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Vicopisano

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Fu legata dal sec. X a Pisa e nel 1494 fu conquistata da Firenze. Vicopisano possiede un patrimonio di monumenti medievali notevole, con 12 torri tra XI e XV sec., due palazzi medievali del XII sec., una rocca medievale progettata dal Brunelleschi, una Chiesa romanica del XII sec. e un'altra di S. Jacopo nella frazione di Lupeta del Comune di Vicopisano nelle vicinanze.

Monumenti
Pieve di S. Maria: eretta nel sec. XII sulle rovine di una precedente Chiesa già ricordata nel 934. La facciata è articolata da lesene in tre parti con tre portali, di cui quello centrale sormontato da una lunetta e archi ciechi a tutto sesto includendo lasanghe e oculi; nel registro superiore si apre una bifora, mentre lo spiovente è decorato da archetti pensili retti da mensoline figurate. Un bassorilievo nella facciata rappresenta la decollazione di S. Giovanni Battista, il campanile è del 1775.
L'interno a tre navate divise da colonne con capitelli romani di spoglio; il ciclo di affreschi risale al sec. XIII, che con storie Cristologiche faceva da sfondo al gruppo ligneo della deposizione dalla Croce del duecento.
Pieve di S. Giulia: a Caprona nella frazione del Comune di Vicopisano, è ricordata la prima volta nel 1096 e si presenta a croce latina, a navata unica provvista di abside; la struttura è costituita da bozze di varrucano e conci di pietra arenaria, la facciata a capanna ha il fastigio del tetto sorretto da mensole e un timpano con al centro un oculo cieco, mentre inferiormente risulta delimitata lateralmente da semi pilastri, arricchita da archetti pensili su peducci scolpiti e caratterizzata centralmente da un portale con architrave di riutilizzo, sovrastato da due oculi, un arco cieco sul quale fino al 1986 vi era lo stemma della famiglia Bracci Cambini, che aveva il patronato sulla pieve e mandato in pezzi da una pallonata di ragazzi che giocavano a pallone sul piazzale antistante la Chiesa.
La parete meridionale ha un cornicione modanato sopra archetti pensili, poggiati su mensole scolpite con decorazioni animali, vegetali e a intreccio vimineo, la parte superiore ha due ampi archi tamponati a tutto sesto; il campanile è a base rettangolare realizzato con diverse qualità di pietra, sulla cima ha una cella con quattro aperture ad arco coronate da archetti pensili e con tetto a capanna.
La facciata orientale presenta la stessa decorazione della meridionale. L'interno è spoglio ad unica ed ampia navata, la parte frontale è massiccia vi sono iscrizioni lapidee e un busto in marmo, tre grandi colonne in granito fungono da appoggio per ampie arcate. L'area presbiteriale leggermente superiore alla navata, presenta l'altare maggiore con iscrizione medievale lungo il bordo e nel transetto sinistro un altare minore con tabernacolo, mentre alle pareti tracce di affreschi e decorazioni scolpite.
Nel restauro del 1977 è stato realizzato il pavimento in cotto con motivo a lisca di pesce, caratteristico della pavimentazione originaria; alcune grate metalliche permettono di visionare i principali ritrovamenti archeologici effettuati sotto il pavimento. L'organo del 1738 di Domenico Francesco Cacioli è stato restaurato nel 1983.
Chiesa di S. Andrea Apostolo: sita nella frazione di Cucigliana del Comune di Vicopisano, fu attestata già nel 1063 e nel sec. XIII si presenta ad aula unica con tetto a capanna e semplice facciata con timpano, l'aspetto attuale risale al sec. XVIII fatta eccezione della base medievale in pietra del campanile, che fu completato in alto da una struttura ottagonale coronata da vasi in terracotta. Al suo interno si conservano dipinti murali dell'ottocento.
Pieve di S. Giovanni Evangelista: ubicata in S. Giovanni alla Vena frazione del Comune di Vicopisano; la pieve battesimale è documentata dal 975 ma non si conosce l'anno della fondazione. Venne riedificata nel 1590 poiché la precedente fu distrutta assieme al campanile, il cimitero e la canonica a seguito della piena dell'Arno. Si presenta a tre portali e tre navate divise da pilastri, la copertura è a doppio spiovente e dotata di cinque altari; conserva una Croce dipinta con Cristo e storie Cristologiche attribuite al pisano Enrico di Tedice del duecento, sculture lignee del sec. XIV e S. Lucia del XV sec.
Nelle sue vicinanze sorge l'Oratorio di S. Rocco che come risulta dall'iscrizione nella facciata venne costruita nel 1635 e attualmente è destinato a magazzino, dove sul fianco sinistro s'innesta l'Oratorio del SS. Sacramento, adibito anch'esso a magazzino e sul cui fianco spicca un rilievo marmoreo con l'Annunciazione datato 1639 e conserva affreschi con Santi datati XVI e XVII sec.
Chiesa del SS. Salvatore: la prima notizia risale al 31.10.1096 quando risultava appartenere al pievanato di S. Cassiano era a navata unica, due altari e dotata di diversi affreschi con figure di Santi; per le numerose piene dell'Arno fu demolita nel 1854 e riadattata a piccolo cimitero, mentre i migliori materiali di risulta furono utilizzati per l'edificazione della nuova Chiesa, che fu consacrata il 22 aprile 1857. Il fonte battesimale risale al 1921.
Chiesa di S. Jacopo: sita nella frazione di Lupeta del Comune di Vicopisano risalente al XII sec. Chiesa e monastero furono ricordati in un documento del 757 nel sec. XV e venne intitolata a S. Jacopo; passata a proprietà privata nel 1867 è oggi proprietà demaniale. A datazione alto medievale VIII – X sec., rimanda il bassorilievo con tre figure riutilizzato nella facciata attuale. All'interno con transetto si trovano tracce di affreschi trecenteschi con i Santi Mamiliano, Girolamo e Giovanni Battista.
Chiesa e monastero di S. Michele: alla Verruca frazione del Comune di Vicopisano; i resti visibili risalgono al monastero Benedettino fondato nel X sec., sul luogo dove sorgeva la Chiesa di S. Angelo del sec. IX. Fu abbandonato nel sec. XV a causa delle lotte tra Pisani e Fiorentini; attorno al monastero in età medievale si era aggregato un borgo che nel 1996 è stato oggetto di scavi archeologici assieme alla vicina rocca, una fortificazione risalente al 780 e sopravvissuta come struttura militare attiva fino alla caduta di Pisa nel 1503.
Chiesa di S. Domenico: a Noce frazione del Comune di Vicopisano; risale al 1639 come si legge dalla lapide posta sulla facciata. Nel 1972 fu restaurata dopo essere stata per secoli sotto il patronato della fattoria di Noce (attualmente Azienda Agricola).
Chiesa di S. Martino di Tours: al Bagno antico di Uliveto Terme nella frazione del Comune di Vicopisano; risale all'ottocento e si presenta in stile romanico con struttura a capanna in verrucano, con abside e campanile a vela. Un restauro fu compiuto nel 1964 a cura della Società Acque e terme, che le ha restituito l'aspetto originale romanico riparando anche i danni causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
L'interno si presenta a navata unica con soffitto a capriate, in cui sono conservati un dipinto murale staccato con il Cristo deposto nel sepolcro da un Angelo sec. XVI e due pregevoli affreschi raffiguranti un Angelo della passione e un S. Martino a cavallo quest'ultimo di autore ignoto ottocentesco.
Oratorio di S. Croce: in Castellare nella frazione di S. Giovanni alla Vena del Comune di Vicopisano, la località ricorda la presenza dell'antica rocca edificata prima delle invasioni barbariche e distrutta nel sec. XIV; in cima al castello c'era una Chiesa edificata dai reduci della prima crociata, in cui ogni anno veniva festeggiata la ricorrenza del ritorno vittorioso di Gerusalemme.
La costruzione del piccolo Oratorio avvenne nel 1656 e nel 1718 fu ampliata grazie all'offerta di 25 scudi offerti da Valerio Batini, il quale donò anche una reliquia della S. Croce. Nel 1723 nell'Oratorio vi fu trasferita la Croce di Enrico di Tedice, che si trovava nella cappellina della Madonna del Rosario nella Pieve di S. Giovanni Evangelista.
L'Oratorio è ben visibile dal basso per la Croce bianca illuminata durante la notte. Sul retro vi sono tavoli e panche per sostare, mentre dalla terrazza anteriore si può godere di un meraviglioso panorama della pianura sottostante.
Palazzo Pretorio: eretto nel sec. XIV in pietra verrucana; la facciata è divisa in tre vani incorniciati da archi a sesto acuto, i pilastri di appoggio sono in pietra e più grandi rispetto ai vani intermedi; i tre piani sono divisi da architravi posti tra pilastri che avevano la funzione di mensola e servivano come appoggio ai ballatoi in legno.
L'edificio al suo interno conserva l'aspetto medievale; il piano terra è occupato interamente dalle prigioni, al primo piano si trovano le sale di rappresentanza: Sala di udienza, Sala del consiglio e la prima cappella del palazzo; durante i lavori di restauro sono emersi affreschi del quattrocento.
L'ultimo piano ospitava i locali destinati ai servizi e vi sono affreschi raffiguranti motivi araldici e una Madonna col Bambino, mentre un affresco raffigurante “La Pietà” attualmente è ospitato nel palazzo Comunale: la torre è utilizzata come magazzino.
Stemmi del palazzo pretorio: essendo stato il palazzo dei Vicari è pieno di stemmi che si trovano sulle pareti dello stesso palazzo, non sono disposti in maniera ordinata ma inseriti sempre dove meglio si ritenesse opportuno farlo meglio vedere. Sono presenti quelli in marmo riflettente il periodo del quattrocento e vicino vi sono apposti quelli del sec. successivo; gli stemmi lapidei che risalgono al quattro-cinquecentesco con la forma rotonda, mentre nel seicento compare la corona d'alloro e collegato alle piume dell'elmo; dai primi del seicento vennero utilizzati gli stemmi murali in maiolica e nel settecento si afferma lo stile dello stemma dipinto
Palazzo Redini: in stile Liberty del novecento, mantiene pavimenti, infissi e decori originali tra i quali spiccano gli affreschi di Galileo Chini. L'interno si articola intorno al vano scala dotato di doppia rampa con gradini in marmo di Carrara e ringhiera in ghisa; i pavimenti sono in mattonelle policrome e bicrome riproducenti motivi geometrici, i soffitti “a cielo di carrozza” con volta a botte ribassata o piani presentando motivi decorativi eclettici, legati al periodo Liberty e agli stili anteriori. Nel soffitto del vano scala il Chini realizzò putti danzanti tra specchiature scure, sorreggenti una ghirlanda continua di fiori, frutta e nastri svolazzanti.
Villa Fehr: è proprietà della famiglia Fehr-Walser di origini Svizzere, sita sulla sommità del colle e dotata di un grande parco non visitabile, che delimita la fortificazione Brunelleschiana.
Rocca: sita nella proprietà della villa Fehr, la sua prima citazione risale al 975 è composta da un mastio con i lati lunghi 15 metri e una torre angolare nel punto più alto dell'abitato alta 31 metri; una muraglia collega il mastio con una delle torri delle mura, la torre dei Selvatici. Tramite un muraglione lungo 60 metri si poteva raggiungere la torre del soccorso.
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