Collina
Montagna
Dolceacqua
Deriva da un borgo di epoca romana chiamato “Dulcis” trasformatisi nei secoli in “Dulciàca“ poi “Dusàiga e Dulcisaqua“. Altri studi ne rivelano l'origine “celtica“ dal nome “Dussaga“ modificato in seguito a “Dulsàga“ e infine nell'attuale “Dolceacqua“.
Nel sec. XII furono i conti di Ventimiglia a costruire il primo nucleo del castello e a questo periodo in un documento del 1151 avviene la prima citazione ufficiale. Nel 1792 con la cessione della contea di Nizza dal ducato di Savoia alla Prima Repubblica Francese Dolceacqua entrò a far parte del cantone di Perinaldo – distretto di Mentone – nel dipartimento delle Alpi Marittime. La caduta di Napoleone Bonaparte del 1814 e il successivo congresso di Vienna portò il passaggio al Regno di Sardegna, nella contea e poi divisione di Nizza; dal 1861 al Regno d'Italia. Oggi è un tipico borgo medievale.
Castello: risalente al 1177 che all'epoca il borgo era chiamato “Dulzana“ e si attesta in un antico documento proprietà dei conti di Ventimiglia; solo nel 1270 il maniero venne acquistato da Oberto Doria insieme al feudo (quest'ultimo è il fondatore della celebre dinastia che in seguito dominerà Genova e la sua Repubblica). Il castello nel sec. XIV fu al centro di aspre lotte tra Guelfi e Ghibellini. Il castello è dotato di una torre circolare al centro e da un edificio minore adibito a corpo di guardia; nel sec. XVI venne ampliato aggiungendo alla struttura un bastione speronato nel settore orientale e due torri quadrate identiche.
Oggi la struttura appare divisa in due, con la parte anteriore destinata al controllo e alla sicurezza del borgo nonché locali di servizio, prigioni e magazzini, mentre la parte retrostante collegata tramite un ampio cortile, vi sono gli ambienti di rappresentanza, accoglienza e dove risiedevano i signori. Il castello poggia sul “Flysch di Ventimiglia“ (noto in Francia come Grès d'Annot – costituito da una sequenza oceanica di arenarie e peliti stratificate in facies torbiditica - caratteristiche fisiche, chimiche o biologiche che permettono di distinguere un corpo roccioso da un altro).
Chiesa di S. Antonio: del 1471 in forme architettoniche barocche e classiche, l'attiguo campanile del 1621 sopraelevanto una delle due torri della cinta muraria. L'interno riccamente ornato da stucchi in oro e importanti opere d'arte ad opera di Ludovico Brea; tela di Giuseppe Vermiglio; formelle laterali dei misteri del Rosario ad opera di Bernardo Castello del 1582.
Chiesa di S. Giorgio: del sec. X la facciata reca le trasformazioni architettoniche avvenute nei secoli, infatti in alto a sinistra è la parte gotica, mentre nella parte destra e nella base del campanile quella romanica. Anche la cripta nel sec. XVI subì delle modifiche per la collocazione dei sepolcri in pietra scolpita. Due scale laterali permettono l'accesso all'altare maggiore il quale è sopraelevato dalla sottostante cripta.
Oratorio di S. Sebastiano: del sec. XVII in stile barocco; l'interno a navata unica custodisce una statua in legno di fico raffigurante San Sebastiano ad opera di Anton Maria Maragliano.
Cappella di S. Bernardo: sita fuori del centro abitato presenta affreschi del sec. XVI attribuiti a Domenico Emanuele Maccari.
Palazzo Doria Garoscio: sito nel centro storico ospita la pinacoteca e la biblioteca comunale.
Ponte romanico: risale alla nascita del borgo nel sec. XV per collegare le due parti di Dolceacqua, dotato di un arco di 33 metri. Il pittore francese Claude Monet visitando la riviera nel 1884 ne fece il soggetto di alcuni dipinti, soffermandosi anche sul castello.
Sito di interesse comunitario: Monte Abellio alto 1.016 metri s.l.m. Con una superficie a terra di 727 ha raccogliendo anche il comune di Rocchetta Nervina; appartiene alle Alpi Ligure ed è collocato sullo spartiacque tra Val Roia e Val Nervia.
Nella cittadina sono stati girati parte degli esterni del film: “io sono l'amore”. L'albo speciale del fumetto “Dampyr“ dal titolo “Lucrezia“ e pubblicato nel 2010 in occasione del festival “Horror Autunnonero“ è ambientato interamente alla cittadina in segno di omaggio.
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