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Carini

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La sua fondazione risale alla preistoria e il primo insediamento fu opera dei sicani raggiungendo il massimo splendore nel sec. V a. C. con il nome di Hyccara. Dopo la sconfitta dei Cartaginesi fu dominio romano nel 264 a. C. Tra il sec. VIII e IX subì incursioni saracene fino alla conquista degli arabi. Nel registro della “Maramma“ della parrocchia matrice, l'emiro Mulei Almoad nel 909 concesse di ricostruire il paese dove oggi sorge col nome di Qarinis.
Fu conquistata dai Normanni nel 1072 e nel sec. XI vi fu eretta una fortezza che dominava il territorio. Oggi è una ridente località di soggiorno con assetto medievale e un assetto moderno; il primo ha come riferimento il castello intorno al quale si estende l'antico borgo con la Chiesa di S. Giuliano.
La storia e i molteplici insediamenti nel territorio hanno lasciato nella cittadina numerose aree archeologiche, nelle quali sono state rinvenuti reperti di varie epoche storiche.

Monumenti
Duomo: risale al sec. XV incamerando l'oratorio della Compagnia del SS Sacramento e la cappella di S. Sebastiano. E' divisa in tre navate da 12 colonne in pietra di “Billiemi“ conserva opere dell'arte siciliana dal XVI al XVIII sec. Acquasantiera di marmo bianco finissimo in cui sono raffigurate le torri del castello, di scuola Gaginiana del 1496; tabernacolo in marmo con la raffigurazione dell'Ecce Homo, i simboli della passione e due Angeli oranti.
La grande tela dell'adorazione dei pastori del toscano Alessandro Allori datata 1575 il quale fu allievo del Bronzino. Una lavagna dello “Zoppo di Gangi“ raffigurante il Crocifisso tra S. Francesco e S. Onofrio. Un Crocifisso ligneo del sec. XVI circondato da un grande reliquiario della Croce dei S. Martiri di autore ignoto. Del settecento sono due grandi tele raffiguranti l'Addolorata e la Veronica di Vito d'Anna.
Sono presenti nel Duomo opere di due migliori allievi di Vito D'Anna, lo sposalizio della Vergine di Antonio Manno con l'Assunzione all'altare maggiore, mentre gli affreschi della navata centrale sono di Giuseppe Testa.
Chiesa degli Agonizzanti: risale al sec. XVII ed è un classico esempio di barocco con ricchissimo scenario di stucchi e movimento di putti di scuola serpottiana; il dorato degli stucchi è intervallato da affreschi raffiguranti momenti diversi della vita della Madonna. Nella volta sovrasta il grande affresco dell'Incoronazione della Vergine, essi sono attribuiti a Filippo Tancredi (1655 – 1722) e parte a Filippo Randazzo (1692 – 1742).
Dipinti su tela accrescono la godibilità dell'insieme, la tela che raffigura la Madonna degli Agonizzanti si ricollega alla cultura fiamminga che operava in Sicilia nel sec. XVII. Una lapide nel transetto ricorda che la Chiesa venne ultimata nel 1707.
Chiesa del Rosario: con annesso convento dei Padri Domenicani risalente agli inizi del 1500, il quale costituisce un grande complesso architettonico con al centro un atrio. Al suo interno custodisce un bassorilievo in marmo il quale raffigura la Madonna col Bambino di scuola gaginiana e la copia su tela della Madonna del Rosario opera di Vincenzo da Pavia.
Chiesa e convento del Carmine: del 1566/71 in cui sia ammira un chiostro meraviglioso con al centro una fontana; l'interno è corredato di affreschi e tela di pregevole fattura del seicento. Una statua lignea dorata di S. Anna con la Madonna risalente al sec. XVII. L'abside è ricca di affreschi monocromatici che raffigurano prelati.
Anche la Chiesa di S. Vincenzo – la Chiesa di S. Caterina annessa al collegio e la Chiesa di S. Giuliano detta anche del Purgatorio, sono ricche di statue, dipinti e affreschi di artisti noti e operanti nel territorio.
Castello: eretto nel sec. XI sicuramente su di una costruzione preesistente araba ad opera di Rodolfo Bonello, il quale fu il primo feudatario Normanno e guerriero al seguito del conte Ruggero; esso si presenta in una grande corte. Il piano terra è composto da una stanza con volta a crociera il quale contiene un muro a faccia vista, il quale in origine fungeva da muro esterno.
Il grande salone è diviso da due arcate a sesto acuto con colonna centrale; nella cappella privata si ammira un bellissimo tabernacolo ligneo del seicento, con colonnine corinzie, mentre esternamente un portale da accesso al bastione.
Il salone delle feste sito al secondo piano risale al quattrocento con soffitto ligneo cassettonato, il camino è impreziosito con lo stemma dei La Grua e altri ambienti affrescati con il bellissimo portone del settecento decorato. Una scala conduce alla torre o al maschio del castello.
Torre Muzza: sita sulla fascia costiera eretta nel sec. XVII come difesa, altrettanti e dello stesso periodo sono la torre Franco – Torre Guardiola – Torre di Vita; mentre al sec. XVI risalgono: Torre e tonnara Baglio – Torre e Baglio Chiachea – Torre e Baglio Milioti – Torre e Baglio Aiello, quest'ultima risale al sec. XVIII mentre il complesso “Fattoria lo Zucco“ del sec. XVIII è circondato da quattro torri difensive ed è famosa per la produzione di vini.
Riserva integrale grotta di Carburangeli: istituita nel 1995 e affidata al Comitato Regionale Siciliano di Legambiente. Ubicata lungo la costiera e al suo interno sono stati rinvenuti fossili appartenenti a specie animali estinti o scomparsi dalla Sicilia come elefante, orso, iena, bisonte e cervo.
La grotta naturale dei Puntali invece si apre nella roccia calcarea mesozoica di elevato interesse paleontologico con rinvenimenti che vanno dal paleolitico superiore all'età del bronzo.

Escursioni
Terrasini: a circa 15 km nella cittadina sono presenti: il museo etnografico del carretto siciliano con sede nel palazzo di Ausmal sito sul lungomare, raccogliendo carretti siciliani e materiale etnologico attinente alla vita del carrettiere siciliano. Il museo di storia naturale in cui sono sistemate rilevanti raccolte di uccelli, fossili, conchiglie e insetti.
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