busseto1.jpg

Busseto

Manifestazioni

Segnala un evento


Le prime notizie della cittadina appaiono in un documento del 768 per erigere una cappella. Fu dominio dei Pallavicino nel sec. X; raggiunse prosperità con Orlando il magnifico nel 1400 e alla fine del sec. XVI divenne feudo dei Farnese. E' celebre per avere tra le sue frazioni quella di “Roncole Verdi” che nel 1813 diede i natali al compositore Giuseppe Verdi e in cui visse lo scrittore e giornalista “Giovannino Guareschi”.

Monumenti
Collegiata di S. Bartolomeo Apostolo: risale al 1340 per volontà del marchese Oberto III Pallavicino il quale in seguito alla creazione dello “Stato Pallavicino” decise di erigervi un tempio per dare più importanza al luogo; nel 1436 da papa Eugenio IV con bolla pontificia fu elevata a collegiata.
La Chiesa si sviluppa in tre navate e dieci cappelle laterali; la facciata a salienti in laterizio suddivisa da contrafforti in tre porzioni; al centro il grande portale ad arco ribassato e inquadrato da una doppia cornice composta da pregevoli formelle in cotto del sec. XV.
All'interno del contrafforte sito sulla destra del portale principale vi è murata una lapide marmorea del 1584, la quale commemora l'incontro tra l'Imperatore del Sacro Impero Carlo V d'Asburgo e papa Paolo III che avvenne a Busseto nel 1543.
Le tre navate al suo interno sono separate da arcate a tutto sesto ornate da stucchi e sostenute da massicci pilastri polistili, sui quali si impostano anche gli ampi archi a sesto acuto i quali suddividono le volte a vela della navata centrale. Le superfici caratterizzate da tinte tenue sono decorate con elaborati stucchi dai tratti rococò e realizzati nel 1753 da Fortunato e Carlo Bossi.
I primi pilastri conservano un affresco del quattrocento, raffigurante una Madonna col Bambino e sull'altro un antico dipinto raffigurante il Redentore. Ogni pilastro è ornato con placche porta cero rococò fuse nel 1767, mentre le navate laterali conservano sei confessionali del 1795 da Giacomo Rossi.
Il presbiterio e la zona absidale hanno caratteri gotici quattrocenteschi coperti da volte rispettivamente, a crociera e ad ombrello con costoloni in laterizio; gli affreschi alle pareti e soffitti raffiguranti la passione di Cristo furono eseguiti dal pittore Giuseppe Moroni nel 1942, il quale realizzò anche le vetrate del piccolo rosone e le due monofore dell'abside.
L'altare maggiore in stile rococò in legno e riccamente decorato con figure e intagli in finto bronzo dorato risalgono al sec. XVIII ad opera di Giovanni Battista Febbrari. Ogni cappella è dedicata a una Madonna o un Santo, ospita un altare in marmo e arricchite da stucco, tele, affreschi, dipinti.
La sagrestia è coperta da un soffitto decorato con motivi a coppe di mensoloni in stucco stile barocco risalente al sec. XVII; esso ospita un pregevole altare coevo sovrastato da ciborio intagliato e una pala raffigurante S. Pietro d'Alcantara il quale confessa S. Teresa e dipinto da Luca Giordano; arricchiscono la sala credenzoni e armadi a muro stile barocco e tele di vari pittori.
Tesoro della collegiata: costituito da numerosi paramenti sacri, argenterie, libri miniati ed altri oggetti preziosi tra cui: una pace in avorio intagliato e legno intarsiato del sec. XV; varie porzioni del trittico raffigurante Gesù, la Madonna e S. Giovanni mentre i due sportelli raffigurano esternamente S. Paolo e S. Bartolomeo.
Una Croce processionale in argento sbalzato e cesellato del 1524, decorata con dorature, smalti e figure a fusione raffigurante al centro Cristo fra putti e arabeschi, alla base la Madonna e S. Giovanni e lateralmente gli Evangelisti, S. Antonio Abate, S. Maria Maddalena, S. Francesco e altri Santi.
Reliquiario di S. Biagio in argento sbalzato e cesellato e rame dorato, fatto a forma di braccio da ombrello del 1540 da Altobello dè Cambi. Un piatto da parata in argento sbalzato, cesellato e dorato creato nel 1675 da Johann Mittnacht e numerosi altri pezzi in argento cesellato del 1783; otto corali miniati del sec. XVI da Zeno Pegorari.
Oratorio della SS. Trinità: del sec. XIV e affidata alla confraternita della SS. Trinità da cui trasse il nome; nel 1766 gli interni furono ristrutturati in stile rococò. La piccola Chiesa è nota per aver celebrato le nozze tra Giuseppe Verdi e Margherita Barezzi nel 1836. Custodisce opere pregevoli tra cui una pala d'altare raffigurante la SS. Trinità con le Sante Apollonia e Lucia del 1579 ad opera di Vincenzo Campi.
Chiesa di S. Ignazio di Loyola: il collegio dei gesuiti fu eretto in stile barocco nel 1617 mentre la Chiesa risale al 1682; il collegio venne chiuso in seguito alla cacciata dei gesuiti e adibito prima a scuola,poi a costruzione privata, a caserma e ospedale, fino all'attuale casa protetta. La navata interna della Chiesa è decorata con maestosi stucchi i quali furono realizzati nel 1687 da Domenico Dossa e Bernardo Barca; ospita pregevoli opere come la pala d'altare raffigurante la gloria di S. Ignazio risalente al sec. XVIII ad opera di Ilario Spolverini.
Chiesa e convento di S. Maria degli Angeli: eretto nel 1470 in attuazione al testamento del marchese Rolando il magnifico in forme tardo gotiche e caratterizzato dalla semplicità della facciata e dagli interni. La Chiesa è arricchita da opere di pregio come il gruppo statuario del Compianto sul Cristo morto in terracotta e sito all'interno di una finta grotta risalente al 1476 dallo scultore Guido Mazzoni, mentre in convento adiacente si sviluppa attorno ad un grande chiostro quadrato, ampliato e decorato a più riprese nei secoli.
Chiesa di S. Michele Arcangelo: del sec. XVI in forme barocche sita nella frazione di Roncole Verdi; conserva tracce di affreschi del sec. XVI e alcuni dipinti ad olio tra cui la grande tela di Girolamo Magnani la quale raffigura il Calvario. In questa Chiesa Giuseppe Verdi ricevette il battesimo ed ospita l'organo del settecento su cui studiò il maestro da bambino.
Rocca Pallavicino: del sec. XI eretto dai marchesi Pallavicino, fu più volte rimaneggiata fino alla completa ricostruzione in stile neogotico del 1857; al suo interno ha sede il neoclassico teatro Giuseppe Verdi e il comune di Busseto.
Villa Pallavicino: del 1518 in stile rinascimentale per volere del condottiero Matteo Marri e acquistata nel 1530 dai marchesi Pallavicino. Intorno al 1700 fu decorata da vari artisti con affreschi e stucchi di gusto barocco e rococò, conservati tutt'ora in numerosi ambienti.
Fu acquistata dal comune nel sec. XX il quale l'ha trasformata in Museo Nazionale Giuseppe Verdi nel 2009; l'edificio è circondato da una peschiera quadrata ed è preceduto dall'arco del corpo di guardia, a un solo fornice di gusto barocco il quale fu innalzato nel sec. XVII da Domenico Valmagini.
Nel parco si erge anche il palazzo delle scuderie in stile barocco del sec. XVIII e completamente restaurato dopo il 2011. All'interno del palazzo delle scuderie di villa Pallavicino nel 2014 è stato inaugurato il Museo dedicato alla cantante lirica “Renata Tebaldi”.
Palazzo Orlandi: del sec. XIX in stile neoclassico fu acquistato da Giuseppe Verdi nel 1845 il quale vi convisse con la cantante lirica Giuseppina Strepponi dal 1849 al 1851; l'edificio fu alienato alla famiglia Orlandi nel 1888 e nel 2013 fu acquistato dalla SIAE per realizzarvi un centro dedicato alla musica.
Palazzo del Monte di Pietà: risale al 1679 in stile barocco, esso custodisce numerose opere di pregio e una ricca biblioteca con oltre 40.000 volumi tra cui 20 incunaboli del sec. XV, 480 cinquecentine, varie edizioni bodoniane, molteplici opere di medicina del sec. XVII – XVIII ed il fondo musicale manoscritto della Filarmonica Bussetana.
Piazza Giuseppe Verdi: mantiene l'assetto del quattrocento ed è dominata dal monumento bronzeo del 1913 opera dello scultore Luigi Secchi raffigurante il maestro che veglia sul paese e seduto su di uno scranno. Dalla piazza si ammirano importanti edifici storici come: la rocca Pallavicino – la Collegiata di S. Bartolomeo e altre costruzioni contraddistinte dai caratteristici portici e la Casa Barezzi dimora di Antonio Barezzi, benefattore e suocero di Giuseppe Verdi, il quale frequentò la casa per molti anni ed esibendosi in pubblico per la prima volta proprio nello storico salone, che nel 1979 fu trasformato in casa museo gestito dall'Associazione “Amici di Verdi”. Ospita un percorso museale di cimeli appartenuti e legati al maestro tra cui un forte-piano viennese Tomaschek, numerosi ritratti e una serie di lette autografate di Verdi.
Casa natale di Giuseppe Verdi: sita al centro della piccola frazione di Roncole Verdi eretta nel sec. XIX era l'osteria-abitazione della famiglia Verdi; egli nacque in una camera del primo piano la sera del 10 ottobre 1813. Trasformata in casa museo e ristrutturata nel 2013/14 con l'aggiunta di strumenti multimediali i quali consentono, attraverso suoni ed ombre, di ricreare l'atmosfera vissuta dal maestro nei suoi primi anni di vita.
Nel 1976 nell'azienda agricola di Roncole Verdi furono eseguite alcune riprese del film “novecento”; nel 1982 il centro di Busseto fu trasformato in set cinematografico per lo sceneggiato televisivo “Verdi“ infine nel 2009 vi furono girate alcune scene della miniserie televisiva “Sissi“ di Xaver Schwarzenberger.
Sono legate alla cittadina di Busseto anche Giovannino Guareschi (1908 – 1968 giornalista e scrittore autore delle storie di Don Camillo e Peppone); letterato, religioso e storico Ireneo Affò (1741 – 1797).
Conosci questa località ?
Oppure chiedi a chi la conosce

Aggiornamenti degli utenti

Se conosci notizie ulteriori, hai consigli per chi intende visitare questa località, oppure precisazioni particolari, scrivile qui in modo da aiutarci a tenere sempre aggiornata la scheda della località.

Foto inserite dagli utenti
Click per ingrandire

Aggiungi
Foto

Carica un'Immagine

×

Diari di viaggio
Click per leggere

Aggiungi
Diario