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Viterbo

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Centro etrusco cui si da il nome: Surrena, divenne colonia romana chiamandosi secondo alcuni: Vicus Elbii e secondo altri: Vicus Urbis. Nell'VIII sec. fu fortificato dai Longobardi, quindi passò sotto il dominio della Chiesa ed ebbe notevole parte nelle lotte tra Roma e il papato.
Al principio del XIII sec. la città fu scomunicata perché aveva accolto gli eretici patarini ed entrò in guerra con Roma subendo una grave sconfitta. Intanto si scatenavano lotte intestine tra le famiglie dei Gatti, guelfi e dei Tignosi, ghibellini. Federico II approfittò della crisi per imporre il suo predominio su Viterbo, ma ben presto la città si ribellò appoggiando in modo definitivo il partito guelfo.
Con Alessandro IV nel 1257, Viterbo divenne residenza papale e vi si tennero vari conclavi, storico fu quello per l'elezione di Gregorio X. ( ci vollero 1006 giorni per eleggerlo, tanto che i Viterbesi segregarono i Cardinali all'interno del palazzo dei papi “clausi cum clave” ridussero il vitto e scoperchiarono il tetto del palazzo. Questa elezione è pertanto considerata comunemente – primo conclave nella storia della Chiesa-). Fu in questo periodo di massimo splendore della città che vide sorgere grandiosi edifici e divenne più popolosa di Roma; poi si scatenarono nuovi tumulti, i Viterbesi subirono una seconda scomunica e i papi lasciarono definitivamente la città.
Cominciò il declino, ripresero le lotte tra le fazioni e le guerre contro Roma finché nuovamente sottomessa alla Chiesa. La città fu posta sotto la signoria dei Prefetti di Vico che avevano trionfato sulla guelfa famiglia dei Gatti. Nel 1354 i Prefetti di Vico furono cacciati dal Cardinale Albornoz che costruì la rocca. Le lotte tra i Prefetti di Vico e la S. Sede durarono fino al 1431; in seguito la storia di Viterbo non presenta episodi degni di nota.

Monumenti
Duomo: eretta sul terreno dov'era sita un piccola Chiesa che a sua volta era edificata sulle rovine di un Tempio pagano dedicato a Ercole. La facciata è rinascimentale, il bel campanile a fasce dicrome (apertura cruciforme) del XIV sec.. L'interno a tre navate scandite da colonne con capitelli, conserva tra l'altro un fonte battesimale del XV sec., un affresco degli allievi del Pastura, tele di G: F: Romanelli, di M. Benefial, dell'Imperiali, di Gerolamo da Cremona che rappresenta Cristo benedicente XV sec. Nell'abside una tavola del XII sec. raffigurante la Madonna della Carbonara.
Chiesa S. Maria Nuova: è la più antica del paese e risale al 1080, edificata sui resti di un Tempio dedicato a Giove Cimino la cui testa scolpita (creduta in passato raffigurasse Gesù) si sporge sopra il portale. In un angolo esterno dell'edificio figura un piccolo pulpito in pietra a cui si accedeva tramite una scala di legno, dal quale nel 1266 predicò S. Tommaso d'Aquino. (in realtà le ridottissime dimensioni del pulpito non risultano compatibili con la ben nota mole del Grande Santo Domenicano).
Nella navata sinistra si trova un pregevole trittico bizantino del 1180 di cuoio che raffigura il Cristo. Le navate laterali presentano un soffitto retto da capriate lignee e decorato da formelle in ceramica. Nel Battistero l'affresco con i Santi: Giovanni Battista, Girolamo e Lorenzo opera di Antonio del Massaro da Viterbo, detto il “Postura”. A lato dell'altare maggiore vi è un ingresso all'antica cripta paleocristiana. Una scala posta all'esterno dell'abside conduce a un chiostro scoperto negli anni 80 con il crollo di un'ala del refettorio.
Chiesa S. Silvestro: è nota poiché nel 1271 vi fu assassinato il principe Inglese Enrico di Cornovaglia e suscitò enorme sgomento nel XIII sec. Fu ricordato da Dante.
Basilica S. Maria della Quercia: stile rinascimentale eretta nel XV sec. è uno dei più notevoli esempi di arte rinascimentale Italiana e primo monumento nazionale Viterbese; una scalinata precede la facciata maestosa con tre lunette di Andrea della Robbia, è aperta da tre portali ornate da preziose terrecotte, sulla destra s'innalza il campanile quattrocentesco.
L'interno è a tre navate con soffitto dorato a cassettoni, nel presbiterio è il tempietto di Andrea Bregno dove si conserva l'antica immagine della Madonna della Quercia; pregevole è il coro ligneo intarsiato del XVI sec. Vicino all'ingresso vi è allestito un piccolo museo che conserva tavolette votive del periodo dal XV al XVIII sec. Affreschi, statue, ex voto, paramenti sacri. Il chiostro è a due ordini sovrapposti, l'inferiore è gotico, quello superiore rinascimentale; alle pareti del portico sono visibili affreschi dei miracoli della Madonna della Quercia.
Basilica S. Francesco: è proprietà del MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) dal 2014 è gestita dal polo museale del Lazio. Eretta nel 1237 su terreno donato da papa Gregorio IX assieme al preesistente palazzo detto degli Alemanni risalente al 1208, che fu inglobato nel complesso del convento; fu semi distrutta dai bombardamenti del 1944 e riportata all'antica struttura romanica. Di particolare interesse storico è l'annesso convento, oggi sede del distretto militare di Viterbo che ha ospitato: Santi, papi e imperatori.
La facciata presenta un portale romanico con colonne tortili, sopra il portale le insegne di papa Pio XII , sopra ancora tre finestre monofore ed un oculo. All'angolo destro vi è un pulpito del 1428 a ricordo della predica nella Chiesa di S. Bernardino da Siena. La basilica è affiancata da un campanile a vela con una campata del 1259.
L'interno a croce latina con abside quadrata e soffitto a capriate conserva importanti opere d'arte: una tavola raffigurante la città di Viterbo con i Santi: Antonio da Padova e Rosa da Viterbo del 1572; una tela con pietà opera di Zoroastro; una lapide duecentesca con iscrizione in latino, probabilmente unico resto del monumento funebre del Cardinale Giordano Pironti morto nel 1269 durante il celebre e lungo conclave di Viterbo; resti di un monumento funebre di Pietro di Vico, opera di Pietro di Oderisio 1269; monumento funebre di papa Adriano V morto nel 1276 capolavoro di Arnoldo di Cambio con ricca decorazione cosmatesca; alla parete di fondo del presbiterio una quadrifora istoriata, con vetrata a mosaico raffigurante l'albero Francescano. Al di sotto della vetrata un grande organo a canne.
Monumento funebre di papa Clemente IV morto nel 1268 opera di Pietro di Oderisio del 1270; statua funeraria in peperino del Cardinale Vicedomino Vicedomini, unico resto del monumento funebre di questo porporato morto il 6 settembre 1276, noto come il papa di un solo giorno; l'altare seicentesco della famiglia Botonti; resti dell'imponente monumento funebre del Cardinale Marco da Viterbo morto nel 1369; il fonte battesimale e una tela raffigurante la Madonna col Bambino e Santi.
Chiesa S. Angelo in Spatha: fondata nel 1078, la facciata è a forma di campana con portale sormontato da una lunetta e tre finestre disposte a triangolo con stemmi di: papa Pio IV ; Piccolomini Baldini e Comune di Viterbo. Nella finestra centrale, la vetrata raffigura S. Michele Arcangelo, a destra del portale d'ingresso una copia di un sarcofago di epoca romana riutilizzato come sepolcro della “bella Galliana” figura leggendaria Viterbese, la cui storia è narrata da due lapidi del XVI sec. poste sul sarcofago.
L'interno a navata unica con volta a botte, illuminata da cinque finestre; presenta un transetto e un presbiterio a pianta quadrata con abside; sulla navata sinistra si aprono tre cappelle per lato; il fonte battesimale è una tazza marmorea epoca romana; un grande capitello romanico funge da basamento all'altare maggiore su cui campeggia una grande tela di Filippo Caparozzi, raffigurante la Madonna in trono con il Bambino, Angeli che la incoronano e Santi. La Chiesa conserva opere di pittori Viterbesi; una tavola del XIV sec. e un crocifisso ligneo del trecento.
Chiesa S. Rosa: del 1850 ma la prima costruzione risale al XIII sec., se ne ha notizia la prima volta nel 1235. Prese il nome S. Rosa nel 1258 quando papa Alessandro IV vi fece traslare il corpo della Santa. L'interno a tre navate e di antico conserva: un Crocifisso ligneo con raggiera di legno dorato XVII sec.; la tomba di S. Rosa costituita da un urna di bronzo dorato affiancata da due Angeli in preghiera del 1699 con il corpo della Santa pressoché intatto dopo otto secoli, rivestito da una tonaca di seta che periodicamente le suore del vicino monastero sostituiscono con una nuova; un polittico del maestro Viterbese Francesco d'Antonio. Nella Chiesa è conservata la tomba di Massimo Fani fondatore della Gioventù Italiana di Azione Cattolica morto nell'869.
Chiesa S. Egidio: del 1142, la facciata risale al 1584 in peperino; la parte superiore della facciata ha diverse iscrizioni: ”In cruce gloria nostra, Sub tua Criste Iesu aura laeti vivimus e sperantes hilares surgere ad aeternam gloriam”.
L'interno a navata unica divisa da un grande arco; una lapide nel presbiterio ricorda la costruzione di una cappella 1299; la Chiesa conserva tele del XVI – XVIII sec. Oggi è sede di manifestazioni culturali cittadine.
Chiesa S. Maria del Suffragio: la Chiesa attuale prende il posto di una Chiesa più antica del XII sec. soppressa dopo il Concilio di Trento ( 1545 – 1563) nel 1618 prese il nome attuale. La facciata del XVII sec. in stile barocco.
L'interno a navata unica e soffitto completamente nascosto da una grande tela raffigurante: Dio in gloria tra la Madonna e Gesù con le anime del Purgatorio; conserva opere del XVII /XVIII sec. tra cui un raro affresco di Luigi Vanvitelli 1730; una pala di Francesco M. Bonifazi pittore Viterbese; dipinto di Anton Angelo Bonifazi 1630.
Chiesa S. Sisto: sorta nel luogo dov'è attestata una Chiesa del IX sec., fu menzionata per la prima volta nel 1068; è in questa Chiesa che i facchini di S. Rosa la sera del tre settembre, ricevono la benedizione in articulo mortis prima della processione. La facciata è dovuta ai rifacimenti post-bellici; il campanile romanico è ciò che resta della primitiva costruzione.
Un altro campanile a ridosso delle mura è frutto dei rifacimenti del XII – XIII sec., che trasformarono una torre della cinta muraria in campanile; l'abside della Chiesa è parte integrante delle mura cittadine. L'interno a tre navate suddivise da colonne con presbiterio rialzato per la presenza della sottostante cripta e coperture a vela.
Conserva: un'ara di epoca romana, l'altare maggiore composto da frammenti di scultura del tardo impero romano. La sola pala del pittore fiorentino: Neri di Bicci del 1457; un tabernacolo per la conservazione dell'olio consacrato XV sec. nella cripta vi sono resti di affreschi di epoche diverse.
Palazzo dei papi: antica residenza pontificia del 1255, l'edificio rappresenta il più splendido esempio del gotico Viterbese, con una loggia formata in un solo lato da sette archi sorretti da esili colonne binate che s'intrecciano formando un elegante trabeazione; dalla loggia si entra nella sala del celebre conclave. Il palazzo fa parte del polo monumentale del colle del Duomo di Viterbo.
La facciata del palazzo è ornata da merlature rettangolari; la loggia delle benedizioni dove si affacciava il papa uscendo dal conclave, si apre sul lato della piazza con un gioco di archi sorretti da slanciate colonnine. Al centro tre archi a tutto sesto e ai lati due mezzi archi terminanti con i muri del palazzo e della curia; a questi se ne intrecciano altri tre per cui l'effetto è quello di sette aperture a sesto acuto, poggianti su sei colonnine con archi tribolati.
Lungo tutto la parte superiore degli archi corre una trabeazione la cui fascia inferiore è arricchita da formelle quadrate, recanti simboli cittadini, imperiali e papali. Nella parte piana della loggia una fontana del XV sec., ornata al bordo del catino con simboli della famiglia Gatti; sul catino insiste una vasca superiore coronata di getti a forma di testa di leone e sormontata al centro da un pinnacolo.
Papi residenti a Viterbo:
- Alessandro IV papa dal 1254 al 1261 stabilmente a Viterbo;
- Urbano IV papa dal 1261 al 1264 divise la residenza tra Orvieto e Viterbo;
- Clemente IV papa dal 1265 al 1268 durante il papato visse quasi sempre a Viterbo;
- Gregorio X papa dal 1271 al 1276 fu a Viterbo poco più di un mese;
- Innocenzo V papa dal 2 gennaio al 22 giugno 1276 si fermò a Viterbo una quindicina di giorni dopo la sua elezione ed incontrò Carlo d'Angiò;
- Adriano V papa dall'11 luglio 1276 al 18 agosto 1276 quasi tutto il suo breve pontificalo lo trascorse nel convento accanto alla Chiesa di S. Francesco alla Rocca;
- Giovanni XXI papa dal 15 settembre 1276 al 20 maggio 1277 fu quasi sempre a Viterbo;
- Niccolò III papa dal 1277 al 1280 si divise tra Viterbo, Roma e Soriano nel Cimino;
- Martino IV (al secolo Simon de Brion) eletto il 22 febbraio 1281 abbandonò Viterbo subito dopo l'elezione, fu l'ultimo papa del periodo Viterbese, eletto dopo un lungo travagliato conclave di sei mesi; (il capitano del popolo di Viterbo Annibaldo Annibaldi aderente alla fazione Angioina, intervenne nel conclave arrestando due Cardinali e impedendo al Cardinale Matteo Rubeo Orsini di parteciparvi) fu incoronato a Orvieto, causa dell'ostilità dei romani ad un papa Francese e decretò l'abbandono di Viterbo come sede papale, proprio a causa delle pesanti intromissioni dei potenti della città nel conclave che lo aveva eletto.

Quartiere medievale: il vecchio quartiere S. Pellegrino pressoché integro, vi sorgono numerose case dotate di profferlo scala a vista tipica dell'architettura Viterbese, antiche fontane abbelliscono le piazze, la torre del Branca detta la bella Galliana e le mura medievali con le due porte principali.
Piazza del Plebiscito: è il cuore della città, vi prospettano tre stupendi edifici: il palazzo del Comune o dei Priori del XV sec., con facciata quattrocentesca preceduto da un portico; il cortile a loggia, è ornato da una fontana seicentesca, all'interno si aprono varie sale decorate da affreschi del XV sec.. L'ex palazzo del Podestà edificio duecentesco sormontato da una torre alta 44 metri. Il palazzo della Prefettura antico edificio ristrutturato nel 1771.
Chiesa S. Maria della salute: del 1320, originale è la sua forma tondeggiante che richiama quella di un cuore; molto bella la facciata movimentata da un fascione di lastre di marmo alternate bianche e rosa. Il portale è reputato la gemma architettonica del XIV sec., originale è la decorazione: un fregio a intrecci geometrici formati dall'incrocio di due tralci di vite, racchiude in 14 compartimenti, bassorilievi raffiguranti le opere di misericordia. L'interno completamente vuota, prende luce da un grande finestrone sull'abside, una bifora chiusa da lastre in onice e due piccole finestre sulle pareti laterali. Maestro Fardo di Ugolini che ne volle la costruzione è sepolto al suo interno.
Palazzo Chigi: possente edificio rinascimentale del XV sec., munito di una torre più antica, conserva al suo interno una Madonna col Bambino del Pastura. Superata la medievale torre del Borgognone e la Chiesa romanica S. Silvestro detta anche del Gesù, si passa al ponte del Duomo, pittoresco cavalcavia in parte etrusco e si giunge al quattrocentesco palazzo Farnese, con interessante facciata porticata, sormontata da una loggia in legno e un cortile.
Chiesa S. Maria della verità: del XII sec. ampliata in periodo rinascimentale, restaurata dopo i danni dell'ultima guerra. Particolarmente interessanti sono gli affreschi della cappella Mazzatosta con storie della Vergine di Lorenzo da Viterbo XV sec., trasferiti su tela e restaurati.
Nell'ex convento a sinistra della Chiesa è allestito il Museo civico a cui si accede dal chiostro gotico: comprende una sezione archeologica con reperti etruschi e romani e una pinacoteca ove si conservano preziosi dipinti del periodo tra il XIII e il XVIII sec.
Rocca: costruita dal Cardinale Albornoz nel XIV sec. su di una fortezza precedente e subì numerosi rimaneggiamenti ad opera di diversi papi. Sulla piazza si trova una fontana cinquecentesca ricostruita con frammenti originali. In connessione con le mura civiche dove si apre la porta fiorentina s'innalza la robusta torre quadrangolare.
La città di Viterbo è famosa per il trasporto della “Macchina di S. Rosa” una struttura illuminata alta 30 metri dal peso di 52 quintali, viene portata a spalla da 100 uomini chiamati:”i facchini di S. Rosa” per le vie abbuiate della città. Nel 2013 la macchina è stata inserita dall'UNESCO tra i “PATRIMONI IMMATERIALI DELL'UMANITA'”.

Escursioni
Bagnaia: (a 5 km),Villa Lante è uno dei più famosi giardini Italiani del XVI sec. proprietà dello Stato Italiano, dal dicembre 2014 è gestita dal Polo Museale del Lazio, la villa è opera di Jacopo Barozzi da Vignola; nel 2011 è stata votata:” Parco più bello d'Italia”; nel 2014 le viene dedicata una moneta commemorativa in argento del valore nominale di cinque euro inserita nella serie: ”Ville e giardini d'Italia”.
La villa fu iniziata nel 1511 e portata a termine nel 1566 su commissione del Cardinale Gianfrancesco Gambara. Bagnaia si trova lungo una strada romana, divenne poi parte della via Francigena; la prima menzione è del 963 come: Bagnaria e fu dal XIII sec. proprietà del papa.
Villa Lante si compone di due casini: costruzioni quadrate, un piano terra ad arcate bugnate o logge, che sostengono il piano nobile sovrastante; ogni casino è sormontato da un torrino o lanterna con due paraste e alcune finestre.
I due casini si differiscono negli affreschi, pittura paesaggistica nel casino Gambara; stile classicheggiante nel casino Montalto (proprietario dopo i Gambara). I giardini con giochi d'acqua, dalle cascate alle fontane ai grottini sgocciolanti. Nel cuore del complesso un bacino centrale contiene la celebre fontana dei Mori opera del Giambologna: quattro mori ad altezza naturale disposti a formare un quadrato attorno a due leoni, tengono in alto la montagna araldica, sormontata dal getto della fontana in forma di stella, lo stemma dei Montalto.
Passando tra le querce, lecci e platani si arriva alla fontana dei lumini circolare a gradini, sul ballatoio di ciascun gradone, da fontane piccole a forma di lucerne a olio sgorgano piccoli zampilli d'acqua. Nella terrazza successiva vi è un enorme tavola di pietra con acqua che scorre nel suo centro, qui il Cardinale Gambara intratteneva i suoi ospiti con pic nic. Altre fontane riproducono divinità fluviali.
Rovine di Férento: (a 8 km.) città etrusca sorta nel IV sec. a. C., fu conquistata dai romani e chiamata Ferentium; nel 1172 fu distrutta dai Viterbesi. Sono visibili imponenti resti del teatro romano del I sec. d. C., ruderi di terme, tratti di strade romane e altre costruzioni che risalgono ad epoca medievale.
Acquarossa: (a 8 km.) gli scavi hanno portato alla luce una città etrusca fiorente tra VIII e VI sec. a. C. poi distrutta. E' uno dei rari esempi di abitato etrusco di epoca arcaica con edifici monumentali e case di abitazione.
Bagni di Viterbo: (a 5 km) vi si sfruttano le acque termali per la cura delle malattie artro-reumatiche , respiratorie, gotta, nevriti con applicazione di fanghi, bagni, inalazioni. Suggestivo nei pressi, il laghetto del Bullicame o Bulicame con acqua sulfurea ipertermale; le terme sono dotate di piscina e campi da tennis.
Castel d'Asso: (a 9 km) dell'antica Axia etrusca è notevole la piccola necropoli rupestre, composta di tombe a facciata monumentale, delle quali le più interessanti per le insolite dimensioni, è la tomba grande, a triplice ingresso che conserva oltre 14 sarcofagi. Più avanti la tomba a dado detta Orioli, di particolare interesse archeologico. Nel medioevo fu eretto un castello del quale resta, di particolare bellezza il mastio.
S. Martino al Cimino: (a 7 km) grazioso paese dei monti Cimini chiuso nella sua cinta muraria medievale, sulla sommità del paese si erge la maestosa mole della Chiesa di S. Martino, del XIII sec. dai Cistercensi. La facciata è racchiusa tra due torri campanarie del XVII sec. è aperta da una splendida polifera gotica del XV sec. pilastri e colonne sorreggono le robuste volte a crociera e dividono l'interno a tre navate; la centrale di maggiore ampiezza, è chiusa da una caratteristica abside poligonale. Di notevole interesse anche il palazzo Doria – Pamphilj eretto nel XVII sec. che ha incorporato parte del preesistente convento.
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