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Gressoney-La-Trinité

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Durante il medioevo fu patrimonio dei vescovi di Sion, dei signori del vallese, dei Quart e infine dei Savoia; la cittadina fu abitata dalla popolazione di ceppo germanico dei Walser. E' una nota località sciistica registrando un notevole sviluppo grazie alle attrezzature per gli sport invernali. Tradizionalmente assieme a Gressoney-Saint-Jean formano un'entità territoriale e culturale unica. Nonostante l'espansione del sec. XX, la cittadina ha conservato gran parte delle abitazioni raffigurante l'architettura Walser (caratteristica delle vallate intorno al Monte Rosa costruita in pietra – fondamenta e piano terra adibito a deposito, stalla e legno mentre il primo piano adibito ad abitazione vera e propria. I tetti son tradizionalmente costruiti con tegole di ardesia una caratteristica pietra delle Alpi occidentali).

Monumenti
Chiesa di S. Giovanni Battista: sita a Gressoney-Saint-Jean; il documento più antico che ne accerta la presenza di una Chiesa nel territorio risale al 1380, ma l'edificio attuale risale al 1515 e della Chiesa originaria ne resta una parte della facciata con il portale tardo gotico in pietra lavorata recante l'iscrizione: “HO OPUS FECIT MAGISTER ANTHONIUS GOYET DE ISSIMA ER CARISSIMUS F. US EIUS. A.D. MDXV” la quale iscrizione ci ricorda che venne eretta dall'impresario “Antoine Goyet di Issime“.
La facciata principale è caratterizzata dall'ampio tetto a due spioventi; oltre alle porte di accesso è dotata di finestre che permette alla luce di penetrare al suo interno. L'interno si presenta grandioso ed elegante a tre navate separate da colonne monolitiche in granito e i soffitti sono a volta a vela. Le pareti e il soffitto vi sono dipinti ad opera del pittore Giovanni Stornone dell'ottocento.
Nel 1955 il pittore Nino Pirlato nel restaurare i dipinti modificò le decorazioni in stile classico delle lesene con cornici geometriche e foglie d'acanto e nei cornicioni introdusse motivi di conchiglie in stile barocco; inoltre sostituì il grande dipinto di S. Giovanni risalente al seicento e i due medaglioni laterali con quelli che ancora oggi ammiriamo.
L'altare maggiore è in marmi a diversi colori, mentre gli altari laterali come quello della Madonna del Rosario sono in legno intagliato e in gran parte dorato con la statua della Vergine che reca la data 1662, circondata da quattordici cornici con le raffigurazioni dei misteri del Rosario. Anche gli altri altari risalgono al settecento e costituiscono dei pregevoli esempi di scultura lignea policroma. I banchi sono in legno di larice del settecento con le testate scolpite richiamando motivi bavaresi.
Il campanile è costituito da una torre in pietra a vista, recante semplici feritoie fino alla cella campanaria con bifore e archi a pieno centro. Nel 1771 esso venne sopraelevato di dieci metri e nel 1870 vennero acquistate le campane: nel 1903 la parte terminale lombarda venne sostituita da una cuspide piramidale ricoperta in rame e sormontata da una Croce e un gallo. L'organo venne donato dalla regina Margherita nel 1895, la quale durante i suoi 36 anni di villeggiatura a Gressoney ogni domenica si recava alla S. Messa percorrendo a piedi il sentiero che oggi chiamiamo “passeggiata della regina“.
Museo: sito nella Chiesa con antiche sculture lignee risalenti al XIII e XIV sec.; argenteria, reliquiari, calici, pissidi, ostensori, Croci astili come quella della scuola fiorentina di Lorenzo Ghiberti del sec. XVI.
Antistante la Chiesa vi è il sagrato con una suggestiva piazzetta delimitata da un porticato con le edicole della via Crucis risalenti al 1626 e al centro la Croce in pietra dell'antico cimitero eretta nel 1735. Qui si ammira la pietra tombale del 1629 in cui vi è scolpito il “Chremer-Zeiche“ cioè l'emblema dei mercanti. Nei primi anni dell'ottocento il cimitero venne ampliato e ancora oggi troviamo lapidi antiche e belle.
Museo regionale della fauna alpina: sito a Gressoney-Saint-Jean e comprende il più antico nucleo della raccolta di trofei di caccia in circa 2000 pezzi. La collezione include corna e palchi montati su scudi di camosci, stambecchi, cervi, caprioli e fauna alpina di altri continenti. Il polo museale è completato da dipinti e ritratti, cimeli di famiglia, libri, pubblicazioni inerenti alla fauna e flora delle alpi.
Il museo venne inaugurato dalla regina Margherita di Savoia nella sede attuale, la quale era la palazzina di caccia dei Beck-Peccoz. Al primo piano vi è anche una collezione delle armi del casato dei baroni Beck-Peccoz site in stanze decorate con affreschi in stile mitteleuropeo. Qui si ammirano armi lunghe da caccia ad avancarica e retrocarica, rivoltelle, armi a canne sovrapposte da tiro e di uso militare, alcune delle quali le ammiriamo arricchite con calci di legno di radica di noce, com'era in uso nell'ottocento e fino ai primi del sec. XX.
Castel Savoia: sito a Gressoney-Saint-Jean risalente all'ottocento in stile eclettico a seguito dei soggiorni di villeggiatura della regina Margherita; qui venne ospitato tra gli illustri personaggi anche Giosuè Carducci e il giovane principe di Piemonte Umberto II. Alla morte della Regina nel 1926 il castello restò chiuso e nel 1936 fu venduto.
Esso è caratterizzato da cinque torri neogotiche di differenti altezze e sormontate da guglie. Al piano terra vi sono la sala da pranzo, sala da gioco, biliardo e la grande veranda con il salone d'onore; una pregevole scala in legno di rovere a doppia rampa. I soffitti lignei a cassettoni fittamente decorati con simboli Sabaudi e motivi floreali; i dipinti murali e i disegni delle tappezzeria in tessuto di lino e seta sono opera di Carlo Cussetti.
Il piano nobile ospita gli appartamenti privati della regina, il secondo piano vi sono stanze per gli ospiti e l'accesso al terrazzo coperto dalla torre più alta, mentre al piano interrato vi sono le cantine. La particolarità sono le cucine che la stessa regina volle a circa 30 metri dal castello e dal 1981 esse ospitano la biglietteria e i servizi igienici per i visitatori. Inoltre l'edificio è circondato da un ampio parco che ospita una pineta e il giardino roccioso e alcune strutture abitative come la villa belvedere, alloggi per i custodi, per la servitù e la scorta dei Carabinieri Reali.
Giardino botanico di Castel Savoia: è stato creato nel 1990, di proprietà comunale e gestito dalla stazione Forestale di Gaby visitabile gratuitamente: sito a 1350 metri s.l.m. Si sviluppa per un kmq. In aiuole rocciose le quali riproducono l'ambiente alpino presentando ibridi (incrocio di due organismi) e cultivar di piante ornamentali o particolare interesse estetico provenienti da varie parti del mondo.
Tra le specie presenti sono: “Aquilegia alpina – Arnica montana – Epilobium angustifolium – Gentiana – Leontopodium alpinum - lilium martagon – rhododendron ferrugineum – saxifraga – sempervivum arachnoideum – sempervivum montanum – trollius europaeus.”
Lago Gover: di origine artificiale dotato di un ampio parco giochi attrezzato; è possibile praticare la pesca sportiva in estate e pista di pattinaggio in inverno.
Curiosità: nel 2012 nel castello venne girato il film “il peggior natale della mia vita”. Inoltre in città sono state girati i film “Lo vedi come sei ? - scene di Tutta colpa del Paradiso”.
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