Montagna
Ozieri
Popolato dall'uomo sin dalla preistoria, inquadrabile nel neolitico, seconda metà del IV millennio a. C. Detta: 'cultura di S. Michele' prendendo il nome dalla grotta di S. Michele per gli importanti ritrovamenti.
Nel territorio, sono presenti vestigia della civiltà nuragica come i caratteristici nuraghi, pozzi sacri,tombe dei giganti. Del periodo Romano, è il ponte: 'rio mannu' il quale nasce con il nome di 'rio Badulatu' e successivamente cambia con 'rio Butule' e infine 'rio Mannu' sito nella piana di Chilivani (a tre km.) ed è attraversato dal ponte romano Pont'ezzu (ponte vecchio in sardo logudorese). Esso risale al I sec. a. C. e rimaneggiato nel medioevo; nelle sue vicinanze è visibile un Nuraghe trilobato, tratti di muratura di abitazione romana ed una Chiesa del sec. XII intitolata a S. Nicola e distante dal nuraghe solo un centinaia di metri.
Il ponte è dotato di sei arcate lungo 87,50 metri, largo 4,30 e metri otto di altezza massima; la sua struttura è di conglomerato cementizio rivestito da conci di pietra locale: tufo calcareo – basalto e trachite. Le arcate a tutto sesto sono innalzate su robusti piloni con potenti rostri a monte e a valle. Tali manufatti, rostri, muri d'ala e fondamenta in cementizio dei piloni erano indispensabili a rompere la furia delle acque ed evitare l'usura delle fondazioni.
Nel periodo medievale, fece parte del giudicato di Torres. Il paese prese il nome di Othieri (probabilmente di origine protosarda) l'attuale denominazione deriva dalla conquista Aragonese.
Monumenti
Chiesa di S. Antioco di Bisarcio: stile romanico dell'XI sec; (a 15 km.) sorge sull'altopiano del Sassittu e domina il piccolo borgo omonimo. Il portico è addossato alla facciata ricca di decori scultorei e tre archi a tutto sesto; due lati inglobano una bifora e quella di destra è ornata alla base della colonnina da un leone stiloforo, mentre l'arco centrale accede al nartece e si sviluppa in sei campate voltate a crociera sostenute da pilastri cruciformi.
L'interno è diviso in tre navate da colonne e abside, la navata centrale reca copertura a capriate lignee, mentre le laterali sono suddivise in campate voltate a crociera. E' affiancata dalla torre campanaria mozza in seguito ad un crollo e ornata da lesene e archetti pensili i quali scandiscono i fianchi e il prospetto absidale della Chiesa.
Cattedrale dell'Immacolata: del XV sec. Con facciata preceduta da una scalinata e delimitata da sinuose balaustre; affiancata dalla torre casmpanaria sviluppata su tre livelli e scanditi da cornici e lesene, sormontata da un torrino cilindrico coperto da cupola emisferica. Nella facciata si aprono tre portali, i due laterali sono inquadrati da un pronao costituito da cornicione sorretto da doppie colonne binate.
L'interno a tre navate e tre cappelle per lato con altari marmorei di gusto classico con statue in legno; opere di artisti come: Giovanni Marghinotti – Andrea Galassi – il presbiterio è sopraelevato e cinto da una balaustra marmorea e due leoni sono posti ai lati della scala di accesso. La statua dell'Immacolata e due angeli scolpiti in marmo bianco sono posti sull'altare maggiore del settecento.
Grotta di S. Michele: del 3500 – 2700 a. C. Una delle cavità abitate nella preistoria, sita alla sommità dell'abitato. Aveva funzioni di culto e ospitava le salme di capi Religiosi e civili. Abbondanti ritrovamenti archeologici risalenti all'epoca eneolitica, sono stati rinvenuti al suo interno. La cittadina è ricca di altre Chiese di epoca medievale.
Lago di Coghinas: è un bacino artificiale realizzato nel 1927 sbarrando il fiume (confluenza del rio Mannu di Berchidda e rio mannu di Ozieri), la diga è lunga 185 metri e alta 58 il lago ha una capacità di 254 milioni di metri cubi di acqua che permettono il funzionamento della centrale 'idroelettrica' eretta nel 1924. L'ambiente circostante è caratterizzato da macchia mediterranea, boschi di lecci e sughereti con numerose specie di volatili e fauna acquatica. Sulle sue sponde vi sono strutture ricettive, un centro velico e noleggio di canoe, nelle sue acque si pesca il persico, , pesce gatto, carpe, gamberi della louisiana.
Chiesa di S. Lucia: del 1887 in stile neoclassico; al suo interno custodisce un Crocifisso gotico e una statua lignea di S. Lucia del sec. XVI, mentre sull'altare maggiore vi è raffigurata nel marmo la gloria di S. Lucia in stile berniniano. Il campanile venne eretto 10 anni dopo.
Chiesa di S. Francesco: risale al 1570; a seguito delle leggi liberali la Chiesa e il convento vennero requisite dal governo sabaudo del 1855 e gli edifici ospitarono la caserma dell'esercito reparto fanteria. Un rimaneggiamento avvenuto nel corso del XVIII sec. Ci restituisce il tempio nelle forme attuali.
Il convento di S. Francesco dal 1985 ospita la biblioteca comunale.
Chiesa della Madonna del Carmine: risalente al 1630 e sorge sul colle omonimo sopra la grotta carsica dove nel 1900 vennero rinvenuti reperti di epoca neolitica della cultura di Ozieri ma anche di epoca romana. La facciata si presenta con doppio spiovente sormontato da un piccolo campanile a vela; al suo interno la copertura a due falde in legno è interrotta da alcuni archi trasversali a tutto sesto, mentre un arco trionfale precede la zona del presbiterio.
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano: risale al 1593 caratterizzato da una facciata manierista, il suo interno la navata centrale reca volta a botte con tre cappelle sulla sinistra con la prima volta a crociera le altre con volta a botte; di particolare pregio sono gli arredi in legno e dipinti del sec. XVII.
Chiesa della Beata Vergine di Monserrato: del sec. XVI ubicata in cima al colle omonimo e domina la città di Ozieri come Chiesa campestre; la facciata reca un paramento in blocchi di tufo 'faccia a vista' e dominato da un campanile a vela. L'ingresso è affiancato da due colonne a fusto scanalato con capitelli floreali. Il presbiterio è separato dall'aula da un arco trionfale; interessante è la formella ligne del cinquecento presente nella parete del presbiterio, la quale rappresenta l'arma della nobile famiglia dei Satta, i quali furono i benefattori della Chiesa. Custodisce statue del settecento e un olio su tela del pittore Ozierese Giuseppe Altana.
Chiesa della Beata Vergine del Rosario: del 1630 in stile barocco; la facciata reca alla sommità un cornicione con una Croce in ferro, mentre il portale è sovrastato da un semplice arco di scarico. Interessante è il fregio in pietra al di sopra del portone con l'epigrafe scolpita: 'Tempio della Santissima Confraternita del Rosario, anno 1635'.
L'interno a navata unica e tre cappelle laterali con volta a botte, il presbiterio è anticipato da un arco trionfale. Custodisce statue del sec. XVII e un grande affresco naturalistico del 1699 firmato 'Giuseppe Bonacurso, pintore siciliano'.
Chiesa della Vergine del Loreto: del 1470 con facciata in stile rinascimentale, il portale è sovrastato da una centina dotata di cornice modanata con oculo strombato e doppio spiovente completato da una Croce in pietra. Interessanti sono le due formelle scolpite a bassorilievo e murate nelle pareti. L'interno a navata unica spartita da due campate da archi ogivali i quali sorreggono la copertura lignea, il presbiterio ha una volta a crociera preceduto da un arco trionfale. I capitelli su cui è impostato l'arco presenta bassorilievi con figure geometriche ed angeli; all'interno del presbiterio è murata una formella lapidea raffigurante un angelo che suona il liuto.
Chiesa di S. Nicola: del sec. XIII realizzata con blocchi squadrati di pietra trachitica rossastra; interno a navata unica con copertura a capriate lignee e presbiterio preceduto da arco trionfale a tutto sesto. I fianchi presentano delle arcature pensili con peducci decorati a motivi fitomorfici e zoomorfici; l'interno custodisce una statua lignea del Santo titolare.
Fontana Grixoni: è un monumento storico dei primi del quattrocento, fatta erigere da Giovanni di Castelvì a otto bocche con un ingegnoso sistema di ugelli e valvole; dal torrino è possibile con una scala a pioli scendere al di sotto e visitare il tunnel lungo circa venti metri. Sul predetto torrino è presente una lapide in trachite che recita: 'D.O.M. Hunc acqueductum et fontem fieri iussit illustrissimus Dominus Don ioannes de Castellvì gubernator status olive anno Domini MDLXXXXIIII'; completata da altre due lapidi in pietra con gli stemmi dei Castelvì (le tre torri) e dei Centelles (i rombi), da allora fu detta 'la funtana manna' (la fontana grande).
I rivestimenti marmorei risalgono al 1877 dall'architetto Algherese Giovanni Pietrasanta; nel torrino presente nel giardino retrostante vi è presente una targa in ferro che recita: 'Per legato del munifico concittadino nobile Giuseppe Grixoni Sequi fu quest'opera eretta 1877'.
Museo taverna dell'aquila è un museo privato etnografico aperto al pubblico, espone migliaia di reperti che riguardano strumenti di lavoro esercitati a Ozieri dal XVIII al XX sec. Dal mondo dell'agricoltura, pastorizia, edilizia, falegnameria, dal mondo della scuola, religione, cimeli militari e ferroviari. Sono anche presenti collezioni di vini e liquori d'epoca, minerali e fossili da tutto il mondo.
Museo civico archeologico ubicato nell'ex convento delle suore Clarisse unitamente ad una ricca collezione numismatica. L'ultimo piano a volte viene adibito a mostre temporanee e convegni.
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