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Collina

Bagnoregio

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Probabile insediamento etrusco, poi romano appare citato per la prima volta nel VI sec. come sede vescovile. L'antico nome di Balneum Regis, derivante dalle sorgenti termali dell'apparato Volsinio fu poi alterato in Bagnorea e nel 1922 divenne Bagnoregio.
I Longobardi lo occuparono nel VII sec. e lo tennero fino al 774 anno in cui Carlo Magno lo donò alla S. Sede. Nel XIII sec. fu assoggettato al comune di Orvieto e nel XV tornò alla Chiesa. Vi nacque S. Bonaventura teologo e filosofo del XIII sec. e il letterato Bonaventura Tecchi morto nel 1968.

Monumenti
Chiesa S. Bonaventuta: sorge sul sito di una precedente Chiesa dedicata a S. Angelo e venne acquistata dalla compagnia di S. Bonaventura il 13 marzo 1632 che iniziò ad officiare con il titolo di S. Bonaventura. E' affiancata a sinistra dall'Episcopio e a destra da uno slanciato campanile a torre. Fu ampliata nel 1770 con l'aggiunta della grande abside, la sopraelevazione delle pareti laterali ed il getto della grande volta della navata, dedicandola a S. Donato, S. Nicola e S. Bonaventura.
Nel XIX sec. fu rimessa a nuovo realizzando la cupola in lastre di piombo e decorata con finti marmi opera del pittore Achille Monti, sono interessanti due pale d'altare, un antico affresco raffigurante la Madonna del popolo e la tela dell'altare maggiore realizzata da fra Silvestro dei Carmelitani nel 1874, raffigurante S. Bonaventura e il Sacro Cuore di Gesù.
A seguito della profanazione della tomba di S. Bonaventura e la dispersione dei resti mortali, ne resta solo un braccio che è custodito nella Cattedrale.
Chiesa S. Agostino: trasformata nel XIV sec. dalle forme romaniche in gotiche, al suo interno conserva pregevoli affreschi del cinquecento attribuiti a Taddeo di Bartolo e a Giovanni di Paolo, nonché un crocifisso ligneo XI sec.; il campanile è del 1735 e adiacente alla Chiesa è il chiostro realizzato interamente in cotto da Ippolito Scalza su progetto di Michele Sammicheli.
Porta Albana: tardo cinquecentesca da cui si accedeva all'abitato.

CIVITA di Bagnoregio
fa parte dei “BORGHI PIU' BELLI D'ITALIA”
famosa per essere denominata:” la città che muore; è raggiungibile attraverso un ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi (fenomeno geomorfologico del terreno che si produce per effetto di dilavamento delle acque su rocce argillose degradate, con scarsa copertura di vegetale e quindi poco protetta dal ruscellamento – scorrimento delle acque piovane-) e ancora oggi continua rischiando di far scomparire la frazione.
Fu fondata 2500 anni fa dagli etruschi; l'interno abitato è di origine etrusca costituita da cardi e decumani secondo l'uso etrusco e poi romano, mentre l'intero rivestimento architettonico è medievale e rinascimentale. Testimonianze etrusche le troviamo nella zona di S. Francesco vecchio, con una piccola necropoli etrusca; anche la grotta di S. Bonaventura nella quale si dice che S. Francesco risanò il piccolo Giovanni Fidanza (divenuto poi S. Bonaventura) è in realtà una tomba a camera etrusca.
Alla fine del ponte pedonale si attraversa la porta S. Maria con un arco in peperino e sormontata da una loggetta; due bassorilievi raffigurante un leone che tiene un uomo con gli artigli, oltrepassato il varco vi è la prima piazzetta circondata da palazzi e casette medievali; la piazza S. Donato presenta una pavimentazione a breccia mista a terriccio riportandoci indietro nel tempo.
Civita è stata diverse volte utilizzata come set cinematografico come:
I due colonnelli del 1962 con Totò; Contestazione generale del 1971 con Alberto Sordi; le riprese iniziali dello sceneggiato: “Terra nostra 2”; e lo sceneggiato televisivo “Pinocchio” del 2009.
Chiesa S. Donato: secondo la tradizione risale al V sec., eretto su di un Tempio pagano ma con aspetto cinquecentesco, conserva tracce del primo impianto romanico. Nel 1511 venne demolita la parte orientale, i due cori, la cripta e l'altare maggiore sostituiti dall'attuale presbiterio e dal nuovo coro; contestualmente venne rimaneggiata la facciata che assunse un aspetto rinascimentale, arricchita poi nel 1524 dal portale centrale e nel 1547 dai due laterali. Il campanile è a torre e alla base sono inglobati due sarcofagi etruschi in pietra di basalto. L'interno a tre navate vi sono custoditi un affresco della scuola del Perugino e un Crocifisso ligneo quattrocentesco (ritenuto miracoloso) della scuola di Donatello, una tela di Cesare Nebbia, teche, reliquie, arredi.
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