torralba1.jpg
Montagna

Torralba

Manifestazioni

Segnala un evento


Fu abitato sin dal neolitico come testimoniano le numerose domus de janas. Nel territorio vi sono più di 30 nuraghi e oltre 10 tombe dei giganti che ha l'appellativo di 'valle dei nuraghi'. Quì troviamo il nuraghe: 'Santu Antine', uno dei più grandi e meglio conservati con la Torre alta 18 mt.
Il centro abitato di Torralba è menzionato per la prima volta in un documento storico del 1064/65. Fu possedimento dei Doria e del Regno di Arborea e nel 1420, passò al Regno di Sardegna. Seguendo poi il normale processo fino ai giorni nostri.
In antichità veniva chiamato: Toralba – Toralva – Turralba; probabilmente il nome deriva dal sostantivo e dall'aggettivo latino Turris e alba quindi significherebbe: 'torre bianca'.

Monumenti
Nuraghe Santu Antine: a 4 km. nella valle dei nuraghi; la torre centrale si data intorno al 1500 – 1200 a. C.; è anche chiamato 'sa domo de su re' (la casa del re) esso è uno dei più maestosi dell'intera Sardegna ed è anche uno dei più importanti tra quelli esistenti. Si trova nella storica regione del Meilogu storica regione considerata una sub regione del Logudoro che significa 'Luogo di mezzo'.
L'intero complesso rappresenta un importante esempio di architettura megalitica e si presume che l'altezza massima raggiungesse i metri 22/24, la più alta del periodo dopo le piramidi egizie. Il Santu Antine è un nuraghe polilobato con la parte più antica costituita dal mastio centrale, mentre di epoca successiva è la cinta esterna di muraglia trilobata. L'ambiente interno del mastio centrale presenta tre nicchie 'fatto rarissimo' poichè sono rese comunicanti da un corridoio circolare ricavato nello spessore del muro.
La scala conduce al secondo livello, oggi il mastio raggiunge i 17 metri e dispone di due pozzi: uno nella pavimentazione di una cella e l'altro nel cortile. Adiacente ad esso si trova il villaggio con le classiche capanne a pianta circolare del periodo nuragico e con abitazioni a pianta rettangolare del periodo romano, le quali testimoniano il loro riutilizzo in epoche successive a quella nuragica.
Nella piana di 'Cabu Abbas' sono presenti altri 30 nuraghi tra cui spicca il 'nuraghe oes', si compone di un edificio principale costituito da un mastio a tre piani. L'insediamento è circondato da un antemurale provvisto di torri, da un'area sacra comprendente un recinto sacro 'temenos' con 'tempietto a megaron' (voce neutra del vocabolario greco ma di derivazione semitica, disegna l'unità architettonica che funge da fulcro della realtà minoica e soprattutto micenea) e da alcuni resti di una tomba dei giganti.
S. Pietro di Sorres: a 8 km. Chiesa duecentesca stile romanico-Pisana dal 1894 il tempio è 'Monumento Nazionale' e si trova su di un colle di origine vulcanica del comune di Borutta. L'esterno è caratterizzato dalla bicromia della pietra bianca arenaria e pietra scura basalto; la facciata è divisa in quattro livelli: il primo si apre il portale; nel secondo e terzo le arcate e finte logge decorate con classici rombi; sul gradino della soglia del portale vi è scolpita la scritta: 'Mariane maistro' e i fianchi sono decorati da archetti pensili.
L'interno è diviso in tre navate da otto pilastri cruciformi caratterizzati da fasce alternate di pietra bianca e nera, su cui vanno ad innestarsi ampie arcate a tutto sesto. Esse sono coperte da volte a crociera e sono interessanti un sarcofago del mille, una Madonna lignea del XV sec., il pulpito marmoreo in stile gotico. Nei locali dell'ex foresteria vi è allestito il museo della Cattedrale di S. Pietro di Sorres con esposizione di opere d'arte di varie epoche, una raccolta numismatica di notevole interesse e numerosi manufatti architettonici.
Oratorio di S. Croce: sito nel comune di Borutta e risale al sec. XII, di un certo interesse è l'abside romanica e un arco sostenuto da semi-colonne a fasci tortili in stile gotico catalano.
Grotta 'sa roccaUlari' sita sotto il monastero e al suo interno vive una colonia di pipistrelli, fino a pochi anni addietro da essa si estraeva il 'guano' (escrementi degli uccelli è noto per essere un potente concime organico); si ipotizza che la grotta fosse frequentata intorno al 3500 a. C. come luogo di sepoltura.

Museo della valle dei nuraghi.
Conosci questa località ?
Oppure chiedi a chi la conosce

Aggiornamenti degli utenti

Se conosci notizie ulteriori, hai consigli per chi intende visitare questa località, oppure precisazioni particolari, scrivile qui in modo da aiutarci a tenere sempre aggiornata la scheda della località.

Foto inserite dagli utenti
Click per ingrandire

Aggiungi
Foto

Carica un'Immagine

×

Diari di viaggio
Click per leggere

Aggiungi
Diario