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Salsomaggiore

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La storia dello sviluppo termale è legata a Luigi Corazza il quale stabilitosi nella cittadina Emiliana avviò la perforazione e la costruzione del primo acquedotto d'acqua dolce locale, chiamato “Re dei ruscelli“ originaria fonte per l'industria termale.
Località di fama internazionale per il turismo termale rinomata per le acque salsobromoiodiche, già nota negli antichi romani e ai celti; è anche famoso per la quantità delle opere dell'architetto, pittore e scultore liberty Galileo Chini il quale decorò le terme e la sala dei congressi. E' celeberrino per il concorso di bellezza di “MISS ITALIA“ e inoltre è la prima città Italiana sede di un “WTC“ (World trade center).

Monumenti
Pieve di Contignaco: risale al sec. XII conosciuta come Pieve di S. Giovanni Battista dalle forme romaniche, si sviluppa in posizione collinare a tre navate. La facciata è a salienti rivestita in arenaria con blocchi squadrati; sulla sua sommità si apre una piccola bifora e alcune piccole monofore in epoca medievale scandiscono i lati. Il massiccio campanile è dominato da una grande meridiana.
L'interno è diviso da arcate sostenute direttamente da massicci pilastri squadrati, fatta eccezione del primo il quale è a sezione circolare sormontato da un capitello a cubo scantonato; sulla sommità sono presenti le volte a crociera del settecento intonacate e dipinte di bianco. Il pilastro destro della navata centrale conserva un pregevole affresco del 1517 il quale raffigura S. Lucia.
La Chiesa custodisce opere come: due grandi tele – la pala d'altare della Madonna col Bambino e i Santi Sebastiano e Agnese del sec. XVIII – S. Giovanni Battista del 1840 opera del pittore parmigiano Luigi Vigotti e donato alla duchessa Maria Luigia – un paliotto in scagliola del XVIII sec. In una nicchia in contro-facciata vi è collocata una scultura la quale raffigura la Madonna col Bambino del sec. XIV.
Pieve di S. Nicomede: fu eretta su di un'antichissima fonte le cui acque erano considerate taumaturgiche già in epoca remota, la sua importanza crebbe nei secoli che nell'ottocento (prima del mille) fu innalzata la struttura marmorea del pozzo. La sacralità delle acque fu rimarcata nel sec. 876 con le reliquie da Roma di S. Nicomede e per custodirle fu innalzato l'originario luogo di culto dedicato al martire con i mattoni e le pietre che i pellegrini sofferenti dei dolori di testa, portavano sul capo e depositavano nelle vicinanze del pozzo.
La facciata è a capanna in pietra e caratterizzata dal protiro e due monofore ai lati con elaborati cornici in mattoni, i quali vengono ripresi anche nel rosone centrale in alto; a coronamento corre una cornice dentellata in laterizio sui quali poggiano tre alti pinnacoli. Al suo interno l'unica navata è coperta a capriate lignee e decorata a strisce orizzontali bianche e grige le quali proseguono anche nel presbiterio absidato.
Cripta: preromanica costituisce la parte più antica della pieve in quanto originaria del sec. IX sviluppatosi in tre navate intervallate da piccoli archi in mattoni e sostenuti da quattro colonne marmoree, di cui le prime due scanalate e risalenti all'età romana, mentre le altre lisce e con pulvino di epoca longobarda.
Nella minuscola zona absidale vi è collocato il piccolo pozzo considerato miracoloso e intorno ad esso fu eretta la Chiesa; la sua vera in marmo reimpiegata intorno al sec. 800 fu recuperata da una struttura romana, alla stessa origine risalgono le lastre marmoree del pavimento le quali hanno forma e dimensione irregolare.
Chiesa di S. Vitale: nota come Duomo di Salsomaggiore risale al sec. XIII; l'antica Chiesa gotica crollò nel 1571 e fu ricostruita nel 1610 e ripresa nel 1914; la sua posizione è sopraelevata a croce greca preceduta da un imponente porticato, mentre la cripta intitolata a S. Maria delle Grazie è a croce latina. L'entrata è raggiungibile da una scalinata in marmo bianco a rampe contrapposte che incornicia in grande accesso inferiore della cripta, il quale è rivestito in pietra e delimitato da una cornice modanata, affiancata da due edicole coronate da frontone triangolare spezzato e ciascuna delle quali contiene nel mezzo una nicchia ad arco a tutto sesto.
Il portale d'ingresso della Chiesa è preceduto da un monumentale porticato a tre arcate a tutto sesto è sormontato da una lunetta contenente un mosaico, la cupola alta 30 metri con diametro di 19 metri è sormontata da una lanterna a pianta circolare. La Chiesa è priva di campanile; la cripta custodisce un'immagine della Madonna col Bambino del cinquecento.
Chiesa di S. Bartolomeo: risale al 1568 e costituisce il più antico luogo di culto della città; si sviluppa in tre navate con cappelle laterali, la facciata è completamente intonacata e caratterizzata dal sottile cornicione sommitale ad andamento mistilineo. Al suo interno la navata centrale è coperta da volta a botte interamente decorata con affreschi, è suddivisa dalle laterali sormontate da volte a crociera intonacate e ornate con lesene corinzie.
L'altare maggiore marmoreo è decorato nel mezzo con due sculture raffiguranti cherubini i quali nascondono un tabernacolo contenente alcune reliquie; esso è preceduto da un paliotto in marmi policromi risalente al XVIII sec. Una cornice dorata racchiude un'ancona barocca dipinta ad affresco è la pala raffigurante l'ultima cena realizzata nel XVII sec, mentre ai lati due nicchie accolgono le statue barocche in legno dipinto di S. Corrado pellegrino e S. Bartolomeo.
Chiesa di S. Antonio: risale al 1912 in seguito all'espansione dell'abitato si sviluppa a navata unica affiancata da due cappelle per lato; la facciata a salienti rivestita in laterizio e suddivisa in tre parti da due lesene. Il portale d'ingresso ad arco a tutto sesto è raggiungibile attraverso una piccola scalinata, preceduto dal protiro a cuspide elevato su due colonne e due paraste in pietra e coronate da capitelli compositi. Ai lati due sottili monofore ad arco e sul portico un rosone riccamente decorato, sulla sommità un motivo ad archi pensili con peducci in pietra e a coronamento corre un cornicione con medaglioni in rilievo il quale è sormontato al centro e alle estremità da alti pinnacoli.
Il campanile è esile e in mattoni con la cella campanaria che si affaccia sui quattro lati con ampie bifore, a coronamento vi è una guglia a pianta circolare. L'interno è coperto da una volta a botte, ornata con decorazioni del 1931 con sei ampi affreschi coevi, i quali raffigurano gli episodi della vita di S. Antonio da Padova dipinti in stile neogotico. Le arcate a tutto sesto delle cappelle laterali sono affiancate nella parte superiore, da coppie di medaglioni che contengono le raffigurazioni di Santi.
Il presbiterio è preceduto dall'arco trionfale a tutto sesto, è delimitato da due paraste con capitelli ionici e sui fianchi tre arcate sono sormontate da pentafore rette da esili colonnine. La Chiesa custodisce dipinti del XVIII sec. oltre ad arredi sacri di pregio.
Convento: dal 1999 è adibito a canonica le facciate intonacate sono scandite da due ordini di finestre rettangolari con numerosi ambienti e collegati da una scala a metà del loro sviluppo.
Chiesa di Salsominore: è un piccolo edificio del V sec. ricostruita più volte nei secoli conserva tracce del primitivo edificio grazie ai restauri.
Chiesa di S. Maria Ausiliatrice: nella frazione di Borgone risale all'epoca medievale e ricostruita in forme barocche nel XVIII sec.
Castello di Tabiano: è un maniero medievale e sorge nella frazione di Tabiano Castello, fu eretto dalla famiglia Pallavicino nel X sec. sui resti di un insediamento d'epoca romana. La sua imponente mole s'innalza sulla roccia ai margini del bosco; al centro si eleva il corpo principale del maniero al cui interno spicca l'alta torre squadrata e punto panoramico. Le facciate sono in pietra dei vari edifici che compongono il castello coronate da merlatura ghibellina, le quali caratterizzano anche l'antica torre d'ingresso in cui si notano le due alte fessure dei bolzoni del ponte levatoio.
All'interno delle mura del duecento s'innalzano due torri angolari a pianta circolare, la sua struttura ospita terrazze e dai bastioni del XII sec. i giardini. Numerosi ambienti sono arricchiti da decorazioni ad affresco e stucchi realizzati nel XIX sec. in occasione della trasformazione del castello in dimora signorile.
Il castello è aperto al pubblico dal 2016 e fa parte del circuito dei castelli dell'Associazione dei castelli del ducato di Parma e Piacenza. Si visita: le antiche cantine, i saloni decorati a stucchi e affreschi, sala da ballo, sala degli stemmi, biblioteca, cappella privata, scalone d'onore, le terrazze, i giardini e la Porta Rossa.

CASTELLO DI SCIPIONE
Castello di Scipione: fu eretto per volere di Adalberto Pallavicino nel 1025 sui resti di una villa romana appartenuta al console Gneo Cornelio Scipione Calvo; fu ricostruita nel 1447 e nel XVI sec. fu trasformata in dimora nobiliare. All'ingresso del castello fra le alte fessure dell'antico torrione campeggia un affresco raffigurante un'aquila bicipite incoronata (stemma dei marchesi Pallavicino) la volta al suo interno è decorata con dipinti i quali raffigurano l'Apparizione a S. Carlo e a S. Maria Assunta oltre all'emblema della nobile stirpe.
All'esterno dell'originario torrione d'ingresso si apre il portale d'ingresso ad arco del seicento, il quale è sormontato dallo stemma in pietra della famiglia e conduce al Cortile d'Onore. Al centro di questi un portale ad arco mette in collegamento il castello con la canonica e la Chiesa di S. Silvestro, mentre sullo spigolo vi è posizionato l'antico pozzo racchiuso da una struttura cilindrica in mattoni.
Sul cortile si affaccia la fronte sud-occidentale del maniero con marcato andamento a scarpa della muratura, la quale fu elevata nel XV sec. per esigenze difensive e risultano visibili il mastio e gli antichi merli ghibellini, i quali coronavano pe pareti perimetrali della fortezza. La torre detta piacentina fu eretta nel sec. XV con ampio portale d'epoca medievale al cui interno vi è l'androne del castello e da esso prende origine la scenografica scalinata dei cavalli, interamente in pietra unendo il cortile d'onore al giardino segreto sito alle spalle del castello.
Una scala a chiocciola porta alle antiche prigioni del castello site nella torre circolare dove oltre agli stemmi dei Pallavicino e dei Visconti vi è un affresco ovale con “Compianto sul Cristo morto”.

Sale Interne
Galleria degli Antenati il grande corridoio è aperto sulla vallata da una serie di finestre e costituiva uno dei camminamenti, in seguito alla trasformazione del castello in dimora nobiliare fu trasformato in galleria coperta da volte a crociera culminante in una piccola cappella con altare del settecento, la lunga parete è ricca di ritratti di membri illustri della stirpe Pallavicino.
Salotto blu caratterizzato dalla colorazione del blu, è ricoperto da volta a botte con al centro un affresco del seicento il quale raffigura Giove e Ganimede, incorniciato da elaborati stucchi barocchi i quali a loro volta, sono inquadrati all'interno di una decorazione del settecento. La sala è arricchita anche da pregiati arredi antichi e da una collezione di porcellane del sette/ottocento.
Sala delle armi è caratterizzato dalla scarsità di decorazioni ed arredi, vi si trova un piccolo cannone e alcune baionette del XIX sec. e una pregevole panca intagliata del cinquecento.
Sala da pranzo imbandita “alla russa“ era la sala da pranzo del castello, oggi vi è presente una grande tavola apparecchiata con pregevoli servizi secondo la moda del XIX sec. detta “alla russa” indicante la successione delle portate ancora oggi diffusa.
Sala da pranzo rossa sita al primo piano e vi si accede dopo aver attraversato un atrio ricoperto con soffitto a travetti lignei dipinti a volute del XVII sec. L'ambiente ha una vivissima colorazione rossa alle pareti, stoffe e tappeto che ricopre il pavimento. Il camino in pietra scolpito e il soffitto in legno risalgono al XVI sec.
Salone giallo caratterizzato dal colore giallo alle pareti e dal pregevole soffitto a cassettoni del XVII sec. dipinto con motivi a volute e floreali. La sala è arricchita dal camino del seicento in marmo rosso di Verona sul cui pannello vi sono raffigurati gli stemmi della marchesa Maria Luisa Pallavicino e del conte Christian Frederik Pier Von Holstein.
Salottino del diavolo sito all'interno del mastio medievale affrescato da decorazioni alle lunette sotto la volta ad ombrello; i dipinti di autore ignoto raffigurano scene ancora in parte incerte. Le pareti raffigurano grandi trompe-l'oeil di paesaggi intervallati da colonne corinzie in marmo rosso; i dipinti ricoprono anche una porta in legno la quale da accesso alla ripida scala a chiocciola medievale.
Corridoio S. Barbara ricoperto da una volta a botte lunettata e si conclude con le scale più antiche del maniero; vi si conservano tracce di antichi affreschi tra cui: un ovale con il volto di S. Barbara sito al centro degli archi che suddividono le due rampe, una coppia del seicento di putti su di un voltino e la lastra tombale di Giovanni Pallavicino di Scipione scomparso nel 1478.
Biblioteca con soffitto a travetti lignei del XVII sec. interamente dipinto con motivi damascati.
Sale dell'ala nord ospita due sale con tracce di affreschi del trecento e decorazioni dei soffitti con motivi geometrici, stemmi dei Pallavicino, animali e intrecci vegetali. Di rilievo è il salone del seicento ricco di stucchi sul camino, i quali incorniciano un dipinto con tre putti che giocano; sotto il soffitto a cassettoni lignei vi è un alto fregio ad affresco che corre lungo le pareti e raffigura otto distinte scene di carattere sacro e profano.
Loggiato del seicento con porticato intonacato e archi a tutto sesto, l'ampia terrazza è sostenuta dalle alte mura a scarpa e permette di ammirare un magnifico panorama; esso da accesso alla scalinata dei cavalli che conduce al giardino segreto ricco di piante ad alto fusto oltre a roseti ed iris.
Il castello è aperto al pubblico dal 2008 e fa parte del circuito dei castelli dell'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza.

Castello di Bargone: risale al X sec. sito sulla sommità di un colle s'innalza il piccolo rivellino medievale d'ingresso, ad arco a tutto sesto e coronato da merlature ghibelline; le facciate in pietra e laterizio di aspetto severo e imponente, in posizione dominante sulle valli spicca il mastio fortificato. Al suo interno al centro vi è il cortile rinascimentale del XVI sec. con porticato angolare e sostenuto da un colonnato di ordine tuscanico a serliana.
Numerosi ambienti sono ricchi di decorazioni del XVIII – XIX sec. La sala d'armi è suddivisa da elegante colonnato in due navate coperte da volte a crociera ornate da stucchi; le sale di rappresentanza con soffitti a volta affrescati antiche tappezzerie alle pareti e arredi d'antiquariato. Il salone fu dipinto nel 1864 dallo scenografo Girolamo Magnani. Al piano seminterrato si sviluppano accanto alle antiche prigioni le ampie cantine ancora destinate alla produzione dei vini dell'azienda.
Castello di Contignaco: del sec. XI per volere di Adalberto Pallavicino, le facciate in pietra sono senza finestre fatta eccezione del lato orientale; accanto al grande portale si eleva il mastio medievale a pianta quadrata alto oltre 30 metri in posizione dominante. Intorno al castello si sviluppa un vasto parco ricco di alberi secolari: querce, cedri, cipressi, allori, con un esemplare molto antico: la possente quercia ultracentenaria del diametro di oltre due metri. Trasformata in azienda agricola nella produzione di vini oggi appartiene alle famiglie Vicini e Romanini.
Il castello è visitabile e dal 2017 fa parte del circuito dei castelli dell'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza.
Castello di Gallinella: del sec. XI di fronte al castello di Contignaco oggi ne restano poche modestissime tracce.
Terme Berzieri: è un monumentale edificio termale del 1914 costituisce un esempio unico di Art Dèco ricco di decorazioni esterne ed interne.

Escursioni
Vigoleno a circa 11 km. È un pittoresco paese arroccato attorno ad un castello medievale del XII sec. il quale fu costruito dalla famiglia Scotti; tra le opere è da visitare la romanica Chiesa di S. Giorgio con portale e opere scultoree al suo interno.
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