Collina
Mare
Lerici
Il borgo è di origine medievale e nel 1152 divenne possedimento della Repubblica Genovese; nel sec. XIII fu conquistata dai pisani i quali edificarono il primo edificio del castello. Tornata poi sotto il governo genovese divenne un'importante postazione della repubblica. Oggi è un'amena località turistica e balneare. Fa parte del circuito: “Borghi più belli d'Italia”.
Monumenti
Chiesa di S. Francesco d'Assisi e Santuario di Nostra Signora di Maralunga: risale al sec. XIII in stile barocco; fu ricostruita con ampiezza maggiore nel 1632. Al suo interno custodisce tra gli arredi sacri, un piviale il quale fu un dono della famiglia locale Botti e diverse pale d'altare di scuola pittorica genovese, nonché opere di artisti: Domenico Piola – Anton Maria Maragliano – Domenico Fiasella – tele di Domenico Bocciardo – Giovanni Domenico Cappellino – un trittico in marmo di Domenico Gar.
tra le opere: un Crocifisso ligneo del XIV sec.; coro in legno del sec. XVIII; statua in marmo bianco di Carrara raffigurante S. Francesco d'Assisi risalente al 1792 e un pulpito in ardesia, che la leggenda popolare vuole vi abbia predicato S. Bernardino; un lavabo risalente al 1699.
Oratorio di S. Rocco: risalente al sec. XIII in stile barocco e ubicato nella zona più antica del centro storico e dal 1287 ai Santi Martino e Cristoforo come testimonia una lapide murata presso il campanile e recita: “2 aprile 1287 fu iniziata la costruzione di questa Chiesa da Palmerino, massaro di essa, ad onore di Dio e del Beato S. Martino confessore vescovo e del Beato S. Cristoforo”. Nel 1523 a causa dell'epidemia di peste che colpì il borgo, avvenne la nuova intitolazione al Santo di Montpellier.
L'attiguo campanile risale al sec. XIV e rimaneggiato nel 1515 con l'aggiunta della cella campanaria e di una cuspide ottagonale con un ordine di bifore in alto e monofore al di sotto; due bassorilievi del sec. XVI si ammirano nella parte inferiore e raffigurano la Madonna col Bambino e S. Giorgio. Negli anni 1815 e 1849 l'oratorio venne usato come quartiere della Guardia nazionale.
Al suo interno custodisce le opere: tavola del sec. XVI raffigurante S. Martino, S. Cristoforo, S. Sebastiano e S. Roccodella; tela di Giovanni Battista Casoni raffigurante la Vergine col Bambino, S. Giuseppe, S. Egidio e S. Antonio Abate, ex voti – S. Rocco del pittore Carlo Conturi.
Oratorio di S. Bernardino da Siena: risale ad un periodo antecedente al 1498 e sorge a fianco della parrocchiale di S. Francesco d'Assisi.
Ex Chiesa della Concezione dei Cappuccini: risale al sec. XVII, assieme al convento venne chiuso e sconsacrato dopo l'abbandono dell'ordine dalla cittadina di Lerici nel 1868; la Chiesa venne adibita a teatro e il convento nell'odierna sede del municipio.
Chiesa dei Santi Nicolò e Lucia: ubicata nella frazione di Pugliola del comune di Lerici, ricordata anticamente con il nome “S. Lucia de Illice”; è in stile barocco e il campanile romanico, custodisce dipinti tra cui uno attribuito a Domenico Fiasella.
Chiesa di S. Giorgio: ubicata nella frazione di Tellaro del comune di Lerici, eretta su di uno sperone di roccia risale al XVI sec. Al suo interno custodisce una pala d'altare in marmo del sec. XVI scolpita con la tecnica del bassorilievo. Secondo una leggenda popolare tramandata nei secoli, fu un polipo gigante a suonare le campane della Chiesa di S. Giorgio svegliando così gli abitanti del borgo, fronteggiare un un improvviso attacco notturno dei pirati saraceni e salvare la cittadina.
Del curioso avvenimento ne fa cenno un'iscrizione presso la Chiesa che recita: “Saraceni mare nostrum infestantes sunt noctu profligati quod polipus aer cirris suis sacrum pulsabat”.
Villa Marigola: è un edificio storico del sec. XVII circondato da un fitto bosco di lecci e permette una delle vedute più suggestive sul golfo dei poeti. (ampia e profonda insenatura della costa ligure, alle due estremità del golfo si trovano i borghi di Porto Venere e Larici entrambe di grande interesse turistico). Dal 1979 è proprietà della cassa di risparmio della Spezia e utilizzato come centro di manifestazioni culturali e di congressi.
La villa fu frequentata da nobili quando nel 1888 divenne proprietario il banchiere inglese Reginald Jenkin Pearse, ospitando l'imperatrice Vittoria di Sassonia-Coburgo.Gotha (primogenita della regina Vittoria d'Inghilterra). Nel comprensorio della villa si trova anche un edificio a forma di castello detto “la torretta” qui nel sex. XX fu ospita il drammaturgo pratese Sem Benelli che scrisse la sua opera “la cena delle beffe“ trovando anche l'ispirazione per completare il “Mantellaccio” e “Amore dei tre re“.
Villa Magni: è un edificio storico del XVI sec. sorto come monastero dei padri Barnabiti, poi passata a privati divenne casa di villeggiatura suggestiva per la sua collocazione affacciata sul mare. La villa dall'aprile a settembre del 1822 fu residenza del poeta Percy Bysshe Shelley Shelley e sua moglie Mary. Molti artisti e letterati furono attratti da Shelley come D. H. Lawrence – Viginia Woolf – Gabriele D'Annunzio – Paolo Montegazza.
Per l'epigrafe alla villa nel ricordo della presenza e morte di Shelley vi è il testo di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi che recita: “Da questo portico in cui si abbatteva l'antica ombra di un leccio il luglio del MDCCCXXII Mary Godwin e Jane Williams attesero con lacrimante ansia Percy Bysshe Shelley che da Livorno su fragil legno veleggiando era approdato per improvvisa fortuna ai silenzi delle isole elisee. O benedette spiagge ove l'amore, la libertà, i sogni non hanno catene“. Oggi la villa è privata ed è possibile visitarla in occasioni come la giornata del “FAI di Primavera”.
Monumento Coppi-Bartali: nella frazione di Pugliola vi è un bassorilievo in marmo raffigurante l'episodio al Tour de France del 1952 in cui Coppi e Bartali si passano la bottiglietta d'acqua; il monumento ricorda una delle prime vittorie di Coppi a Pugliola il 6 agosto 1939.
Castello di Lerici: risale al 1152 subendo trasformazioni dalle Repubbliche marinare di Genova e Pisa che se lo contendevano per la posizione strategica. L'aspetto attuale è del 1555. Al suo interno preceduta da una rampa di scale che conduce al primo piano, ci è la cappella di S. Anastasia con volte a crociera ben conservata e tipica decorazione in pietra nera e marmo bianco, è caratterizzata dallo stile gotico del sec. XIII.
Sull'architrave della cappella vi è l'epigrafe apposta nel 1555 a memento della vittoria genovese del 1256 la quale recita: “L'anno milledugentocinquantasei Genova, combattendo, mi ritolse. Cinse poscia i fianchi miei che i suoi diritti a tutelar si volse. Stia senza me chi l'armi ognor non resse e mi pianga chi m'ebbe e mi neglesse”.
Eretta in forme gotiche, muratura in pietra rozza tipicamente medievale; la decorazione è alternata da fasce bianche e nere riproposte anche sul soffitto. Nella chiave di volta vi è S. Giorgio, la Chiesa a pianta rettangolare è divisa in due da un grande arco dal quale partono volte a crociera.
L'ampio salone reca le volte a vela in mattoni, mentre di fronte vi è un vano irregolare con volta a botte; un antico forno con volta a cupola in mattoni per cuocere i cibi degli ospiti. Il secondo piano in passato è stato utilizzato come ostello della gioventù; da qui si giunge al terrazzo lastricato con pietre in arenaria.
La torre è alta 29 metri eretta dai pisani e la parte alta reca decorazioni con quattro ordini di archetti sporgenti gli uni sugli altri, mentre al di sotto di essi vi sono le caratteristiche fasce bicrome in marmo bianco e grigio in stile gotico.
Museo geo-paleontologico e galleria d'arte: ospitato nel castello e intitolato a Ilario Sirigu il quale nel 1987 rinvenne in loco piste di impronte fossili. Il castello e le sue vedute fu dipinto da artisti di tutto il mondo e la galleria d'arte ospita i quadri che lo raffigurano.
Curiosità: entrati nel castello si notano grandi pietre arrotondate, sono proiettili di catapulta che nessuno è mai riuscito a rimuovere.
Nelle mura sono ancora visibili i fori che hanno lasciato gli spari delle armi da fuoco.
Nel portale di accesso al castello vi è incastonata una ammonite fossile (gruppo di molluschi cefalopodi estinti, comparsi nel Devoniano “quarto dei sei periodi in cui è suddivisa l'era del Paleozotico - circa 2,5 milioni di anni fa” essi sono animali di ambiente marino caratterizzati da una conchiglia).
La lunga e ripida scalinata che da Calata Mazzini conduce al castello conta 168 gradini.
In tempi recenti prima di essere adibito a museo, il castello è stato teatro di scambi culturali con mostre come quelle di: Guttuso – De Chirico – Ligabue – Warhol.
Il 19 maggio 2014 in occasione della campagna elettorale per le europee Beppe Grillo ha regalato una riproduzione del castello a Bruno Vespa.
Aree naturali: al piazzale della bellavista da dove si gode l'intero arcipelago spezzino con una celebre epigrafe di Dante. Purgatorio Canto III 49 – 51 “or chi sa da qual man la costa cala” indicando Lerici e Turbia gli estremi oriente e occidente della Liguria.
Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara: è un'area protetta della provincia della Spezia, con sentieri escursionistici comprende un'area di 4.320 ettari con borghi marinari di forte attrattiva e incantevoli spiagge. Particolarmente interessante è la serie geologica di “Punta bianca“ estremità meridionale del promontorio del caprione, dovuto alla presenza di uno spesso strato di calcare bianco, utilizzato per la sua bellezza già in epoca romana. Il parco è ricco di flora e fauna.
Escursioni
Fiascherino: a circa 4 km è una suggestiva località all'interno di una piccola baia ricca di verde.
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