la-spezia1.jpg
Parchi Naz.
Montagna
Mare

La Spezia

Manifestazioni

Segnala un evento


Il territorio fu abitato in età preistorica come testimoniano le statue stele i reperti dell'età del bronzo e del ferro. Nel 155 a. C. la popolazione ligure fu sottomessa dal Console Marco Claudio Marcello, legate così alla colonizzazione romana e intrecciarsi con le vicende di Luni. Con la caduta dell'impero romano dopo il sec. V si ebbe la devastazione dei Barbari (Eruli e Goti); dopo la guerra gotica fu possesso bizantino poi Longobardi del re Rotari e nel sec. X appartiene al Regno d'Italia quando la zona è feudo della marca Obertenga.
Nel sec. XII entrò nell'orbita della Repubblica di Genova. Dopo gli avventi Napoleonici fu annessa al Regno di Sardegna e poi al Regno d'Italia nel 1861. Essa conservò un carattere fortemente turistico che in più occasioni fu scelta come meta delle vacanze della famiglia reale Italiana.
In un documento del 25 luglio 1071 appare per la prima volta il nome Spezia, mentre in un documento del 1256 viene citato Spezam; nelle mappe della repubblica di Genova datate 1597 e 1777 viene utilizzato il nome Spezza e golfo della Spezza. Al di là dell'etimologia gli studiosi non sono riusciti a stabilirne l'origine precisa, le controversie vertono sull'utilizzo dell'articolo “la“ il quale appare nei documenti redatti in volgare.
Nel 1923 venne costituita la provincia della Spezia e l'articolo “la“ viene a generare confusione tanto che nel 1926 in consiglio comunale vota per il ripristino dell'articolo e il 2 aprile 1930 un Regio Decreto rettifica ufficialmente la denominazione “La Spezia“.
Al termine della seconda guerra mondiale nel 1946 su tre navi furono imbarcati 1914 ebrei sopravvissuti alla Shoah e tornarono in Palestina; per questo motivo La Spezia è conosciuta in Israele e sulle sue carte geografiche è segnata con il nome “Schàar Zion – Porta di Sion”. Fa parte del Parco nazionale delle cinque terre e sorge su un lembo di terra stretto tra mare e monti.

Monumenti
Cattedrale di Cristo Re: risale al 1975 con l'esterno caratterizzato dalla sua pianta circolare. L'interno riceve luce dall'occhio posto al centro della vasta cupola la quale è sostenuta da dodici pilastri; la pavimentazione è in marmo bianco e grigio convergendo verso l'altare centrale in marmo bianco, mentre il presbiterio è pavimentato in marmo rosso.
La cripta è un ambiente a volta e custodisce i reliquiari di S. Venerio, le tombe della mistica Itala Mela e dei primi vescovi della diocesi. Il suo patrimonio artistico è composto da: Crocifisso in legno del sec. XVIII; Ambone e tabernacolo in marmo di Carrara opera della scultrice Lia Godano. Il battistero, il coro capitolare, le panche e la penitenzieria sono un disegno di Cesare Galeazzi, mentre la deposizione di Cristo è un bronzo di Angiolo Del Santo.
Abbazia di S. Maria Assunta: risalente al 1443 all'ingresso vi è il portale bronzeo centrale del 1999 ad opera dello scultore spezzino Guglielmo Carro e presenta otto pannelli a rilievo raffiguranti opere di misericordia. Sui tre portali vi sono collocate delle lunette in marmo opera dello scultore Angiolo Del Santo, i quali raffigurano “il trasporto delle spoglie di S. Terenzio di Luni, l'Assunta e S. Venario che scaccia il drago”.
All'interno è divisa da ampie navate scandite da colonne e due navate minori, la sua copertura è a volta con costoloni in pietra grigia su intonaco giallo chiaro e alle pareti numerose opere d'arte. Custodisce la cassa sepolcrale della marchesa Francesca Malaspina da Mulazzo e del marito Baldassarre Biassa il quale fu comandante spezzino della flotta pontificia XV – XVI sec.; poggia su zampe leonine con iscrizioni e stemmi. Tela di Aurelio Lomi del sec. XVII; statua marmorea opera di Fabio Del Medico raffigurante S. Antonio Abate; terracotta invetriata policroma attribuita a Luca della Robbia ma in realtà è del nipote Andrea, è alta circa tre metri e larga circa metri 2,50; dipinti di Giuseppe Palmieri, Luca Cambiaso e Bartolomeo Guidobono; fonte battesimale del cinquecento; nel presbiterio vi è la mensa sacra in marmo scolpita da Ferruccio Vezzoni; dietro il coro ligneo del sec. XVIII vi è un grande olio su tela del sec. XVI attribuito a Domenico Fiasella.
Chiesa dei Santi Giovanni e Agostino: risalente al 1558 con facciata a capanna e sul portale la statua della Madonna di Lourdes. Al suo interno l'abside è semi-circolare con la cupola coperta di ardesia a spina di pesce terminante con lanterna. Custodisce: una pala del cinquecento raffigurante Madonna e Santi opera di Bernardino Lanino (di essa esiste una versione anche alla “National Gallery di Londra”; dipinto di Domenico Fiasella; due grandi Crocifissi del settecento; il fonte battesimale del cinquecento a forma di conchiglia.
Chiesa di Nostra Signora della neve: iniziata nel 1897 e completata nel 1901; la sacra immagine è un dipinto su legno raffigurante la Beatissima Vergine e posta in un'abitazione fuori le mura di cinta; quando il torrente Lagora straripò invase la casa con la preziosa effige e in mezzo a tanta distruzione fu la sola cosa a salvarsi dalla piena. La popolazione gridando al miracolo decise di costruire una cappella sulla cui facciata fu impresso: “Questo Santuario è sorto per devozione del popolo della Spezia settembre 1575”. La nuova casa del dipinto rimase tale fino al 4 agosto 1864 poi la cappella venne abbandonata e demolita per far spazio all'Arsenale Militare.
La Sacra Immagine fu trasportata nel Duomo spezzino rimanendovi fino al 1881; da qui il 26 luglio con grande solennità venne posizionata nell'Oratorio dei Padri Salesiani, infine nel 1897 sembra, da “Giovanni Bosco“ fu posto la prima pietra di quella che dal 1901 custodisce l'Immagine miracolosa.
La Chiesa è preceduta da un'imponente scalinata decorata a fasce bianche e grige nella sua forma a salienti, con tre portali di cui il centrale dotato di protiro riccamente decorato, è arricchito da mosaici e vari rilievi ornamentali; completano il tutto una coppia di falsi campanili laterali, mentre il vero e proprio campanile si eleva sul fondo della fiancata destra.
L'interno è a tre navate con soffitto a cassettoni e divise da pilastri in muratura, essi sono intervallati ad ogni campata da coppie di colonne in marmo rosso di Verona, con capitelli e pulvini d'ispirazione bizantina. Le pareti della navata centrale sono rivestite di pitture bizantineggianti nella parte superiore e comunicando con le navate laterali mediante aperture ad archi, i quali sono sostenuti da eleganti colonnette a capitello e pulvino di bella fattura. In pietra chiara con scritture ed emblemi è il pulpito, sorretto da colonne di marmo rosso di Verona opera di Angiolo Del Santo.
L'altare maggiore è sovrastato da un arco trionfale recante la dedica: “Alma Dei Mater nive candidior Spediam respice tuam. O piissima si irruerunt super nos mala stabimus in cospectu tuo quoniam in te speraverunt patres nostri et liberasti eos”. (Alma Madre di Dio, bianca più della neve, guarda la tua Spezia. O piissima se su di noi i mali incomberanno, noi staremo al tuo cospetto, perché i nostri antenati hanno sperato in Te e Tu li hai liberati).
Il patrimonio della Chiesa è così composto: statua di S. Giovanni Bosco; il pulpito; immagine del Sacro Cuore opera del calicese David Beghè; Immagine della Madonna con il Bambino, la quale durante un restauro nel 1968, il dipinto fu sottoposto ad un esame radiografico scoprendo così che la città possedeva un'autentica testimonianza della propria storia risalente al quattrocento, quando l'artista Jacopo Spignolotto (Jacobus Spinolotus pittore Italiano del XV sec. ancora ignote le date di nascita e morte) era l'autore di un'immagine conservata nell'antichissima Pieve di S. Venerio.
Curiosità: un particolare interessante per la Chiesa la quale nel mezzo della distruzione generale a causa del bombardamento pomeridiano del 5 giugno 1943 l'edificio rimase indenne; si pensa che con altre modalità si sia ripetuto il prodigio che consentì alla Sacra immagine di salvarsi dalle acque del torrente Lagora in piena nel XVI sec. Ungaretti recita: “D'improvviso, alto sulle macerie il limpido stupore dell'immensità”.
Chiesa di Nostra Signora della salute: risale al 1887 a navata e matronei ai lati del presbiterio, altare maggiore in stile barocco del 1771. Il trono è posto a circa 11 metri da terra e protetto da quattro colonne in marmo giallo di Verona; arricchiscono l'effige della Madonna della salute olio su tela, sculture e decorazioni in marmo di Carrara.
La Chiesa custodisce: tela di Giovanni Andrea De Ferrari (1598 – 1669); Madonna lignea opera di Rino Mordacci; scultura lignea opera di Carlo Giovannoni; acquasantiera con visibili segni vandalici del 1907; olio su tela risalente al sec. XVIII raffigurante Il battesimo di Cristo; prezione argenterie compresi diademi in oro realizzati dalla fusione di gioielli e monili che furono donati dai parrocchiani alla Vergine.
Pieve di S. Venerio: risale al sec. XI dedicata al S. eremita il quale ha vissuto nel VI e VII sec. sull'isola di Tino nel golfo della Spezia ed è una delle costruzioni più antiche del golfo. La struttura attuale è quella della pieve del 1084 voluta dalla famiglia “domini” con impianto romanico e facciata a capanna unico portale ad arco lunato. Leggermente fuori asse rispetto alla porta è una bifora composta da archetti marmorei e colonnina con capitello a foglie, mentre la copertura è costituita a lastre di pietra.
L'interno a navata unica con due absidi in pietra; agli scavi sottostanti vi si accede da una botola sita nel presbiterio, dove si nota un muro romano in “opus incertum” (tecnica edilizia romana) e una tomba alto medievale. E' coeva la torre campanaria nel cui spessore murario è ricavata una scala interna.
Chiesa di S. Stefano: risalente al 1200 e sorge sul colle omonimo il cui piazzale è detto ”balcone sospeso sulla città”; la Chiesa è in stile gotico cistercense con archi in arenaria, una porta laterale sull'architrave reca scolpita una testina e le forme di un agnello, di un leone e un altro animale, mentre un capitello scavato funge da acquasantiera.
Al suo interno custodisce: i quadri sacri e la Via Crucis del sec. XVIII; fonte battesimale del 1463; statua della Madonna alta un metro in marmo bianco, regge in braccio il Bambino il quale tiene in mano un uccellino; il portale laterale della Chiesa è rivestito da ante di bronzo ad opera di Pietro Ravecca.
La Chiesa nella sala adiacente ospita spesso mostre di arti visive, mentre di fronte vi è il monastero benedettino di S. Maria del mare sorto di recente quasi a realizzare la speranza della serva di Dio “Itala Mela“ (oblata benedettina, teologa e studiosa del mistero trinitario) la quale auspicò il ritorno sul golfo dei Benedettini. Il Monastero è centro di iniziative culturali di interesse nazionale.
Santuario della Madonna dell'Olmo: la costruzione fu iniziata il 9 aprile 1839 e completata nel 1844, sito sul colle che sovrasta il paese di Fabiano una frazione del comune di La Spezia a circa 300 metri s.l.m. Il culto risale al 1640 con il dipinto su lastra d'ardesia e collocato su di un muro lungo la via di ci cui non si conosce l'autore, né l'epoca, né l'origine.
In un primo tempo per custodire il quadro, fu posto in una custodia di legno; nel 1667 il 18 settembre fu benedetta la Chiesa che poi custodisce il quadro, ma il crescente numero dei pellegrini e devoti richiede una Chiesa più grande e l'otto aprile del 1844 vi è finalmente il Santuario. All'interno della Chiesa una lapide marmorea recita: “il Sac. Gio-Batta Borachia / parroco di Fabiano / ed il conte Gerolamo Federici / idearono e promossero / la fabbrica di questa Chiesa / dal popolo desiderata / Gerolamo Godani fu Domenico/ e Biagio Bertagna fu Antonio / coll'aiuto degli altri Fabianesi/ la seguirono/ 1890”.
Dell'aspetto attuale ne narra un'altra lapide nella facciata anteriore: “SACRA ALLA MADONNA DELL'OLMO / IN LUOGO / PER MIRACOLI INSIGNE / DALLA PIETA' DEI POVERI CONTADINI / CHE ABITANO / LA SOTTOPOSTA TERRA / EBBE LA PRESENTE FORMA E IL COMPIMENTO / NELL'ANNO MDCCCXLIX”. Nel 1963 con l'oro offerto dai fedeli vennero realizzate quattro corone: due per il quadro (Madonna e Bambino) e due per le statue.
Nel 1962 vennero sostituite le piccole campanelle con la campana maggiore dedicata a S. Andrea del peso di circa cinque ql. Ed è la più vecchia poiché fu fusa sul posto nel 1865.
Chiesa evangelica battista: è una Chiesa protestante e risale a circa un secolo e mezzo fa nel 1866 grazie all'inglese Edward Clarke e a sua sorella che realizzarono scuole e orfanotrofi; fu interrotto durante il fascismo e la guerra, ripreso dopo la guerra da un altro missionario inglese Arrigo Alberto Pullen e ancora oggi prosegue.
Accademia lunigianese di scienze: è un'istituzione culturale nata nel 1919 intitolata al geologo e paleontologo Giovanni Capellini; dotata di una ricca biblioteca la quale comprende anche una raccolta di libri della sezione lunense dell'Istituto internazionale di studi liguri. Il suo scopo è di contribuire al progresso delle scienze promuovendo le ricerche e gli studi sulla lunigiana e regioni limitrofe.
Albergo Croce di Malta: è un palazzo storico del 1845 nato come albergo e fatto erigere dal marchese Giovannangelo Da Passano dotandolo di raffinati arredi e ricche decorazioni; dal 1853 cominciò ad ospitare la regina Maria Adelaide e membri della famiglia reale sabauda. Dopo varie vicende oggi l'edificio è di proprietà di una fondazione bancaria.
Nel 1873 l'hotel ebbe una nuova sistemazione in un palazzo moderno vicino ai giardini pubblici, fu molto frequentato da personaggi illustri della politica, della cultura e dell'arte; vicende economiche sorte nel secondo dopoguerra ne comportò la chiusura e convertito a residenza per appartamenti.
Palazzo Castagnola: risalente agli inizi del novecento della nobile famiglia Castagnola; al suo interno custodisce tracce di un fastoso passato in stile barocco e della struttura arricchita da insegne araldiche scalpellate all'avvento della Repubblica Ligure.
Palazzo comunale: risalente tra la prima e seconda guerra mondiale in stile nazionalista dell'epoca. E' caratterizzato da una massiccia architettura con alto porticato e una torre angolare quadrata.
Rolli: al tempo dell'antica repubblica erano alloggiamenti i quali ambivano ad ospitare nobili famiglie (i Rolli erano le liste dei palazzi e delle dimore eccellenti che ambivano ospitare personalità in transito o per visite di stato). Il 13 luglio 2006, dei 114 palazzi che all'epoca erano iscritti ai Tolli, 42 di essi sono stati inseriti dalla commissione speciale “UNESCO“ riunitasi a “Vilnius“ (Lituania) fra i “Patrimoni dell'Umanità“; il 20 gennaio 2007 l'Unesco a metà di via Garibaldi ha posto una targa che inserisce la serie di palazzi dei Rolli fra i patrimoni dell'umanità e recita: “Le maggiori dimore, varie per forma e distribuzione, erano sorteggiate in liste ufficiali (rolli) per ospitare le visite di Stato. I palazzi spesso eretti su suolo declive, articolati in sequenza atrio – cortile – scalone – giardino e ricchi di decorazioni interne, esprimono una singolare identità sociale ed economica che inaugura l'architettura urbana di età moderna in Europa”.
Palazzo Doria: sito nella parte più degradata detta “caruggi“ ovvero meno frequentati dai turisti o dalla “movida“. Di particolare importanza sono il portale dotato di arma marmorea, ampia estensione delle aperture al piano nobile e colonne con doppio capitello. Fino agli anni 40 dell'ottocento venne abitato dalla famiglia Doria, poi il piano nobile venne adibito ad albergo “la locanda Croce di Malta“; sopra l'entrata del palazzo si trova una lapide commemorativa che recita: “qui, nell'estate del MDCCCLIII in una locanda dell'antico borgo a Richard Wagner si rivelò uno splendido accordo musicale e prese forma il preludio del “oro del reno“ il comune della Spezia pose MCMLXXXIII“.
Palazzo Crozza: risale all'ottocento ed ospita la biblioteca comunale. Il palazzo si presenta con la facciata arricchito da un balcone marmoreo e salone affrescato ad opera di Luigi Agretti, mentre l'atrio è in stile ionico.
Grattacielo di via Vittorio Veneto in stile Liberty del sec. XX, tre piani hanno finestrature aggettanti a bovindo (deriva dall'inglese bow window – finestra ad arco); dotato di raffigurazioni zoomorfe nelle mensole dei balconi e dei bovindi, nelle cordonature che accompagnano la facciata e nei pilastrini del fastigio: si notano granchi, mostri incatenati, vittorie alate. Quattro paraste sostengono altrettante statue marmoree a tutto tondo e intervallate da medaglioni scolpiti.
Palazzo Maggiani: in stile Liberty e uno dei più caratteristici della città del xx sec. è arricchito da decorazione diversa in ogni piano come un angioletto, pavone e girasole; un mosaico pavimentale è sotto i portici. Nel 1996 l'ultimo piano andò a fuoco e il bilancio fu di quattro appartamenti distrutti e sei danneggiati.
Palazzo del ghiaccio: del 1920 è l'antica fabbrica del ghiaccio si presenta a quattro piani con facciata alternata da alti pilastri in cemento e alte vetrate, alla sua base vi sono collocati bassorilievi raffiguranti animali polari. Dal 1976 è adibito ad uffici bancari.
Palazzo del governo: del 1928 oggi è sede della Prefettura si presenta con paramento a bugnato, finestre a timpano e colonne composite, mentre la decorazione statuaria è opera di Augusto Magli e l'atrio reca uno scalone con soffitto in legno.
Palazzo delle poste: degli anni trenta del novecento al suo interno presenta mattoni a vista e marmi policromi, mentre nella parete interna della torre limitrofa vi è un mosaico di arte futurista.
Arsenale militare Marittimo: è uno dei tre della marina militare unitamente a quello di Augusta e Taranto. Storicamente fu Napoleone Bonaparte a capire l'importanza di un grande arsenale nel golfo e ripresa poi nel 1857 da Cavour il quale fece costruire la base navale a La Spezia. Oggi l'arsenale si estende su di una superficie di 85 ettari con 13 km di strade al suo interno.
Museo tecnico navale il quale espone più di 150 modelli di navi ed imbarcazioni, circa 2500 medaglie, 6500 cimeli, 2000 documenti e oltre 5000 volumi tecnici e storici.
Villa Marmori: risale agli anni venti del XX sec. si presenta con vetrate policrome di chiaro gusto “Art dèco“ con pavimentazione e infissi di arte ebanistica, gli affreschi sono opera di Luigi Agretti, cancellata, ringhiere e lampade sono opera di Mazzucotelli. Dal 1984 è la sede del Conservatorio Giacomo Puccini.
Castello S. Giorgio: è una fortificazione militare del 1262 ed è stato più volte ricostruito nel corso dei secoli e con aggiunta di mura nel 1343.
Curiosità nel pomeriggio del 28 settembre 1907 il pittore Felice Del Santo asserì di aver visto un drago o un grosso lucertolone mentre dipingeva all'interno della fortezza. Al suo interno custodisce il museo civico archeologico raccogliendo reperti provenienti dall'intera lunigiana dal periodo della preistoria a quella medievale.
Museo civico Amedeo Lia con dipinti e miniature italiane e straniere databili dal sec. XIII al sec. XVIII oltre a sculture e oggetti antichi, medievali e moderni.
Palazzina delle arti e museo del sigillo: ospita la più completa collezione sfragistica (termine coniato da J. Heumann nel 1745 per definire l'attività di produzione dei sigilli) che sia stata mai riunita.
Museo etnografico con percorso espositivo evidenziando gli aspetti più caratteristici di una società a matrice feudale.
Museo diocesano: con facciata dell'ottocento che nasconde l'oratorio sconsacrato di S. Bernardino.
Museo nazionale dei trasporti: con l'esposizione di diverse locomotive, carri ferroviari e vetture tranviarie.
Nel 1857 il governo piemontese decise di fortificare la zona di La Spezia con forti e batterie d'artiglieria per la difesa del golfo, citiamo alcune fortificazioni:Canarbino – Cavour – Macè - Umberto – Varignano e altri, tanto che la rada era la più fortificata d'Europa con ben 568 bocche di fuoco utilizzate anche nel corso della seconda guerra mondiale, oggi essi versano in stato di abbandono.
Biblioteca comunale: custodisce 136.050 documenti fra volumi e opuscoli; 49 incunaboli; 162 riviste correnti; 754 riviste cessate; 974 cinque-centine; 1231 sei-centine; 4130 sette-centine; inoltre ospita l'archivio Storico comunale con 2.200 unità che vanno dal tardo medioevo al sec. XIX.

Aree naturali
Il grande parco dei giardini pubblici ospita una statua equestre dedicato a Giuseppe Garibaldi con il cavallo eretto su due zampe e vari monumenti in marmo dedicati a personalità locali come: busto in marmo di Carrara dedicato al cantore delle Alpi Apuane “Ceccardo Roccatagliata Ceccardi” e il Centro Salvador Allende una struttura polivalente utilizzata per convegni, mostre ed eventi culturali.
Passeggiata Morin: è la storica passeggiata a mare con palme e composizioni floreali
Conosci questa località ?
Oppure chiedi a chi la conosce

Aggiornamenti degli utenti

Se conosci notizie ulteriori, hai consigli per chi intende visitare questa località, oppure precisazioni particolari, scrivile qui in modo da aiutarci a tenere sempre aggiornata la scheda della località.

Foto inserite dagli utenti
Click per ingrandire

Aggiungi
Foto

Carica un'Immagine

×

Diari di viaggio
Click per leggere

Aggiungi
Diario