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Zafferana Etnea

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Fin dal tempo dell'occupazione romana era un importante asso viario che collegava Taormina con altri centri, costituendo un percorso alternativo alla via consolare che costeggiava il litorale Jonico. E' stata molte volte colpite da eventi sismici e più volte la lava ha lambito l'abitato.
Fa parte del parco dell'Etna. E' definita “la perla dell'Etna”.

Monumenti
Chiesa madre: risale al 1731 e dedicata a S. Maria della Provvidenza è il monumento più importante della città, più volte è stata danneggiata e resa inagibile da terremoti; il suo prospetto è stato realizzato nel sec. XX in pietra bianca di Siracusa. Al suo interno custodisce opere di Giuseppe Sciuti.
Chiesa di S. Maria delle Grazie: la sua costruzione originaria era in legno e risale al dopo terremoto del 1818; la facciata è in stile Liberty e una nicchia ospita la statua di pietra bianca della Madonna delle Grazie. Al di sopra del portale entro una cornice semi-circolare si trova un altorilievo raffigurante due Angeli che sostengono la “M“ di Maria.
La facciata è suddivisa in tre parti separate tra loro da paraste con inserti Liberty; la porzione centrale presenta il portale d'ingresso e culmina nella Croce, ai lati la torre dell'orologio e la torre campanaria.
L'interno a navata unica e copertura lignea; l'altare maggiore ospita la statua lignea della Madonna delle Grazie su di una mensola marmorea. Nella parete un dipinto raffigura la visitazione di Maria a S. Elisabetta e la statua del Sacro Cuore, mentre a sinistra un dipinto raffigura l'Annunciazione e una statua di S. Mauro Abate.
Capitello della Madonna della Provvidenza: eretto nel 1861 nel luogo in cui avvenne un miracolo nel 1792 con il fronte lavico ormai sull'abitato e prodigiosamente si arrestò nel punto in cui venne portato in processione il simulacro della Madonna. A ricordo dell'evento sul timpano che sormonta l'altare è scritto: “Tu salus nostra“ (tu nostra salvezza).
Ancora oggi l'altare contiene l'originario simulacro della Vergine, opera del settecento in gesso dipinto. Una lapide marmorea posta ai piedi del simulacro recita: “A piè di questo simulacro dell'Augusta Vergine della Provvidenza, la lava etnea del 1792 prodigiosamente qui ristette. I fedeli questo monumento vi eressero nel 1861”.
Capitello della Madonna delle Grazie: il primo altarino fu costruito quando la strada ancora non esisteva e un'abitazione di un mendicante vendeva acqua alle famiglie. Un giorno durante la piena questi venne trascinato dalle acque e impaurito pregò la Vergine; si sentì afferrato per i capelli e trascinato verso un masso dove credette di scorgere il profilo della Madonna. Quando venne costruita la strada, la famiglia Marano proprietaria del parco comunale, offrì lo spazio per costruire un altarino all'interno del quale fu portata la pietra che salvò il mendicante.
Capitello votivo della Madonna della Provvidenza: è a forma di stele e raffigura la Madonna della Provvidenza per ricordare il prodigioso arresto della lava che nel 1992 minacciava l'abitato. Ai piedi della stela una targa recita: “Tu fosti, o Madre della Divina Provvidenza, difesa e baluardo della nostra città che a Te deve la salvezza dal fuoco ormai incombente dell'eruzione 1991/92. Il popolo grato questa stele eresse il 13 novembre 1994”.
Altre cappelle votive sono sparse per la cittadina a ricordo degli stessi eventi.
Palazzo municipale: dell'ottocento in stile Liberty con cornicione merlato e inserti floreali sul prospetto principale e al centro, sul balcone d'onore uno stucco riprende lo stemma del comune raffigurante un'aquila che tiene tra gli artigli due grappoli d'uva, posta sopra un medaglione su cui è dipinta l'Etna in eruzione.
Al suo interno si conservano due importanti opere del pittore locale Giuseppe Sciuti: “il benessere e le arti e un autoritratto”. Per raggiungere la casa municipale si percorre una coreografica scalinata curvilinea a doppia rampa con lampioni stile liberty, al centro vi è collocato un busto del pittore Sciuti.
Villa Manganelli: del sec. XIX la più maestosa villa del territorio comunale appartenuta alla nobile famiglia Paternò-Manganelli.
La Cisternezza: è un complesso monumentale del sec. XVII, una monumentale cisterna in calcestruzzo profonda una decina di metri con apertura in pietra lavica. La bocca della cisterna è aperta su di un cortile rialzato preceduto da una scalinata in pietra lavica e corredato tutt'intorno da sedili in basalto.
Aree naturali: Parco comunale il grande giardino del comune è di notevole interesse con intricato percorso di tortuosi vialetti con pini e magnolie secolari nonché molte varietà di rose, ortensie e camelie. Nel punto più elevato del parco vi è la villa dei principi Marano, una palazzina in stile Liberty e oggi è sede della biblioteca e scenario di vari spettacoli culturali. Alla fine del viale una voliera in stile Liberty.
Anfiteatro comunale: con prato inglese e opere d'arte in ferro battuto, un grande stagno con anatre e il capiente Anfiteatro.
L'Ilice di Carlino: (antico leccio) è il più antico di circa seicento anni ha un'altezza di metri 18 e un diametro massimo della chioma di 24 metri circa e una circonferenza alla base di metri 4,8 con condizioni vegetali buone, lo stato di salute discreto e un inizio di marcescenza alla biforcazione principale.
Esso può essere raggiunto da un sentiero pedonale che inizia a monte dell'abitato, contrada “Dagalone“ e da una pista di proprietà del Corpo Forestale; nei pressi dell'albero ci sono due edifici rurali e una cisterna.
A Zafferana è stato girato il film “storia di una capinera” nel 1993.
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