere solo i nobili, facenti parte del:” sedile di Dominova”; nel XVII sec., fu restaurata in stile barocco.
La facciata è divisa in due da una trabeazione: la parte inferiore con al centro un portale incastonato tra due lesene, tutto il resto con decorazioni in stucco del XVI sec.; la parte superiore termina a timpano, sormontata da una croce in ferro.
L'interno a navata unica, rivestita con marmi policromi e soffitto a cassettoni, al cui centro: una tela raffigurante la SS. Trinità. Nella parte destra: l'organo sormontato da una tela del XVI sec.; sotto l'altare maggiore è posta l'urna con le reliquie di S. Baccolo.
Cripta: del 1753, ricca di ex voto, sculture, dipinti e tele arricchiscono il già ricco luogo sacro.
Chiesa di S. Paolo: la testimonianza di alcuni documenti la fanno risalire: prima dell'872; saccheggiata dai turchi nel 1558 fu restaurata nel XVIII sec.; l'interno a navata unica con volta a botte molto decorata da lunette e stucchi, oltre a diversi palchi e coretti in legno per le monache che vi risiedevano. Le cappelle, adorne con marmi policromi intarsiati; sull'altare maggiore, oltre ad una mensa in marmi policromi, una tela raffigurante la conversione di S. Paolo e un'altra tela del 1729, rappresenta S. Benedetto e S. Scolastica; in un'altra cappella: una tela del 1736.
Caratteristica è la pavimentazione, discretamente conservata in maiolica su cotto; le maioliche sono anche utilizzate per rivestire la cupola. E' dotata di un piccolo campanile. Il convento annesso, dopo la confisca Napoleonica, è adibito a scuola.
Santuario Madonna del Carmine: Monumentale, del III sec., ricostruita nel XVI sec., come testimoniano atti notarili, è tra il 230 – 240 sul luogo del martirio di alcuni abitanti di Sorrento, seguaci della Religione Cristiana sotto Diocleziano. Con la ricostruzione nel XVI sec., fu annesso il convento che nel 1816, con l'arrivo di Napoleone, fu confiscato e dato al comune.
La facciata è decorata con stucchi: L'interno a navata unica; il soffitto presenta una tela di Onofrio Avellino del 1710; è ricca di dipinti, tele, un reliquiario. Esternamente si trova il campanile.
Chiesa di S. Francesco d'Assisi: e chiostro del XIV sec., con portico arabeggiante ad archi che si intrecciano su pilastri ottagonali; il chiostro e il refettorio del 300, sono visitabili gratuitamente; la notte, illuminato, è molto suggestivo; la facciata della Chiesa, in marmo bianco e posta davanti alla Chiesa, un'enorme statua in bronzo del Santo. Il monastero, è anche sede dell'Istituto Statale d'Arte. Accanto si estende la villa comunale, ricca di vegetazione e con un incantevole panorama su tutta la costa; il Vesuvio e l'isola di Capri.
Museo Correale di Terranova: allestito nella villa barocca Correale; con il cortile maiolicato del 1700; espone opere classiche e medievali, dipinti prevalentemente di scuola napoletana e preziose collezioni di arti minori dal XVI al XVIII sec.; mobili che vanno dal 1500 al 1700; edizioni delle opere del Tasso; reperti marmorei greci e romani; un grande altare marmoreo di epoca Augustea; vasi campani e attici del VI – IV sec. a. C.; frammenti del mille trasferiti dalla Cattedrale; lavori d'intaglio e d'intarsio di ebanisti napoletani e siciliani; collezioni di maioliche e porcellane Italiane, soprattutto di Capodimonte e streniere; antichi orologi e merletti; statuine napoletane da presepio; tele del XVII – XVIII sec. Di scuola napoletana: Giordano de Mura; Vaccaro e una rappresentanza della cosiddetta: “ scuola di Posillipo”.
Il bellissimo litorale, è diviso nella zona portuale di marina piccola con l'approdo dei traghetti e nella spiaggia di marina grande, occupata dagli stabilimenti balneari, collegata all'abitato da una scalinata.
Il centro storico, ricco di bellezze naturalistiche, oltre ad un'atmosfera magica, a viuzze strette piene di ristoranti e negozietti di artigianato locale.
Curiosità: nel 1955 venne girato il film: pane, amore e.... con Sophia Loren e Vittorio De Sica; numerose serie della fiction televisiva: “Capri”.
Escursioni
Punta del Capo: a circa tre km., borgo di capo di Sorrento, raggiungibile con una strada panoramica, dove sorgono alcuni ruderi romani ritenuti della villa di Pollio Felice; tra le rocce, con avanzi di costruzioni è uno specchio d'acqua detto:”bagno della Regina Giovanna”.
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