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Pisa
Di origine Ligure-etrusca divenne città romana e importante piazzaforte grazie al suo porto; la sua potenza marinara proseguì nel periodo Longobardo, carolingio e intorno al mille. Estese la sua influenza in Sardegna e in Sicilia conquistando i mercati orientali con la sua partecipazione alla prima crociata. Molti nemici tentavano di distruggere il suo splendore: Lucca, Firenze e soprattutto Genova che la sconfisse alla Meloria nel 1284.
Perse la Corsica, nel 1327 la Sardegna e ben presto gran parte dei mercati orientali. I Medici ne risollevarono le sorti nel sec. XV e dopo di loro i Lorena. Annessa al Regno d'Italia nel 1860 intraprese notevoli attività industriali. Città di cultura per la sua antica Università, riconosciuta da Clemente VI nel 1343, Pisa diede i natali a Galileo Galilei e al grande fisico Antonio Pacinotti.
La piazza dei miracoli o del Duomo che dal verde tappeto del prato si leva lo splendido complesso monumentale formato dal Duomo, dal campanile o torre pendente, dal battistero e dal camposanto a cui fanno da sfondo le antiche mura cittadine è stata dichiarata: PATRIMONIO DELL'UMANITA'”.
I Itinerario
Duomo: ineguagliabile capolavoro d'arte romanica realizzata tra il sec. XI e XII; la costruzione fu iniziata da Buscheto poi ampliata e completata con l'aggiunta della facciata ad opera di Rainaldo. Coronata da quattro ordini di logge, termina alla sommità con una statua della Vergine di Andrea Pisano; nella parte inferiore spartita da colonne, si profilano sette archi decorati.
I tre portali hanno battenti bronzei scolpiti con storie di Maria e di Gesù, opera di seguaci del Giambologna del sec. XVII; i fianchi sono ornati da eleganti finissime arcate; sul fondo si leva la cupola circondata da un ricco loggiato del XIV sec.
Nel transetto destro si apre la porta di S. Ranieri con battenti bronzei del XII sec., mirabile opera di Bonanno Pisano che raffigurano la vita di Gesù. L'abside è divisa da arcate in basso con doppio loggiato alla sommità.
L'interno è diviso in cinque navate tranne il transetto che è tripartito; sulla navata centrale e sui transetti corrono i matronei. Il rivestimento a fasce bicolori, le robuste colonne granitiche con bei capitelli, il soffitto a lacunari ne fanno un'opera superba.
Nell'abside del transetto destro è una Madonna in gloria a mosaico del trecento. All'estremità sinistra del transetto è collocata la tomba di Arrigo VII realizzata da Tino di Camaino. Sotto la cupola è collocato il pulpito di Giovanni Pisano del sec. XIV, una delle massime espressioni di scultura gotica in Italia.
A forma di ottagono il pergamo è sorretto da colonne e da statue per lo più allegoriche; negli specchi istoriati a rilievi si susseguono le scene della nascita del Battista, dell'Annunciazione, della visitazione e ancora: l'adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio, la fuga in Egitto, la strage degli innocenti, il bacio di Giuda, la passione di Cristo, fino alla Crocifissione in un crescente evocativo di alta emotività.
Altri due specchi raffigurano gli Eletti e i Reprobi. Quasi di fronte pende la lampada bronzea (1587) detta di “Galileo” perché si dice che vedendone le oscillazioni, lo scienziato scoprì l'isocronismo del pendolo, ma in realtà la scoperta avvenne sei anni prima che fosse collocato il lampadario.
Nel presbiterio all'entrata vi sono due Angeli bronzei del Giambologna; pregevoli sono gli stalli quattrocenteschi del coro all'interno della balaustra. Ai pilastri si ammirano una Madonna col Bambino del Sogliani e S. Agnese di Andrea del Sarto; più avanti S. Caterina, S. Margherita, S. Pietro e S. Giovanni Battista di Andrea del Sarto.
Il Crocifisso sull'altare maggiore è del Giambologna. Il catino absidale è ornato da un mosaico del sec. XIII, che raffigura il Redentore in trono tra Maria e S. Giovanni Battista; la Vergine fu realizzata da Vincino da Pistoia e il volto del Battista è di Cimabue. Nella parte inferiore dell'abside si ammirano pregevoli pitture di Domenico Beccafumi: S. Matteo, S. Marco, Storie di Core, Datan e Abiron, Mosè spezza le tavole della Legge; del Sogliani è l'offerta di Caino; del Sodoma la Deposizione.
Anche la parte superiore è coperta da pregevoli dipinti del Sogliani, del Sodoma, del Salimbeni e molti altri che proseguono nel braccio sinistro del transetto, dove nella cappella del Sacramento si notano varie opere plastiche cinquecentesche di Francesco Mosca e in alto il mosaico trecentesco dell'Annunciazione.
Campanile o Torre pendente: la costruzione cominciò nel 1173 (il Vasari attribuisce l'inizio al Bonanno) ma realizzatene metà, la torre s'inclinò per un cedimento del terreno. Un secolo dopo nel 1275, Giovanni di Simone riaffrontò il problema divenendo l'artefice principale della stupefacente costruzione, nonostante dopo di lui vi abbia lavorato fino alla conclusione Tommaso Pisano 1372. La torre è a pianta circolare con arcate alla base e sei ordini di logge superiori sulle quali poggia la cella campanaria; è alta circa 55 metri e l'inclinazione è di 5° e 30' ma aumenta ogni anno di 6''. All'interno una scala elicoidale conduce alla sommità, da dove Galileo compì i suoi esperimenti sulla gravità. Scavi condotti a poca distanza dalla torre hanno rivelato la presenza di un edificio etrusco del V sec. a. C. e di alcuni oggetti. Il tutto è stato ricoperto per non compromettere la stabilità della torre.
Battistero: splendido monumento romanico iniziato dal Diotisalvi nel 1152 e ripreso dopo un'interruzione da Nicola Pisano intorno al 1260; il figlio Giovanni intervenne più tardi nella decorazione esterna; l'edificio fu terminato nel 1300 da Cellino di Nese e da Mastro Zibellino da Bologna. E' a pianta rotonda e cupola alla sommità, con arcate alla base e loggia arricchita da decorazioni scultoree e cuspidi, su cui poggia un ordine di bifore. Dei quattro portali quello di fronte al Duomo è il più bello, ricco di rilievi pregevoli del sec. XIII; nell'architrave Gesù, la Vergine, il Battista, gli Evangelisti.
Nell'interno colonne e pilastri sorreggono la galleria; al centro è il fonte battesimale di Guido Bugarelli da Como 1246; in fondo si trova l'altare a formelle, frammento di una transenna del Duomo intorno al quale si ammirano parti di pavimento cosmatesco del sec. XIII e di pavimento intarsiato. Alle pareti sono visibili alcune sculture, già all'esterno e trasferite all'interno per motivi di conservazione dovute a N. e G. Pisano.
Magnifico è il pulpito sulla sinistra di Nicola Pisano, a pianta esagonale poggiante su colonne sorrette in parte da leoni; negli specchi sono rappresentati la natività, l'Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio, la Crocifissione e il Giudizio finale.
Camposanto: è tra le più belle creazioni del gotico-toscano; fu costruito da Giovanni di Simone nel 1277 a pianta rettangolare, cinta da un portico aperto da una successione di pilastri e archi trasformati più tardi in ariose quadrifore con snelle colonnine. Gli affreschi superstiti dell'ultimo conflitto mondiale che ricoprivano le pareti del portico, sono stati staccati e sono custoditi in una sala presso il braccio settentrionale. Di grande importanza sono i sarcofagi antichi e i monumenti funerari di personalità pisane che si trovavano nel portico restaurati e riordinati.
Nel braccio meridionale si trovano 23 storie del Vecchio Testamento, affrescate nel tardo quattrocento da Benozzo Gozzoli: la caduta di Gerico, Davide e Golia, Vita di Mosè, Vita di Abramo. Inoltre ritorno e morte di S. Ranieri di Antonio Veneziano 1387; storie di S. Ranieri di Andrea Bonaiuti 1377; storie di Giacobbe e patto di Satana con Dio di Taddeo Gaddi 1366; storie di S. Efisio di Spinello Aretino 1392.
Tra le opere plastiche vari romani del II-IV sec. d. C. (uno con scene di caccia e con la caccia di Meleagro, un terzo con figura maschile e femminile e un altro con tritoni e nereidi); due busti uno di Adriano e l'altro di Marco Giunio Bruto copie del 1500. Nel braccio settentrionale: cosmografia teologica con la terra al centro e intorno gli elementi e i pianeti; storie di Adamo ed Eva, tutti gli affreschi staccati di Piero di Puccio della fine del XIV sec.
Dall'altro lato: vendemmia e ebbrezza di Noè di Benozzo Gozzoli. Tra le opere plastiche una stele greca, un sarcofago con Ippolito e Fedra del II sec., il sarcofago delle nozze tardo romano e altri sarcofagi paleocristiani. In questo braccio vi è l'ingresso alle sale che custodiscono affreschi staccati e materiale del museo dell'opera del Duomo.
Nella cappella Ammannati che costituisce l'ingresso, si trova l'altare di S. Ranieri decorato a rilievo da Tino di Camaino. Nella sala degli affreschi sulla sinistra: il trionfo della morte, il Giudizio finale, l'inferno, la strage degli anacoreti trecento, tutte opere dell'artista denominato il maestro del trionfo della morte (forse Bonamico Buffalmacco). Inoltre un paesaggio, Giobbe, la pazienza di Taddeo Gaddi.
Due sculture sono di Giovanni Pisano: la Madonna col Bambino e la Madonna con gli Evangelisti; alcune statue di Tino di Camaino provengono dalla tomba di Arrigo VII; dal Duomo provengono le formelle di una transenna sec. XII e un grifone bronzeo del mille; è di artista ignoto del sec. XII il David che suona l'arpa. In un ampio locale è ordinata la documentazione didattica sulla topografia del camposanto prima della distruzione bellica; vi si trovano anche alcuni pregevoli capitelli, un vaso greco marmoreo del II-I sec. a.C. con rilievi e altre sculture.
Procedendo si entra nella cappella Aulla che conserva all'altare un'Assunta e Santi, terracotta invetriata di Giovanni della Robbia 1520 e di due monumenti funerari (Moricotti e Scherlati) realizzati sullo stile di Nino Pisano. Nel braccio centrale si trovano la tomba Buoncompagni di Bartolomeo Ammannati 1574 e una statua ottocentesca raffigurante l'inconsolabile di Lorenzo Bartolini.
Museo delle Sinopie: è ordinato nell'ospedale nuovo della Misericordia del sec. XIII ed espone le sinopie (disegni preparatori dell'affresco, per lo più in ocra rossa), una raccolta di grandissimo interesse che comprende disegni di grandi artisti del XIV sec. Importanti sono quelli del maestro del trionfo della morte che si riferiscono alle storie dei Santi Padri, al Giudizio finale, all'inferno e al trionfo della morte. Inoltre la sinopia di una Crocifissione di Francesco Traini del 1300; quelle delle storie di Giobbe di Taddeo Gaddi, quelle di Piero di Puccio da Orvieto, di Spinello Aretino, di Benozzo Gozzoli, di Andrea Bonaiuti, di Antonio Veneziano.
II Itinerario
Palazzo Arcivescovile: interessante edificio quattrocentesco sede dell'archivio vescovile, a due passi dalla torre pendente; sorge sui resti della porta episcopalis, una delle entrate più importanti dell'antica cinta muraria medievale, l'aspetto attuale è frutto di interventi cinquecenteschi; di notevole interesse è il cortile con la statua di Mosè che domina il centro.
Bagno di Nerone: terme romane vi sono i ruderi del II sec. con un salone ottagonale e il nome di chi le realizzò scritto in un'epigrafe: Lucio Venuleo Aproniano, sulla sinistra s'innalza la Porta a Lucca a triplici arcate compresa nella cinta muraria del XII sec.
Conservatorio di S. Anna: ornato di colonne romane e comprende la Chiesa di S. Anna dove si ammira un Crocifisso in legno, in ottimo stato di conservazione dipinto intorno al mille, di scuola Catalana o Borgognona.
Chiesa di S. Caterina: costruita nel XIII sec. con facciata marmorea ad arcate e sormontata da doppie logge secondo lo stile pisano, il rosone a rilievi è del 1320. La torre campanaria a piani di monofore, bifore e trifore è ornata di ceramiche attribuite a Giovanni di Simone.
L'interno a navata unica vi sono interessanti opere d'arte; ai lati della tribuna si aprono quattro cappelle: la prima a destra custodisce la Madonna col Bambino e Santi in marmo di forme donatelliane; ai pilastri dell'altare maggiore vi sono le statue marmoree dell'Arcangelo Gabriele e dell'Annunciata, opere trecentesche di Nino Pisano; alcuni affreschi del sec. XIV ornano la cappella sinistra; la pregevole Madonna con i Santi Pietro e Paolo accanto alla sacrestia è di fra Bartolomeo.
Dal lato sinistro al secondo altare si ammira la gloria di S. Tommaso d'Aquino di F. Traini e subito dopo il sepolcro dell'arcivescovo Simone Saltarelli di Nino Pisano e allievi, entrambe opere del XIV sec.
Chiesa di S. Zeno: è stata costruita precedente all'anno mille, edificata su di un tempio pagano, nel corso dei secoli fu varie volte ricostruita e si presenta in forme romaniche pur conservando tracce delle diverse trasformazioni; la facciata è in tufo con portico a doppio ingresso e presenta una decorazione ad archetti e bifore.
Chiesa di S. Francesco: risale al duecento e in parte è dovuta a Giovanni Di Simone, nel 1600 fu aggiunta la facciata; l'interno a navata unica conserva opere dell'Empoli nel primo altare; del Paggi nel secondo altare; del Passignano nel terzo altare; di Santi di Tito nel quarto altare.
La tribuna presenta sull'altare un polittico in marmo di Tommaso Pisano raffigurante la Madonna col Bambino e Santi; delle sei cappelle che la fiancheggiano, la seconda a destra custodisce una Crocifissione di Spinello Aretino; una lastra tombale ricorda il conte Ugolino, i cui resti riposano nella cappella assieme a quelli dei figli e dei nipoti.
All'altare della prima cappella della tribuna vi è una tavola duecentesca che rappresenta S. Francesco con episodi della sua vita; una Madonna di Memmo di Filippuccio si trova nella seconda cappella. Nel transetto sinistro si nota l'ardita impostazione del campanile realizzata da Giovanni di Simone.
Affreschi di Taddeo di Bartolo con scene della vita della Vergine del trecento ornano la sacrestia, dove si trovano inoltre sinopie di Niccolò di Piero Gerini provenienti dalla sala del capitolo; quest'ultima custodisce affreschi staccati di Niccolò di Pietro Gerini raffiguranti la Crocifissione, la passione, la resurrezione, la pentecoste e sulla volta Gesù con Profeti ed Evanglisti.
Chiesa S. Pierino: o S. Pietro in Vinculis, eretta nel sec. XI con antico campanile ha l'interno tripartito con affreschi e frammenti musivi pavimentali duecenteschi; l'altare maggiore è un sarcofago paleocristiano dietro il quale un bel Crocifisso del XIII sec, alla parete vi sono resti di un affresco. La cripta sottostante si presenta a quattro navate.
Sinagoga di Pisa: risale al XVII sec., ristrutturata nel 1863 e rifatta la facciata nello stesso periodo, con portale centrale e finestre a tutto sesto occhi ovali e timpano triangolari. L'interno è dotato di una grande aula quadrata, con matroneo su di un ballatoio sporgente in corrispondenza dell'ingresso e pareti decorati da stucchi; la Tevà è di legno con ringhiera a balaustri torniti, mentre l'Aròn ha-kodesh e di marmo affiancato da coppie di colonne con capitelli corinzi e timpano triangolare. La prima testimonianza di una comunità ebraica a Pisa risale al sec. XII e in seguito alle leggi razziali, membri della comunità subirono gravi disagi e persecuzioni. Oggi la comunità pisana è punto di riferimento anche per le comunità ebraiche di Lucca e Viareggio.
Cimitero ebraico: risale al XVII sec., concesso dal granduca di Toscana in sostituzione del vecchio cimitero da dove furono trasferite le tombe; il cimitero oltre ad ospitare le tombe degli ebrei Italiani, ospita ebrei della Spagna e del Portogallo che trovarono rifugio in Italia.
Chiesa S. Giovanni dei Fieri: risale al sec. XII e fu rinnovata nel 1614; all'inizio era di proprietà dell'Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, la movimentata facciata in marmo bianco ripete quella di S. Matteo e S. Francesco. E' adibito al culto della Chiesa Avventista (protestante).
Ex convento dei frati bigi: risale all'ottocento ospitando la congregazione dei terziari Francescani regolari detti “frati bigi” per il colore grigio del loro saio. L'edificio è corredato da un ampio giardino, si caratterizza dalla facciata in mattoni a vista con loggiato, al piano terra realizzato con colonne e archi a sesto acuto anch'essi costituiti da mattoni. E' vincolato dalla Soprintendenza di Pisa e dal 2013 è oggetto di riqualificazione edilizia a fini civili, residenziali e commerciali.
Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni: comunemente nota come Chiesa mormone, la Chiesa fu ufficialmente istituita il 6 aprile 1830 a Fayette dello Stato di New York e il nome mormone deriva dal libro di mormon ritenuto come testo sacro assieme alla Bibbia.
Chiesa Evangelica Valdese: è una Chiesa presente in Italia da quasi un millennio, essa nacque a Lione nel sec. XII come risposta alla corruzione dell'epoca della Chiesa di Roma; in Italia è presente dal sec. XIII inoltre è presente in Svizzera, nel sud America, Uruguay e Argentina.
Casino dei Nobili: si presenta con un portico a piano terra caratterizzato da bugnato a vista, mentre al primo piano si estende una terrazza con balaustra lungo l'intera facciata, sul quale si aprono un portale affiancato da colonnine che reggono un arco a tutto sesto, con decorazioni a stucco e due portali timpanati laterali; all'ultimo piano tre finestre presentano timpani triangolari e semi circolari. Gli spigoli del palazzo sono caratterizzati da bugnato a vista, mentre alcune fasce e una cornice marcapiano sottolineano l'andamento regolare della facciata.
Palazzo Agonigi da Scorno: eretto nel sec. XI e trasformato in palazzo nel sec. XVII, sulla facciata sono visibili due grandi arconi in pietra verrucana, due bifore sono presenti al primo piano e una colonna di spoglio al piano terra in parte interrata, con un pregevole capitello marmoreo attribuito a Biduino. In questo palazzo come ricorsa un'iscrizione sulla facciata vi abitò per 30 anni Carlo Francesco Gabba, in quell'epoca professore Universitario di Pisa, prima di filosofia del diritto poi di diritto civile.
Palazzo Agostini: o palazzo dell'Ussaro o palazzo Rosso, sede del caffè dell'Ussaro dal 1775 e del cinema Lumiere dal 1899, eretto nel sec. XIV si presenta con la superficie esterna in laterizio, completamente decorata con elementi in cotto fitomorfi e antromorfi oltre a simboli araldici.
La facciata è segnata da cinque pilastri che la scandiscono per tutta la lunghezza, prolungandosi dal portico al piano terra fino al tetto. Il passaggio coperto lungo il lungarno è caratterizzato da archi ribassati e volte, con le ghiere esterne finemente decorate da decori a rilievo; al primo piano si aprono quattro bifore, mentre al piano superiore da due trifore nella parte destra. Oltre allo stemma Agostini anche quelli di altre famiglie che si sono estinte negli Agostini.
Al piano terra ha sede il caffè dell'Ussaro fondato il 1settembre 1775, alle pareti vi sono ricordi di illustri frequentatori. Il retro del palazzo ospita il cinema Lumiere, il più antico cinema Italiano che iniziò le prime proiezioni nella sala dei biliardi del caffè dell'Ussaro nel 1899; dal 13 febbraio 2011 è chiuso definitivamente.
Palazzo Bertolli Carranza eretto nel 1300 e nel sec. XVIII si è arricchito di chiostro, pozzo, loggia e giardino divenendo dimora signorile; al piano nobile vi sono affreschi e dipinti tra cui opere di Annibale Gatti.
Palazzo Medici: risale al 1300 e vi soggiornò Lorenzo dè Medici. E' sede della Prefettura.
Palazzo Toscanelli: che ospita l'archivio di Stato.
Palazzo Poschi: trecentesco, costruito sui resti delle mura medievali della città, mostra l'evoluzione delle case-torri, un esempio è la torre della Taccola adiacente al palazzo.
Palazzo Quarantotti: fu eretto aggregando vari edifici preesistenti, risale al sec. XII del cui periodo sono rimasti alcuni elementi decorativi e costruttivi sulle pareti esterne.
Palazzo Reale: sede della Soprintendenza, eretto nel 1583 e attualmente ospita il Museo Nazionale del Palazzo reale; presenta una collezione d'arte moderna, collezione di armature e parte del corredo del gioco del ponte (festa storica e consiste nella versione contemporanea, nella spinta di un carrello lungo un binario appositamente montato sul ponte di mezzo). Dalla sommità di questo palazzo Galileo Galilei mostrò al granduca Cosimo II l'uso del nuovo telescopio da lui perfezionato.
III Itinerario
Museo Nazionale di S. Matteo: è allestito nell'ex monastero di S. Matteo, custodisce una raccolta di ceramiche, frammenti architettonici e di sculture del sec. XII al sec. XIV; parti di un pulpito di un seguace di Giovanni Pisano proveniente da S. Michele in borgo; varie opere di Giovanni Pisano e della sua bottega, tra cui una figura danzante acefala, una Santa con reliquiario, una Madonna, la ballerina; altre sculture di Nicola Pisano e Arnolfo di Cambio; un Crocifisso della scuola di Berlinghiero XIII sec.; una Madonna col Bambino di Andrea Pisano; S. Domenico e due storie di Francesco Traini; la Madonna del latte di Andrea Pisano.
Dipinti su tavola del XII – XIII sec.: Crocifisso e deposizione di Enrico di Tedice; Crocifisso di Giunta Pisano; Croce di ignoto artista del sec. XII; Madonna col Bambino e episodi dell'infanzia di Gesù del maestro di S, Martino; due Madonne di Deodato Orlandi; Crocifisso di Giunta Pisano dipinto su entrambi i lati; opere del maestro di Torpè; storie di S. Cecilia di Bernardo Daddi; un polittico di Simone Martini raffigurante la Madonna col Bambino e Santi 1319; Crocifissione di Luca Tommè.
Pittori pisani del trecento: alcune tavole di F. Traini e opere di Turino Vanni e di Giovanni di Nicola; storie di S. Galgano, S, Orsola e le compagne di artisti anonimi.
Artisti del tre-quattrocento: la Madonna e il Bambino di Gentile da Fabriano; S. Paolo di Masaccio; lo stendardo processionale attribuito al Beato Angelico che raffigura il Redentore; l'Annunciazione di Giovanni da Milano; la Crocifissione e S. Ranieri di Antonio Veneziano; numerose opere di Michele di Matteo, Barnaba da Modena, Benozzo Gozzoli, Spinello Aretino, Taddeo di Bartolo, Neri e Lorenzo di Bicci, il Ghirlandaio.
Tra le statue in legno policromo del XIV sec spiccano due Annunciazioni della bottega dei Pisano e un'Annunciata di Francesco di Valdambrino. Opere plastiche del quattrocento: il busto di S. Lussorio, di Donatello proveniente dalla Chiesa di S. Stefano dei Cavalieri; un Crocifisso trecentesco di artista ignoto; un busto reliquiario bronzeo di un seguace di Michelozzo; un busto in terracotta di Gesù della scuola di Verrocchio; due terrecotte robbiane tardo-quattrocentesche; un lavoro in cuoio con la Crocifissione della cerchia del Ghiberti.
Pitture quattro-cinquecentesche di artisti Toscani e stranieri; oggetti provenienti dal tesoro; pergamene; un paliotto ricamato con l'Incoronazione di Maria; piccole statue della bottega di Giovanni Pisano; ricami; un bassorilievo con l'Adorazione dei Magi assegnato al Ghiberti; una Croce duecentesca di scuola veneziana in cristallo di rocca; un cofanetto del X sec. in avorio proveniente da Bisanzio.
Pitture del cinquecento: disegni preparatori per i dipinti del Duomo realizzati da vari artisti; opere del Sogliani e del Boscoli. Dipinti del sei-settecento: Cristo e le Marie di M. Rosselli; Amor sacro e amor profano di Reni; due paesaggi e la pulce di G. M. Crespi; opere di vari artisti tra i quali Strozzi, Tempesti, del Cairo, Magnasco e altri. Pittura straniera dal 1500 al 1800; artisti Toscani del nostro secolo; corali miniati trecenteschi; arazzi fiamminghi e fiorentini del cinquecento.
Chiesa S. Michele in Borgo: eretta nel sce. X su di un tempio pagano e poi ampliata, presenta elementi romanici e gotici; la facciata trecentesca ha triplici logge e tre portali con bella decorazione a intarsi marmorei.
L'interno a tre navate conserva scarse tracce di affreschi, perduti a causa dei bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale, ma resta una pregevole lunetta trecentesca sul portale sinistro raffigurante S. Michele.
Ponte di mezzo: era il ponte più antico della città, prima della distruzione bellica, fu ricostruito dopo la guerra a un unica arcata e vi ha luogo il gioco del ponte, torneo popolare che si disputa tra gli abitanti delle due zone a sinistra e a destra dell'Arno, con la spinta di un carrello lungo un binario appositamente montato sul ponte.
Palazzo Upezzinghi: detto alla giornata per il motto scolpito sul portale, eretto nel seicento fu progettato dal senese Cosimo Pugliani ed è sede Universitaria.
Università degli studi: è attiva fin dal sec. XII ha tradizioni prestigiose dovuto all'impulso ricevuto soprattutto da Cosimo I dè Medici e dai suoi successori. La costruzione risale al sec. XV cn facciata moderna ed aperta all'interno da un cortile porticato. E' dotata di una ricca biblioteca con incunaboli e preziosi documenti.
Chiesa di S. Frediano: risale al sec. XI e fu rinnovata nel XVI; la facciata a tre ordini è ornata da arcate che incorniciano rombi decorativi. L'interno tripartito da colonne antiche conserva affreschi di Rutilio Manetti e del Passignano, nonché tele di Ventura Salimbeni e di Alessandro Tiarini. Svolge funzioni di Chiesa Universitaria.
Palazzo dei Cavalieri: o della Carovana, è preceduto dalla statua di Cosimo I dè Medici e da una fontana del 1500 opera di Pietro Francavilla; è un adattamento del palazzo degli anziani trasformato nel 1562 da Giorgio Vasari, una scala a doppia rampa dell'ottocento porta all'ingresso dell'edificio a tre piani, con lunga e solenne facciata curvilinea decorata da nicchie che contengono i busti di alcuni granduchi di Toscana. E' sede della scuola superiore.
Chiesa S. Stefano dei Cavalieri: fu progettata da Giorgio Vasari nella metà del cinquecento, con facciata marmorea a doppio ordine. Al suo interno conserva cimeli dell'ordine dei Cavalieri e pitture alle pareti e sul soffitto che illustrano le glorie dell'ordine e la vita di S. Stefano.
Palazzo dell'orologio: l'edificio è composto da due corpi uniti tra loro da un'arcata secondo il progetto del Vasari; il palazzo detto anche della Gherardesca era anch'esso occupato dai Cavalieri di S. Stefano. La costruzione inglobò resti della prigione, della torre delle Muda o della fame dove fu tenuto prigioniero e morì il conte Ugolino della Gherardesca con i suoi discendenti, come ricorda Dante nel XXXIII canto dell'inferno.
Chiesa di S. Sisto: risale al 1133 ma era già utilizzata da tempo come sede dei più importanti atti notarili; fu realizzata in stile romanico pisano in pietra; la facciata è articolata da lesene, da una bifora e da archetti che corrono lungo il sottotetto, includendo la tipica decorazione a bacini ceramici islamici del sec. XI, sul fianco e coevo campanile cuspidato si aprono monofore.
L'interno a tre navate con copertura a capanna a doppio spiovente, diviso da colonnati con numerosi capitelli romani di reimpiego; vi si trova una lastra tombale Araba, copia di una Madonna col Bambino del sec. XIV e il timone di una nave pisana del sec. XIV. L'altare maggiore in marmo policromo realizzato da Giuseppe Vaccà nel 1730, presenta Cherubini e allegorie di Fede e Carità. Nella Chiesa sono custodite reliquie del passato pisano, la lapide mortuaria dell'emiro Al Murtadh portata a Pisa dopo la conquista delle Baleari nel 1155 e una replica delle bandiere dei quartieri storici della Repubblica di Pisa.
Museo di orto botanico: nacque nel 1543 con l'appoggio finanziario del granduca Toscano Cosimo I dè Medici. Come data di fondazione si tratta del più antico orto botanico del mondo universitario. Alla fine del 2015 è iniziato il restauro della facciata della sede storica dell'Istituto Universitario di botanica, chiamata anche palazzina delle conchiglie e del cancello antistante.
Domus Galileiana: ospita una biblioteca scientifica ed è il centro di studi Galileiani; conserva cimeli del grande scienziato pisano e la dinamo di Antonio Pacinotti del quale li accanto sorge la casa in cui visse.
Chiesa di S. Nicola: sorta nel sec. XII presenta le tipiche arcate pisane sulla facciata, l'antico e magnifico campanile lievemente pendente è cilindrico alla base e sopra ottagono. Nell'interno nella prima cappella a destra si trova una Madonna col Bambino del Traini; un'altra Madonna col Bambino di statua lignea di nino Pisano è nella quarta cappella sinistra; e nella prima cappella a sinistra un bel Crocifisso in legno di Giovanni Pisano.
Arsenale delle Galee: sono delle semplici costruzioni ad arcate dove si costruivano le galee dei Cavalieri di S. Stefano risalente al 1200.
Fortezza: o cittadella vecchia si trova all'estremo delle mura cittadine, da li venivano varate le navi; delle strutture duecentesche oggi restano gli archi di mattoni inseriti nel muro di difesa, oltre alle trecentesche arcate tamponate dei capannoni. Si chiama fortezza vecchia per distinguerla dall'altra che si trova al lato opposto e si chiama cittadella nuova, oggi chiamata anche giardino di Scotto; eretta nel 1440 in seguito fu ristrutturata da Giuliano da Sangallo tenendo presente delle bocche di fuoco che doveva ospitare. Oggi al centro della fortificazione sorge un ampio giardino il qualeviene usato per mostre, rappresentazioni teatrali, concerti e cinema all'aperto.
IV Itinerario
Chiesa S. Paolo a Ripa d'Arno: fu fondata nel sec. IX e rifatta dopo il mille a fasce bicolore, la struttura è tipicamente pisana con cinque arcate che incorniciano i tre portali; le arcate sono sormontate da tre ordini di logge, il fianco sinistro ripete la struttura del Duomo.
Le tre navate interne sono scandite da colonne che sostengono arcate ogivali e che presentano magnifici capitelli. Nella seconda colonna a sinistra sono da notare le effigi dei Santi Pietro e Paolo; a sinistra dell'entrata si trova un sarcofago romano; nell'abside illuminata da una vetrata trecentesca che raffigura Gesù e nove Apostoli, vi è un Crocifisso del XIV sec.
La cappella di S. Agata risale al sec. XII di forma ottagonale, ornata da trifore e coperta da cupola: All'altare del transetto sinistro vi è una Madonna col Bambino e Santi di Turino Vanni del XIV sec.
Chiesa di S. Maria della Spina: deve il suo nome a una reliquia della corona di Gesù ora trasferita nella Chiesa di S. Chiara. L'antico oratorio fu trasformato nel 1323 aggredito dall'umidità del vicino fiume. Nell'ottocento fu smontato, diviso in blocchi e riedificato in una zona più alta. La Chiesa presenta una selva di guglie, cuspidi, edicole ornatissime alla sommità, mentre la parte bassa è scandita da arcate che racchiudono polifere.
Nel raccolto interno tre arcate bicrome separano il presbiterio dalla navata; sull'altare le statue di S. Pietro e S. Giovanni Battista, scolpite da Tommaso Pisano affiancano una Madonna col Bambino. Sulla sinistra si ammira il piccolo tabernacolo cinquecentesco dello Stagi dov'era custodita la spina.
Domus Mazziniana: risale al novecento sulla casa della famiglia Nathan Rosselli che ospitò il grande patriota nell'ultimo periodo della sua vita, protetto sotto il falso nome del Dottor Brown. La costruzione ospita l'Istituto di studi Mazziniani con una biblioteca pubblica particolarmente documentata sul Risorgimento, un archivio e un museo appartenenti a Mazzini.
Palazzo Gambacorti: edificio che risale al trecento con facciata rifatta nel XVII sec., aperta da bifore e ornata di stemmi; è la sede Comunale.
Logge di Bianchi: progettato dal Buontalenti nel sec. XVII e realizzato da Cosimo Pugliani. Un tempo la costruzione ha ospitato il mercato della lana e della seta.
Chiesa di S. Sepolcro: già esistente nel 1133 e attribuita a Diotisalvi lo stesso costruttore del Battistero di Pisa; l'edificio si presenta con ambiente centrale delimitato da otto pilastri pentagonali di pietra calcarea, che sostengono tramite archi a sesto acuto un tamburo rialzato e finestrato anch'esso in pietra; coperto da una cuspide piramidale in laterizio lasciato a vista all'interno.
Il vano centrale è circondato da un ambulacro ottagonale; gli accessi sono costituiti da tre portali con caratteri stilistici diversi, conservano elementi classicheggianti, decorazioni fitomorfe e teste leonine marmoree. L'arredo interno è in forme barocche; conserva il busto reliquiario di S. Ubaldesca del sec. XV e la secchia che si ritiene sia appartenuta alla Santa per attingere acqua dal Santo pozzo, sito all'interno della Chiesa e chiuso da una grata di metallo.
Molto conosciuta è anche la lastra tombale di Maria Mancini, nipote del Cardinale Mazzarino e favorita dal re sole Luigi XIV di Francia; vi è anche un interessante dipinto su tavola del XIV sec. raffigurante la Madonna col Bambino. Il nome S. Sepolcro ha origine dalla crociata guidata dall'arcivescovo di Pisa Daiberto, che al rientro vollero erigere un edificio che fosse Chiesa, ospedale, albergo e convento. La struttura è ispirata agli edifici sacri di Gerusalemme; l'interno riproduce il S. Sepolcro mentre l'esterno ottagonale ricorda la Moschea di Omar, che alle prime crociate si riteneva fosse il tempio di Salomone.
Chiesa di S. Martino: risale al sec. XIV in forme gotiche. L'interno a navata unica conserva affreschi nella contro facciata attribuiti a Giovanni di Nicola con le relative sinopie; nel primo altare a destra vi è un S. Andrea del Lomi; subito dopo vi è la cappella del Sacramento dove sull'altare vi è collocato un altorilievo di Andrea Pisano, raffigurante l'incontro di S. Martino col povero; affreschi e sinopie di Antonio Veneziano alle pareti rappresentano la visitazione e l'apparizione dell'Angelo a Zaccaria. Fuori della cappella alla parete, è posto un Crocifisso trecentesco di Enrico di Tedice.
Escursioni
Tirrenia: (a 5 km.) si estende la stazione balneare di marina di Pisa compresa Tirrenia la quale fu fondata il 3 novembre 1932 voluta dal regime fascista, in particolare sorse per volontà di Costanzo Ciano consuocero di Mussolini e Guido Buffarini Guidi podestà di Pisa. Tirrenia nacque e fu lanciata come città del cinema ma la nascita di cinecittà di Roma non la fece decollare.
La principale attrattiva del luogo è rappresentata dalle spiagge sabbiose e dall'oasi “dune di Tirrenia”, un'area naturale protetta istituita nel maggio del 1997 per iniziativa del WWF con un'estensione di 24 ettari, attraversata da stradelle che conducono alla spiaggia. Le dune costiere e i camminamenti sono dotati di barriere protettive in legno e di tabelle che illustrano le caratteristiche naturali invitando al rispetto dell'ambiente. All'interno dell'oasi è stato creato un percorso per disabili.
S. Giuliano Terme: (a 7 km.) è una località termale alle falde del Monte Pisano con stabilimenti che sfruttano le acque solfato alcaline, per la cura dei disturbi urologici, dell'apparato digerente, delle vie respiratorie, di artrosi e reumatismi.
S. Pietro a Grado: (a 6 km.) l'imponente Chiesa romanica sorse intorno al sec. XI in zona aperta e solitaria, fu eretta su di una basilica più antica tutta profilata di archetti pensili, decorati da maioliche e sul fondo sporgono tre absidi semicircolari, un'altra abside si trova sul lato opposto. La Chiesa è priva di facciata e vi si accede da un fianco; il campanile fu distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
L'interno è tripartito da colonne di reimpiego che sostengono fitte arcate bicrome, le pareti della navata centrale sono coperte da un grandioso ciclo di affreschi trecenteschi, opera di Deodato Orlandi raffigurante episodi della vita di S. Pietro e sotto sono effegiati i vari pontefici. Sul fondo della Chiesa un ciborio segna il punto in cui si racconta che S. Pietro avrebbe predicato, sono visibili i ruderi romani e le fondamenta dell'antica basilica.
Tenuta di S. Rossore: (a 6 km.) è una rigogliosa foresta di 3000 ettari estesa tra i corsi del Serchio e dell'Arno; appartenne prima agli imperatori, poi ai vescovi, poi ai Medici, ai Lorena, ai re d'Italia e ai Presidenti della Repubblica.
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