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Argenta

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La tradizione vuole che sia sorta in epoca romana per volere di Esuperanzio vescovo di Ravenna dal 425 al 430; secondo lo storico locale il conte Camillo Laderchi poco dopo la sua fondazione, il territorio venne donato al vescovo di Ravenna Agnello da parte dell'imperatore bizantino Giustiniano, il quale aveva tolto le terre agli Ostrogoti nella battaglia del 540. Venne fortificata nel 603 dall'esarca bizantino di Ravenna Smaragdo; l'otto marzo 1333 fu ceduta all'arcidiocesi di Ravenna agli Este i quali la tennero fino all'esaurimento del casato ferrarese 1598, anno in cui entrò a far parte del territorio pontificio, il quale la inserì nella neonata Legazione di Ferrara.
Argenta è nota per aver dato i natali a Giovan Battista Aleotti; nella seconda guerra mondiale poiché si trovava in prossimità della linea gotica, venne spesse volte bombardata dagli americani perché considerata centro operativo nazista. Nel suo territorio sorge “Argenta War Gap Cemetery” un cimitero molto esteso che accoglie i caduti inglesi e del Commonwealth.

Monumenti
Pieve di S. Giorgio: venne fondata nel 569 per volere del vescovo di Ravenna ed è una delle Chiese più antiche dell'Emilia-Romagna, oggi la zona in cui sorge l'edificio ricade nella zona Ferrarese e ciò la rende il luogo di culto più antico della provincia. A navata unica con abside pentagonale e tre finestrelle ad arco a tutto sesto nei tre lati centrali. Scavi eseguiti negli anno 80 hanno portato alla luce parti del mosaico che decorava l'antico pavimento e frammenti di decorazione muraria a fresco risalenti all'epoca agnelliana IX sec. poiché buona parte del piano originario si trova a circa tre metri sotto il livello del suolo.
Al suo interno vi sono un altare bizantino e tracce di pittura risalenti al sec. XII; di notevole interesse è il portale del 1122 ad opera di Giovanni da Modigliana, il quale è stato uno dei primi esempi di scultura in stile romanico. In esso sono raffigurati il martirio di S. Giorgio e la rappresentazione allegorica dei mesi dell'anno. La Chiesa si trova in posizione isolata in un parco ai limiti della riserva naturale delle valli di Campotto, che fa parte del Parco regionale del Delta del Po.
Valli di Campotto: sono un luogo tranquillo per effettuare delle escursioni in mezzo alla natura e dove poter praticare la pesca sportiva. Il toponimo riassume il nome di altre tre valli: “Oasi di Campotto” - “Oasi Bassarone“ separata dall'oasi di Campotto da un sentiero escursionistico guidato, è molto importante dal punto di vista storico in quanto vicino alla Pieve di S. Giorgio. E “Oasi di Valle Santa” separata dall'oasi di Campotto dal cosiddetto “bosco del traversante“.
Santuario della Celletta: risale al 1606 dedicato alla Beata Vergine che a seguito di una miracolosa apparizione della Vergine, nel 1490 venne eretto un tempietto, il quale nel 1606 per il crescente numero di fedeli fu necessario costruire il Santuario. La progettazione venne affidata a Marco Nicolò Balestri e alla sua morte, l'opera fu portata a termine dall'Aleotti, si presenta di pianta ellittica con elementi classicheggianti; fu gravemente danneggiata nei bombardamenti del 1945 e ristrutturata nel 1954.
Delizia di Benvignante: è una delle residenze monumentali che gli Este fecero costruire nei d'intorni di Ferrara, essa è sita nel comune di Argenta tra le frazioni di S. Nicolò e Consandolo. Risale al 1464 e nel 1481 vi soggiornò la bella Beatrice d'Este; ebbe vari proprietari e nell'ottocento venne acquistata dal conte Luigi Gulinelli del quale vi è ancora lo stemma sul portone d'ingresso, questi ne modificò la struttura sopraelevandola e rendendola più imponente e squadrata, circondandola anche di quattro ettari di parco e famose scuderie per l'allevamento dei cavalli da corsa, le quali furono visitate anche da Vittorio Emanuele II. Attualmente appartiene al comune di Argenta. Nel 2000 la delizia è stata dichiarata dall'UNESCO “PATRIMONIO DELL'UMANITA'“ assieme alle altre.
Valli di Comacchio: sono una vasta zona umida tra le province di Ravenna e Ferrara; a nord si trova la Valle Bertuzzi che assieme alle altri costituiscono una delle zone umide più estese in Italia. E' classificata come sito di interesse Comunitario e zona di Protezione speciale all'interno del Parco regionale del Delta del Po.
Esse nacquero nel sec. X a causa dell'abbassamento del suolo “subsidenza” o “subsistenza“ (è un lento e progressivo sprofondamento del fondo di un bacino marino o di un'area continentale). Inizialmente erano riempite di acqua dolce provenienti dalle alluvioni dei fiumi, dal sec. XVI si riempirono progressivamente di acque marine come oggi le ammiriamo.
Flora: le piante più diffuse sono: la quercia, il pino domestico, il faggio, la canna palustre, la tamerice, mentre il fiore più diffuso è il “limonio“.
Fauna: ospita più di trecento specie di uccelli come i fenicotteri, il cavaliere d'Italia, la garzetta, l'airone cenerino e il martin pescatore; inoltre vi sono pesci come orate, anguille, branzini, cefali, passere e mammiferi come volpi.

Curiosità: in questa zona è ambientato il romanzo di Renata Viganò “L'Agnese va a morire”.
Riserva naturale Bosco della Mesola: ha un'estensione di 835,70 ha nella provincia di Ferrara e comprende i comuni di:
Goro: con la lanterna vecchia del 1864 è l'antico faro che i progressivi depositi fluviali lo allontanarono sempre più dal mare (4 km) oggi la lanterna è stata recuperata ed è utilizzata come osservatorio naturalistico sulla sacca di Goro; è raggiungibile a piedi e in bici attraverso un percorso naturalistico.
Codigoro: che ci presenta l'Abbazia di Pomposa del IX sec. la più importante di tutto il nord Italia. Negli oculi degli archi è rappresentato “l'albero della vita“. L'interno è a tre navate divise da colonne romane e bizantine, il prezioso pavimento in marmo in “opus sectile“ risale a varie epoche dal VI al XII sec. e presenta animali mostruosi, motivi geometrici, elementi vegetali e figurativi.
Sulle pareti affreschi del trecento con storie del nuovo e antico Testamento e dell'Apocalisse; sulla contro-facciata una rappresentazione del Giudizio Universale. Il campanile è alto 48 metri e risale al 1063, dal basso verso l'alto sono presenti monofore, bifore, trifore e quadrifore. Del monastero restano la sala capitolare ornata di affreschi del sec. XIV di un diretto scolaro di Giotto. Notevole è anche il palazzo della regione dove gli Abati di Pomposa amministravano la giustizia.

Curiosità: il complesso dell'Abbazia di Pomposa costituisce uno dei principali luoghi di narrazione per la serie di libri del codice “Millenarius Saga” scritti da Marcello Simoni: “L'Abbazia dai cento peccati“ (2014); “L'Abbazia dei cento delitti” (2015); “L'Abbazia dei cento inganni” (2016).
Mesola: il castello di Mesola è una delle 19 residenze chiamate delizie degli Este; il castello ospita il Museo del bosco e del cervo della Mesola e al piano nobile vi è allestita una mostra permanente, la quale ripercorre le tappe del sogno estense che alla fine del sec. XVI si coronava con la costruzione del presente castello. E' cinto da mura per 12 miglia; soffitti affrescati e la visita arricchita da interessanti riproduzioni multimediali. Al piano terra all'interno del maestoso salone, vi sono i simboli dei personaggi che hanno fatto la storia del castello dalla casa Este allo Stato pontificio.
Riserva naturale bassa dei Frassini: è un'area naturale protetta con una superficie di 222 ha.
Riserva Naturale Orientata Dune fossili di Massenzatica: copre una superficie di 53.653 ha gestita dal WWF vi è presente un centro visite.
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