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Come dimostrano gli scavi archeologici, fu abitata fin dal periodo romano. Nel medio evo fu dipendenza della vicina Abbazia di Valvisciolo; appartenne con Ninfa e Sermoneta ai Frangipane, ai Colonna, ai Caetani, per breve tempo ai Borgia e poi di nuovo ai Caetani; divenne marchesato sotto i Borghese.

Monumenti
Chiesa rupestre S. Michele Arcangelo: è una grotta naturale di grande dimensione, che attraverso alcuni scavi venne adottata a canoni più consoni a luogo di culto. Nella grotta furono realizzati un presbiterio. Raggiungibile da una piccola scalinata; un abside al centro della grotta e in fondo, su una parete rocciosa appositamente modellata, furono realizzati intonaci e affreschi, di cui alcuni frammenti sono ancora visibili.
Monastero S. Maria del Monte Mirteto: edificata nel 1216 fra le rovine del giardino di Ninfa e le rovine di Norba latina; oggi si presenta in uno stato di ruderi. Della Chiesa rimane incredibilmente intatto, protetta da una nicchia, un affresco posto nell'abside, raffigurante S. Maria del Monte Mirteto con in braccio Gesù bambino ed una scritta: ”Africa, Asia, Europa”, che al tempo dell'edificazione della Chiesa, erano i tre continenti allora conosciuti.
Rovine di Norba: fu città latina conquistata dai volsci e poi dai romani, durante la guerra civile fu occupata dai seguaci di Mario, poi fu presa da Silla che la fece ricostruire. Per la sua posizione inaccessibile, ebbe vita breve tanto che tra i ruderi non si trovano testimonianze del periodo romano imperiale.
In un suggestivo scenario restano le mura poligonali, il bastione detto la loggia e la porta maggiore di accesso alla città. Sono stati localizzati i resti di due acropoli e di diversi templi, di cui uno dedicato a Diana e uno a Giunone, nonché i resti di un'opera idraulica.
Rovine di Ninfa: ai piedi dello sperone di tufo su cui sorge il paese sono le rovine della città medievale di Ninfa, fondata nell'VIII sec., dopo che l'Appia fu sostituita con la nuova via di comunicazione pedemontana. Nel VII sec., venne abbandonata a causa della malaria; era costruita presso le sorgenti che formano il laghetto omonimo, dal quale nasce il fiume Ninfa e si presenta oggi invasa dalla vegetazione da cui emergono: le mura, la torre che si riflette sul lago, il castello merlato, l'antico palazzo comunale e i ruderi delle 10 Chiese che vi sorgevano tra cui: S. Maria Maggiore – alto medievale che vi fu incoronato Alessandro III e conserva tracce di affreschi.
Quello che la città morta ha di vivo e incantevole è il giardino impiantato da Gelasio Caetani, ricco di migliaia di piante e fiori provenienti da tutto il mondo, dove nidificano varie specie di uccelli: insomma un'oasi tutelata di rara bellezza.
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