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Arcipelago Toscano

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Isola d'Elba
E' la più grande isola dell'Arcipelago Toscano – 223,52 kmq – è la terza d'Italia dopo la Sicilia e la Sardegna. Dista dalla costa 10 km. La ricchezza delle sue miniere la rese prezioso territorio di conquista: fu abitata da Liguri, Greci, etruschi e romani che l'arricchirono con le loro residenze patrizie, facendone inoltre una base navale che diede vita ad alcuni insediamenti,
Nel medioevo passò ai Longobardi e fino al 1399 fu dei pisani, entrando a far parte del Principato di Piombino e nel cinquecento fu vittima delle incursioni Turche condotte dal famoso pirata Barbarossa, in seguito fu fortificata dai Medici.
Fu contesa tra Spagnoli e Francesi, tra Borboni e gli Asburgo e alla fine del sec. XVIII fu conquistata dagli Inglesi e dai Francesi. Nel 1814 fu il rifugio di Napoleone e un anno dopo tornò al Granduca di Toscana, passando all'Italia nel 1860.


Portoferraio
Sorse in epoca romana col nome di Fabricia ed è il nucleo più antico dell'Isola. Rasa al suolo dai saraceni fu riedificata e chiamata Feraia per le sue miniere di ferro. Fu sotto il dominio degli Appiano che la cedettero a Cosimo I dè Medici, il quale fece erigere da G. B. Bellucci una città fortificata battezzata Cosmopoli, facendone una base per la flotta Fiorentina. Durante il breve regno Napoleonico ne fu la capitale.

Monumenti
Propositura della natività di Maria: nel 1623 vennero aggiunte due cappelle laterali all'edificio di epoca Cosiminiana trasformandole in tre navate; l'altare settecentesco è dedicato alla Madonna del buon viaggio e richiama la città marinara che affida la propria navicella a Maria, nella pala la navicella compare come aggiunta votiva in argento che un Angelo porge alla Madonna.
Tra i dipinti: la Madonna del Rosario attestata già nel 1623; l'altare dell'Immacolata Concezione conserva la statua settecentesca in cartapesta raffigurante la Vergine; nella navata opposta, l'altare con il Crocifisso ligneo risalente al 1549 già collocato sul marmoreo altare maggiore.
Chiesa S. Cristino: o Crispino o della Misericordia, sede della confraternita omonima. Nella navata unica domina l'altare marmoreo con tela settecentesca della Madonna della Misericordia, la volta affrescata nel 1765 col trompè l'oeil di una balaustra, su cui si imposta un loggiato terminante in una falsa cupola. L'organo a canne è del 1850; in un armadio è conservata la copia in bronzo della maschera di Napoleone e il calco della mano. Nel 1746 fu aperta accanto alla Chiesa una cappella dedicata alla Vergine di Loreto per ospitare la statua della Madonna.
Chiesa di S. Marco alle grotte: risale al 1619 e la grande pala d'altare raffigura l'Evangelista che alzando lo sguardo alla fonte della sua ispirazione, scrive sul rotolo appoggiato sulle sue ginocchia, fulcro luministico della composizione.
Chiesa di S. Stefano alle Trane: sita nella frazione Magazzini del comune di Portoferraio; si avvicina all'architettura romanica pisana e possiede molti punti in comune con diverse Chiese in Sardegna e Corsica, fu eretta nel sec. XI la facciata è spartita in basso da arcate cirche su paraste e conclusa da un timpano sottolineato da cornici, l'abside presenta decorazioni ad archetti pensili, sui cui peducci compaiono motivi zoomorfi e protomi.
Cappella dell'Annunziata: risale al 1581 e fu ampliata nel 1645 con l'aggiunta degli altari laterali e del loggiato. Essendo la cappella dell'antico cimitero di Portoferraio, custodisce le lapidi sepolcrali di cittadini illustri. Nel 1799 i Francesi la usarono come deposito di armi, venne restaurata da Ferdinando II nel 1818.
Chiesa del SS. Sacramento: edificata nel 1551 a navata unica con soffitto decorato a cassettoni con motivi floreali, porta al centro l'incoronazione di Maria attribuita a Giovanni Camillo Sagrestani. L'altare maggiore è in marmi policromi e stucchi in stile barocco e la pala dell'Assunta è una copia del 1930 opera di Giuseppe Mazzei, dall'originale di Guido Reni.
Alle pareti dipinti settecenteschi con il sacrificio di Abramo e il sogno di Elia. La cappella dedicata ai caduti della grande guerra è affrescata da Giuseppe Mazzei nel 1934, sopra il ciborio e l'altare marmoreo si trova il Crocifisso ligneo che fu ritrovato sotto le rovine dell'antica Fabricia (una nave aliscafo).
Chiesa di S. Rocco: risale al 1584 della confraternita della Misericordia. Aveva annesso un cimitero settecentesco riservato alle vittime della peste e ai giustiziati. La facciata attuale risale al XVIII sec.; al suo interno si trova un altare marmoreo con la statua di S. Rocco. Delle memorie passate ci sono solo le tombe di due Cavalieri di Santo Stefano.
Grotta di S. Mamiliano: detta anche grotta del Santo e grotta del drago sita sull'isoletta di Montecristo. La vocazione monastica dell'isola affonda le radici nel sec. V, è dominata dai resti della fortezza di Montecristo che secondo la leggenda, il Santo per sfuggire ai vandali sarebbe qui approdato dalla Sardegna avrebbe ucciso un drago nella grotta (simbolo evidente del paganesimo). Sul luogo dell'uccisione sarebbe sgorgata la sorgente d'acqua ancora esistente, all'interno della grotta vi sono numerosi ex voto, testimonianza del passaggio di pellegrini e marinai. Nel gennaio e febbraio del 1870 nella grotta del Santo visse l'eremita: Davide Lazzaretti (predicatore Italiano).
Monastero di S. Mamiliano: sito sull'isola di Montecristo, eretto nel 727 su di un tempio dedicato a Giove. Nel sec. X grazie alle donazioni divenne uno dei più ricchi monasteri della Toscana. Il crollo del sistema feudale, le scorrerie saracene e le mire della Repubblica Pisana furono le cause della sua decadenza, fu restaurato dagli stessi monaci nel 1323 ma un'incursione dei pirati turchi comandati da Dragut nel 1553, li fece abbandonare il monastero e fino all'ottocento fu abitato da eremiti. Nel 1890 fu scelto come bersaglio per esercitazioni militari dalla Regia Marina Militare.
Napoleone Bonaparte fu esiliato nell'isola dal 4 maggio 1814 al 26 febbraio 1815, a Portoferraio possedeva due residenze principali: la palazzina dei Mulini e la villa S. Martino, erano rispettivamente: residenza pubblica e residenza privata. La palazzina dei Mulini era utilizzata per ricevimenti e feste e quando Napoleone partì dall'isola fu abbandonata fino all'arrivo dei Lorena, per divenire destinazione prettamente militare.
Villa S. Martino era più piccola ma con più comodità e raffinatezze, le due stanze più importanti sono: la sala del nodo d'amore dedicata alla sua unione con Maria Luisa d'Asburgo Lorena e la sala egizia decorata con geroglifici e piramidi, un grande zodiaco sul soffitto e altre scene che rappresentano i momenti salienti delle imprese di Napoleone.
Alla partenza dall'isola di Napoleone, la villa fu abbandonata fino a quando il principe russo Anatolio Demidoff, figlio dell'ambasciatore russo a Firenze sposò la nipote di Napoleone: Matilde entrando in possesso della villa. Oggi dopo un restauro ospita stampe del periodo di Napoleone provenienti da varie collezioni private.
Villa Bideschi: del sec. XVIII e prende il nome dagli antichi proprietari, conserva gli arredi originari ed è circondata da un parco con piccoli viali, statue e balconate che si affacciano sul mare sottostante. La villa è proprietà privata.
Il territorio di Portoferraio è dotato di cinque fari di cui (il faro dello scoglio d'Africa) è sito sulla formica di Montecristo.
Fortezza del Volterraio: fu costruita intorno al mille su una preesistente struttura etrusca e qui fu rinvenuta una moneta bronzea di Volterra coniata nel IV sec. a. C., insieme a proiettili di piombo per fionda, frammenti di bronzetti figurativi e resti di vasellame in bucchero (ceramica nera e lucida); oggi nonostante sia in rudere è visibile parte dell'aspetto imponente che caratterizzava il complesso difensivo.
Fanno parte dell'antica architettura militare il forte Stella, il forte Falcone e due torri costiere: del Gallo e della Linguella.
Museo Archeologico: è ospitato negli antichi magazzini del sale della fortezza Medicea alla Linguella; sono esposti reperti etruschi e romani che vanno dal sec. VIII a. C. al V sec. d. C., corredato da anfore, armi, vasi e strumenti di relitti marini. La storia è ben spiegata nei pannelli didattici illustrativi presenti nelle sale del museo.
Terme S. Giovanni: sorgono in una zona di fanghi marini, utilizzati insieme all'acqua madre, per la cura dei reumatismi, delle affezioni dermatologiche e delle vie respiratorie.

Siti Archeologici
Nel territorio di Portoferraio si trovano resti archeologici di età differenti prevalentemente etrusco-romano e medievale. Troviamo insediamenti etrusco a Castiglione S. Martino, Monte Fabbrello e Monte Puccio.
Necropoli nella frazione Casa del duca del comune di Portoferraio datata dal V al II sec. a. C.
Ville romane (due) risalenti al I sec. a. C., costituite da ambienti d'abitazione, piscina con impianto di riscaldamento dell'acqua a vapore e magazzini con montacarichi.


Marciana Marina
La prima pietra all'ingresso del porto venne posta il 10 settembre 1911 dove si trova la Torre degli Appiani rappresentata in una cartografia del 1420.
Chiesa di S. Chiara: risale al 1776, la facciata è ornata da quattro colonne e su di un cornicione cui posa un frontespizio; il battistero in marmo, le pilette dell'acquasantiera in marmo nero, la cantoria di castagno con l'organo a canne del 1829. Gli altari dedicati: alla Madonna del Rosario, alle anime del Purgatorio e al SS. Crocifisso. L'altare maggiore in marmo con ciborio ornato di putti; ai lati le vetrine con ex voto e arredi sacri, nella nicchia una statua in stucco della Madonna Addolorata che sovrasta il Cristo morto.
Gli edifici storici di notevole interesse sono la Villa Anselmi e villa Leonardi quest'ultima in triplice veranda su colonne di ordine tuscanico del XIX sec. Dalla frazione di Procchio del Comune di Marciana Marina è visibile il piccolo isolotto “la Paolina” intitolata a Paolina Bonaparte.
Ospita ruderi di una costruzione romana databile tra il I sec. a. C. e il I sec. d. C.
Santuario della Madonna del Monte: ubicato a 630 metri di altezza del Monte Giove; già attestato nel sec. XIV e si venera un affresco della Madonna Assunta con Angeli musicanti sul sepolcro vuoto di Maria, la cui origine risale al XV sec. L'edificio ha tre campate e nelle modifiche del cinquecento furono realizzati vari affreschi: Esaltazione della Croce attribuibile al Sodoma del 1537, l'altare maggiore in marmo d'ordine composito del 1661.
Al sec. XVIII risalgono i trompe d'oleil (illusione pittorica di guardare oggetti reali e tridimensionali); nella campata d'ingresso insieme al piccolo portico interno, sorretto da quattro colonne in muratura adibito a cantoria nel 1824.
Nel 1875 fu decorata la cupola con quattro medaglioni di soggetto Mariano insieme alle volte interne, alla facciata e alle fiancate del Santuario. Nel 1919 fu realizzato il campanile neogotico e vennero lastricati gli spazi antistanti, dove si ergono quattro colossali castagni e nel 1963 fu collocata la balaustra presbiteriale in marmo grigio.
Nel 2010 il Santuario è stato inserito tra: “I luoghi del cuore” dal FAI (Fondo Ambiente Italiano).
Teatro della fonte: all'esterno si apre un'esedra in granodiorite (roccia della famiglia del granito) risalente al 1698 e che visivamente assomiglia al granito, presenta una trabeazione in ordine ionico e tre mascheroni in marmo bianco.
Romitorio: già documentato nel sec. XVI è un lungo e basso caseggiato che fiancheggia il Santuario, al suo interno vi abitavano gli eremiti che vivevano delle elargizioni del Santuario.
Napoleone Bonaparte soggiornò presso il Santuario dal 23 agosto al 5 settembre 1814, incontrando la contessa Polacca Maria Walenska con il figlioletto Alexandre dal 1 al 3 settembre. L'imperatore vi fece allestire la sua tenda militare sottostante il romitorio nel bosco di castagni, riservandosi due stanze per studiolo e camera da letto, quest'ultima contigua alla piccola camera usata da Henri Gatien Bertrand (Generale Francese, Maresciallo di palazzo e conte dell'impero).
Grotta e seduta della Madonna: a breve distanza del Santuario vi è la grotta della Madonna e lungo la via in salita, si trova un particolare masso di granodiorite che presenta un avvallamento circolare, il quale secondo la leggenda è dovuto al sedersi della Vergine stanca e popolarmente è chiamato: “Culata della Madonna “.
Il sentiero che porta al Santuario è costeggiato da 14 tabelle decorate con scene della via Crucis, il 21 aprile 2013 è stato inaugurato un percorso escursionistico, che si snoda tra caratteristiche formazioni rocciose (granodiorite) modellate dall'erosione idroeolica tra queste: l'Aquila, il Condor, il Coccodrillo, il Cavallo di Napoleone e il Gigante.
Proseguendo si sale al monte Capanna, che si erge fino a 1020 metri e raggiungibile anche con una cabinovia dalla cui sommità si gode di una vista incomparabile.
Poggio: è una frazione del Comune di Marciana è un caratteristico e suggestivo paesino con struttura a chiocciola e la sua rete di strette viuzze lastricate in granito, ci presenta la Chiesa fortificata di S. Niccolò con due bastioni che si ergono ai lati della facciata databili XVI sec., è preceduta da una grande scalinata e al suo interno in stile barocco; conserva numerosi dipinti, statue, arredi oltre ad un organo del 1854.
Nelle due cappelle laterali vi sono dipinti dell'ottocento: nella cappella dell'Annunziata vi è una tela di Antonio Rossi del 1883, mentre nella cappella del Rosario è conservata un'opera raffigurante la Vergine Maria tra S. Antonio da Padova e S. Caterina da Siena.


Marina di Campo
Il borgo si è sviluppato intorno alla torre Marina di Campo attestata già nel 1596.
Chiesa di S. Gaetano: eretta nel 1964 mentre il campanile risale al 2000, al suo interno è installato un piccolo museo di arte sacra che mostra 16 tele del pittore Italo Bolano sulla vita di Cristo.
Chiesa di S. Mamiliano: se ne hanno tracce nei documenti del 1343 ma potrebbe risalire al periodo preromano; al suo interno custodisce una tela del sec. XIX raffigurante S. Mamiliano di Montecristo che uccide il drago e alcune reliquie ossee del Santo che sono state traslate dalla Chiesa di S. Matteo a Pisa, nel 1960 anno in cui è stata riaperta al culto.
Il territorio è dotato di due fari: Marina di Campo e Monte Poro, nonché la torre Marina di Campo che fu realizzata nel 1596 a scopi difensivi. Gli Spagnoli vi edificarono nelle vicinanze una cappella dedicata a S. Gaetano da Thiene, per permettere alla guarnigione soste di preghiera mentre erano in servizio presso la torre.


Porto Azzurro
In origine si chiamava Longone, è documentato per la prima volta nella tabula Peutingeriana (Portus Longe) e negli annales lanuenses (documenti storici) di Caffaro di Rustico da Caschifellone (storico e console della Repubblica di Genova) - (Longonum). Al largo di Porto Azzurro giace il relitto di Punta Cera (nome corretto è Punta nera), su fondale sabbioso a 35 metri di profondità e largamente depredato, risalente al III sec.

Monumenti
Forte Longone: noto come forte Beneventano del XVII sec., fu edificato dagli Spagnoli per potenziare il sistema difensivo costiero, l'intera struttura fu realizzata in soli due anni tra il 1603/05; nell'ottocento la struttura fu dismessa e convertita in carcere, la funzione che svolge tuttora e si presenta a forma di stella.
Le cortine murarie esterne di cinta sono rivestite in alcuni tratti in mattoni e altri in pietra; si caratterizzano per la presenza di possenti basamenti a scarpa, che lungo i lati verso terra erano delimitati da fossati. Nell'area interna si trovavano vari fabbricati che ospitavano: il palazzo del governatore, tre polveriere, un'armeria, alloggi delle guarnigioni, alcuni magazzini, un ospedale e un mulino a vento.
Al suo interno furono edificate due Chiese: quella di S. Giacomo il maggiore in stile barocco, risalente al 1656 data scritta sulla tela raffigurante S. Barbara con la fortezza in mano. Nel settecento la Chiesa subì un rinnovamento e fu arricchita da decorazioni ispirate al barocco Catalano; distrutte nel novecento e sostituite dagli affreschi dell'Elbano Eugenio Allori.
Un busto in argento di S. Barbara, i dipinti con S. Giuseppe e Simeone, oltre alle lapidi dei Generali Spagnoli rimangono a testimonianza dell'assetto originario. E la Cappella di S. Barbara sita nella piazza d'armi.
Santuario della Madonna di Monserrato: eretto nel 1606 su ordine del primo governo Spagnolo di Longone: don Josè Pons y Leon che commissionò anche la copia del quadro della Madonna (Nuestra Senora Morena) di autore ignoto, a imitazione di quella di Montserrat presso Barcellona. L'architettonica del barocco Iberico si avverte sulle decorazioni che movimentano le superfici.
Interessante è la decorazione della sacrestia e ambienti attigui con volute vegetali rosso ocra, dove spiccano cartigli (elemento decorativo scolpito o dipinto racchiuso nell'immagine di un rotolo cartaceo) del sec. XVIII in lingua latina con citazioni tratte dalla Genesi e l'Eneide. Il retro della Chiesa e la facciata risale al 1768.
Cappella Sacro Cuore di Maria: risale al 1727 e al suo interno oltre al monumento funebre del Generale Spagnolo Diego de Alarcon, si trova il quadro della Madonna in ginocchio di fronte alla Croce, risalente al 1777 opera di Francesco Basile che insieme al cuore rosso in campo nero raffigurato sull'altare, giustifica la titolazione della Chiesa
Chiesa Madonna del Carmine: sorta nel 1752 per servire gli abitanti della marina che alla sera non potevano accedere nell'interno del forte, ottenendo per concessione un cappellano dal re e dall'arcivescovo di Napoli.
Laghetto di Terra nera: di origine minerario, dall'originaria miniera venivano estratte ematite, magnesite, e pirite dalla cui lavorazione si otteneva il ferro, i cui residui hanno colorato di rosso il terreno intorno al lago; il lago non è balneabile per la presenza di acqua solforosa.
Cima del Monte: raggiunge un'altezza di 515 metri e fa parte del Parco Nazionale Arcipelago toscano, è possibile eseguire escursioni in bici, a piedi, a cavallo, lungo il percorso si trovano i resti di un insediamento dell'età del bronzo.

Escursioni
Capoliveri: (a 5 km.) è un centro agricolo abitato in prevalenza da minatori.
Forte Focardo: l'imponente complesso risale al 1678 in posizione dominante su di un promontorio, con pianta a stella e rafforzato da due baluardi angolari e da due piccoli bastioni; è caratterizzato da possenti basamenti a scarpa, le strutture murarie esterne si presentano rivestite in pietra. Al suo interno si trovano alcuni fabbricati che ospitavano la polveriera e gli alloggi delle guarnigioni. Oggi ospita il faro di Capo Focardo della Marina Militare.
Chiesa di S. Maria Assunta: di impianto romanico, documentata nel 1343, subì l'assalto delle truppe Franco – turche al comando di Dragut nel 1553. Al suo interno vi sono numerose statue ottocentesche in gesso dipinto, insieme ad una tela raffigurante la Madonna del Carmine tra S. Mamiliano e S. Andrea. Fu restaurata nel 1830.
Pieve di S. Michele: attestata nel 1235; nel 1376 papa Gregorio XI ritornato dalla cattività Avignonese, avrebbe fatto scalo con la propria nave nel sottostante golfo e nella Pieve di S. Michele, avrebbe celebrato la messa a beneficio della popolazione del paese. Fu danneggiata dalle truppe di Dragut nel 1553, perse le sue funzioni culturali finché nell'ottocento fu trasformata in Cappella mortuaria. Al suo interno conserva l'abside romanica decorata da coppie di archetti pensili divise da paraste.
Borgo medievale fortificato: con piccoli vicoli e archi, sottopassi e scalette che il tutto riporta al sec. XIII/XIV.
Santuario Madonna delle Grazie: risalente al VII sec., nel 1792 fu rifugio per monaci Francesi durante la rivoluzione in Francia. Al centro dell'altare c'è un quadro raffigurante: la Madonna del Silenzio di Marcello Venusti seguace di Michelangelo. Gli affreschi furono eseguiti da Eugenio Allori; un restauratore Tedesco Gustav Blankenagel da Colonia intonacò le mura negli anni 60, staccando le stuccature barocche dall'altare per ripristinare lo stato primigenio in pietra. Il Santuario è circondato da un paesaggio pittoresco di pinete e vigne.
Santuario Madonna delle neve: sito nella frazione di Lacona (a 9 km.) eretto nel cinquecento su di un edificio precedente e nell'ottocento ci visse l'eremita Giuseppe Tosi che abitò in uno spazio strettissimo, però ebbe la sua propria vigna. Nella Chiesa è conservata un'immagine della Madonna.


Rio Marina
E' una stazione balneare per vacanze in Toscana e centro dell'industria mineraria del ferro. Il panorama è caratterizzato dalla pietra rossa delle miniere e dall'attivo porto commerciale. La zona di Rio Marina è stata sfruttata sin dagli etruschi per scopi minerari; nella frazione II Piano si trova l'importante necropoli rupestre di Rio, una sepoltura collettiva risalente all'Eneolitico.
I primi insediamenti documentati risalgono al XVI sec.

Monumenti
Tempio Evangelico Valdese: risale al 1853 quando una colonia Valdese arrivò sull'Isola e continua tuttora la sua attività.
Cappella Tonietti: il mausoleo si configura come un imponente torrione a pianta quadrata, il quale sia per la forma che per la posizione isolata in vista del mare, sul promontorio di Cavo, da l'idea di un elaborato faro.
Chiesa di S. Rocco: edificata nel XVI sec., con lo scopo di offrire un luogo di preghiera ai minatori che venivano dal continente; fino al 1840 fu Cappellania poi eretta a parrocchia con l'aumentare della popolazione.
Chiesa di S. Giacomo Apostolo: o Chiesa di S. Giacomo Apostolo e Quirico, eretta durante il dominio Pisano e successivamente fortificata con solidi bastioni; nell'impianto a tre navate troviamo l'origine medievale, rimaneggiata nel settecento. Tra le opere conservate al suo interno: una tela seicentesca raffigurante le nozze mistiche di S. Caterina attribuita a Giovanni di S. Giovanni, lapidi marmoree di illustri personaggi e una ricca dotazione d'argenteria sacra.
Isola di Palmaiola: inclusa nel comune di Rio Marino, è ricordata nel XIII sec. negli annali del Caffaro (documenti storici); sulla sommità è presente una struttura abitabile con un faro della Marina Militare attivato il 15 gennaio 1844, sul logo di una torre edificata nel 909 dalla Repubblica di Pisa e ristrutturata nel 1534 dagli Appiano. Il faro venne automatizzato nel 1989 con pannelli solari da 20 kw; accanto alla costruzione è presente un eliporto, mentre a valle una costruzione in muratura per il ricovero degli animali.
L'isolotto riveste importanza naturalistica particolare in quanto sito di nidificazione di uccelli marini quali: la berta maggiore e il raro gabbiano corso.
Isola di Cerboli: inclusa nel comune di Rio Marina, nel 1108 venne edificata una torre sulla sua sommità dalla Repubblica di Pisa; fu riedificata dagli Appiano nel 1567 mentre nel XIII sec. venivano prelevati i falchi pellegrini. L'isolotto è stato di proprietà dello scrittore Carlo Cassola (Roma 17 marzo 1917 – Montecarlo 29 gennaio 1987 è stato scrittore e saggista).
Assieme alla vicina isola Palmaiola è stata inserita nei siti di interesse comunitario della Regione Toscana, per il contrasto marino e ambientale in cui si trova.
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