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Albissola Marina

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Venne fondata da liguri Ingauni in epoca preistorica ma fu con l'impero romano che acquistò fama e importanza grazie alla vicinanza del sito “Alba Docilia“ (è un nucleo romano segnato nella Tabula Peutingeriana dell'impero risalente al IV sec. e oggi è compreso nel territorio comunale di Albisola Superiore. Le successive invasioni barbariche portarono alla divisione dei due borghi, uno in zona costiera e un altro insediamento alle pendici collinari.
Fu alla fine del sec. XII e inizio XII la fondazione di un unico comune di Albisola che dal 1251 fu soggetto al dominio di Genova. A partire dal sec. XVI si affermò come importante centro di produzione della ceramica; attività che ancora oggi rappresenta una delle principali risorse economiche della zona insieme al comune di Albisola Superiore. I comuni sono famosi e assieme formano il territorio “Albisole“ per la lavorazione della ceramica; la differenza alla vicina Albissola Superiore è con una “S“ in più e risalirebbe ad un errore di trascrizione nel 1915 da parte della “Consulta Araldica del Regno d'Italia“ per la concessione del nuovo stemma Albissolese.

Monumenti
Chiesa di Nostra Signora della Concordia: risale al 1590 in stile barocco e con divisione interna a tre navate scanditi da pilastri; si di essi si addossano due ordini di lesene su cui si impostano quattro arcate a sesto ribassato. Le due cappelle interne sono dotate di volta a botte, come altrettante cappelle laterali sono ubicate lungo i muri longitudinali dell'edificio.
Custodisce opere pittoriche e scultoree come: due pale del pittore Andrea Ansaldo; una tela del 1610 del giovane pittore Giovanni Carlone; una pala in formelle di ceramica policroma di Girolamo Urbinate e Agostino Salomone del 1576; affreschi ad opera di Paolo Gerolamo Brusco; una cassa processionale dello scultore Pasquale Navone la quale ha una particolarità: con un solo braccio rappresenta la Madonna della Concordia e quando ha il braccio con Gesù raffigura la Madonna del Rosario.
La statua in marmo sita nell'abside è opera dello scultore Giacomo Ponsanelli risalente al 1690 e raffigura la Madonna della Concordia. L'attuale versione barocca della facciata risale al dopo terremoto del 1887 e realizzato con marmi provenienti dalle cave di Rapolano (Siena). In contro-facciata sulla cantoria lignea si trova l'organo a canne della Chiesa ad opera di Filippo Pittaluga e costruito nel 1769.
Oratorio di S. Giuseppe: sito adiacente alla parrocchiale di Nostra Signora della Concordia risalente al 1608, con facciata alleggerita da tre finestroni decorata con strisce orizzontali bicolore e sotto i finestroni la dedica: “In Honorem Santi Iosephi Sodales Cognomines D(e)D(icaverunt)“ (I confratelli che portano lo stesso nome dedicarono in onore di S. Giuseppe). L'edicola posta al centro in marmo biancone di Verona rosso e bianco risale al 1600. Ai lati due testine di putti e in alto una decorazione in marmo bianco con il cristogramma IHS; la nicchia ospita una statua di S. Giuseppe in marmo bianco di Carrara con in mano il bastone e giglio. Sul basamento la scritta: “Ave, Sponse dei Genitricis“ (Ave, o sposo della Madre di Dio).
L'interno a navata unica e presbiterio quadrato si nota il coro in legno di noce del sec. XVII in serie continua, mentre ai lati del portone i banchi dei priori caratterizzati dalla loro lavorazione più ricercata con riquadri di forma geometrica e con figure scolpite chiamate “bambocci“. Il muro di sinistra ospita tre grandi quadri del sec. XVII di uno raffigurante la Madonna Santi e due papi: Sisto IV nativo di Celle Ligure e papa Giulio Ii della Rovere nativo di Albisola.
Custodisce inoltre: il pulpito ligneo dipinto del sec. XIX e nei riquadri la scritta: “Ave, Spes unica“ (Ave unica speranza), sopra una Croce raggiata di colore bianco su sfondo rosso e nel secondo riquadro compare un libro aperto con la scritta: “Verbum Dei” (parola di Dio) e una stola di colore bianco su sfondo rosso; nel terzo vi è la colomba dello Spirito Santo e nel quarto i gigli di S. Giuseppe con la scritta “Vir iustus“ (uomo giusto).
Le balaustre dell'altare sono dell'ottocento in legno dipinto a losanghe rosse bianche e nere; l'altare in marmo di Carrara diaspro rosso; una pala d'altare di Domenico Fiasella; nel presbiterio una statua lignea del 1957 ad opera di Wilhelm Senoner e una cassa processionale in legno scolpito e dipinto; vicino al coro ligneo si notano due finte finestre a Trompe l'oeil del settecento; il Crocifisso nero del settecento con la croce lignea intarsiata e decorazioni in argento sbalzato, mentre il Crocifisso reca il drappo dorato e le stimmate rosse. Il Crocifisso è un capolavoro di Anton Maria Maragliano in cui sono visibili le vene e i nervi tesi della Crocifissione. La cassa processionale della Sacra Famiglia è opera di Pasquale Navone.
Oratorio di S. Maria Maggiore: adiacente alla Chiesa di S. Nicolò ad Albisola Superiore: reca la data sulla facciata 1612 e l'interno a navata unica con volta a botte a tutto sesto e presbiterio quadrato, scandito dagli scranni lignei che avvolgono le lunghe pareti laterali; il presbiterio è affrescato e irrobustito da lesene sormontate da capitelli e stucchi dorati. Un organo a canne è dietro una balconata in legno sopra il portone d'ingresso, mentre l'altare è in marmo intarsiato e policromo di gusto barocco.
Custodisce 14 monumentali statue in gesso alte circa tre metri ad opera di Antonio Brilla, il quale è anche l'autore della statua lignea del 1881 raffigurante S. Isidoro agricoltore, mentre la statua lignea di S. Nicolò del 1708 è opera di Anton Maria Maragliano.
Chiesa di S. Nicolò: sita ad Albisola Superiore: la prima costruzione avvenne nel 1065, mentre la struttura odierna risale al XVI sec. si presenta con antistante piazzale acciottolato eseguito nel 1837; l'interno a tre navate scandite da quadrangolari pilastri e decorata con notevoli e massicci stucchi. L'adiacente campanile presenta una piccola cupola ribassata in ceramica policroma.
Le navate laterali sono dotate di cappelle con pitture e sculture di artisti noti come: Anton Maria Maragliano con gruppo ligneo policromo; Francesco Schiaffino con la statua in marmo; tele e affreschi della volta e del catino sono di Paolo Gerolamo Brusco; gruppo ligneo di Antonio Brilla; tela di Giovanni Agostino Ratti e affreschi nella volta ad opera di Francesco Gandolfi.
Chiesa di S. Pietro: sita ad Albisola Superiore del sec. XII in stile romanico e ricostruita nel sec. XIX; la Chiesa originaria venne eretta utilizzando le mura di una villa romana, la facciata presenta lo stile medievale con un piccolo pronao sorretto da colonne poggianti su lati due leoni e un piccolo campanile a vela.
L'interno in tre piccole navate custodisce: dipinti del 1895 della pittrice Giovanna Lomellini d'Aragona e la scultura lignea del sec. XV raffigurante la Madonna insieme ad un bassorilievo dell'artista Giacomo Manzù.
Santuario della Madonna della Pace: sita ad Albisola Superiore: il 18 ottobre 1482 nel luogo dove oggi sorge il Santuario si accese una violenta lite tra gli abitanti di Albisola e Stella per motivi di confine territoriale e di pascolo; a sedare gli animi dalle autorità civili e religiose furono inutili che giunsero ad uno scontro armato diretto. Secondo quanto si tramanda: apparve sul campo di battaglia d'improvviso e all'orizzonte una nube luminosa e si udì per ben tre volte da “voce dolcissima“ la parola “Pace“; videro il fatto come intervento miracoloso e cessarono le ostilità mantenendo nel tempo pace tra i due borghi.
Sul luogo sorse una cappella la quale oggi corrisponde alla cripta e nel 1578 venne eretto il Santuario; nel 1882 venne rifatta la facciata e aggiunto un nuovo corpo absidato. L'interno è affrescato con scene della battaglia e nel catino dell'abside vi è un'opera che ritrae la Madonna col Bambino il quale porge un ramoscello di ulivo. Custodisce inoltre una tela di Giovanni Battista Paggi, il soffitto della cripta è decorato ad opera di Giovanni Battista Picchio nel 1632; al suo interno ospita una statua in marmo del sec. XVII attribuita allo scultore Filippo Parodi il quale fu allievo di Gian Lorenzo Bernini.
Villa Gavotti: del 1744 pregevole esemplare di barocchetto genovese; la villa è dotata di una vasca con balaustre, statue e vasi in marmo di Carrara con sirene e tritoni, dominato da un gruppo marmoreo chiuso in un piccolo boschetto che raffigura “Ercole in lotta con il leone di Nemeo”. Vi è riprodotta anche una grotta con stalattiti, stalagmiti, madreperle, conchiglie e coralli provenienti dalla grotta di “Bergeggi“ (formata da due ampie cavità scavate dalla forza del mare sita nell'omonimo comune).
Villa Balbi: eretta dal doge Francesco Maria Baldi nel seicento, dotata di un solo piano nobile e cappella privata; la villa è decorata all'esterno con colonne dipinte su fondo verde e fu residenza estiva del Cardinale Giacomo Luigi Brignole.
Torrente Riobasco: è attraversato da un ponte medievale in laterizio e ad unica arcata.
Castellaro: sito ad Albisola Superiore ed eretto sull'omonima collina, il primo documento in cui viene citato risale al 1121, venne abbandonato nel 1805 e oggi dai suoi ruderi si ammira il panorama della piana albisolese.
Villa romana: di Alba Docilia risale all'impero romano e si trova adiacente alla Chiesa di S. Pietro.
Museo: della ceramica ospitato nella casa-laboratorio dell'artista “Manlio Trucco”. Qui vi sono esposti i reperti archeologici della villa romana.
Tra le persone legate alla cittadina troviamo: Giuliano della Rovere fu il 216° vescovo di Roma e papa con il nome di Giulio II salito al soglio pontificio nel 1503 noto come “Papa Guerriero o Papa terribile“.
Curiosità: nel confinante paesino “Stella“ vi nacque Sandro Pertini settimo Presidente della Repubblica Italiana.
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