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Courmayeur

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Originariamente fu centro dei salassi e stazione militare romana chiamata “Auri Foedinae“ forse per le miniere d'oro dei dintorni. Nel medioevo la cittadina prese il nome di “Curia Major“ e fu contesa da molte signorie delle valli vicine. Dal sec. XVII divenne nota per le sue acque curative e come base di partenza per le ascensioni al massiccio del Monte Bianco.
Durante il periodo fascista dal 1939 al 1946 il suo nome era “Cormaiore“. Nel 1965 venne aperto il traforo del monte Bianco, il quale incrementò il traffico turistico; nel suo territorio si trova la montagna più alta d'Italia e dell'Europa centrale “il Monte Bianco” ed il comune più occidentale della Valle d'Aosta. Inoltre è l'unico comune d'Italia che confina con la Francia e con la Svizzera. Oggi è una stazione di sport invernali nota a livello internazionale e una estiva ciascuna con impianti autonomi.
Nel 1889 Giosuè Carducci così cantava nelle Odi barbare: “Conca in vivo smeraldo tra foschi passaggi dischiusa, o pia Courmayeur ti saluto. Te da la gran Giurassa da l'ardua Grivola bella il sole più amabile arride”.

Monumenti
Chiesa di S. Pantaleone: si ha notizie di un precedente luogo di culto il quale di esso ne resta il campanile sec. XI sormontato da una cuspide risalente al sec. XIV. L'edificio attuale risale al 1742; si presenta con facciata semplice e ricoperta da intonaco e sormontato da un rosone circolare. L'interno a tre navate scandite da sei pilastri rettangolari con lesene sui quali poggiano archi a tutto sesto; le decorazioni risalgono al sec. XVIII ad opera di Giacomo Gnifetti, sopra l'altare campeggia una vetrata policroma raffigurante S. Pantaleone e ai lati vi sono due altari del settecento.
Santuario di Notre-Dame de Guèrison: risalente nel sec. XIX ed è uno dei Santuari mariani più frequentati della Valle d'Aosta. Papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI durante le loro vacanze a Les Combes vi si sono recati molte volte.
Castello: oggi è in rovina ma restano interessanti edifici di epoca medievale.
Casa-forte Passerin d'Entreves risale al medioevo ed è al centro del borgo di Entreves nel comune di Courmayeur, prende il nome della famiglia Passerin che l'abita tuttora e non visitabile. Essa risale al sec. XIV come casa-forte rurale e nel tempo è divenuta dimora aristocratica; nel novecento venne abbellita e trasformata sia all'esterno che negli interni: finestre in pietra decorate con il tipico motivo della chiglia rovesciata. L'interno è dotato di uno scalone a chiocciola che conduce ai piani superiori con l'accesso ad alcune stanze decorati da archi ogivali.
Casa dei Favre: in località Dolonne sorge la casa che ha subito notevoli trasformazioni ma sull'architrave spicca l'incisione “1610“ e varie altre incisioni; si ammirano: lo stemma sabaudo – lo stemma dei Favre – la croce di Malta – il giglio di Francia – il monogramma di Cristo e altre figure.
Torre Maluquin: è unico resto di una casa-torre del sec. XII.
Giardino botanico alpino Saussurea: è il giardino alpino più alto d'Europa sito all'altezza di 2173 metri di 7000 metri quadrati, accoglie la flora alpina tipica del Monte Bianco.
Musei: quello delle guide Duca degli Abruzzi – Museo transfrontaliero del Monte Bianco – Mostra dei cristalli a punta Helbronner con 150 minerali provenienti dal massiccio del Monte Bianco.
Dolonne: frazione del comune di Courmayeur conserva antiche costruzioni del 1300 e vi scorre la sorgente Vittoria con eccellente acqua da tavola con stabilimenti per imbottigliamento.
Entrèves: frazione del comune di Courmayeur è un suggestivo borgo posto in un bacino erboso, vi sorge la casa-fortezza del 1300 e al di sopra dell'abitato ha inizio il traforo del Monte Bianco: partendo da La Palud si raggiunge Le Pavillon del monte Frety e il rifugio Torino; da qui con un'altra funivia si arriva alla punta Helbronner confine con la Francia con una superba vista sulle cime circostanti.
Monte Chetif: sovrasta la cittadina ed è molto frequentato per il trekking nonché caratterizzato da una statua della Vergine Maria sulla cima, la quale è visibile dalla vallata e vi fu posta da papa Giovanni Paolo II.
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