Collina
Fiesole
Fu centro etrusco poi col nome di Faesulae una città romana. Conqustata dai Goti nel sec. VI passò ai fiorentini nel 1125 e ne seguì le sorti.
Monumenti
Duomo: eretto intorno al mille, conserva un interessantissimo campanile duecentesco, alla base del quale è ancora visibile l'iscrizione con la data del 1206. Le tre navate sono divise da colonne con alcuni capitelli romani, sopra la porta centrale vi è la statua di S. Romolo, titolare della Chiesa opera di Giovanni della Robbia. A destra del presbiterio si apre la cappella Salutati con pitture a fresco di Cosimo Rosselli e due sculture di Mino da Fiesole; dell'artista è anche il dossale sull'altare. Un trittico di Bicci di Lorenzo risalente al sec. XV è sull'altare maggiore; pregevole è l'altare di A. Ferrucci nella cappella a sinistra.
Chiesa e convento di S. Francesco: sorse ne 1339 su di un preesistente romitorio a capanna; al centro si trova il portale sormontato da un protiro pensile che presenta all'interno una lunetta con un affresco raffigurante S. Francesco e nella volta S. Francesco fra due Angeli; al di sopra del protiro si trova il rosone circolare leggermente strombato, sulla parete esterna di destra si apre un portale laterale sormontato da una lunetta, che presenta al centro una statua con la Madonna col Bambino, sopra uno sfondo costituito da un affresco raffigurante due Angeli oranti.
La Chiesa interna è in stile gotico a navata unica coperta con volta ogivale e divisa in quattro campate da lesene dipinte. Sui quattro altari laterali di cui due nella prima campata, si trovano la SS. Concezione di Pietro di Cosimo, l'Annunciazione di Raffaellino del Garbo, lo sposalizio mistico di S. Caterina di Cenni di Francesco e l'adorazione dei magi sec. XV.
Nella seconda campata vi sono il pulpito neogotico in marmo (parete destra) e il trittico di Bicci di Lorenzo con la Madonna in trono col Bambino fra Angeli e Santi parete sinistra; la quarta campata è interamente occupata dal presbiterio, delimitato da una balaustra marmorea e si apre all'esterno con due trifore, una su ciascuna parete laterale. Alle spalle dell'altare maggiore si trova la Crocifissione di Neri di Bicci e l'abside rinascimentale coperta con volta a botte. L'organo a canne risale al 1938.
Il convento è ubicato alla destra della Chiesa, l'ingresso principale da sul sagrato ed è costituito da una porta con arco ribassato, sormontato da un'edicola affrescata. L'edificio del convento si sviluppa attorno a tre chiostri: il grande, l'intermedio e il piccolo; quello grande è costituito da un portico su quattro lati, sormontato da loggiato e coperto con volta a crociera; il chiostro intermedio viene immediatamente dopo l'entrata con portico su tre lati coperto da semplice tettoia, poggiante su colonnine in pietra ottagonale; su di una parete si trova un affresco di S. Francesco che parla agli uccelli, al centro del chiostro vi è posto il pozzo. Il chiostro piccolo ha il portico solo su due lati e presenta un antico affresco anch'esso con la predica agli uccelli. Sul sagrato alla destra del convento si trova un portico sorretto da quattro colonne e coperto da una semplice tettoia.
Teatro romano: risale al primo secolo e ne sono visibili le gradinate che contenevano circa 3000 spettatori, la cavea e l'orchestra. Vi si allestiscono spettacoli estivi. Sulla destra sono i resti delle terme.
Cinta muraria etrusca: la zona è delimitata dalla cinta muraria e del complesso fanno parte i ruderi di un tempio etrusco romano circondato da una necropoli. I materiali degli scavi più altri oggetti di donazioni sono ordinati nel Museo archeologico, che comprende manufatti etruschi, romani, barbarici.
Museo Brandini: vi si conservano alcune terrecotte robbiane, avori bizantini e tavole dal XIII al sec. XVI di A. e T. Gaddi, Rico da Candia, Neri di Bicci, L. Monaco, Jacopo del Sellaio e altri.
Badia Fiesolana: precedente al mille e riedificata nel sec. XV; conserva la facciata originaria a decorazioni geometriche bicolore e all'interno un sontuoso lavabo del sec. XV. Sulla destra vi è l'ex convento con chiostro e loggia.
Basilica di S. Alessandro: risale al VI sec. e ricordata come pieve urbana nel 966; esternamente si presenta nelle forme conferitele nel 1814. L'interno a tre navate delimitate da colonne che scandiscono lo spazio con ritmo serrato. Le colonne monolitiche e i capitelli provengono da numerosi edifici classici della città. Durante i restauri del XVIII, XIX e XX sec., sono stati individuati resti etruschi sotto l'abside, nonché romani e Longobardi. Oggi la Chiesa non è officiata e ospita manifestazioni e mostre. Nell'annesso oratorio della compagnia dell'Assunta è conservata la cinquecentesca Madonna fra S. Michele e S. Pietro attribuita a Gerino da Pistoia.
Oratorio del SS. Crocifisso: sito nella frazione di Fontelucente del Comune di Fiesole; fu costruito vicino a una cava di pietra nel 1692 e ingrandito con cappelle laterali e il portico, lascia a vista la roccia da cui sgorga la sorgente, alle cui acque sono attribuite virtù taumaturgiche. Con una doppia scalinata si accede al tabernacolo col venerato Crocifisso in pietra del sec. XVI, circondato da un'architettura illusionistica affrescata a monocromo con finte statue della Fede e della Speranza, sormontato da Dio Padre in gloria probabilmente di Antonio Pillori che dipinse sul soffitto la resurrezione nel 1733. Vi si trovano anche un trittico di Mariotto di Nardo con la Madonna della cintola tra i Santi Giovanni Evangelista e Girolamo del 1398 e opera d'arte contemporanea: un Crocifisso in cemento di Mario Casini e un affresco disegnato da Pietro Annigoni realizzato da Romano Stefanelli con la veduta della fonte.
Chiesa di S. Domenico: eretta nel sec. XV e riedificata nel 1600 con l'aggiunta del portico e del campanile di Matteo Nigetti, l'interno a navata unica con cappelle laterali, conserva al suo interno una Madonna e Santi del Beato Angelico (nella prima cappella a sinistra) e un Crocifisso del XIV sec. nella prima cappella a destra.
Chiesa di S. Girolamo: è inglobata nella villa di S. Girolamo sorto come romitorio nel sec. XIV, sede della Congregazione degli eremiti di S. Girolamo. Passò nel sec. XV agli Agostiniani ampliata nel 1451 da Michelozzo, per volere di Cosimo il Vecchio unitamente alla sottostante villa Medicea. La Chiesa Medicea del quattrocento è preceduta da un portico a tre archi, su colonne realizzate nel 1633 da Matteo Nigetti.
Al suo interno si trova un grande affresco di Luigi Sabatelli raffigurante S. Girolamo. Del Nigetti è anche l'altare maggiore risalente al 1661 con una tela raffigurante l'Assunzione della Vergine di Giovan Domenico Cerrini; sul pavimento vi sono due lastre tombali: l'una con medaglioni in porfido su serpentino di Francesco Ferrucci, che la incise di sua mano quando ancora era in vita, l'altra della famiglia Rucellai del 1478.
Chiesa di S. Ilario: sito nella frazione di Montereggi del Comune di Fiesole; è una delle Chiese più antiche risalenti al IX sec., la famiglia Baldovinetti fece realizzare l'elegante ciborio in pietra serena scolpito con motivi vegetali e l'arme della famiglia datato 1470 murato a lato dell'altare maggiore; quest'ultimo fu edificato nel cinquecento e ospita una grande tavola cinquecentesca di Ferdinando Fei, raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Anna. Nel 1565 con il titolo di pieve, fu consentito di officiarvi il Sacramento del battesimo e fu realizzato un fonte battesimale. Nel 1998 alle pareti laterali sono state affrescate: la natività e la Crocifissione da Luciano Guarnieri a cui si deve anche l'affresco al Tabernacolo sulla strada.
Oratorio di S. Jacopo: risale al sec. XIII ed è inglobato nel palazzo vescovile; l'affresco con l'Incoronazione della Vergine e due teorie di Santi completa la parete di fondo, opera tardo-gotica quattrocentesca in cui collaborarono i pittori Bicci di Lorenzo e Rossello di Jacopo Franchi, includendo al centro un affresco con S. Jacopo Maggiore in veste di pellegrino, dipinto di Antonio Marini risalente al 1853. Attualmente è sede di una sezione del Museo d'arte Sacra di Fiesole.
Palazzo vescovile: vi si accede da una doppia scalinata duecentesca, fu eretto contemporaneamente alla Cattedrale nel 1208. La facciata attuale risale al 1500. Al suo interno si trova la cappella privata del vescovo ornata da affreschi del quattrocento con S. Romolo, S. Jacopo e Dio Padre della scuola del Ghirlandaio.
Nell'Oratorio dedicato a S. Jacopo maggiore si conserva un incoronazione della Vergine, attribuita a Lorenzo di Bicci. Arricchiscono anche altri dipinti di Niccodemo Ferrucci e Antonio Marini. Sulla destra del palazzo vescovile c'è la canonica risalente al 1032 per abitazione dei canonici del Duomo. Nel 1439 venne ingrandita aggiungendovi il cortile a porticati, una colonna in marmo al centro con una piccola immagine in metallo di Maria Santissima, detta di Arezzo. Nel giardino si trovano un tratto delle mura etrusche, che costituivano la cerchia più bassa dell'acropoli (attuale colle della Chiesa di S. Francesco)che continuano anche nel giardino del vicino seminario.
Seminario vescovile: fu fondato nel 1637, fatto costruire a spese proprie da Lorenzo della Robbia, ultimo discendente dell'illustre famiglia. Nel tempo i vescovi lo ampliarono e accrebbero il materiale scientifico con aule di fisica, chimica, storia naturale e biblioteca che in gran parte fu dono di Angelo Maria Bandini (religioso, bibliotecario e collezionista d'arte Italiana).
Nella settecentesca cappella risalente al 1782, fu collocata una pala di Giovanni della Robbia del 1520, raffigurante la Vergine incoronata dagli Angeli tra i Santi Pietro, Donato di Scozia, Giovanni Battista e Romolo tratta dalla Chiesa di S. Pietro a Petrognano. Nel gradino: il presepio, nascita di S. Giovanni Battista, S. Pietro liberato dal carcere, S. Romolo e il pozzo, S. Donato e il lupo.
Chiesa di S. Maria Assunta: è una delle poche Chiese in cui le forme romaniche sono più antiche del sec. XIII, a cui risalgono i primi documenti i quali sono ancora leggibili, soprattutto nella parte tergale in cui l'abside semicircolare sporge nitidamente sulla parete, la cui forma a capanna è ben visibile nonostante l'aggiunta del campanile a vela e in quella laterale in cui si aprono le primitive monofore.
Nel settecento fu allungata, furono costruiti gli altari laterali e le fu addossata la compagnia. Nell'ottocento fu chiuso l'occhio centrale e aperti i due laterali per ospitare la cantoria dell'organo e fu costruito l'altare maggiore con le due porticine laterali per accedere al coro.
Convento di S. Maria Maddalena: sito nella frazione di Candine; nel 1464 Andrea di Lorenzo Cresci acquistò un piccolo ospedale per i viandanti e nel 1477, su progetto di Michelozzo morto pochi anni prima, ne avviò i lavori di trasformazione. Nel 1480 il Cresci cedette il convento ancora incompiuto ai Domenicani che lo adattarono a ospizio. Qui dimorò fra Bartolomeo che vi morì nel 1517.
Nella Chiesa ad aula unica si trova una lunetta con l'Annunciazione affrescata da fra Bartolomeo nel 1515, soprastante una nicchia datata 1618 che ospita un presepe in terracotta policroma di Andrea della Robbia. Nell'orto monastico si incontra la cappellina della Maddalena con l'affresco del “Noli me tangere” risalente al 1517 di fra Bartolomeo e l'Annunciazione di Bicci di Lorenzo.
Chiesa di S. Maria Primerana: ricordata già nel 966, ampliata nel medioevo e la facciata del cinquecento. Il porticato su colonne architravate risalgono al 1801, l'interno a aula unica e conclusa da un transetto. Sull'altare maggiore una tavoletta con la Madonna col Bambino del Maestro di Rovezzano XIII sec., l'altare maggiore fu costruito nel 1745/67 su disegno di Barnardino Ciurini.
Nel transetto si trovano due bassorilievi votivi in marmo di Francesco da Sangallo: uno con l'autoritratto dell'artista (1542) e l'altro con il ritratto di Francesco del Fede 1575; una terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia (Crocifisso fra la Madonna, S. Giovanni, la Maddalena e Angeli). Il grande Crocifisso ligneo sagomato e dipinto di scuola Giottesca del sec. XIV, è attribuito a Bonaccorso di Cino. I pallidi resti di affreschi alle pareti sono di Niccolò di Pietro Gerini.
Palazzo Pretorio: la sede municipale risale al trecento, rimaneggiata nel quattrocento e in epoche successive. Il nucleo più antico è caratterizzato da un portico architravato sulla piazza sormontato da loggia, dove sono murati numerosi stemmi di Podestà risalenti alla dominazione fiorentina. Essi vanno dal 1520 al 1808.
Ex convento S. Michele a Doccia: risale al 1413 e posizionato in zona dominante; Ser Niccolò Davanzati che ne fece dono al frate Francesco da Scarlino, il quale con le offerte della questua lo ingrandì arricchendolo anche di una Chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo. I frati furono cacciati dal convento poiché un frate uccise un confratello e i Davanzati lo donarono ai minori osservanti, che dal 1486 vi rimasero fino al 1808.
L'aspetto attuale risale all'ampliamento realizzato da Santi di Tito nel 1599, su disegno di Michelangelo Buonarroti con un robusto loggiato su pilastri. Soppresso nel 1808 e dispersi gli arredi fu trasformato in villa. Dal 1952 è uno dei più rinomati alberghi a cinque stelle.
La villa si trova in posizione panoramica con un magnifico affaccio su Firenze attraverso un loggiato e una terrazza. Nella Chiesa vi è sepolto Giuliano Davanzati giure-consulto, gonfaloniere della Repubblica, creato cavaliere dello spron d'oro da papa Eugenio IV durante in Concilio del 1436.
Il giardino è diviso in due zone, una all'ingresso affiancato da filari di cipressi, l'altro è raggiungibile attraversando la loggia con giardino all'Italiana; siepe geometriche di bosso, aiuole variopinte, vasi di limoni, sullo sfondo del bosco di lecci e cipressi, con sottobosco di viburno, pungitopo e alloro. Due piccole cappelle tuttora presenti nel boschetto, ricordano che il luogo era raccoglimento dei frati. La Chiesa oggi è adibita a reception.
Florence Wealth Cemetery: fu costruito alla fine della seconda guerra mondiale per dare sepoltura a soldati, marinai e aviatori delle forze del Commonwealth (sostantivo della lingua Inglese che nasce con la repubblica di Oliver Cromwell dal 1649/53. La frase originale da cui esso deriva è: “Common Wealth o the Common Weal” viene dal vecchio significato di Wealth che significa “benessere”) che caddero nella campagna di liberazione dell'Italia tra l'otto settembre 1943 e il 25 aprile 1945.
All'area sepolcrale vi si accede tramite una scala monumentale a due rampe simmetriche, rivestita in travertino e arenaria gialla. Ospita nelle fasce laterali i cippi bianchi raggruppati in settori di varie dimensioni. Vi sono sepolti 1637 caduti dell'ottava armata Commonwealth di cui 18 ignoti. In asse con l'ingresso, si trovano una Croce in marmo bianco eretta su di un piedistallo a pianta ottagonale, due portali ad arco rivestiti di arenaria gialla e più avanti un altare anch'esso in marmo bianco.
Villa Peyron: al bosco di Fontelucente è circondata da un ampio parco e numerose fontane, sita sulle colline Fiesolane con una spettacolare vista su Firenze, fu costruita sulle rovine etrusche delle quali vi sono tracce nei sotterranei e immediate vicinanze. Il giardino è articolato su tre terrazzamenti degradanti con parterre di bosso. Statue di pregevole fattura ornano la villa. Giardini, Parco e villa sono visitabili.
Castel di Poggio: fu distrutto nel 1348 e le rovine vennero acquistate dagli Alessandrini nel 1469 che ne fecero un'abitazione signorile, l'aspetto attuale risale all'ottocento, di originale vi è solo una torre con merlatura. Il cortile è mantenuto a prato con pini e cipressi sparsi, punteggiato da statue e alcuni uliveti; il 1 novembre 2012 durante una festa di Hallowen per sovraffollamento di ragazzi, per accedere al salone delle armi ebbe a crollare la balaustra; la capienza era di massimo 600 persone ma fu caricata da più di 1500 ragazzi.
Castello di Vincigliata: sito nella frazione omonima del comune di Fiesole; risale al 1031 e nel 1850 John Temple Leader, ricco Inglese acquistò le sue rovine e creò un nuovo castello di gusto gothic revival. Oggi è sede di congressi e servizi. Il complesso si estende su 400 mq, circondato da muraglia di recinzione e mastio, una torre di guardia, un cortile, una loggia e un chiostro con caratteri di architettura militare medievali.
Villa Albizi: risale al 1771 e di particolare interesse vi è il giardino ben curato e nei pressi si trova un Tabernacolo affrescato dal Perugino.
Villa di Bagazzano: eretta sulle macerie di una torre, sul fonte sud una loggia con decorazioni floreali si apre su di un giardino all'Italiana, chiuso da un muro in pietra e ravvivato da parterre con siepi di bosso, una fontana a muro e decorazioni in pietra calcarea, pietra serena e uno stemma Mediceo in stucco. La cappella a decorazione pittoriche e scultoree, in pietra serena e quasi completamente immerse nella vegetazione di cipressi e lecci.
Villa Le Balze: con giardino e terrazze del 1911. Il giardino è ornato con fontane e in una nicchia è posta la statua di Venere.
Villa Bellagio: sita nella frazione di S. Domenico sec. XV, fu acquistata dal pittore Svizzero Arnold Bocklin che alcuni anni prima di morire scrisse: “Così alla fine ho la mia patria, dopo aver girato tanto a lungo come un vagabondo senza casa”.Nella loggia vi è la storia di Psiche e nella cappella vi sono decorazioni con nastri e corone, il giardino è ravvivato da qualche inserto decorativo come gli oleandri che l'autore ha voluto lasciare in suo ricordo.
Villa Bencistà: risale al trecento e appartenne a Bartolomeo Valori in vecchio, politico e gonfaloniere di giustizia. La struttura della villa ingloba alcuni pietroni delle antiche mura etrusche.
Villa Benvenuti: appartenne al pittore Aretino Pietro Benvenuti e sorge sul punto in cui si trovava l'antica osteria “le tre pulzelle”, oggi di fronte alla villa ci sono le fontane con i mascheroni edificate dal Bandinelli nella viuzza delle tre pulzelle.
Villa Bezzuoli: appartenne al pittore Giuseppe Bezzuoli allievo di Pietro Benvenuti; in questa villa vi abitò anche Giuseppe Giusti che vi compose: il re Travicello, la scritta matrimoniale e la canzone a Dante; la villa conserva un busto in marmo del comico Luigi Vestri scolpito da Lorenzo Bartolini con epigrafe di Giuseppe Giusti.
Villa La Falle: sita nella frazione Campiobbi del comune di Fiesole, risale al sec. XIII e vi si accede da una porta stile neo-medievale; un viale di cipressi conduce all'edificio principale, dotate da doppie logge sovrapposte e simmetriche, la balaustra circonda interamente l'edificio. Il parco con viale d'accesso è bordato da due file di cipressi con giardino all'Italiana, caratterizzato da aiuole geometriche bordate da siepi di bosso.
Nella parte settentrionale vi è un parco all'inglese con vialetti tortuosi, ponticelli, statue e un obelisco; la costruzione più importante è una misteriosa e affascinante torre tonda alta 25 metri, posta al centro della ragnaia. Vi è anche la costruzione di un borgo medievale con porta d'ingresso in alberese e l'epigrafe: “Porta Letizia”; la Chiesetta e il campanile privo di campane. Vi è presente anche uno stagno ornato da statue con un grande Polifemo.
Villa La Fontanella: risale al sec. XIII e nel 1577 vi fu ospite S. Luigi Gonzaga al quale è dedicata la cappella. La villa dall'aspetto rustico cinquecentesco, è circondata da un piccolo ma significativo giardino storico.
Villa la Fonte: risale al quattrocento; nell'ottocento fu trasformato in albergo. Nel 1903 nella villa fu ospite Mark Twain e in quel periodo si ospitavano spettacoli di beneficenza nel teatro di verzura (teatri all'aperto costituiti da vegetazione); per il gioco del crichet e il campo di tennis ormai centenario, è uno dei più antichi d'Italia.
Villa Galardi: del sec. XII elemento di maggiore interesse è il giardino all'Italiana, il vivaio, labirinto di bosso, affacci panoramici e ampia terrazza. Tra gli arredi degli spazi verdi spiccano una grande vasca in pietra e alcune statue.
Villa del Garofano: risale al trecento ed è stata la magione campestre degli Alighieri, fino alla cacciata di Dante da Firenze; la parte dove si trova il pozzo è in originale. La villa è stata la prima sede della società Dantesca, nella prima guerra mondiale fu luogo di accoglienza per mutilati di guerra e nella seconda guerra mondiale fu una delle sedi dell'ospedale Meyer.
Da molti anni è stata dichiarata: “Dimora storica”, oggi è dedicata all'accoglienza, dando l'opportunità a fortunati viaggiatori di soggiornare nei luoghi Danteschi.
Villa di Maiano: fu devastata da un uragano nel 1467 e nel 1546 era di proprietà della famiglia dei Pazzi; qui nacque Caterina la futura S. Maria Maddalena dei pazzi, dotata di un'ampia terrazza panoramica raggiungibile tramite una scalinata in pietra serena. Nel 1893 fu ospite la regina Vittoria del Regno Unito. Il giardino davanti alla villa è all'Italiana, movimentato da un pozzo, un gazebo e una piscina decorata da una loggetta di mattoni e pietra, nonché il laghetto delle colonne.
Nella parte finale una terrazza pavimentata in pietra con balaustra, rappresenta il miglior punto panoramico del giardino, l'ingresso principale della villa possiede la decorazione di due leoni marzocchi e stemmi araldici. La terrazza inferiore con giardino all'Italiana e siepi con bosso.
Villa Manetti: risale al cinquecento, ingrandendo una casa torre duecentesca; dotata di un cortile con ninfeo, il giardino è all'Italiana ingentilito da una loggia e da una grotta con mosaici rustici del settecento.
Villa Marsilio Ficino: poeta e filosofo; oggi la villa si distingue per due grandi logge con giardino e aiuole bordate di bossi e roseto. Il giardino si chiude in una nicchia contenente una statua di pastore con l'incisione “The garden I love”.
Villa Martello: interessante è il giardino con frutteto e vigneto, muretti e pavimentazioni antiche e i viottoli poderali.
Villa Medici: è una delle più antiche appartenuta ai Medici dal 1450; il giardino è all'Italiana con lunghe aiuole e erbe aromatiche, file di cipressi terminanti in una grande urna di pietra. Il giardino della villa è ricco di acqua ed esposto al sole.
Villa Montegirone: sita nella frazione omonima del Comune di Fiesole; oggi è un condominio diviso da più proprietari. In stile cinquecentesco spiccano gli arredi del giardino e decorazioni in ferro battuto.
Villa Montececeri: del sec. XIX con edifici che risalgono al trecento, il podere di 16 ettari appartenne a Leonardo da Vinci.
Villa il Palagio: sito nella frazione di Maiano del Comune di Fiesole; risale al sec. XI fu rammentato dal Boccaccio nel ninfale Fiesolano: “Pruneo fè fra dalla Chiesa a Maiano / un po' di sopra, un nobil casamento / dond'egli vedea tutto quanto il piano / ed afforzollo d'ogni guernimento”. La proprietaria Delfina dè Frescobaldi nel 1457 vi edificò un Oratorio.
La villa mantiene ancora oggi tracce della primitiva struttura, con due massicce torri di difesa poi usate come colombaie. E' dotata di una terrazza lunga sostenuta da un barbacane (struttura difensiva medievale) con una superba veduta su Firenze.
Villa Palagio vecchio: del trecento, il giardino si sviluppa nel boschetto che circonda la villa con spazi terrazzati da dove si ammira un ampio paesaggio sulla campagna circostante.
Villa Papiniano: la località è nota come “le tre pulzelle” nome dell'antica e celebre osteria. L'11 maggio 1516 vi sostò papa Leone X; nel 1533 la villa fu ceduta allo scultore della corte di Cosimo I Baccio Bandinelli (pseudonimo di Bartolomeo Brandini), il quale restaurò un Tabernacolo in corrispondenza della fontana delle tre pulzelle, con colonne tuscaniche e mascheroni. Oggi è di proprietà condominiale; il giardino è composto da alte siepi scure di cipresso, una delle terrazze ha un giardino all'Italiana.
Villa di Poggio Gherardo: dotata di una torre con mura merlate e solidi bastioni che formano terrapieni, vi si accede da un cancello in ferro battuto, sulla facciata lo stemma dei Gherardi e al suo interno conserva le antiche colonne e i soffitti. Oggi è sede dell'Istituto Antoniano maschile dei Padri Rogazionisti.
Villa il Poggione: le origini sono legate a una torre del IX sec., ingrandita nel sec. XV con la costruzione di una cappella. Davanti alla villa si estende una terrazza panoramica pavimentata a ghiaia. Muretti di pietra e scale con balaustra in terracotta ravvivano i punti del giardino comprendente: una grande vasca ingentilita da una fontana e da archi, sedute, scale e vasi in terracotta.
Villa il Ranuccino: conserva l'aspetto cinquecentesco; un cortile lastricato interamente alla costruzione con una doppia arcata, che compone una loggia su colonne in pietra serena e un portico con colonnine che reggono il tetto spiovente. Il muro esterno presenta una caratteristica merlatura, qui si trova l'antico pozzo di pietra ancora funzionante. Il giardino è all'Italiana con aiuole geometriche e sparse statue in pietra.
Villa il riposo dei vescovi: sita nella frazione di S. Domenico del Comune di Fiesole; risale al sec. XVI. Tra il 1947/63 vi abitò il bibliografo e saggista Marino Parenti; l'ingresso è decorato da un ampio loggiato con decorazioni in busti, urne e antiche lanterne, sia la villa che il giardino contengono numerose opere, frutto di acquisti del Nienwenkamp (pittore, architetto e incisore Olandese) che vi abitò nel 1926, durante i suoi viaggi in Europa e Asia.
Il giardino di cinque ettari è diviso da un viale di cipressi, lungo 230 metri con scalinate in pietra e terrazzamenti recintati da siepi di bosso, cipresso, alloro, fontane, gazebo coperto da vegetazione, frutteto, mascheroni, putti, un gong di bronzo, una statua di Buddha, vicino alla pietra tombale del pittore Olandese ornano l'insieme.
Villa Rondinelli: risale al 1551 che Cosimo I regalò a Sforza Almeni suo cameriere e confidente, il quale ampliò la villa e costruì un magnifico giardino con terrazze, giochi d'acqua, una grotta artificiale e una piscina; negli anni sessanta del novecento venne acquistata da Pietro Porcinai (architetto del paesaggio Italiano) oggi è abitata dagli eredi.
Villa il Roseto: il giardino stretto e abbarbicato ha una delle vedute più belle su Firenze, è ornato da azalee, ortensie e rose; l'edificio può definirsi “casa colonica Toscana”. Nella villa riposano le ceneri di Giovanni Michelucci e della moglie.
Villa Schifanoia: sita nella frazione di S. Domenico del Comune di Fiesole, risale al quattrocento; la villa che da sul giardino è animata da una loggia con tre arcate e alcune finestre con davanzali retto da mensole e architravi sporgenti. Il giardino all'Italiana dotato di aiuole, siepi di bosso, piccole vasche, fontane e statue.
Villa Sparta: sita nella frazione di S. Domenico del Comune di Fiesole del sec. XIII, attualmente è divisa in sette unità abitative, il giardino presenta aiuole bordate da siepi di bosso e un semplice pozzo; decorazioni all'Italiana come il resto del giardino.
Villa I Tatti: l'ultimo proprietario Bernard Berenson lasciò la villa insieme alla collezione d'arte del XIV – XV e XVI sec. alla biblioteca e alla fototeca, in eredità alla Harvard University che ne ha fatto la sede del centro di storia del rinascimento Italiano. Qui lo studioso morì nel 1959 all'età di 94 anni.
La collezione:
Giotto: frate Francescano del 1300 – Deposizione 1320/25.
Gentile da Fabriano: S. Giacomo maggiore e S. Pietro dal polittico Sandei 1410/12 – Madonna col Bambino 1423/25.
Luca Signorelli: ritratto di Vitellozzo Vitelli 1492/96.
Domenico Veneziano: Madonna col Bambino1432/37.
Villa la Torraccia: sec. XV con la facciata dominata da quattro finestre inginocchiate e portone con tre gradini; il giardino è murato all'Italiana con aiuole, vasca centrale e chiuse da un cordolo in pietra serena.
Siti Archeologici
teatro
terme
tempio
museo archeologico.
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