Mirandola
E' un borgo di origine medievale X sec. Dagli inizi del sec. XIV fu soggetta alla signoria dei Pico della Mirandola i quali la mantennero fino al 1707 quando fu annessa al ducato di Modena. Nella sua pianta ottagonale mantiene tracce della struttura di città-fortezza rinascimentale. Le sue mura che circondavano la cittadina furono abbattute nell'ottocento e al loro posto sorge l'anello della circonvallazione il quale percorre quello che era il perimetro della città a forma di stella.
Nel 2012 Mirandola è stata colpita da una serie di terremoti a catena danneggiando molti edifici.
Monumenti
Palazzo comunale: risale al 1468 e nel 1748 venne aggiunta la parte retrostante. Il loggiato della facciata è stato ristrutturato nel XIX sec. e poggia su colonne in marmo rosa; alcune di esse riportano incise le antiche unità di misura che erano in uso nel ducato di Mirandola. La parte superiore della facciata è realizzata con mattoni a vista, decorata con quattro bifore con colonnine in marmo e una porta-finestra con fregi in terracotta e motivi floreali e zoomorfi.
La parte muraria è incorniciata in basso da un duplice marcapiano e in alto da cornicione in terracotta. La sala Granda (in Italiano: Sala Grande) è la stanza più ampia del palazzo e fu realizzata nel 1928 con l'abbattimento delle pareti di tre stanze; è decorata con elegante soffitto a cassettoni lignei intarsiati da cui pendono lampadari in ferro battuto.
Prima del terremoto 2012 era utilizzata come sala di rappresentanza, per le sedute del consiglio comunale, matrimoni civili, eventi e conferenze. Nel 2017 il palazzo comunale risulta ancora danneggiato dal terremoto del 2012 e in attesa di essere restaurato.
Palazzo della milizia: già caserma Mussolini risale al 1884 realizzata nel luogo della Chiesa e convento delle suore mendicanti, le quali dal 1432 al 1764 gestirono l'ospedale di S. Maria Bianca. Esso venne inaugurato nel 1931 e fu sede della scuola di educazione fisica della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. A mirandola vi era anche la sede della 73^ legione di camicie nere e dislocata la 1° coorte, in seguito sede del Commissariato della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e Polizia municipale.
Teatro nuovo: venne inaugurato il 16 settembre 1905 al posto dell'antico teatro del 1791, esso dispone di una sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e loggione a galleria. In passato oltre alle opere musicali venne utilizzato anche per feste danzanti, proiezioni cinematografiche, conferenze, concorsi e spettacoli vari tra cui quella di Fatima Miris (nome d'arte Maria Frassinesi 27 ottobre 1882 – 3 novembre 1954 attrice – cantante e trasformista Italiana).
Castello dei Pico: è ubicato nella parte nord occidentale del centro storico, fu famosa in Europa come leggendariamente inespugnabile risalente al 1102. La maggiore struttura originale superstite è costituita dai resti del palazzo ducale. La facciata è caratterizzata da un nobile porticato con 10 colonne di marmo rosa, dal porticato attraverso una porta ad arco profilata a bugnato si arriva al cortile interno e alla galleria; ad ovest dell'edificio vi sono i resti del bastione del castello cinquecentesco e collegato alle possenti mura a pianta stellata a otto punte a difesa della città. Al primo piano si trova la sala dei Carabini con decorazioni del seicento e vi è allestito il museo civico. Dal piano terra alcuni scalini permettono di scendere alle prigioni realizzate con spesse murature con volta a botte; sulle pareti sono ancora visibili graffiti e disegni che realizzarono i carcerati.
Il corpo centrale del castello è costituito dalla “Galleria nuova“ eretta nel 1668 per volere di Alessandro II Pico, oggi domina i viali alberati della circonvallazione ed è costituita da un elegante e nobile loggiato chiusa ai lati da due corpi di fabbrica, profilati a bugnato con ampie armoniche serliane tripartite. Essa fu affrescata da Biagio Falcieri e predisposta per accogliere la quadreria di oltre 300 opere d'arte di artisti come: Leonardo da Vinci, Raffaello, Tiziano, Caravaggio il quali furono acquistati da Alessandro II Pico a Verona.
Torrione: era un imponente mastio del 1499 con mura spesse 18 piedi e alto 48 metri essendo staccato e isolato dal castello era inespugnabile; l'accesso era permesso solo attraverso un ponte levatoio situato al terzo piano. La notte 11 giugno 1714 durante un temporale un fulmine colpì il tetto facendone esplodere la polveriera con 270 barili di polvere da sparo; cominciò il declino di Mirandola.
Torre di piazza: chiamata poi torre delle ore o dell'orologio. Nel 1837 il podestà fece trasferire l'orologio dalla torre al palazzo comunale e l'ultima torre venne abbattuta nel 1888 considerata di degrado. Prima del terremoto del 2012 il comune progettò di ricostruire “in chiave attuale“ il volume edilizio storicamente documentato e non più esistente della torre, il quale costituirà un riferimento per la rinascita del nucleo storico della città.
Teatro greco: nel 1789 il conte Ottavio Greco Corbelli ottenne dal duca Ercole III d'Este di allestire un teatro all'interno del castello dove un tempo erano alloggiate le milizie del ducato. Vennero adattati due saloni con una sala decorata a tre ordini di palchi e cavea a ferro di cavallo. Il teatro venne chiuso nel 1894 e il 31 ottobre 1896 ci fu una proiezione cinematografica dall'inventore-fotografo mirandolese Italo Pacchioni, nato all'interno del castello nel 1872, la prima assoluta in Italia a distanza di appena un anno dai primi esperimenti dei fratelli Lumiere.
Museo civico: è suddiviso in dodici sale all'interno del castello dedicate all'archeologia del territorio, committenze religiose, antichi arredi e quadri (tra cui una Madonna del Guercino), numismatica, monete della zecca del ducato della Mirandola e medaglie di Pisanello e Niccolò Fiorentino.
Duomo di S. Maria maggiore: la sua costruzione iniziò nel 1440 continuata nel 1470 e consacrata il 27 luglio 1491, ultimata con modifiche e restauri nel 1885 con l'attuale facciata in forme quattrocentesche. L'interno dal maggio 2012 è chiuso per i danni causati dal terremoto, il quale a seguito delle continue scosse telluriche è crollata la copertura lignea sorretta da capriate e causando il collasso delle volte interne. Il campanile a lato è alto 48 metri e risale al XV sec. Salvatosi dal bombardamento del 20 aprile 1945 è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2012 con il crollo delle scale interne.
Chiesa di S. Francesco: con l'attiguo convento è una delle prime Chiese francescane dell'Emilia eretta pochi anni dopo la canonizzazione del Santo nel 1228. Purtroppo il terremoto del 20 maggio 2012 ha reso inagibile l'edificio con la sagrestia l'annesso convento, mentre la torre campanaria a seguito del nuovo e violento sisma del 29 maggio 2012, è crollata sulla Chiesa e sui locali circostanti lasciando in piedi solo la facciata.
Chiesa del Gesù: del 1621/89 voluta da Alessandro I Pico in occasione dell'investitura a duca della Mirandola, al suo interno custodisce opere della scuola locale d'intaglio. Le ancone dei due altari lignei ai lati del transetto e le cornici sono opera di Paolo Bonelli, mentre il pulpito è opera del Gibertoni. Il ciborio sito all'altare maggiore in marmi policromi e la pala della circoncisione sono opera di Innocenzo Monti e gli stucchi del cornicione sono di Pompeo Solari.
Oratorio della Beata Vergine della Porta: comunemente chiamata Chiesa o Chiesetta della Madonnina; risale al 1602 per onorare l'immagine miracolosa della Vergine dipinta sul muro nei pressi della porta della città, la facciata neo-classica risale al 1868 voluta dal principe Federico II Pico. Sul timpano della facciata vi era collocata l'antica statua della Madonna di autore ignoto e scolpita in marmo di Carrara a grandezza naturale nel XV sec. Essa rimase sulla facciata del palazzo comunale fino al 1796, quando fu posizionata sull'oratorio anch'esso è stato lesionato fortemente dal sisma del 2012.
Ex Oratorio del SS. Sacramento: risale al 1608 con la facciata in stile barocco e decorazioni in terracotta, suddivisa in tre sezioni orizzontali dal basso verso l'alto in stile dorico e ionico; l'interno è a navata unica con cappelle laterali decorate con altari in scagliola e stucco in stile barocco. L'altare maggiore è posto sull'abside frontale; ai lati vi sono le immagini della Madonna Addolorata e S. Giovanni affrescate da Pietro Leonardi nel 1776. Prima del terremoto il quale ha provocato seri danni, era adibita a sala culturale polivalente per esposizioni temporanee artistiche o eventi di beneficenza.
Barchessone vecchio: edificio rurale per l'allevamento dei cavalli sito nella frazione di S. Martino Spino, caratterizzato a pianta poligonale con 16 lati e un'abitazione al piano superiore per lo stalliere.
S. Martino Spino: è una frazione del comune di Mirandola nota per la coltivazione di angurie e meloni nonché per gli allevamenti ittici, i quali hanno consentito di creare l'ambiente umido delle Valli Mirandolesi, divenuto habitat naturale per la nidificazione di numerose specie di uccelli acquatici e migratori.
L'area di S. Martino era già insediata nell'età del bronzo e in epoca romana era molto popolata. Tra i monumenti vi è la Chiesa di S. Martino vescovo con annesso campanile risalenti al 1674; al suo interno vi è custodito un dipinto di S. Sebastiano attribuito alla scuola del Guercino e un'urna del 1775 contenente le reliquie di S. Clemente martire.
Palazzo Portovecchio: luogo militare dei Pico e divenne allevamento di cavalli del duca di Modena, nonché distaccamento dei soldati per esercitazioni.
Aree naturali: Valli mirandolesi sono zona di protezione speciale e di notevole interesse naturalistico che offre rifugio a numerose specie di interesse comunitario. Al suo interno vi è una rete di percorsi naturalisti ciclabili e pedonali.
Tra le persone legate a Mirandola vi è Dosso Dossi pittore.
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