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Monte San Savino

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Di origini preromane e nel XIII sec. appartenne agli Ubertini, fu contesa tra Arezzo e Firenze e quest'ultima ne ottenne il dominio dal 1385. Vi nacque Andrea Contucci detto “il Sansovino“ architetto e scultore 1460 – 1529.

Monumenti
Palazzo del Monte: risale al quattrocento quando il Cardinale Antonio Del Monte commissionò Antonio da Sangallo il vecchio il quale tra il 1515 e il 1517 portò a termine l'opera con la facciata rivestita a piano terra a bugnato in pietra serena caratterizzata da finestre con lesene ioniche e frontone triangolare al piano superiore.
La parte retrostante fu realizzata in un secondo momento dal nipote del Cardinale Giovanni Maria Del Monte, affidando il progetto a Nanni di Baccio Bigio il quale, aggiunse sul retro una loggia trifora facendo rivestire gli angoli di un solido e largo bugnato.
L'interno è dotato di ampi saloni e porte intagliate come la porta cinquecentesca intagliata da Fra Giovanni da Verona. Estinta la famiglia Del Monte, passò in eredità alla nobile famiglia Galletti che ne usufruì fino al 1824, poi fu adibito a tribunale e in seguito sede del municipio.
Castello di Gargonza: risale al XIII sec. sito nel borgo omonimo fortificato del comune di Monte S. Savino; secondo alcuni storici il castello nel 1304 ospitò Dante Alighieri in un incontro tra ghibellini fiorentini e aretini.
Il borgo sorge su di un'altura dominato dal torrione merlato, dell'antica fortificazione restano tracce delle mura e una porta duecentesca, dalla porta si accede alla piazza principale dove sorge il pozzo e la Chiesa dei Santo Tiburzo e Susanna del sec. XIII.
Logge dei Mercanti: è una costruzione in pietra serena del cinquecento site nel centro storico, esse sono state ideate come termine della risistemazione rinascimentale e l'opera è stata attribuita a Nanni di Baccio Bigio.
Chiesa dei Santi Tiburzio e Susanna: sita in località Gargonza del comune di Monte S. Savino; essa è posta all'interno della cerchia murata del castello e risale al XIII sec. è stata restaurata nel 1928 da Giuseppe Castelluccio. La facciata è a capanna interamente in pietra e caratterizzata da una piccola bifora al di sopra del portale d'ingresso.
Degna di ammirazione è la lunetta in terracotta sormontata sul portale e raffigurante la Madonna col Bambino ed angeli, attribuita allo scultore toscano affine al Rossellino. Al suo interno custodisce un affresco del 1483 di scuola aretina, raffigurante la Vergine tra i Santi Antonio Abate e Bernardo.
Chiesa della Compagnia del Suffragio: risale al 1635 utilizzando ed ampliando quella cinquecentesca intitolata alla Santissima Trinità. E' decorata con un ciclo pittorico raffigurante la Deposizione dalla croce con la Santissima Trinità, angeli e scene del Nuovo Testamento nelle pareti laterali e nelle volte; opere eseguite nel 1821 da Luigi Ademollo. Purtroppo oggi versa in abbandono e chiusa al culto.
Chiesa di S. Giovanni: dal XIX sec. e fino a pochi anni fa era adibita a battistero; la facciata in stile gotico e portale in stile tuscanico di Andrea Sansovino. L'interno a navata unica divisa in tre aree da arconi poggianti su pilastri e addossati alle pareti ricoperte da volte a crociera.
Chiesa di S. Chiara: fu costruita dalle clarisse nel 1659, la facciata reca lo stemma della famiglia Di Monte e ciò che resta di affreschi prospettici ottocenteschi. L'interno a navata unica con volte a crociera, sulla contro-facciata vi è la cantoria.
Al suo interno si custodisce interessanti pale in terracotta tra cui quella raffigurante San Lorenzo tra Rocco e Sebastiano da considerare opera autografa di Andrea Sansovino; sempre sulla destra vi è una natività della bottega di Andrea della Robbia, attribuita a Luca della Robbia il giovane datata XVI sec. al primo decennio.
Una Madonna dei sette dolori in legno è posta sull'altare e datata XVIII sec. Una grande tela dipinta da Salvi Castellucci campeggia sull'altare maggiore raffigura la presentazione al tempio tra i Santi Nicola, Savino e Chiara datata 1663; essa fu commissionata dalla famiglia Galletti in quanto lo stemma ricorre nelle parti lignee della cornice e nel piviale della figura di S. Nicola.
Nella parete sinistra vi è ancora una terracotta invetriata del Sansovino e ancora un'opera in terracotta è la statua con S. Antonio Abate di scuola Robbiana XV sec.
Convento di S. Agostino: noto come Chiesa di S. Agostino, risale al trecento e ampliato nel XVI sec.; nel 1522 fu aggiunto un chiostro con arcate in basso e loggiato al piano superiore. Sia la Chiesa che il chiostro nel XVI sec. vennero rinnovati da Andrea Sansovino, commissionati dalla famiglia Contucci di Monte, i quali hanno una modesta tomba nella Chiesa.
La facciata è dotata di portale gotico-umbra medievale con colonnette tortili e rosone. L'interno a navata unica e coperto da capriate; arricchiscono gli affreschi di Spinello Aretino XV sec., quelli di Paolo Schiavo del quattrocento e quelli di scuola fiorentina del XV e XVI sec.
Nel presbiterio si trova l'assunzione di Maria tra i Santi Agostino e Romualdo datati 1539 di Giorgio Vasari. Di Guglielmo di Marcillat e Maso Porro datato 1524 è il rosone invetriato raffigurante S. Agostino in trono tra due angeli.
Sinagoga: risale al XVII sec. sita sulla strada che formava l'ossatura centrale dell'antico ghetto. Al 1729/32 risalgono i resti di stucchi con cornici modanate e finte finestre che ancora si notano nella parte alta, dove si nota anche una cornice di pietra in cui sono rimasti i cardini che servivano a far ruotare le ante delle porte dell'Aron Ha Kodesh.
Le travi sporgenti dal muro indicano ancora l'altezza dei piani, con in basso i servizi pubblici della comunità e al centro uffici e scuole. Gli ebrei furono costretti ad abbandonare la città nel 1799 a seguito dei moti del “Viva Maria”.
Santuario di Santa Maria delle Vertighe: dedicato alla Madonna delle Vertighe che nel 1964 papa Paolo VI nominò patrona dell'autostrada del sole. La Chiesa era annessa a un priorato del 1073; nel XV sec. venne ricostruita inglobando la cappella medievale la cui abside fu traslata intorno al 1100 e custodita presso l'altare maggiore con l'affresco della Madonna in mandorla, che nel cinquecento divenne meta di pellegrinaggi, fu costruito il portico lungo la Chiesa a proteggere i pellegrini.
L'interno è a pianta basilicale a tre navate divise da due file di colonne con capitelli ionici su cui si impostano archi a tutto sesto. La copertura della navata centrale è a capriate. Nella navata destra vi è un affresco datato 1627 di Bernardino Santini; un dittico del 1520 di Ridolfo del Ghirlandaio; Nell'abside: all'altare maggiore la Madonna delle Vertighe e quattro storie della Vergine poste in una teca, ad opera di Margarito e Ristoro di Arezzo del 1274 o del 1283.
Nella navata sinistra: un crocifisso sagomato del 1415/20 di Lorenzo Monaco; un affresco di Orazio Porta del 1590; una lunetta affrescata del Ghirlandesca e un altro affresco del XVI sec. di gusto poccettiano.
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