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Lavagna

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Sviluppatosi in epoca romana con il nome di “Lavania“ ed è rimasto nei secoli inalterato fino all'attuale “Lavagna“. Secondo fonti storiche durante l'epoca Longobarda fu affidata ai monaci dell'Abate irlandese “San Colombano“ che ne promossero lo sviluppo. Il borgo medievale fu prima dominio della famiglia dei Fieschi e poi del vicino centro di Chiavari, fedele alleato di Genova.

Monumenti
Basilica di S. Stefano: risalente al 1650 e documenti testimoniano che sul luogo dove oggi sorge la Chiesa vi era un'antica torre di avvistamento, le cui tracce sono ancora visibili nella canonica. La basilica è preceduta da un'ampia piazza e accesso alla Chiesa con scalinata in ardesia, pavimentazione in marmo bianco con l'aggiunta nelle parti finali di due leoni, i quali sorreggono lo stemma del comune; il campanile a sinistra ospita le campane della Chiesa, mentre quello sulla destra ospita la campana civica.
L'interno si presenta a tre navate scandite da colonne in parte binate le quali sorreggono le arcate a tutto sesto. Sulla navata centrale vi è una volta a botte con plastici costoloni, mentre le due navate hanno volte a cupola. La basilica è dotata di altari laterali e custodisce: una tela di Sebastiano Galeotti; dipinto di Domenico Piola; due dipinti di Gian Battista Pianello e dello stesso artista è l'affresco nella cupola risalente al 1881, raffigurante la Madonna che porge il Rosario a S. Domenico e S. Caterina.
Il terzo altare si presenta affrescato nella volta con il miracolo di S. Antonio, come anche il primo altare di sinistra presenta la volta affrescata con il battesimo di Gesù. L'altare maggiore è dedicato a S. Stefano scolpito dai fratelli Bocciardi con statue marmoree raffigurante il Santo, realizzate dallo scultore genovese Pasquale Bocciardo sec. XVIII. I quadri raffiguranti “il martirio“ e il “rinvenimento del corpo di S. Stefano“ sono opera di Carlo Fontana, mentre gli affreschi nella volta sono opera di Francesco Chiarella.
Alle spalle della basilica sorge il monumentale cimitero, il quale per le sue sculture funebri, statue, busti e tombe monumentali è considerato uno dei più pregevoli e importanti della città secondo per importanza artistica-strutturale dopo il cimitero monumentale genovese di Staglieno.
Santuario di Nostra Signora del Carmine: risalente al 1617 con annesso convento il quale nel 1799 venne smembrato e venduto a privati, mentre il chiostro ospita la biblioteca civica e la raccolta Alloisio dal 1984. La Chiesa è caratterizzata da un portale del sec. XIX a navata unica e cappelle laterali; al suo interno gli altari sono in marmo locale, mentre gli affreschi sono opera di Giuseppe Repetto del 1860. I quadri che arricchiscono la Chiesa appartengono a varie epoche storiche.
Santuario di Nostra Signora del Ponte: del 1492 e ai primi anni del novecento viene dichiarata “Monumento Nazionale Italiano“. Esternamente si presenta con la facciata costituita da tre portali, archi-travato il mediano e lunettati i due laterali; nel portale maggiore vi è raffigurato un affresco della Madonna della Misericordia attribuito a Lorenzo Fasolo del sec. XVI. Nella lunetta del portale a sinistra spicca un bassorilievo raffigurante S. Francesco che riceve le stimmate risalente al sec. XVI.

Il campanile di circa 40 metri è in forma gotica su cui nei quattro lati si aprono tre ordini di bifore e uno di trifore; quest'ultimo è delimitato da due lesene poggianti su di un esile cornicione e sovrastato da un frontone uguale a quello del corpo centrale della Chiesa. La cuspide è interamente coperta da ardesia lavorata a squame e recante un orologio.
L'interno si presenta a tre navate con presbiterio absidato, la navata centrale è coperta da una struttura in legno a due spioventi, mentre le laterali sono coperte da volte a crociera. Risalgono al cinquecento gli affreschi che arricchiscono la contro-facciata e sono opera di Lorenzo Fasolo. La volta del presbiterio è stata dipinta dal pittore Carlo Thermignon raffigurante gli Evangelisti.
L'altare maggiore è sovrastato dall'icona della Madonna opera di Francesco Maria Schiaffino, ai lati abbelliscono due tele di Antonio Lexerna. E' presente il Crocifisso ligneo risalente al sec. XVIII dello scultore Anton Maria Maragliano, mentre la pala raffigurante la Sacra Famiglia è opera di Francesco Grandi databile 1882.
Oratorio della Santissima Trinità: del sec. XV ma facilmente risalirebbe al sec. XIII poiché i soldati francesi nel sec. XVIII epoca Napoleonica, distrussero l'archivio storico salvandosi un atto notarile del 1406 con la dicitura “Ecclesia Trinitatis Verberatorum de Lavania“.
La facciata si presenta con portale in ardesia del sec.XV, mentre i quattro bassorilievi della bussola sono in bronzo. L'interno a navata unica con pavimentazione in ardesia e decorazioni in marmo a quadrifoglio; l'altare in marmo risalente al settecento dello scultore Alessandro Pelissa di Carrara è posto nella zona absidale, vicino vi è il Crocifisso opera di Anton Maria Maragliano, mentre una nicchia custodisce la statua in legno della SS. Trinità del sec. XVIII.
Tra le opere pittoriche e scultoree custodisce: un dipinto di autore ignoto del seicento; olio su tela; la settecentesca cassa processionale della SS. Trinità. Inoltre opere di Luca Cambiaso – Pietro Paolo Raggi e infine un organo del XVIII sec, in contro-facciata.
Palazzo Franzoni: del 1696 considerato uno dei più importanti e celebri subendo nei secoli diversi usi fino a divenire sede attuale della municipalità.
Palazzo Ravenna: fu convento dei frati carmelitani e oggi è sede della biblioteca civica e al suo interno si svolgono manifestazioni e mostre culturali.
Villa Spinola-Grimaldi: del 1604 che secondo fonti storiche vi soggiornò il principe Francesco II delle due Sicilie in fuga da Napoli insieme alla consorte Maria Sofia di Baviera. Oggi è la sede del Centro neuroscienze dell'Università degli studi di Genova.
Ponte della Maddalena: il quale nel medioevo era conosciuto come “Ponte de mari“ e facente parte della storica via Aurelia; in origine era in legno e nel 1210 fu rifatto in pietra con tredici arcate.
Porticato Bignardello: del 1897 sito nella zona sottostante la Basilica di S. Stefano eretto da Nicola Bignardello, per congiungere l'ampia scalinata della Chiesa, la piazza al monumentale cimitero della città.
Porta di ponente: o di Rezza sita nei pressi del Santuario di Nostra Signora del Carmine, unica superstite e antica porta di accesso fra la cittadella medievale e la località Madonna del Ponte.
Torre del borgo: del sec. XVI come torre di avvistamento e difesa oggi è sede della “Galleria artistica dell'ardesia“ e della “collezione Alloiso” dove si possono ammirare oggetti in ardesia, ceramiche e reperti archeologici, mentre nel sottostante giardino si organizzano mostre culturali e concerti musicali.

Musei
Casa Carbone del sec. XIX arredata con mobili, dipinti e oggetti del sec. XVII; la proprietà è gestita dal “Fondo per l'Ambiente Italiano”.

Persone legate a Lavagna: tra i più illustri della famiglia Fieschi sono quelli di Ottobono e Sinibaldo Fieschi i quali salirono al soglio pontificio con i nomi rispettivamente: Adriano V e Innocenzo IV.
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