Dest. Relig.
Collina
Bolsena
Velsna era una delle 12 città confederate dell'Etruria tra le più ricche e potenti, fu soggiogata dai romani e essendosi ribellata di distrutta e ricostruita. Prese il nome di Volsinii e divenne municipio, in seguito subì le devastazioni dei Goti e dei Longobardi, fece parte della Tuscia Longobarda quindi passò alla Chiesa. Tra il XII e il XV sec. fu oggetto di contesa tra i Monaldeschi di Orvieto e la S. Sede e subì l'abbattimento delle mura.
Monumenti
Collegiata S. Cristina: è una Chiesa romanica XI sec., affiancata da uno snello campanile del XIII sec. ha un interessante facciata del primo rinascimento e il portale centrale è ornato da una terracotta raffigurante: la Madonna col Bambino, S. Cristina e S. Giorgio attribuita a Benedetto Buglioni.
Nell'interno a tre navate si trovano: un fonte battesimale scolpito in epoca rinascimentale, un Crocifisso cinquecentesco, la cappella del Rosario con pregevoli affreschi del XV sec., la cappella di S. Lucia con affreschi datati tra il 1300 e il 1500 e un busto della Santa. In un Ambone decorato da un bassorilievo del XVI sec. collocato nel presbiterio, è rappresentato il martirio di S. Cristina.
Dalla navata sinistra attraverso un grande portale romanico, si accede alla cappella del miracolo eretta negli ultimi anni del 1600 a ricordo del miracolo del Corporale avvenuto nel 1263 e collegato alla vita di S. Cristina. Figlia di un Prefetto romano dopo aver abbracciato la nuova religione Cristiana, fu gettata nel lago con una pietra al collo che rimase miracolosamente a galla.
Le impronte dei piedi della Martire si impressero sulla pietra che in seguito venne adoperata come mensa d'altare. Li si recò a pregare nel 1263 un prete Boemo: Pietro da Praga e mentre celebrava la Messa l'Ostia consacrata stillò sangue dalle sue mani: i tre marmi macchiati del sangue Eucaristico sono conservati sul luogo (altare maggiore della cappella stessa).
Era il 1263 papa Urbano IV informato dell'evento l'anno successivo istituiva la festa del Corpus Domini. A sinistra della cappella è la porta di accesso alla grotta di S. Cristina che fa parte delle catacombe dove fu rinvenuto il corpo della Santa. Nella cappella di S. Michele Arcangelo vi è una pala d'altare in terracotta di Giovanni della Robbia, di fronte è l'altare di S. Cristina dove si verificò il miracolo Eucaristico.
L'altare è abbellito da un fastoso ciborio del IX sec., da una pala forse di Benedetto Buglioni e da un affresco duecentesco che illustra il miracolo. Dal fondo della grotta inizia la visita alle catacombe con il sarcofago che contenne le spoglie di S. Cristina. In gran parte non sono esplorate: i 300 metri che si percorrono nella visita mostrano antichi loculi e resti di affreschi.
Convento S. Maria del Giglio: del XVII sec., nel 1626 il chiostro era terminato e affrescato; nel XVIII sec. fu ampliato fino ad ospitare più di 70 pellegrini che si recavano a visitare il miracolo Eucaristico e la tomba di S. Cristina. Dal 1997 è gestito dall'Associazione: “punti di vista” che vi conduce tra le altre attività, una casa per ferie, promuove lo scambio di conoscenze e culture, seminari, iniziative di solidarietà, condivisione e trasformazione sociale.
Chiesa S. Francesco: sorta nel XIII sec., nella facciata un portale gotico; l'interno a una navata concluso da un presbiterio di forma quadrata, è ornato da affreschi del periodo che va dal 1400 al 1600. Vi si conserva un pregevole Crocifisso della scuola del Pastura. Conserva tutta la struttura di una Chiesa ma è trasformata in teatro con le pareti laterali abbellite da dipinti, finestre a vetrate e resti d'affreschi nella parte Presbiteriale opera di Giovan Francesco d'Avanzarano.
Chiesa S. Salvatore: dal sagrato si gode una bella vista sul lago, è dotata di due grosse torri del XII sec. con il caratteristico campanile a cupola ricoperto di maioliche; durante il periodo estivo viene adibita a mostre.
Oratorio Madonna dei cacciatori: XV sec. al suo interno sono presenti vari affreschi votivi di vari Santi. La Chiesetta è privata ma può essere visitata rivolgendosi al tabaccaio di fronte all'ingresso della Rocca.
Castello: o Rocca Monaldeschi della Cervara, le prime notizie risalgono al 1156 quando papa Adriano IV fece fortificare i borghi a difesa delle incursioni barbariche. Dall'alto di un dosso domina il borgo e il lago, è a pianta quadrilatera fortemente irregolare con quattro slanciate torri agli angoli, cui si aggiunsero in seguito altri elementi. Appartenne ai principi Spada e i del Drago.
Nel 1815 i Bolsenesi lo danneggiarono perché non cadesse nelle mani di Luciano Bonaparte e in seguito fu restaurato. Situato nel centro storico e quartiere più antico della Tuscia, ancora in stile medievale, con graziosi vicoletti è il luogo turistico più visitato dagli stranieri. Al suo interno ospita il Museo comunale con oggetti di scavo etruschi e romani.
Palazzo Cozza Crispo: (ora del Drago) del XVI sec., è uno dei palazzi cinquecenteschi meglio conservati nel Lazio, al suo interno conserva un ciclo di affreschi di epoca manierista.
Fontana S. Rocco: fatta erigere dal Cardinale Giovanni dè Medici nella pittoresca e omonima piazza; per i Bolsenesi l'acqua è miracolosa e ogni anno viene celebrata una Messa con la benedizione delle acque.
Palazzo Caposavi: (ora Cozza Caposavi) di origine cinquecentesco, ridisegnato nel settecento e domina la fontana medicea di S, Rocco.
Geosito delle pietre lanciate: con geosito si indicano i beni geologici-geomorfologici di un territorio, si tratta di architetture naturali o singolarità del paesaggio, che testimoniano i processi che hanno formato e modellato il nostro pianeta.
Lago di Bolsena: è il lago di origine vulcanica più grande d'Europa, ha una forma ovale, due isole e un fiume emissario per un'area totale di 113,5 kmq. (quinto in Italia); la sua profondità massima è di 151 metri, con una profondità media di 81 metri, le coste basse e sabbiose di colore nero residuo di antichi vulcani.
Fauna: pesci come luccio, tinca, latterino, scardola, cefalo, lasca, gambero di fiume e le celeberrime anguille che costarono il purgatorio Dantesco a papa Martino IV di cui ne era ghiotto, annegate nella vernaccia e cotte arrosto con spezie:
“ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia
dal torso fu, e purga per digiuno
le anguille di Bolsena e la vernaccia”
L'abbondanza di pesci e la natura incontaminata hanno attirato specie di uccelli acquatici come: Morette, Moriglioni, Fistioni, Turchi, Folaghe, Svassi maggiori, Tuffetti, Svassi minori, Garzette, Aironi cenerini. Quelli che stabilmente vi risiedono sono: i colombi, gabbiani e cigni. Fra le specie che nidificano tra i canneti: Aironi di piccole dimensioni, Cannareccione e la cannaiola. I predatori sono il cormorano e la strologa. Altri abitanti comuni delle rive del lago: il rospo, la rana, la biscia d'acqua, il tritone, la testuggine.
Nel lago vi sono testimoniati antichissimi insediamenti: è stato scoperto un villaggio sommerso con palafitte: sono venuti alla luce bronzi, asce, vasellame nero con graffiti, elementi peculiari del periodo Villanoviano, persino una ciotola con avanzi di cibo.
Ruderi di Velsna e Volsinii: lungo la strada per Orvieto sparsi nei pressi sono i ruderi dell'etrusca Velsna e della romana Volsinii; etrusche sono parte delle antiche mura, necropoli, pietre con lettere etrusche incise; romani sono alcuni ambienti termali, un anfiteatro, abitazioni, il Foro, numerose tombe.
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