Mare
Licata
Chiamata Phintias ed edificata dai Geloi nel sec. III a. C. per volere del tiranno di Agrigento in seguito alla fine di Gela. Nel territorio circostante sono stati rinvenuti resti di epoca preistorica i quali ne testimoniano l'antichità tra questi: il Santuario di Demetra e Moltarella risalente al sec. VII a. C.
Fu dominio dei Cartaginesi nel sec. IV a. C. liberata nel corso della prima guerra punica dai romani quando nel 256 a. C. nel mare di Licata presso l'Ecnomo, fu combattuta la prima grande battaglia navale della storia.
Nell'827 d. C. fu conquistata dal Cadì Asad e per due secoli fu governata dai musulmani fino al 25 luglio 1086 che fu liberata dai normanni. Passata sotto il governo Piemontese, fu di stanza a Licata in qualità di comandante della nona compagnia del 57° reggimento di fanteria: Edmondo De Amicis autore del libro “cuore“.
Monumenti
Castel S. Angelo: risale al 1615 da Hernando Petigno a fianco di una preesistente torre di avvistamento; non subì mai attacchi di nessun genere e ai primi del novecento vi fu impiantato un semaforo con presidio dell'Aeronautica Militare fino al 1965 anno in cui fu abbandonato.
Chiesa di S. Maria nuova: risale al sec. XVI in stile rinascimentale; al suo interno sono custodite tre lapidi commemorative, due sono posizionate sull'arco della navata centrale e sulla porta principale e ricordano la dedicazione della Chiesa “Deiparae nativitati populus leocatensis D.D.D.” (Alla natività della madre di Dio, il popolo licatese diede, donò, dedicò).L'altra è posta sulla porta che da accesso al campanile al momento della consacrazione: “M.CCCCC. VIII. XI. Indic regante invitissimo rege Ferdinando rege Aragonae et utriusque siciliae procurant venerabili do pho Antonio de Giglio vicario archipsbro terrae licatae ac marg. Co dno Michele celeste. Milite atque segreto dtae terrae constructu e hoc opus magisterio et arte petri palatini aere publico ad hore dei eiusque mris.” Al suo interno ospita la cappella del Cristo nero.
Chiesa di S. Agostino: del 1611 conserva una statua lignea della Madonna Addolorata del sec. XVIII attribuita a Giuseppe Piccone. La leggenda narra che un veliero nel mezzo di una fortissima tempesta naufragava nei pressi del porto di Licata; i marinai accorsi in aiuto scoprirono la statua chiesero al comandante di tenerla e la collocarono sull'altare maggiore di una piccola Chiesa. Essa porta un medaglione con le reliquie della Crocifissione, un'aureola d'argento e un pugnale al seno.
La Chiesa è a navata unica in stile rococò, conserva opere come il dipinto della Madonna della cintura con il bambino e i SS. Agostino e Monica, un Crocifisso molto antico di pregiata fattura. Il sotto arco è adornato di sette dipinti a forma circolare i quali raffigurano i sette dolori della Vergine, di autore locale Giuseppe Spina.
Chiesa di S. Maria La Vetere: o Chiesa di S. Maria del Gesù o ancora Chiesa di S. Maria del monte. E' sita in una zona interessata da presenze archeologiche che si sviluppano in maniera quasi continua dalla preistoria all'età greco-romana al medioevo.
Secondo la tradizione essa apparterrebbe ad uno dei complessi monastici Benedettini fondati attorno al 580 da papa Gregorio in Sicilia.
Chiesa di S Angelo: è la Chiesa patronale di Licata e al suo interno sono custodite le reliquie di S. Angelo da Gerusalemme.
Chiesa e convento di S. Domenico: oggi è adibito a Istituto scolastico; in stile barocco ospita due opere di Filippo Paladini: S. Antonio Abate in cattedra del 1603 e la SS. Trinità e Santi del 1611.
Le Chiese di S. Francesco, del Purgatorio e del SS. Salvatore sono in stile barocco; come in stile barocco sono i palazzi Bosio e Frangipane.
Escursioni
Ravanusa: a 27 km. Recenti scavi hanno portato alla luce una città di epoca greca presso il monte Saraceno. Molto probabilmente si tratta dell'antica Kakyron, il nucleo urbano è formato da due strati: il primo risale al sec. VII a. C. con costruzioni a forma quadrata; mentre il secondo del VI – IV sec. a. C. presenta una planimetria regolare a scacchiera. Nella parte alta vi è l'acropoli dove restano tracce di un antico Santuario composto da un tempio e da due thesauroi.
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