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Portici

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E' alle porte di Napoli pertanto la sua storia è quella della stessa Napoli. Nel suo territorio, fanno parte numerose ville del settecento, di tanti nobili partenopei, che scelsero la zona per la sua bellezza, per la salubrità dell'aria e la vicinanza al capoluogo.

Monumenti
Villa Savonarola: sita nel centro storico ed ospita gli uffici del comune ed è la sede dei matrimoni civili;
Villa Fernandes: oggi è sede di associazioni;
Villa Maltese: addossata alla Reggia di Portici;
Palazzo Mascabruno: al suo interno, il galoppatoio reale, uno dei due esistenti in Europa;
Villa Mascolo: dotato di uno splendido anfiteatro;
Villa Zelo: che fu abitata dal patriota, scrittore e senatore del Regno d'Italia: Antonio Ranieri;
Collegio Landriani a Bellavista: di progettazione Vanvitelliana, fu abitata dai principi: Orsini – Gravina;
Nel centro storico, altri palazzi storici arricchiscono la cittadina e tutti sotto la tutela della Soprintendenza ai Beni Architettonici;
Villa d'Elboeuf: del settecento, sita nelle immediate vicinanze del porto del Granatello, si sviluppa su due piani con una loggetta verso il Vesuvio e due terrazze sul mare. Sulla facciata principale, rivolta al mare, si accedeva da una doppia scala ellittica con balaustra in marmo di piperno; nel 1738, ospitò Carlo di Borbone che innamorato del luogo, fece costruire la Reggia di Portici.
Successivamente, Ferdinando IV ampliò il complesso facendo costruire il bagno della Regina, un emiciclo a due piani di gusto neoclassico affacciato sul mare. Cominciò il declino nel 1839, quando la prima linea ferroviaria Napoli Portici, tagliò il palazzo dal parco retrostante, distruggendo l'unità architettonica e l'armonia del complesso; attualmente è in stato di abbandono;
Reggia di Portici: è una dimora storica, fatta costruire per la dinastia dei Borbone di Napoli, prima della Reggia di Caserta: all'interno, un ampio parco, giardino all'inglese e un anfiteatro; si presenta con un'ampia e maestosa facciata terrazzata, munita di balaustre; all'atrio si accedeva da una cancellata in ferro prima, poi, con la costruzione della strada delle Calabrie che tagliava in due il parco, è sostenuto da nove volte a pilastri. Il cortile del palazzo è simile a un vero e proprio piazzale, con la caserma delle guardie reali e la Cappella Palatina del 1749; un maestoso scalone del 1741 conduce al primo piano dove si trova l'appartamento di Carolina Bonaparte.
Il pittore Giuseppe Bonito decorò le sale del palazzo e lo scultore Joseph Canart con i marmi di Carrara, allestì le opere scultoree del parco reale. Con la rivoluzione Napoletana del 1799, molte opere furono portate via, che in un secondo momento sono tornate e trasferite al museo nazionale di Napoli. Gioacchino Murat la fece arredare ex novo con mobilio Francese.
Con la costruzione della ferrovia Napoli – Portici fu più legata al capoluogo ed ospitò anche il Pontefice Pio IX; da rilevare il riccamente decorato salottino Luigi XIV e il: boudoir della Regina Maria Amalia di Sassonia, rimontato nella reggia di Capodimonte nel 1866, ma concepito per il palazzo di Portici, le cui pareti sono decorate in porcellana di Capodimonte. Oggi ospita la sede dell'Università Agraria “ Federico II” e alcuni musei.
Il bosco : della reggia, ampliato sino a raggiungere un'estensione notevole; ampi viali contornati di giardino all'inglese; opere d'arte come: la fontana delle sirene; il chiosco di re Carlo; la fontana dei cigni e persino un anfiteatro. Vi fu allestito anche uno zoo con animali esotici.
Museo Nazionale Ferroviario: di Pietraarsa, al confine di Napoli e Portici, vi si conserva la prima locomotiva entrata in servizio sulla Napoli Portici; esso sorge dov'era il reale opificio Borbonico nel 1840 come industria siderurgica e dal 1845, come fabbrica di locomotive a vapore.
Basilica di S. Ciro: l'eruzione del 16/17 dicembre 1631, distrusse la prima Parrocchia e nel 1632, iniziarono i lavori dell'attuale; in essa fu sistemata una fonte battesimale in marmo fino bianco, sulla quale, a basso rilievo venne scolpita, tra fogliame ed uccelli l'aquila con la sigla: Q.P.A. (Quinto Pontio Aquila che intorno al 640 fece erigere una sontuosa villa su un suolo del casale di Portici); nel 1666, dietro l'altare in legno intagliato, fu posta la pala (alta 4,23 – larga 3,17) dipinta da Luca Giordano.
Nel 1740 fu ampliata con l'arco di trionfo, la cupola e la sagrestia ; nel 1758 furono allungate le navate, tribuna per orchestra, pulpito di marmo e alla facciata in stile bizantino, due campanili; in quello a sinistra un orologio, in quello a destra una meridiana. Alla fine, la Chiesa era ricca di tre eleganti navate tra due file di colonne ad archi ricche di festoni a stucco, con complessivi sette altari in preziosi marmi policromi.
Con i lavori di restauro del 1972, ha subito una grande trasformazione perdendo il suo valore artistico dell'epoca.
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