Collina
Montevarchi
Sorse intorno al XII sec. intorno al castello di Monte Guarchi; fu dominata alternativamente dai conti Guidi e da Firenze per finire stabilmente sotto la signoria fiorentina. Dopo l'unità d'Italia Montevarchi ebbe un notevole sviluppo industriale insieme ai comuni circostanti, dovuto alla disponibilità di energia ricavata dalla combustione di lignite estratta dai giacimenti presenti nella zona. Divenne un distretto per la produzione di cappelli ed altri prodotti in feltro.
Monumenti
Collegiata di S. Lorenzo: risale al tardo romanico e il gotico toscano; venne rimaneggiata nel 1560 e nell'occasione fu aggiunta la guglia piramidale al campanile del 1440 mentre la statua di S. Lorenzo sopra l'orologio risale al 1894.
I restauri settecenteschi arricchirono la navata con affreschi raffiguranti episodi della vita di S. Lorenzo oggi quasi sbiaditi. All'altare maggiore vi è il gruppo marmoreo del Baratta che raffigura un gruppo di angeli che sorreggono una Madonna col Bambino e sotto altri due angeli che sollevano una cortina la quale idealmente, dovrebbe coprire il tabernacolo in cui è conservata la reliquia del latte e risale agli anni 1706/09.
L'ampolla del latte è a sua volta contenuta in un reliquiario di Soldani Benzi ed è custodita dietro a due falsi sportelli lignei ma che in realtà, sono un pezzo unico che si apre a scorrimento verticale. La sacrestia vecchia ospita il Museo parrocchiale, mentre la sacrestia nuova contiene enormi armadi in legno con impresso lo stemma della fraternita del latte; ancora vi si trovano un Crocifisso ligneo del XV sec. e due tele cinquecentesche di autore ignoto.
Sulla cantoria in contro-facciata si trova l'organo a canne costruito nel 1569 e rifatto da Luzio Romani nel 1597. Annesso sorge il Museo della Collegiata il quale raccoglie antichi materiali della Chiesa: corali, resti di affreschi staccati, un tempietto con decorazioni in terracotta di Andrea della Robbia e un magnifico bassorilievo in pietra raffigurante il martirio di S. Lorenzo.
Chiesa di S. Andrea Apostolo: era l'unica Chiesa di Montevarchi che dalla prima metà del duecento al 1821 occupò la cantonata tra via Bartoli e via Cennano; recentemente rimuovento l'intonaco è venuto alla luce un affresco del XVII sec. raffigurante S. Andrea con dei pesci nella mano destra e dietro la Croce del martirio.
Ex convento di S. Ludovico di origine trecentesca, comprende la Chiesa sconsacrata di S. Andrea e il chiostro e ospita la biblioteca, l'Accademia Valdarnese del Poggio e il Museo Paleontologico, il quale mostra una raccolta di circa 1600 reperti: rocce, fossili vegetali e animali provenienti esclusivamente dall'antico bacino lacustre preistorico del Valdarno, di età compresa tra il Pliocene superiore e il Pliocene inferiore.
Chiesa di S. Maria al Giglio: risale alla fine del 1500 inizi 1600; l'ingresso è dotato ancora del portone originale in legno a due ante e successivamente vennero ritagliate due porte più piccole. Alla fine della navata s'innalza il coro di forma cubica che svetta sopra il tetto della Chiesa e sul quale poggia la cupola.
La torre campanaria è del tipo a vela di tre arcate disposte a triangolo; all'inizio dotata di solo tre campane, nel 1930 ne inalberò una quarta la più grande e nell'autunno 2006 fu aggiunta la quinta campana in occasione della beatificazione di Maria Teresa Scrilli.
Sul lato posteriore vi è il loggiato con 15 arcate a mezzo tondo sorrette da colonne in pietra serena. Il selciato del loggiato in terra battuta, fu sostituito dall'attuale pavimento in cotto nel 1942. L'interno della Chiesa a navata unica misura 23 mt. di lunghezza e otto di larghezza con soffitto a capriate e pavimento in cotto. In seguito per la mancanza del transetto vennero aggiunti il coro e le due cappelle laterali che danno alla Chiesa la tipica forma a Croce latina.
Divide la navata dal coro un arco a mezzo tondo in pietra serena decorato con lesene e formelle, mentre due semplici archi in muratura si aprono sulle cappelle laterali. La cappella del SS. Crocifisso misura mt. 5,30 x 6 dotata di volta a crociera, la sua edificazione fu finanziata da Giuliano Mini e da suo figlio Leonardo. Sopra la porta della canonica c'è un dipinto a olio del seicento di autore ignoto.
Sull'altare maggiore vi è l'affresco della Madonna del Ponte, incorniciato da due colonne cilindriche laterali che poggiano su pilastri quadrangolari e sormontate da capitelli corinzi che sorreggono un architrave. Sotto l'altare sono conservate le ossa di un S. Onorio martire, posto in una teca di legno dorato e vetro; il suo corpo fu traslato dalle catacombe di Roma.
Chiesa di S. Maria delle Grazie: la struttura attuale con portico antistante con eleganti caratteri seicenteschi sono tipici delle strutture religiose della campagna fiorentina. Sull'altare maggiore campeggia l'affresco con la Sacra famiglia, che sorgeva in un tempietto nei pressi del ponte sul torrente Dogana e richiamava numerosi fedeli perché ritenuto miracoloso e popolarmente era detta “Madonna delle Grazie”.
Sul retro un altro affresco sempre del XVI sec. opera di scuola fiorentina, raffigura Cristo in Croce con la Madonna e S. Giovanni Evangelista. Ai lati vi sono due tele settecentesche e ritraggono S. Filippo Neri e S. Agostino.
Chiesa della confraternita della Misericordia: o Chiesa di S. Sebastiano del 1567 ad aula unica e una graziosa decorazione rococò in stucchi dorati. Custodisce una tela raffigurante la deposizione di S. Sebastiano, mentre un altro grande quadro raffigura il Santo subito dopo il martirio delle frecce che viene assistito da pii nobili romani, esso fu eseguito nel 1868 dal Montevarchino Giuseppe Marrubini insegnante nella scuola di belle arti a Firenze.
Chiesa di S. Antonio Abate: sorta tra il cinquecento e seicento su di un precedente oratorio; dopo circa due secoli fu sconsacrata e venduta a privati che l'adibirono a stalla; magazzino; officina meccanica; casa popolare e alla fine degli anni ottanta fu acquistata dal comune e trasformata in auditorium comunale.
Palazzo del Podestà: è stato per secoli la sede storica della magistratura cittadina. Gli stemmi dipinti o murati che ornano l'edificio vanno dal 1536 al 1733.
Monte Pio: nel 1550 era un'istituzione bancaria e creditizia ed è rimasta attiva fino al 1954 che venne incorporata dalla cassa di risparmio di Firenze.
Area naturale protetta di interesse locale, ubicata nel giardino della villa Gaeta (privata) è dotata di una delle più importanti collezioni ottocentesche di conifere.
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