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Anghiari

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Nel VII sec. vi fu edificato un castello Longobardo sulle rovine di una fattoria di età romana.
In un documento del 1083 fu chiamata Castrum Angulari; successivamente fu feudo dei Galbino e poi Montedoglio. Una cerchia muraria fu costruita nel 1181. Nel 1384 fu sottomessa a Firenze. La sua fama è nata per la battaglia del 1440 tra Fiorentini alleati alla S. Sede e comandati da Giovanni Paolo Orsini e Milanesi al comando di Niccolò Piccinino. La battaglia durò un solo giorno e fu vinta dai fiorentini. in seguito fu dipinta da Leonardo da Vinci. E' inserita nei “BORGHI PIU' BELLI D'ITALIA”.

Monumenti
Badia di S. Bartolomeo: risale al 1104; interessante è la Chiesa conventuale che fu ricostruita a poca distanza dalla precedente, dopo che questa venne utilizzata come roccaforte. Fu ricostruita dai Tarlati nel XIV sec. e ingrandita nel 1447. Al suo interno custodisce: la Madonna lignea attribuita allo scultore senese Tino di Camaino; il Crocifisso ligneo con iconografia all'arte nordica; il ciborio quattrocentesco in pietra che si trova nel coro e un dossale in pietra scolpito da Desiderio da Settignano nel XV sec.
Cappella della Misericordia: risale al quattrocento, l'impianto rettangolare è spartito da due ampie arcate poggianti su tre pilastri a base quadrata con capitelli composti. Un tempo era oratorio della Compagnia dello Spirito Santo ed oggi ospita il Museo della Misericordia.
Chiesa della Croce: L'origine della Chiesa risale a S. Francesco che di ritorno dal Sacro Monte della Verna nel 1224, piantò una Croce nel luogo dove oggi sorge la Chiesa cinquecentesca. Fu eretta nel 1499, il convento fu ampliato nel 1563 con l'aggiunta di un portico sulla facciata.
L'interno si presenta a navata unica ornata di altari in pietra cinque-seicenteschi e corredati da dipinti di scuola fiorentina del seicento. Sull'altare maggiore spicca il dipinto “l'invenzione della Croce” attribuito a Francesco Curradi e “l'Immacolata Concezione” di Domenico Cresti detto il Passignano del 1599 posto sul primo altare sulla destra.
Chiesa di S. Agostino: risale al XII sec. ed ebbe origine da una cappella edificata dagli Ospitalieri di S. Antonio Abate (detti anche “Tau“ o di “Vienne”) che giunsero al seguito dell'arcivescovo di Canterbury Thomas Beckett nel 1162. Sulla prima Chiesa nel quattrocento fu eretto l'attuale edificio a navata unica e cappelle laterali con abside a torrione.
La facciata possiede un portale stile rinascimentale e un ocule del 1472. Sul retro s'erge il campanile eretto nel 1464. Riccamente decorato nel XV sec. gli interni in stile barocco con le decorazioni a stucco del XVIII sec. Dalle pareti affiorano affreschi originale del XIV sec. Nel coro vi è un'opera di Santi Buglioni in terracotta policroma la quale rappresenta l'Adorazione dei Pastori.
Chiesa di S. Maria delle Grazie: risale al XVIII sec. su progetto di Giovanni Battista Bellini in stile neoclassico con influenze tardo barocche. Si presenta a navata unica con volta a botte e altari laterali a edicola. Al suo interno custodisce importanti dipinti del cinquecento fiorentino: due tavole di Giovanni Antonio Sogliani raffiguranti “l'ultima cena“ mentre di Domenico Ubaldini detto il Puligo sono: “la lavanda dei piedi” - “la deposizione dalla Croce“. Dietro l'altare maggiore vi è una terracotta invetriata policroma di Andrea della Robbia che rappresenta la Madonna della Misericordia.
Chiesa di S. Stefano: è un antichissimo edificio del VII sec. esempio di architettura alto-medievale. Essa è posta fuori dalla cinta muraria del paese e formata da un nucleo centrale a pianta quadrata con tre absidi sporgenti ai lati. Al suo interno le colonne con capitelli ionici sono elementi romani di spoglio. Pregevole la tavola quattrocentesca che essa custodisce e raffigura la Madonna con Bambino e Santi di Domenico di Michelino. Purtroppo fu colpita anch'essa dall'alluvione del 1966.
Santuario della Madonna del Carmine: Chiesa e convento risalgono al 1536/52 nel luogo in cui il 16 luglio 1535 la Madonna apparve ad una pastorella. Si presenta a croce latina con ampio transetto, sulla destra s'erge il campanile a vela del 1566 e il chiostro. Una tavola cinquecentesca orna l'altare maggiore ricopiata nel 1536 da Niccolò Soggi ed è inserita in un tabernacolo ornato di intagli in legno dorato, a grossi fogliami e quattro putti in stile barocco.
Pieve di S. Maria a Micciano: documentata dal 1080. Nel 1104 i conti di Galbino donarono la Chiesa all'eremo di Camaldoli. Nel 1880 fu ridotta a navata unica al posto delle tre in origine e fu inserito il transetto sporgente.
Pieve di S. Maria alla Sovara: è ricordata nel 1030 ma risalente al IX sec. Le tre absidi anteriore al mille sono caratteristiche dell'architettura preromanica. Nella ristrutturazione avvenuta tra il 1468 e il 1480 fu rifatta la facciata e aggiunto il campanile laterale. L'interno è articolato in quattro campate con arcate a tutto sesto spartite da colonne in pietra con capitelli compositi e finissime basi attiche.
Cenacolo di Montauto: è composto da una cappella gentilizia e una Chiesa dedicate a S. Francesco stigmatizzato. Secondo la tradizione nel 1224 quando S. Francesco ritornò dalla Verna, fu ospite al castello di Montauto lasciandovi il saio insanguinato dalle stimmate, il quale fu trafugato e portato a Firenze nella Chiesa di Ognissanti; nel 2001 è stato riportato alla Verna e attualmente al Cenacolo vi è una reliquia del saio (un pezzetto di stoffa).
La Chiesa ha forma rettangolare con presbiterio rialzato coperto da soffitto a volta mentre la navata ha una copertura lignea. L'interno ad aula unica presenta tre cappelle laterali, la cripta e il coro; nella facciata vi è un oculo sopra il portale e ai lati due loggette uguali separano la Chiesa dal Cenacolo. Fino al 1956 appartenne ai cappuccini oggi vi sono le suore di Nostra Signora del Ritiro al Cenacolo.
Palazzo Pretorio: o palazzo del vicario, risale al XIV sec. e attualmente è utilizzato come sede municipale. Si presenta con un'organizzazione planimetrica a “L“; la facciata è ornata da stemmi di vari vicari e podestà, conserva tracce delle originali finestre ad arco; fu sede dell'antico tribunale e al piano terra vi sono alcune segrete, una cappella e un affresco raffigurante la Giustizia risalente al XV sec. di Antonio di Anghiari il quale fu il primo maestro locale di Piero della Francesca.
In una zona poco più bassa rispetto al piano di calpestio, è stata rinvenuta una vasca vinaria reperto di età romana. Le pareti della sala del consiglio sono ornate da quadri donati dal pittore Fausto Vagnetti.
Palazzo Marzocco: risale al XVI sec. e deve il suo nome alla statua che ivi vi è collocata “il marzocco fiorentino“ (leone simbolo del potere popolare – esso fu raffigurato sulla prima emissione filatelica del Granducato di Toscana nel 1851 dal valore di 4 crazie); al suo interno ospita il Museo della battaglia di Anghiari e alcune selezioni delle più importanti collezioni del territorio, dalla preistoria al 1700; dagli strumenti litici dell'homo neanderthalensis alle armi da fuoco.
Fra le sculture esposte una di età romana in cristallo di rocca raffigurante la testa della divinità “Pan“ del II sec. d.C. La battaglia di Anghiari narra l'incompiuta rappresentazione pittorica di Leonardo da Vinci e l'importanza storica del fatto d'armi.
Palazzo Corsi: è un grande complesso settecentesco sede della biblioteca comunale di Anghiari, dell'archivio storico e dell'ufficio turistico.
Castello di Montauto: sede dei signori della contea, in posizione strategica poiché posizionato sopra il colle del Monte Acuto, in una zona quasi inaccessibile. S. Francesco vi sostò più volte e nel 1203 fece dono al proprietario feudatario Alberto II Barbolani della sua tonaca, la quale fu custodita nella cappella della rocca fino al 1503.
Il castello in un primo momento ebbe una destinazione militare in seguito fu residenza gentilizia. Il luogo su cui sorge diede il nome a una stirpe comitale (titolo di conte il quale è superiore al Visconte e inferiore al marchese) e poi marchionale della quale se ne parla per la prima volta nel 967 in un diploma dell'imperatore Ottone I di Sassonia.
Il castello mostra ancora la sua antica struttura medievale nonostante i rimaneggiamenti cinquecenteschi eseguite da Baccio d'Agnolo. Su di un possente torrione d'angolo cilindrico fa perno un palazzo a due piani detto degli Armigeri attribuito a Francesco di Giorgio Martini, il quale dopo essere appartenuto ai principi di Piombino Boncompagni Ludovisi (i cui blasoni sono scolpiti negli architravi delle finestre a bifore del primo piano) e poi allo scrittore Piero Bargellini, è tornato ad essere di proprietà dei Barbolani di Montauto dal 1963.
Villa la Barbolana: esempio di villa fortificata con torre centrale. Essa è collegata al Convento dei Cappuccini attraverso un rettilineo costeggiato da cipressi; legata al feudo imperiale di Montauto e governato dal sec. XI dalla famiglia Barbolani. L'edificio risale al 1556 voluto da Federigo di Antonio Barbolani, si presenta a pianta quadrata con bastioni angolari lievemente sporgenti; la mole del volume è scandita dalle finestrature e il suo disegno è da attribuire a Simone Genga.
Gli ambienti interni sono dotati di portali rinascimentali in pietra e pavimentazione in cotto; al piano terra vi è la cappella del XVIII sec. Il pianoro su cui sorge la villa è a prato con siepe di bosso e una cortina di cipressi, con pozzo in pietra al lato del vialetto d'ingresso.
Castello di Galbino: risale al sec. XI, nel 1178 fu devastato da un incendio e la ricostruzione lo trasformò in residenza gentilizia. Oggi si presenta con una torre al centro e quattro piccoli torrioni angolari cilindrici; una loggia con colonne in pietra corre lungo l'intera facciata.
Castello di Sorci: è un piccolo fortilizio del XII sec. dal 1234 fu residenza estiva della casata ghibellina Tarlati di Pietramala fino al 1388. Poi fu residenza dal 1388 del condottiero Baldaccio Bruni con la consorte fino al 1441 ed inoltre fino al 1650 della famiglia Pichi di Sansepolcro.
Museo di palazzo Taglieschi: il museo è ubicato in un palazzo rinascimentale composto da più case-torri di origine medievale che un tempo era la dimora dei Taglieschi. Dal 1975 è sede del museo il quale custodisce opere d'arte che vanno dal XIV al XVIII sec. provenienti da Chiese ed edifici storici del territorio val-tiberino. Interessante è la scultura lignea policroma raffigurante la Vergine, un capolavoro di Jacopo della Quercia risalente al 1420 e la natività attribuita alla bottega di Andrea della Robbia.
Statua di Giuseppe Garibaldi: sita nella piazza della cittadina ed è l'unica in cui si vede il condottiero che invece di indicare Roma indica Milano.
Riserva naturale dei Monti Rognosi: è un'area naturale protetta istituita nel 1998 ed occupa una superficie di 156 ha; è ricompresa all'interno del sito di interesse comunitario “Monti Rognosi” di 948 ha.
Ad Anghiari sono stati girati i film: “la ragazza di Bube nel 1963 e nell'estate del 2007 Leonardo Pieraccioni la scelse per girare il film “Una moglie bellissima”. Poco tempo dopo anche una troupe tedesca ha girato un altro film “Vier Tage Toskana” prodotto dalla Endemol Germania.

Escursioni
Caprese Michelangelo: a 17 km. Vi nacque il Buonarroti; una salita conduce al castello eretto nel XIV sec. dove si possono ammirare le riproduzioni delle opere Michelangiolesche e sculture moderne. Il grande artista vide la luce nella casa del podestà (suo padre) Ludovico Buonarroti. Vi è allestito un museo con altre riproduzioni del maestro e una biblioteca sulla sua attività.
Nel 2010 il marrone di Caprese ha ottenuto la “Denominazione di Origine Protetta”.
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