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Isola di Capraia

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L'isola è lunga otto km e larga quattro per una superficie di circa 20 kmq. Il perimetro è di circa 30 km. La sua posizione è a 64 km. Da Livorno; 53 km. Da Piombino; 37 km. Dall'isola di Gorgona e 31 km. Dalla Corsica. Fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
Anticamente era chiamata Aigylion dai greci e Capraria dai romani per la presenza di capre selvatiche. Fu occupata dal romani nel 238 a. C. e nel IV sec. fu esilio per cenobiti (monaci) che vi trovarono rifugio durante la persecuzione dei Cristiani; successivamente arrivarono sull'isola monaci di S. Antonio che vi introdussero dei vitigni di origine Africana.
Nel 962 l'imperatore Ottone I la concesse in feudo a Pisa. Nel 1430 Genova vi pose la signoria del patrizio Jacopo de Mari. Dal 1540 dopo le distruzioni perpetrate dal corsaro ottomano Dragut i Genovesi costruirono la fortezza e torri di avvistamento. Nel 1562 fu legata amministrativamente alla Corsica. Con la proclamazione del Regno d'Italia fece parte della provincia di Genova fino al 15 novembre del 1925, quando con R. D. 2111 passò alla provincia di Livorno.
Dal 1873 al 1986 è stata sede di una colonia penale (colonia penale agricola di Capraia) che provocò una massiccia emigrazione della popolazione autoctona, con il quasi definitivo dissolvimento dell'originario tessuto culturale dell'isola.

Monumenti
Chiesa di S. Nicola: risale al sec. XI e deve il suo nome alla statua lignea di S. Nicola che fu ripescata in mare. L'interno è a tre navate separata da pilastri e caratterizzata da decorazioni a stucco eseguite nel sec. XVIII; lungo le navate si aprono numerose cappelle tra cui quelle di S. Erasmo, tradizionalmente di pertinenza dei pescatori e quella di S. Agostino. Custodisce inoltre la tela dell'Annunciazione sec. XVIII e quella raffigurante S. Caterina e S. Domenico del 1665. Nell'abside vi è il coro ligneo settecentesco.
Chiesa e convento di S. Antonio: risalgono al sec. XVII; le origini dei Francescani sull'isola si devono al monaco francescano Pier Giorgio di Bastia, il quale nel 1655 fu inviato sull'isola con funzioni di economo, che ottenuto il favore della Repubblica di Genova e degli isolani, ottenne via libera da papa Alessandro VII.
Dal 1873 al 1986 il convento ha ospitato la centrale del carcere che ospitava la direzione e gli uffici. Nel 2016 si sono conclusi i restauri della Chiesa che si trovavano in pessime condizioni. Si presenta con la facciata barocca e al suo interno custodisce la tela raffigurante la Vergine con il Bambino e S. Anna; sull'altare maggiore vi è la statua lignea di S. Antonio.
Pieve di S. Maria Assunta: eretta dai Pisani XI sec.; sotto la Chiesa si trovano le fondazioni dell'antica villa romana che fu il primo insediamento umano sull'isola. L'interno custodisce la statua lignea della Vergine, la quale il 15 di agosto di ogni anno, viene trasportata con solenne processione fino alla Chiesa di S. Nicola. La Chiesa è decorata da diversi ex voto.
Chiesa di S. Stefano: secondo la tradizione la Chiesa fu costruita dall'eremita Eudossio giunto sull'isola disabitata nel IV sec. Nel sec. IX fu distrutta dai saraceni e riedificata XI sec. Oggi restano le mura laterali e parte dell'abside semi circolare (il tetto a capriate è moderno); la Plebes di Capraia è ricordata negli elenchi delle decime del 1298, quando doveva versare come contributo 5 libbre d'argento e 5 soldi, ridotta alla metà nel 1303.
Forte S. Giorgio: eretto nel 1540 dai Genovesi a seguito della distruzione ad opera del corsaro Dragut; fino al 1700 il forte ospitava tutta la popolazione dell'isola e la Chiesa principale.
Torre del porto: è la torre costiera meglio conservata, fu eretta dai Genovesi nel 1541 ed è l'unica ad essere stata restaurata, per cui si presenta in ottime condizioni; a base circolare ha la forma di cono sormontato da ampio ballatoio circolare dotato di merlatura.
Torretta del bagno: è una delle quattro torri costiere e si trova vicino al mare e ai piedi dell'altura del castello; fu costruita dai Genovesi nel 1790 per la difesa del porto, un arco rampante la collega alla ripida parete rocciosa dove un camminamento protetto conduceva al forte. La torre ha forma cilindrica alta e stretta, nei suoi pressi si trova uno dei punti più frequentati per la balneazione nell'isola, poiché dotato di scogli piatti, dal momento che l'intera isola è priva di spiagge e con coste alte e rocciose.
Torre delle Barbici: o torre della regina o torre di punta teja, è una delle quattro torri costiere e fu costruita dai Genovesi nel 1699 per sorvegliare il canale dal lato della Corsica e controllare le incursioni nemiche dei corsari. Tramite segnali di fumo era in contatto con le altre torri dell'isola; essa è a base quadrata con aspetto diroccato, dal 2009 è accessibile da un sentiero via terra.
Torre dello Zenobito: è una delle quattro torri costiere e deve il suo nome a un antico monastero “cenobio” nelle vicinanze, essa venne costruita dai Genovesi nel 1545. La torre è a base circolare e domina la suggestiva cala rossa, è raggiungibile via terra con due sentieri: uno costiero inaugurato nella primavera del 2010 ed uno interno su strade mulattiere o sentieri; si tratta di escursioni della durata di circa cinque ore. La torre si presenta a pianta circolare simile alla torre del porto, l'interno è costituito da tre vani sovrapposti: di uno centrale dominato da un grande caminetto in pietra lavica.
Faro di Capraia: risale al 1868 la sua realizzazione fu voluta dalla Marina Militare, all'epoca Regia Marina per illuminare il canale di Corsica; la lampada ha una portata di 16 miglia nautiche.
Semaforo di Monte Arpagna: noto come semaforo dell'isola di Capraia; è un semaforo marino dismesso del canale di Corsica, la sua costruzione risale all'inizio del novecento; nel 1914 venne attivato anche un Osservatorio Meteorologico che ha registrato dati fino al 1952. Attualmente sono in fase di studio alcuni progetti per il recupero del complesso.
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