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Isola di TIno

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Isola di Tino: dista 500 metri dall'isola di Palmaria e 2,500 metri dalla terra ferma; ha una superficie di 127.000 mq. E un perimetro di quasi due km. Delle tre isole del golfo è considerata quella intermedia sia come dimensioni che come posizione. dal 1997 è stata riconosciuta dall'Unesco “Patrimonio dell'Umanità”. Sull'isola la flora è varia dalla macchia mediterranea al bosco di leccio, mentre la fauna vanta il più piccolo dei gechi Europei riconoscibile per l'assenza di tubercoli sul dorso; tra gli uccelli c'è il gheppio, falco pellegrino, lo sparviero, la pernice rossa, il corvo imperiale e altri.
La superficie dell'isola è interamente riservata a zona militare e grazie a questo si è conservato indenne da sfruttamento edilizio, si può attraccare tramite autorizzazione ed è visitabile il 13 settembre la festa di S. Venerio che qui visse in eremitaggio fino alla morte avvenuta nel 630 e la domenica successiva. Dalla sommità del faro si gode di un panorama a 360 gradi.
Sull'isola si custodisce: la batteria G. Ronca costruita dopo gli anni venti del novecento ad opera della Regia marina.
Il faro è un esempio di costruzione fortificata in stile neoclassica; esso fu voluto dal re Carlo Alberto e il primo combustibile utilizzato per farlo funzionare fu “l'olio vegetale“ seguito poi dal “carbone“. Risale al 1884 l'alta torre alla cui sommità vennero poste lenti ottiche ad incandescenza e alimentate elettricamente da due macchine a vapore, le quali vennero sostituite dal 1985 dall'energia elettrica. – la vecchia casa-matta trasformata in piccolo museo – i ruderi del monastero di S. Venerio.
Cenotafio di S. Venerio è un monumento sepolcrale che venne eretto a ricordo del Santo il cui corpo trovasi nell'attuale Chiesa dei Santi Pietro e Prospero (Reggio Emilia).
Abbazia di S. Venerio: una prima cappella votiva fu eretta nel sec. VII sul luogo dove venne ritrovato il corpo del Santo eremita, il quale era nato sull'Isola di Palmaria mentre nel sec. XI i monaci benedettini trasformarono la cappella in Abbazia; oggi dell'antico edificio medievale resta la facciata e i muri perimetrali della Chiesa nonché del chiostro in stile romanico.
Nel convento dei monaci Olivetani ha sede il museo archeologico dell'isola di Tino dove viene custodito anfore, monete romane, manufatti dei monaci come boccali in graffita policroma e un catino in maiolica.

Isola del Tinetto
Rispetto alla altre isole del golfo è la più piccola con i suoi circa 6.000 mq di superficie è priva di vegetazione, ha solo alcuni arbusti di macchia mediterranea. Conserva tracce di presenza delle comunità religiose, infatti vi troviamo ruderi di un piccolo oratorio risalente al sec. VI e resti di un edificio più complesso: una Chiesa a due navate con celle per monaci eretta in varie fasi sino al sec. XI e distrutta poi dai saraceni. A pochi metri a sud dell'isolotto sulla sommità di uno scoglio semi-sommerso vi è stata posta una statua della Madonna (nelle vesti di Stella Maris) alta circa due metri.
A differenza dell'isola di Tino qui si può ormeggiare e sostare, rispettando il regolamento per la tutela marina del parco naturale regionale di Portovenere. La fauna presenta è un rettile assai raro, la lucertola muraiola del Tinetto e da diversi anni vi è presente una colonia di gabbiani, i quali nel periodo delle nascite si presentano molto aggressivi. Dal 1997 è stata inserita dall'Unesco tra i “Patrimoni dell'Umanità“.
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