Collina
Sesto Fiorentino
Il primo incremento demografico nella zona si ha nel III millennio A. C., ma il primo nucleo abitativo avvenne in epoca romana e lo sviluppo maggiore si ebbe nel rinascimento per effetto delle bonifiche nella piana. Nel 1735 il marchese Carlo Ginori fondò la manifattura di Doccia, una delle prime fabbriche di porcellane dell'intera Europa.
Monumenti
Pieve di S. Martino: era già menzionata nel 868 e ricostruita nel duecento mostra ancora la caratteristica struttura romanica; lo spazio interno è spartito in tre navate da pilastri, si sviluppa su otto campate. In facciata vi è un portico architravato del cinquecento; nel corso dei secoli l'edificio ha subito modifiche e ricostruzioni che hanno interessato la torre campanaria e l'abside semi-circolare.
L'interno a tre navate di cui la centrale mantiene l'impianto del sec. XII, all'altare maggiore vi è posto un Crocifisso di Agnolo Gaddi del 1390, inoltre sono notevoli una circoncisione di Jacopo Vignali, la morte della Vergine di Cenni di Francesco di Ser Cenni, quattro Santi di Santi di Tito e una serie di riproduzioni realizzate dalla Ginori nell'ottocento da originali robbiani.
Chiesa di S. Maria: sita nella frazione di Quinto del Comune di Sesto Fiorentino, già citata nei documenti del sec. XI fu rifatta nel settecento, conserva al suo interno un trittico di Spinello Aretino e un'Annunciazione del Maestro della Madonna Strauss del 1410.
Pieve di S. Andrea: sita nella frazione Cercina del Comune di Sesto Fiorentino, è ricordata dall'880 e anticamente era denominata “S. Gerusalemme”, interventi architettonici sono del sec. XIV mentre fu ampliata nel sec. XV e sistemato il chiostro. L'edificio a tre navate divise da pilastri è caratterizzato da un elemento particolarmente originale: l'aggetto della cella campanaria rispetto alla canna del campanile.
Il portico cinquecentesco crea un ideale raccordo tra la Chiesa e la facciata cinquecentesca della canonica; nell'abside destra vi sono gli affreschi giovanili di Domenico Ghirlandaio: (Santi Girolamo, Barbara e Antonio Abate). Nell'abside centrale è il polittico trecentesco del maestro di S. Niccolò, in fondo alla navata sinistra vi sono affreschi del cinquecento.
Chiesa di S. Romolo: sita nella frazione di Colonnata del Comune di Sesto Fiorentino, risale al sec. XIII ed è ornata da arredi della Ginori di Doccia; l'altare è rivestito di porcellana dai vivaci colori, al centro vi è il tabernacolo con lo sportello in porcellana dipinta da Giovan Battista Fanciullacci del 1783, sopra l'altare s'erge un Cristo Crocifisso in porcellana bianca, mentre una muta di candelieri completa l'apparato.
Altre opere in porcellana sono: il Crocifisso della compagnia di S. Giovanni decollato del 1753 e gli Angeli in masso bastardo 1760/70, modellati da Gaspero Bruschi. Nell'aula della compagnia si trova una serie di imponenti Apostoli ad affresco del cinquecento, che introducono ad una Pietà del quattrocento.
Chiesa di S. Giusto: sita nella frazione Gualdo del Comune di Sesto Fiorentino; l'architrave della porta d'ingresso conserva lo stemma della famiglia Ginori che nel sec. XIV ne ebbe il patronato. La Chiesa attualmente è sede di attività culturali e ricreative e due dipinti su tela che ornavano gli altari laterali, sono ora custoditi nella canonica della Pieve di S. Martino a Sesto.
Chiesa di S. Maria: fu fondata nel sec. XIII e ristrutturata nel 1519; sul timpano che conclude la facciata è visibile uno stemma in pietra con l'arme della famiglia Cocchi, vi si conservano interessanti opere d'arte del cinquecento. Lavori di restauro hanno portato alla luce vari affreschi e nella volta dell'abside è stato rinvenuto un grandioso Cristo in trono benedicente, affiancato dalle figure della Vergine e di S. Giovanni Battista risalente al trecento.
Chiesa dei Santi Maria e Bartolomeo: sita nella frazione di Padule del Comune di Sesto Fiorentino, documentata già nel 1024 è preceduta da un porticato ove sono collocati affreschi staccati del XV sec.; mostra sulla facciata lo stemma della famiglia Venturi. Gli altari laterali e la maggior parte dei dipinti risalgono al seicento: l'altare di destra reca la data 1630 e lo stemma dei Totti; la tela raffigura un'Annunciazione di Filippo Tarchiani, che eseguì anche il martirio di S. Bartolomeo 1628 sull'altare sinistro; sulle pareti si trovano la Madonna col Bambino con i Santi: Isidoro e Antonio Abate di Alessandro Rosi, sul cui fondo compare una piccola scena agreste con una coppia di buoi che tira l'aratro guidato da un Angelo, un immagine in cui la popolazione contadina si rivolgeva a S. Isidoro per invocare la protezione sul lavoro.
Chiesa di S. Maria e S. Jacopo: sita nella frazione di Querceto del Comune di Sesto Fiorentino risalente al XIII sec.; l'altare maggiore è stato realizzato dalla ditta Ginori di Doccia nel sec. XVIII in maiolica traslucida che imita il marmo e decorata con festoni bianchi, il Crocifisso dell'altare maggiore del sec. XVII è stato sostituito con un Crocifisso in porcellana sempre della ditta Ginori di Doccia, la balaustra dinanzi all'altare reca due stemmi con la quercia: un affresco raffigurante la Vergine è sulla parete sinistra dell'altare e in basso un cane che gioca con il mantello della Vergine della scuola di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio.
Monastero di S. Domenico: sito nella frazione di Querceto del Comune di Sesto Fiorentino; in origine era una villa della famiglia della Tosa, è immerso in un grande parco e conserva l'impianto rinascimentale. Tra le opere d'arte: il Cristo Crocifisso ligneo policromato del sec. XIV chiamato” il Crocifisso di Chiarito” perché appartenuto alla comunità Domenicana delle monache del beato Chiarito, e un dipinto del 1520 vicino ai modi di Ridolfo del Ghirlandaio, che raffigura la Vergine con due Sante la quale protegge con il suo manto la comunità di monache.
Chiesa di S. Lorenzo: risale al 1575 di origine romanica; in origine fu Oratorio della vicina villa già proprietà Venturi e poi Corsi. Al suo interno presenta un soffitto affrescato con S. Lorenzo portato in cielo da Angeli.
Oratorio di S. Jacopo: sito nella frazione di Ceppeto del Comune di Sesto Fiorentino; al suo interno vi sono piacevoli affreschi del sec. XVI con la Vergine col Bambino e Santi: Antonio Abate e Rocco. Sulla parete dell'unico altare un affresco raffigura lo stemma della famiglia Catellini di Castiglione con tre ermellini rampanti.
Convento e Chiesa di S. Lucia: alla Castellina sita nella frazione di Quinto Fiorentino del Comune di Sesto Fiorentino e risale al sec. XVI, la Chiesa del 1626/27 è un integro ed elegante esempio barocco, ricca di affreschi, decorazioni, stucchi e confessionali in noce intagliati risalenti al 1712. Nel coro vi è l'Assunta col Bambino e Santi di Volterrano 1682.
Altre opere arricchiscono il complesso: i funerali di S. Alberto di Orazio Fidani del 1645, la flagellazione di Bartolomeo Silvestrini del 1626, l'orazione nell'orto di Jacopo Vignali del 1626 e alcune opere di Vincenzo Meucci: la Madonna del Rosario del 1731, i Santi Andrea Corsini e Maria Maddalena dè Pazzi con Angeli del 1749 e le figure dipinte ad affresco del 1749 che circondano il Crocifisso ligneo del XVI sec.
Chiesa di S. Bartolomeo: si presenta esternamente con il tipico filaretto in pietra alberese, un piccolo abside con una monofora centrale leggermente interrato rispetto al piano stradale, mentre dall'altro lato c'è il piccolo ingresso sormontato da un finestrone circolare, dotato di un campanile a vela ormai senza le campane. Attualmente il sagrato della Chiesa è delimitato da un piccolo muretto e completamente coperto dal prato, una grata impedisce l'accesso alla Chiesa.
Villa il Casale: risale al trecento e dell'epoca conserva finestre e porta d'ingresso. Nel 1593 fu aggiunto un vivaio coperto, la vasca, lo stanzone usato come teatro, il ninfeo sotterraneo fondato su preesistente rovine romane di un edificio termale. Nel 1615 Cosimo II fu ospite alla villa, apprezzò l'architettura e lodò i complessi giochi d'acqua del parco. Nel novecento la villa fu posseduta dal campione di ciclismo Gino Bartali.
Il giardino si sviluppa su tre terrazze digradanti fronteggiando la villa in stile giardino all'Italiana, con aiuole circondate da siepi di bosso disposte attorno ad una fontana centrale. Tre basse torrette neo-medievali costituiscono un punto di vista privilegiato per ammirare il panorama.
Villa convento di Carmiglianello: l'edificio di campagna nel 1609 passò alla comunità ecclesiastica di S. Maria Novella e i frati Domenicani la trasformarono in monastero. Si appoggia su di un terrazzamento vasto e tenuto a prato, da dove si accede ai piani seminterrati, alle cucine e alle cantine; al piano superiore si estende la parte residenziale intorno al cortile circondato su tre lati da un doppio ordine di logge.
Villa La Collina: nel sec. XV appartenne ai dè Medici ai quali appartiene lo stemma Mediceo; nel porticato interno i prospetti sono decorati da finestre inginocchiate in pietra. All'interno la sala d'armi con volta a crociera e stanze con soffitto a cassettoni. Il giardino sobrio con un vasto prato delimitato da cipressi che circonda l'edificio su due lati, concludendosi in una terrazza panoramica.
Villa Corsi-Salviati: è una delle ville più belle e i giardini testimoniano trasformazioni stilistiche succedutesi in trecento anni di storia a partire dal 1500. Dal 1700 la villa fu trasformata così come oggi appare; le facciate ornate con decorazioni e stucchi; agli angoli quattro torri terrazzate con logge, sormontate da balaustre decorate da statua, pinnacoli e urne.
Al ovest del blocco della villa vi sono due uccelliere con una statua in bronzo di bacco che getta acqua in una piccola vasca, queste sono unite da un muro con al centro un grande arco chiuso da un portone in legno con volute e urne, fiancheggiato da due grandi statue in pietra serena raffigurante personaggi mitologici. Una serie di aiuole intorno alla vasca centrale circolare tutte bordate di bosso e due vaschette ovali all'ingresso della villa.
La peschiera rettangolare con una ringhiera in ferro battuto, agli angoli quattro statue raffiguranti le stagioni adornano ancora il lato ovest; una vasca circolare con al centro diversi getti d'acqua pratile, aiuole bordate di bosso e una limonaia con davanti una vasca circolare con grande i imponente cancellata sormontate da vasche mitologiche.
Il muro a sud chiude il giardino con cancelli in ferro battuto e una ragnaia lunga oltre 300 metri, con boschetti di lecci attraversato da vialetti. Nell'ottocento nella parte est venne creato un laghetto artificiale, con un'isoletta che ospitava una capanna ruvida, collegata al ponticello di pietra con corrimano in ferro battuto che ancora esistono.
Villa Ginori a Doccia: risale al quattrocento e nel 1525 passò di proprietà Ginori. Nel 1730 Carlo Ginori realizzò uno dei più importanti orti botanici fiorentini e nel 1818 Carlo Leopoldo Ginori realizzò il parco naturalistico, costituito da un fitto bosco attraversato da sentieri e strade carrozzabili.
Museo: Richard-Ginori della manifattura di Doccia, espone una selezione di opere che parte dalla fondazione ai nostri giorni.
Aree Naturali
Villa Gamba: con giardini all'inglese del 1853 e parco di villa Solaria a giardino inglese.
Siti Archeologici: Tomba della montagnola risalente al sec. VII a. C., costituita da un dromos esterno scoperto e da uno interno coperto, affiancato da due cellette laterali. La camera sepolcrale è sormontata da una falsa cupola con pilastro centrale ed è considerato uno dei più insigni monumenti etruschi della zona.
Tomba della mula: sita all'interno di un parco privato, veniva usata come cantina; misura nove metri di diametro e nei pressi sorge il parco di villa Solaria.
Necropoli di palastreto: composta da una serie di buche dove venivano calate le urne contenenti le spoglie dei defunti e fu utilizzata da più villaggi etruschi della zona tra VIII e VI sec. a. C.
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