Collina
Asciano
Interessante paese medievale, fece parte della contea degli Scialenga nell'ottocento e nel XIII sec. fu ceduta a Siena che la fortificò. Il territorio si caratterizza con un susseguirsi di Biancane (rilievi a forma di cupola dal caratteristico colore chiaro con altezza massima di 10 metri tipiche ed esclusive dei terreni argillosi) e Calanchi (fenomeno geomorfologico di erosione del terreno) che formano il suggestivo paesaggio dalle caratteristiche lunari delle crosti senesi, conosciuto fin dal medioevo come: “deserto di Accona”.
Monumenti
Collegiata S. Agata: XI sec. ampliata nel XII, esternamente è caratterizzata dalla facciata dell'aula gotica costituita in blocchi in travertino e preceduta da un ampia scalinata; il prospetto è diviso in due ordini da un sottile cornicione: in quello superiore il rosone circolare e lungo i due spioventi una decorazione ad archetti; in quello inferiore: il portale che da accesso alla Chiesa. Sulla destra si eleva la torre campanaria a pianta quadrata, è in blocchi di travertino quadrati con elementi in mattoncini rossi, tra questi la decorazione merlata sulla sommità e grandi arcate a tutto sesto.
L'interno a croce latina, l'aspetto attuale è del 1955 con uno scarno stile romanico nel capo croce XI sec. e gotico nell'aula del XII sec. Il soffitto a capriate lignee e illuminato dalle alte monofore ogivali delle pareti laterali e dal rosone della contro facciata. Nei pressi dell'arco sinistro vi è il sarcofago della Serva di Dio Teresa Francini Nardi in marmi poggianti su colonnine; il capo croce è costituito dalla struttura originaria del XI sec., il transetto è formato da due bracci simmetrici coperti con volta a crociera; nel braccio sinistro una pala ottocentesca proveniente da un polittico smembrato raffigurante S. Antonio da Padova con Gesù Bambino.
La crociera è coperta dal tiburio che internamente presenta una calotta semisferica innestata su di un tamburo cilindrico, decorato da un pronunciato cornicione e da esili colonnine; nei pressi del sarcofago della Serva di Dio Teresa Francini Nardi, vi è la pala Madonna in trono tra i Santi Bernardino da Siena e Agata opera di Francesco Vanni 1600; ai lati del portale due acquasantiere costituite da una conchiglia marmorea barocca, innestata su di una base metallica moderna.
Il Presbiterio ospita l'altare maggiore in pietra serena con un pregevole Crocifisso scolpito e dipinto del XV sec. Nell'aula trovano luogo l'affresco Madonna in trono con Bambino tra gli Arcangeli Raffaele e Michele e donatore, attribuita a Giovanni Antonio Bazzi detto: il Sodoma oppure a Girolamo del Pacchia. Sulla parete opposta un tondo del Sodoma raffigurante la deposizione di Cristo, facente parte di un dipinto più ampio andato perduto.
Chiesa S. Bernardino: apparteneva alla commenda dei Cavalieri di Malta, dopo la soppressione dell'ordine gerosolimitano che dal trecento ne erano proprietari oggi è provvisoriamente adibito a museo archeologico.
Chiesa S. Francesco: del XIII sec. sulle rovine del cassero medievale; sulle pareti della navata e della cappella centrale resti di affreschi imperniati su temi Cristologici e su episodi della vita di S. Francesco.
Chiesa S. Agostino: del duecento con l'annesso convento, divenuto privato a seguito delle soppressioni napoleoniche e ampliato nel XV sec., è dotato di una facciata in mattoni a navata unica si presenta secondo le prescrizioni del Concilio di Trento. Dietro l'altare è collocata la lastra tombale di Jacopo Scotti scolpita nel 1470 da Urbano da Cortona.
Pieve S. Ippolito: è proprietà privata, a navata unica, l'altare maggiore è decorato da un affresco con la Madonna col Bambino in trono e i Santi Ippolito e Cassiano del senese Giacomo Pacchiarotti del cinquecento.
Oratorio della compagnia di S. Croce: possiede un omogeneo arredo seicentesco e un apparato decorativo sul tema della passione di Cristo, le lunette affrescate nel 1660 da Francesco Nasini; sull'altare maggiore una deposizione della bottega di Rutilio Manetti, ai lati dell'altare due piccole tele dove Deifebo Burbarini rappresentò un compianto sul Cristo morto e una resurrezione. Sotto le tele due cibori del cinquecento.
Monastero S. Cristoforo: nella frazione di Badia a Rofeno del 1031; l'annesso convento si presenta con interventi settecenteschi, dietro l'altare maggiore una grande pala di Ambrogio Lorenzetti con S. Michele e Santi Benedettini del cinquecento, a cui risale la carpenteria che lo incornicia e che fu intagliata da fra Raffaello da Reggio; in contemporanea con la fattura del ciborio ligneo conservato insieme al polittico nel museo d'arte Sacra di Asciano.
Cappella dei Santi Fabiano e Sebastiano: nella frazione Camparboli, menzionata la prima volta in una bolla del 1178 di papa Alessandro III, è il più importante tabernacolo viario di tutto il territorio di Asciano; sono visibili nella facciata tracce di un arco tamponato, segno dell'originaria funzione di pubblico oratorio, è presente un affresco di Girolamo di Benvenuto e dei Santi: Girolamo, Rocco e Lucia entro finte edicole di Girolamo del Pacchia. L'affresco nella parte di fronte all'ingresso è attribuito al pittore senese Benvenuto di Giovanni di Meo del Guasta, commissionato il 1 aprile 1497 per sua devozione da Leonardo di Pasquale da Pisa, come si può ancora leggere sul lato destro della parete.
Chiesa Madonna del giardino: nella frazione di Camparboli o Chiesa della natività della Vergine; fino al settecento fu affidata alle cure di un eremita; conserva un affresco raffigurante la Madonna col Bambino del quattrocento.
Abbazia Monte Oliveto Maggiore: fondato nel 1313 sita su di un'altura a dominio delle crete senesi, all'interno di un bosco di cipressi, querce e pini è uno dei più importanti monumenti della Toscana per l'importanza storico medievale e le opere d'arte in esso contenute. Vi si accede tramite un palazzo medievale in mattoni rossi, percorrendo un ponte levatoio e sovrastato da una massiccia torre quadrangolare con barbacane e merlature; sopra l'arcone d'ingresso una terracotta smaltata raffigura la Madonna col Bambino circondata da due Angeli attribuita ai Della Robbia; nei pressi un'altra terracotta Robbiana raffigurante S. Benedetto benedicente.
Un lungo e suggestivo viale dei cipressi corredato da alcune cappelle, ci porta al campanile in stile romanico-gotico e l'abside della Chiesa con facciata gotica. Da una porta a destra dell'ingresso della Chiesa si accede al chiostro grande a pianta rettangolare del 1426, al centro una statua marmorea di S. Benedetto e in un angolo una vera del pozzo anch'essa in marmo del 1439; il lato più antico presenta un particolare doppio loggiato con archi a tutto sesto, poggianti su colonne in mattoni con capitelli in pietra. Le pareti del piano terra interamente dipinte con affreschi di storie di S. Benedetto realizzati da Luca Signorelli nel 1497 e Antonio Bazzi detto il Sodoma del 1505.
Dal chiostro attraverso un passaggio corredato da affreschi raffigurante: Gesù che porta la Croce e Gesù alla colonna e anche S. Benedetto che da la regola ai fondatori di Monte Oliveto, opera del Sodoma; si entra nell'atrio realizzato sul luogo di un'antica Chiesa del 1319, alle cui pareti sono posti gli affreschi raffigurante i padri eremiti del 1440, un altro raffigurante il miracolo di S. Benedetto di artista ignoto; in una nicchia il gruppo scultoreo di fra Giovanni da Verona, raffigurante la Madonna col Bambino in trono.
La Chiesa a navata unica e croce latina con interno luminoso, rinnovata in forme barocche nel 1772 da Giovanni Antinori. La maggiore opera d'arte presente è il coro ligneo intagliato e intarsiato di fra Giovanni da Verona nel 1503; si tratta di uno dei più importanti esempi di opere di tarsia in Europa. Altre opere degne di nota sono il leggio di fra Raffaele da Brescia e la tela di Jacopo Ligozzi raffigurante l'Assunta e la natività di Maria 1598 posta dietro l'altare maggiore.
La cappella del Sacramento contiene un Crocifisso in legno policromato del XIV sec. Notevole anche la sagrestia con il soffitto in legno intarsiato del 1417. Il chiostro di mezzo del XV sec. è circondato da un porticato con archi a tutto sesto poggianti su pilastri ottagonali; sopra la porta di accesso vi è la tela raffigurante la Madonna col Bambino e Angeli del XV sec. Dopo l'atrio vi è un lavabo del XVI sec. e sopra l'affresco dell'Annunciazione del Riccio.
Refettorio del 1387 costituito da un grande ambiente con volta a botte ribassato e lunettata, illuminato da grandi finestre rettangolari, le pareti e la volta sono decorate dagli affreschi di fra Paolo Novelli del 1670, una tela: l'ultima cena di Lino Dinetto.
Biblioteca del 1515 disegnata da fra Giovanni da Verona che ne scolpì dei capitelli in pietra serena, intagliò il portone d'ingresso, l'armadio per i corali sulla parete di fondo e il candelabro ligneo del 1502; si tratta di un lungo ambiente diviso in tre navate: quella maggiore con volta a botte, le laterali con volta a crociera divisa da un colonnato, che sta in piedi nonostante nella parte sottostante (vi è il refettorio) non ci sono colonne, poiché esse sono inclinate in modo da scaricare il peso sul muro portante. La biblioteca contiene 40.000 tra opuscoli, volumi e incunaboli.
Alla farmacia del XVI sec. vi si accede tramite una doppia scalinata e accoglie in vasi di ceramica bianca e azzurra una ricca collezione di erbe medicinali. Sulle pareti laterali due grosse icone intagliate in legno e indorate del XV sec.; sulla parete di fondo si staglia la Madonna che dona l'abito monastico a S. Bernardo Tolomei opera di Giovanni da Maria XVI sec.
Definitorio si intende la sala del capitolo 1498 nella cui parete di fondo è posto l'affresco: Madonna col Bambino e Santi opera di Matteo Ripanda del XVI sec. in cui è stato allestito un piccolo museo di arte sacra. Vi sono ospitati tra altri: Madonna col Bambino di Segni di Bonaventura, la Maestà del maestro di Monte Oliveto, il S. Bernardino di Neroccio di Bartolomeo, l'affresco di scuola senese raffigurante: S. Sebastiano e la Madonna col Bambino di Vincenzo Tamagni.
Pieve S. Vito: frazione S. Vito, era già accertata in un documento del 714; a navata unica e abside semicircolare, le mura sono rivestite in conci di pietra, al centro della facciata si trova il portale ligneo di accesso alla Chiesa, con architrave in pietra di Rapolano su cui poggia un arco a tutto sesto in laterizio. Sul fianco si eleva il campanile a vela con due celle campanarie contigue ad arco tondo rivestite in laterizi e sovrastate da un piccolo frontone con timpano anch'essi rivestiti in laterizi.
Cappella di Baccoleno: nella località rurale costruita nel seicento. La facciata si caratterizza per la presenza di un piccolo rosone circolare, portale d'ingresso ligneo architravato con arco a tutto sesto; alle estremità laterali due lesene in laterizio, altre due lesene affiancano il portale d'ingresso e proseguono verso l'alto fino a raggiungere gli spioventi del frontone. Un piccolo campanile a vela anch'esso in laterizio, con unica cella campanaria si eleva in posizione centrale, al di sopra del frontone che orna la parte sommitale della facciata principale.
Chiesa S. Bartolomeo: nella frazione rurale Leonina del duecento e ricostruito nel seicento; si presenta a navata unica con interno barocco, al centro il portale ligneo con arco tondo; addossato alla parete posteriore si eleva un campanile a vela con due celle campanarie. Soppressa nel novecento è venuta a trovarsi in una proprietà privata ed oggi ospita una struttura ricettiva.
Castello di Leonina: nell'omonima località rurale, edificato nel 1234 e ricostruito in stile rinascimentale nel quattrocento, trasformato nei secoli a fattoria fortificata, nel novecento un accurato restauro ha riportato la struttura agli antichi splendori e dal 2003 ospita una struttura ricettiva.
Torre della Mencia: edificata in epoca medievale e ristrutturata nel cinquecento con la collocazione della campana; la torre è alta 25 metri a sezione quadrata e pareti rivestite in laterizio, piccolo basamento in blocchi di pietra con cordone in pietra di Rapolano; nella parte inferiore è addossata la fonte del Mencia costituita da una vasca a forma semiellittica, poggiante su di un basamento.
Sulle pareti laterali della torre sono collocati due orologi aggiunti nell'ottocento, al di sopra di essi una cordonatura in pietra su cui poggiano i beccatelli, sovrastati da archetti tondi sulla quale poggia la sovrastante torretta merlata; dal 1816 sulla sommità della torretta è presente una struttura in ferro battuto poggiante sulla terrazza sommitale, che sostiene la campana ottocentesca ancora funzionante e che culmina con una croce svettante verso l'alto.
Fornace di Asciano: si è caratterizzata come un centro di produzione di ceramica, già attiva nel XIV sec. e che rifornissero regolarmente il monastero Benedettino di Monte Oliveto che riceveva non solo ceramiche da mensa, ma anche pentolame da cucina e ceramica grezza (orci e conche).
Case del fascio: del 1934 con sala cinematografica e campo sportivo; dal 1951 vi è la caserma dei Carabinieri e l'annesso cinematografo è stato trasformato in alloggi di servizio.
Mura di Asciano: trecentesche costituivano il sistema difensivo della cittadina.
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