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Apricale

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L'origine risale all'età del bronzo come testimoniano i ritrovamenti di tumoli sepolcrali. Ufficialmente il borgo venne fondato nel X sec. dai conti provenienti da Ventimiglia i quali eressero il castello intorno al quale sorge il borgo, con la prima attestazione scritta risalente al 1092 con il nome di “Aurigallus“. Con l'annessione del contado di Nizza alla Prima Repubblica Francese nel 1793 entrò a far parte del cantone di Perinaldo (distretto di Mentone) poi di Monaco nel dipartimento Francese delle Alpi Marittime.
Nel 1815 con la caduta del primo impero Francese tornò al Regno di Sardegna come fu stabilito dal congresso di Vienna e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. La municipalità di Apricale fu sottoposta nel III mandamento di Dolceacqua del circondario di Sanremo della provincia di Nizza (poi provincia di Porto Maurizio dopo la cessione alla Francia del territorio nizzardo). Importanti per la comunità medievale furono gli storici statuti del 1267 considerati i più antichi della Liguria.

Monumenti
Chiesa della purificazione di Maria Vergine: risalente al sec. XII in stile barocco; la facciata presenta due portali ad opera di Giovanni Viale; il rosone con la tecnica a mosaico raffigura “la purificazione di Maria Vergine e la Presentazione al Tempio“, mentre le finestre vetrate rappresentano le figure di S. Luigi e S. Agnese.
L'interno a tre navate divise da due file di quattro pilastri, il pavimento a mosaico è opera di Giuseppe Tamagno; gli affreschi nelle volte sono opera di Leonida Martini del 1904, mentre i dipinti sono databili XVII e XIX sec. Il campanile è stato ottenuto dall'antica torre quadrata del castello nella cui sommità vi è posta una bicicletta; è un'opera artistica contemporanea del 2000 di Sergio Bianco “la forza della non gravità”.
Chiesa di S. Maria degli Angeli: le notizie certe partono dal 1520 sita lungo l'antica mulattiera per “Isolabona“. Si presenta a navata unica divisa in tre campate e decorata con semplici cicli di affreschi realizzati tra il XV e XVII sec. La volta della prima campata reca affreschi raffiguranti i dottori della Chiesa del XIII sec., mentre del XV sec. sono gli affreschi della seconda campata. Dividono le due campate gli stemmi nobiliari dei Doria e dei Grimaldi che furono i signori feudali di Apricale. La terza campata reca affreschi del cinquecento sulla vita di Maria, mentre episodi sulla vita di Gesù si trovano nell'abside; i misteri del Rosario alle pareti sono opera dei pittori Bartolomeo Asmio e Antonio Semeria.
Chiesa di S. Antonio: del sec. XIII sui resti di un antico tempio di epoca romana sita nei pressi del locale cimitero.
Oratorio di S. Bartolomeo: del sec. XVI in stile barocco con facciata che presenta quattro lesene con capitelli di ordine corinzio in rilievo e un grande oculo ellittico sopra il portone principale, mentre l'interno a navata unica con copertura a volta. Custodisce opere di artisti come: dipinto ad olio del sec. XVI attribuito a Ludovico Brea; polittico a sei scomparti a predella sopra l'altare realizzato da maestranze e artisti locali e commissionato da Micaelis Cassini de Brigali il 2 marzo 1544; statua della Madonna della neve ad opera di Paolo Olivari nel 1859.
Cappella di S. Vincenzo Ferrer: del sec. XVI sita fuori dal centro cittadino in una nicchia della facciata custodisce la statua del Santo.
Castello della Lucertola: del sec. X eretto su di uno sperone di roccia. E' sede di eventi culturali e mostre annuali nonché museo della storia di “Apricale“ dove tra importanti documenti e reperti storici custodisce i celebri “statuti apricalesi medievali“ del 1267. Essi regolavano le attività economiche, pagamento delle tasse e tributi, alle pene per reati. Per la giustizia si applicavano pene come: dalla sepoltura dell'assassino (ancora vivo) alla decapitazione delle donne adultere, fino all'amputazione del piede o della mano per i ladri di bestiame. Gli statuti prevedevano inoltre il Giudizio di Dio per i danni o furti a terzi poteva essere dichiarato innocenze qualora camminasse per un breve tratto con un ferro rovente in mano senza ustionarsi.

Escursioni
Baiardo il borgo confinante è circondato dal suggestivo ambiente delle Alpi Ligure; esso conserva interessanti testimonianze artistiche come il Palazzo dei Conti di Baiardo, i resti della Chiesa di S. Nicolò e la Chiesetta di S. Gregorio.
Bussana vecchia: a circa 8 km è un antico villaggio distrutto dal terremoto del 1887 e ristrutturato da artisti stranieri e italiani, i quali hanno dato vita ad una vera e propria comunità aprendo ateliers, botteghe d'arte e di artigianato.
Cerniana a circa 10 km è un suggestivo borgo medievale ben conservato e di grande interesse urbanistico.
Monte Bignone: è alto 1299 metri domina la cittadina ed è raggiungibile anche in funivia; dalla sommità si ammira un bellissimo panorama della costa e dell'entroterra.
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