Collina
Mare
Cuma
E' un centro archeologico di grandissimo interesse presso il litorale tirrenico, è compreso nel comune di Pozzuoli. Cuma, fu fondata l'VIII sec., a. C. da coloni greci provenienti dall'Eubea e si sviluppò nei due secoli successivi fino a comprendere il territorio Flegreo di: Miseno, Puteoli, Neapolis; fu occupata dai sanniti passando poi sotto il dominio romano e avviandosi verso la decadenza, accelerata dalla distruzione nel X sec., da parte dei saraceni. Nel XVII sec., cominciarono a venire alla luce i resti dell'antica e grande città, ma gli scavi iniziarono solo nell'ottocento.
La strada che conduce al complesso archeologico, è scavalcata dall'arco felice di età domizianea del I sec., d. C., a un solo fornice, serviva a mettere in comunicazione le due parti del monte Grillo, tagliato per permettere il passaggio della via Domiziana. Intorno, si vedono resti di pavimentazione, avanzi di ville e tombe.
Grotta di Cocceio: è un imponente galleria lunga un km., scavata per collegare Cuma al lago d'Averno, scavata nel 37 a. C. da Lucio Cocceio Aucto, commissionata da Marco Vipsanio Agrippa per motivi militari, percorribile da due carri; è detta anche della pace, che secondo una leggenda cinquecentesca, un cavaliere spagnolo tal Pietro di Pace, malconsigliato da maghi e chiromanti, avrebbe dilapidato i propri beni, nella vana ricerca di un presunto tesoro ivi seppellito. Oggi versa in stato di abbandono.
Anfiteatro: era fuori della cinta muraria e risale al I sec., a. C., di forma ellittica, ne restano solo le arcate perimetrali.
Tempio della triade: dopo il foro e il sepolcro della sibilla, troviamo i resti della città sannitica e romana con il tempio dedicato alla triade capitolina: Giove, Giunone, Minerva eretto nel IV sec. a. C., fu trasformato nel periodo imperiale.
Acropoli: si presenta difesa da una robusta cinta muraria, in parte greca e in parte romana.
Cripta romana: una massiccia gradinata penetra nelle sue profondità, dopo il vasto ingresso a nicchie, si estende la colossale galleria che perfora il colle di Coma, lunga 180 metri, rischiarata da aperture e intervallata da vestibolo. A due terzi del percorso, sono ricavati ampi locali, probabilmente impiegati per rifornimento idrico.
Antro della sibilla cumana: sacerdotessa del Dio Apollo, fu un famoso santuario del V sec., a. C., dove folle, provenienti da terre lontane, andavano in pellegrinaggio a chiedere responsi. Si tratta di una poderosa galleria, lunga 131 metri, scavata nel tufo con volte a trapezio, è integra tranne che nella parte iniziale.
La luce che penetra da aperture regolari, ne accentua l'atmosfera; a mezzo del percorso, si notano tre cisterne e in fondo termina con un ambiente rettangolare a nicchia, coperto da alta volta; era il luogo dove la sibilla faceva le sue predizioni. Quest'ultimo ambiente, fu rimaneggiato intorno al IV sec. a.C.
Tempio di Apollo: si presenta con podio del periodo greco e colonne di età Augustea. Intorno al VI sec., fu adattato a basilica Cristiana; vi si notano numerose sepolture nel podio e la base della vasca battesimale.
Tempio di Giove: eretto dai greci su un'ampia terrazza in cima alla collina, ricostruito in epoca Augustea e adattato nel V sec., al culto Cristiano; la cella fu trasformata in presbiterio e dietro fu collocato il fonte battesimale; anche qui si notano varie sepolture Cristiane.
Necropoli: occupa un'area molto estesa, nella pianura e ai piedi della collina si trovano tombe (le più antiche risalgono al IX sec. a. C.,) sparsi per le campagne, resti di colombari risalenti al periodo repubblicano e a quello imperiale.
Rovine di Liternum: a 12 km., fu una piccola colonia romana sta vicino al lago di Patria. La sua fama, la deve al fatto che vi si rifugiò, amareggiato, Cornelio Scipione l'Africano, quando fu accusato di aver trattenuto per se parte dell'indennità di guerra versata dal re Antioco a Roma. Di Liternum, sono ancora visibile il piazzale del foro, delimitato dai basamenti dei portici, la basilica contigua e il vicino teatro, di cui resta buona parte della cavea e della scena.
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