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Cento

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Alla fine del sec. XII fu dominio dei vescovi di Bologna e nel 1502 passò ad Alfonso I d'Este e dopo circa un secolo tornò di nuovo sottomessa allo Stato pontificio. E' rinominata “la piccola Bologna“ per la struttura dei portici e del centro storico. La struttura urbana risale al medioevo caratterizzata dalla presenza di portici, palazzi storici e Chiese di pregio artistico e molte opere presentano la messa in sicurezza in seguito al terremoto dell'Emilia del 2012.

Monumenti
Palazzo del governatore: eretto dagli estensi nel 1502 in occasione del matrimonio tra Alfonso I d'Este e Lucrezia Borgia.
Chiesa del Rosario: risale al 1633 anno in cui fu priore il “Guercino“. L'interno è in stile barocco e ospita la cappella del Guercino che il pittore volle per se e la propria famiglia curandone l'allestimento con la pala principale “la Crocifissione“.
Chiesa di S. Lorenzo: eretta tra il 1765 e il 1773 attualmente ospita opere del Guercino; attualmente chiusa in attesa di restauro per i danni del terremoto 2012.
Basilica collegiata di S. Biagio: antico oratorio del primo millennio, ampliata e modificata dal 1730 – 1745. La Chiesa si presenta con pianta a croce latina a tre navate, l'incrocio tra il transetto e la navata maggiore è sormontato da una cupola ellittica. In stile barocco e numerose opere d'arte tra cui la tela di S. Carlo Borromeo in orazione di Giovanni Francesco Barbieri soprannominato “il Guercino“ del 1614. Sulla piazza antistante la basilica sorge una fontana opera dello scultore Mauro Mazzali la quale rappresenta S. Michele Arcangelo che uccide il drago.
Pinacoteca civica: con numerose opere del Guercino genio del barocco, il quale a Cento ha vissuto gran parte della sua vita.
Galleria d'Arte moderna: è un museo dedicato al pittore locale Aroldo Bonzagni che fu voluto dalla sorella Elva per ricordare il fratello morto all'età di trent'anni nel 1918. La collezione museale raccoglie anche opere di pittura figurativa Italiana del sec. XX di autori come: Aldo Carpi – Achille Funi – Sergio Dangelo – Raffaele De Grada – Filippo De Pisis – Giuseppe Amisani – Lucio Fontana - Umberto Lilloni – Giò Pomodoro – Aligi Sassu – Pio Semeghini – Mario Sironi – Adriano Spilimbergo – Guido Tallone – Renato Vernizzi e Adolfo Wildt.
Rocca: risale al trecento per volontà del vescovo di Bologna, fu ricostruita, ampliata e ristrutturata nei secoli per paragonarsi all'architettura militare e reggere gli assalti delle truppe nemiche. L'aspetto attuale è privo di fossato e ponte levatoio che il cardinale Giuliano della Rovere futuro papa Giulio II volle dargli nel 1483.
Nel tempo è stata adibita a prigione e oggi i suoi interni completamente restaurati presenta stanze di interesse come la cappella, la sala della trifora, le cannoniere o prigioni le quali narrano storie di amori, banditi, apparizioni miracolose e fughe. L'evento più noto che è accaduto al suo interno del castello è un'immagine della Madonna del 1597, la quale in seguito a un atto sacrilego cominciò a perdere sangue dal naso. Questa venerata immagine oggi è custodita nel vicino Santuario della Beata Vergine della Rocca. Inoltre la rocca è sede di mostre e manifestazioni culturali.
Santuario della Beata Vergine della Rocca: l'immagine venne affrescata in una stanza al piano terra della rocca la quale fu costruita nel 1578 per essere adibita a corpo di guardia. L'origine della sua opera dipinta reca diverse motivazioni come quella che fu dipinta da un soldato Polacco a ricordo della Madonna di Czestochowa e di un altro soldato che in preda a collera colpì con una freccia il naso della Vergine la quale sgorgò copioso sangue.
L'immagine venne fatta dipingere dal marchese Basus in memoria di un miracolo accaduto a Nola nel Napoletano detta (Madonna dell'Arco) che un sasso colpendo il viso della Madonna vi rimase il segno nei secoli. E' certo che nel 1700 attorno al quadro della rocca si formò un gruppo di preghiera con ex voti di grazie ricevute, rendendo necessario adibire la stanza a cappella. Nel 1721 papa Innocenzo XIII permise la celebrazione della S. Messa e concesse indulgenze plenarie.
Nel 1804 la rocca divenne carcere e poiché fu impedito l'accesso, l'immagine fu trasferita nella vicina Chiesa dello Spirito Santo. L'otto luglio 1855 vi fu una grave epidemia di colera che cessò dopo suppliche alla Vergine e all'immagine venne attribuito il titolo “Salus infirmorum“. Il 15 febbraio 1944 la cittadinanza fece voto alla Madonna di fare un anno di manifestazione di fede se fosse scampata ai bombardamenti e la città rimase completamente incolume, nel 1948 iniziò la prima “Peregrinatio Mariae“.
Santuario: la Chiesa è stata consacrata il 31 maggio 1958 e il 15 agosto dello stesso anno fu elevata a Santuario. Vi si accede attraverso una bussola in legno di abete intagliata del XX sec. Essa è ricca di opere nelle cappelle laterali con oli su tela, sculture, statue di artisti come: Sidoli Pacifico – Mangilli Francesetti Ada – Allievi della scuola del Guercino – Salvatore Amelio – Scuola di artigianato artistico di Cento.

Escursioni
Pieve di Cento: a circa due km. Nel piccolo borgo sorge la collegiata che fu ricostruita nel 1710, il campanile risale all'epoca romanico-gotica; al suo interno custodisce dipinti del XVI sec. del Guercino; di Ippolito Scarsellino; di Lavinia Fontana; e Guido Reni. Nel vicino palazzo comunale vi ha sede una pinacoteca civica e un teatro del 1800.
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