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Sant Antioco

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E' collegato all'isola madre tramite un istmo artificiale. Con i suoi 109 km^ è la quarta d'Italia per estensione dopo la Sicilia, la stessa Sardegna e l'Isola d'Elba. Al largo dell'isola in direzione sud sono apprezzabili tre isolotti disabitati denominati 'il toro – la vacca e il vitello'; presso gli isolotti sono soliti svernare i falchi della regina (nome dato dallo scopritore Alberto Della Marmora in onore della giudichessa Eleonora d'Arborea).
La storia di Sant'Antioco è antichissima. Una trentina di nuraghi; un certo numero di tombe dei giganti e domus de janas, testimoniano che l'isola non fosse priva di insediamenti stabili già in epoca preistorica. Numerosi sono i reperti di cultura materiale di epoca nuragica rinvenuti nel territorio tra cui i bronzetti come il famoso 'arciere nuragico di S. Antioco', custodito presso il museo comunale.
A fondarla furono i Fenici nell'VIII sec. a. C. - fu assoggettata ai Romani dal 238 a. C. Al 456 d. C.; con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, passò sotto il dominio dei vandali, una popolazione Germanica stabilitasi nel nord Africa. Poi passò ai bizantini e dopo due secoli, a causa di frequenti scorrerie Saracene, la popolazione si trasferì a Tratalias e vi rimase per tutto il periodo Aragonese e Spagnolo.
Solo nel XVIII sec., in epoca Sabauda, iniziò un processo di ripopolamento del territorio, dando luce all'odierno Sant'Antioco il quale si sovrappose alle rovine dell'antica Sulcis. E' il principale comune dell'isola omonima e sorge sui resti di 'Sulki' una delle città più antiche del Mediterraneo occidentale.

Monumenti
Basilica di S. Antioco Martire: fondata dai bizantini nel V sec.; presso il Santuario, sono presenti le uniche catacombe della Sardegna. Presumibilmente l'altare maggiore si trovava sopra la tomba del beato martire Antioco il quale venne sepolto nell'area catacombale nel 127 d. C.
Nel 1089 i monaci vittorini di Marsiglia (oggi facenti parte dei monaci benedettini) furono inviati in Sardegna con il compito di 'occidentalizzare' il culto e sdradicare cultura e rito bizantino. Essi apprtarono numerose modifiche tra cui: l'allungamento della navata centrale trasformando la croce greca a croce latina; creazione dell'abside e di una cappella laterale absidata; intonacata e dipinta l'intera struttura, che di questi dipinti restano solo degli angioletti sulla cupola e delle cassettonature lungo le arcate delle navate laterali.
Nel sec. XVIII venne allungata ulteriormente la navata centrale e completamente intonacata e affrescata, con la facciata in stile neo barocco ancora esistente.
Torre Canai o Cannai del 1757.
Forte Sabaudo detto Su Pisu: del 1812.
Catacombe di S. Antioco: sepolture dell'impero romano del III sec. d. C. stile paleocristiano. La necropoli è la testimonianza più antica del cristianesimo in Sardegna; il sito venne ricavato mettendo in comunicazione camere funerarie puniche risalenti al V sec. a. C. affinchè i primi membri della neo comunità cristiana venissero sepolti il più vicino possibile alla tomba di S. Antioco.
La prima camera reca un grande sarcofago in pietra trasformato in altare per il rito romano antico e che sarebbe la tomba di S. Antioco. Attorno alla tomba del Santo si ergono sei colonne di marmo, trasportate dai monaci a mano nel sec. XI e servivano a creare un percorso processionale attorno alla tomba. La seconda camera è detta 'arcosolio' (sepolcro arcato una tipologia per monumenti funebri) e in origine completamente affrescata di cui ne restano delle macchie. La terza camera ha disposto delle ossa per mostrare come i corpo stavano all'interno della tomba terranea. La quarta camera ci presenta tracce di affreschi in tutto l'ambiente presumibilmente di famiglia molto ricca e al centro in alto sono visibili le lettere 'E VIBA' e la frase completa poteva essere: 'IN PACE VIBAS' (che tu viva in pace).
La quinta camera è dove secondo la tradizione il 13 novembre del 127 morì S. Antioco e sulla parte sinistra sono visibili delle colonne le quali costituivano una rara tomba a baldacchino. La parte pagana non è utilizzata dai cristiani e la loro forma è intatta; le aperture sono state create dagli archeologi e l'unico ingresso è ancora occluso da una grossa pietra. Ai lati si notano delle nicchie in cui venivano posti gli effetti personali del defunto e all'interno di queste camere il defunto stava in una cassa di legno e avvolto in un lenzuolo di lino.
Siti archeologici di età prenuragica e nuragica, nonchè necropoli di età punica e romana, sono visibili in tutto il territorio.

Musei
Museo archeologico comunale custodisce testimonianze dell'età prenuragica, nuragica, fenicio-punica e romana.
Museo etnografico: raccoglie attrezzi e strumenti delle attività rurali.
Museo del Bisso: è una mostra permanente sulla lavorazione del bisso (fibra tessile di origine animale- una sorta di seta naturale ottenuta dai filamenti secreti da una specie di molluschi bivalvi marini) attrezzature e prodotti.
Museo MuMA: è il museo del mare e dei maestri d'ascia espone attrezzature per la pesca e attività marinaresche.


CALASETTA
Sito sulla punta settentrionale dell'isola di S. Antioco è noto come 'la bianca' per il colore prevalente delle abtazioni.
Presenta la Chiesa di S. Maurizio del 1838 a pianta centrale e due campaniletti a cupolino.
Torre sabauda vicino all'acquedotto comunale, la torre presenta intatti simboli littori del regime fascista. Eretta nel 1756 in conci di pietra vulcanica e domina il centro storico dell'abitato.
Vecchia tonnara con impianti, forni e caseggiati.
Case urbane tipiche, caratteristici edifici in diverse parti del centro storico.
Museo d'arte contemporanea allestito nel vecchio mattatoio.
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