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Abbasanta

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Dal 1946, è stata distaccata come frazione del comune di Norbello divenendo comune autonomo con poco più di 2000 abitanti. Nel suo piccolo, vi è il nuraghe Losa e il nuraghe Zuras risalenti all'età del bronzo. Appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria di Gilciber, fu feudo regio che venne riscattato al demanio nel 1838.

Monumenti
- Chiesa parrocchiale di S. Caterina d'Alessandria, edificata nel 500 sulle rovine di un nuraghe in stile gotico-catalano; si presenta a pianta a croce latina a navata unica e tre cappelle per lato terminante con l'abside delimitata dal transetto.
- Chiesa di S. Antonio: antecedente al 1789 anno in cui fu interdetta per lo stato di indecente in cui versava.
- Chiesa di S. Amada in forme gotico-Aragonese XVI sec.;
- Chiesa di S. Maria (o S. Maria delle Grazie) del XVII sec. Sita nel centro storico mentre quando fu eretta si trovava in prossimità dell'abitato.
- Chiesa campestre di S. Agostino: di origine bizantina oggi è sede di preghiera e vita comunitaria, il luogo è caratterizzato dalla presenza di numerose 'cumbessias o muristenes' (sono alloggi per pellegrini posti nelle vicinanze delle Chiese o dei Santuari campestri della Sardegna).
- Nuraghe Losa: è uno dei più importanti e meglio conservati dei monumenti nuragici, il mastio risale al XV – XIII sec. a. C. mentre il bastione, l'antemurale e la cinta muraria risalgono al XII a. C. Essovenne utilizzato anche per scopi funerari come attestano i reperti del VII sec.
- Nuraghe Zuras: è stato datato all'età nuragica del XIV – XII sec. a. C. del tipo a monotorre; è importante per la precisione della tecnica costruttiva la quale vede la messa in opera di grossi blocchi di basalto accuratamente squadrati, in particolare si notano gli stipiti e l'architrave dell'entrata.

Escursioni
A 7 km. Sorge un paesino agricolo: Paulitatino, che ha nei d'intorni notevoli resti archeologici; tombe di giganti; sepolcri epoca nuragica, nonchè il possente nurago Lugherras, eretto intorno al 1000 a. C.; la Chiesa di S. Teodoro del sec. XVI con facciata arricchita da un portale. Chiesa di S. Sebastiano del 1500 eretta per riconoscenza del Santo vhe salvò il paese dalla peste.
Chiesa delle anime del sec. XVI.
Chiesa di Nostra Signora d'Itria del 1516.
Chiesa di S. Maria Maddalena del sec. XVII.
Palazzo Atzori risalente al sec. XVIII ospita oggi il museo archeologico ed etnografico.
Ghilarza: E' a soli 13 km. Il pozzo sacro di S. Cristina, eretto attorno al 1000 a. C. E il lago di Omodeo, inserito nell'elenco dei siti di interesse comunitario per la sua importanza dal punto di vista paesaggistico e ambientale; la flora è costituita da macchia mediterranea, querce, lecci, salici, pioppo bianco, il frassino e l'alloro. La fauna è rappresentata da uccelli stanziali e migratori nonchè il falcopellegrino, falco pescatore, l'occhione, la folaga, la gallinella d'acqua, la garzetta, l'oca selvatica ecc. lungo la strada che porta a Ghilarza (patria di Antonio Gramsci del quale, si può visitare la casa).
Chiesa di S. Palmerio: edificata nel sec. XIII ad opera di costruttori pisani a navata unica, abside finale e tetto a doppio spiovente sorretto da capriate lignee e il pavimento in lastre di trachite. Nel sec. XVIII venne abbattuto l'abside del duecento e vennero aggiunti tre vani quadrati; sono presenti due navate ai lati di quella centrale e sul pavimento vi è la tomba che secondo la tradizione abbia ospitato le spoglie del Santo.
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