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Levanto

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In epoca romana esisteva un piccolo borgo “Ceula“ di grande importanza strategica; con la caduta dell'impero romano d'occidente nel 476 anche il borgo di Ceula passò all'impero bizantino e poi ai Longobardi. Nel 1164 in un diploma imperiale Federico Barbarossa citò per la prima volta il primitivo abitato costiero di Levanto come proprietà feudale dei Malaspina.
Parte del suo territorio rientra nel Parco Nazionale delle cinque terre e dell'area marina protetta cinque terre.

Monumenti
Chiesa di S. Andrea apostolo: risale al 1222 in stile gotico e con facciata rivestita da un paramento marmoreo a fasce alterne di marmo bianco di Carrara e serpentine verdi, mentre la parte alta si conclude con archetti pensili terminanti in teste apotropaiche. Nella lunetta sopra il portale gotico vi è un affresco del quattrocento raffigurante la Madonna col Bambino, ai lati S. Andrea con il simbolo della Croce e S. Giovanni Evangelista con il cartiglio; sopra l'affresco una scritta in gotico di difficile lettura. Il campanile con tamburo poligonale fu rifatto nel 1614 ma l'aspetto attuale risale al 1805.
L'interno con l'altare maggiore in marmo bianco di Carrara e sull'arco di trionfo della navata centrale: l'affresco con S. Girolamo penitente; il pulpito datato 14 luglio 1716 di ignoto scultore ligure, raffigurante il Santo titolare e lo stemma cittadino realizzato con intarsi marmorei. Nell'abside vi è il coro ligneo risalente al 1589 e dipinti del settecento alle pareti del presbiterio. Opere di Andrea Semino - Battista Merano – Paolo Gerolamo Brusco – Bernardo Mantero – Antonio da Carpena ammiriamo nelle cappelle laterali.
Sopra la vasca battesimale in marmo rosso di Levanto vi è posto un Crocifisso ligneo del sec. XV. Il ricco tesoro ci presenta due capolavori di argenteria rinascimentale quale: un ostensorio a teca cilindrica del sec. XVI e un calice di Enrico VIII del 1532 di manifattura parigina ed esposto al museo diocesano, poiché a Levanto viene usato solo in particolari occasioni.
Chiesa della SS. Annunziata: risalente al 1449 e si presenta tipica in stile francescano, sopra il portale centrale in facciata vi è un bassorilievo in marmo bianco di Carrara del quattrocento. L'interno a tre navate e custodisce al suo interno: due tele un olio su tela raffigurante S. Giorgio che gli storici dell'arte hanno attribuito a Pier Francesco Sacchi, mentre la tela raffigurante il miracolo di S. Diego, è stato attribuito a Bernardo Strozzi.
Il retrostante complesso conventuale è preceduto da un grande loggiato e la parte più importante è l'ex refettorio del sec. XVI, la cui aula è dipinta con la raffigurazione di quattro Santi nei tondi risalenti al quattrocento e affreschi nella volta. Inoltre si custodisce il dipinto dello spezzino Gian Battista Casoni raffigurante la cena di Emmaus e una tela raffigurante il beato Battista Tagliacarne il quale nel 1449 fondò il complesso conventuale.
Chiesa Madonna della Costa: antecedente al sec. XIII e attualmente sconsacrato, resta di pregio artistico il sovrapporta posto sulla facciata in marmo bianco di Carrara; il cinquecentesco bassorilievo raffigura S. Giorgio e il drago.
Oratorio di S. Giacomo: la Chiesa è sede dell'antica confraternita fondata nel sec. XIII; la facciata reca un bassorilievo in marmo bianco di Carrara posto sopra l'entrata principale, opera di ignoto scultore lombardo del quattrocento. Nell'unica navata si custodiscono arredi e oggetti sacri tra cui due Crocifissi e una statua lignea di S. Giacomo il maggiore.
Santuario di Nostra Signora della guardia: del 1938 espressamente richiesto dalla popolazione venne edificata una prima cappella; lo scoppio della seconda guerra mondiale fece in modo che solo nel 1946 il 22 aprile fu posta la prima pietra del campanile alto 40 metri. La burocrazia rallentò tanto i lavori che solo nel 1962 venne realizzato l'antistante piazzale a mosaico con pietre e il campanile collocandovi otto campane.
Evento miracoloso della Madonna della Guardia: protagonista fu Benedetto Pareto un contadino che nel 1530 mentre raccoglieva fieno in un podere lasciato libero ai contadini, vide una Signora maestosa e dal viso bellissimo, con modi dolcissimi e aspetto splendido; disse di essere la regina del cielo precisando: la Madre di Gesù e indicò al contadino il punto in cui voleva una cappella a lei dedicata, dal momento che egli era povero gli promise l'aiuto necessario.
Quando giunse la consorte con il pranzo, Pareto raccontò l'accaduto ma ne guadagnò soltanto una risata e il poveretto creduto impazzito dimenticò l'apparizione. Qualche giorno dopo salì su di un fico per mangiarne i frutti ma un ramo cedette al suo peso ed egli rimase in fin di vita. Secondo le testimonianze, ebbe ricevuto appena i sacramenti che ecco la seconda apparizione della Madonna che veniva a rinnovargli la richiesta, facendolo guarire immediatamente; questa improvvisa guarigione convinse i presenti a credergli e con l'aiuto di volontari iniziò la costruzione della cappella.
Chiesa di S. Rocco: originariamente fu intitolata alla SS. Trinità e fu Chiesa conventuale del vicino complesso delle clarisse, infatti vi sono ancora due grate nella zona del coro le quali permettevano alle suore di clausura di assistere alle funzioni religiose. Nella parete di fondo del presbiterio vi è un trompe-l'oeil tra colonne e angeli il quale fungeva da sfondo all'altare maggiore, mentre in alto alle pareti laterali si conservano quattro dipinti raffiguranti i quattro Evangelisti datati XVIII sec.
Inoltre viene custodito un Crocifisso ligneo del settecento; una statua lignea del Santo titolare anch'essa del settecento; un Crocifisso in cartapesta dipinto di scuola napoletana o genovese del settecento e una statua della Madonna col Bambino in marmo bianco. Sul piccolo campanile a vela funzionano ancora due campane del settecento. Il complesso monastico custodisce dipinti, statue e Crocifisso ligneo processionale; oggi è la sede del municipio.
Chiesa di S. Nicolò: risalente al sec. XIII custodisce affreschi databili sec. XV e tra le opere scultoree il bianco e marmoreo fonte battesimale del quattrocento.
Loggia comunale di Levanto: risale al sec. XIII e il 20 luglio 2007 è stata insignita dall'Unesco “monumento testimone di cultura e di pace“; il caratteristico edificio ha rappresentato il centro dei traffici commerciali del paese.
Villa Agnelli: risale al novecento ed è arroccata sulla punta più bella del paese a strapiombo sul mare e bellissimi giardini.
Porta dell'acqua: è inserita in una torretta delle mura medievali, mentre la porta di S. Cristoforo reca nove figure caricaturali le quali risalgono al XVI sec.
Castello medievale: risale al sec. XII con struttura costituita da quattro mura disposte a quadrilatero e una torre circolare, il camminamento di ronda sporge dal manufatto e reca ornamenti con merli ghibellini retto da archi in mattoni. Gli archi sono sorretti da mensole in pietra arenaria, mentre altri ornamenti sono con merli in stile guelfo; presenta aperture per bocche da fuoco le quali vennero realizzate nella ricostruzione del cinquecento. Tra gli ornamenti decorativi troviamo due bassorilievi in ardesia di stile genovese, raffiguranti l'Annunciazione risalente al sec. XV e S. Giorgio e il drago del sec. XVI.

Aree naturali
Scoglio Gagiato è uno scoglio sito nel comune di Levanto e scoglio nero detto anche padre vecchio, esso è classificato nella lista “Italian Islands Award (IIA)” stilata dall'Associazione Radioamatori Italiani con codice Lo14. Sorge a pochi metri dalla costa e da qui ha inizio la zona “B“ dell'Area Marina protetta Cinque terre.
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