Collina
Montagna
Benevento
Fu abitata già nella preistoria, una leggenda narra che debba l sue origini all'eroe greco Diomede, giunto dopo la distruzione e l'incendio di Troia, riservando per la città, una zanna del cinghiale Calidonio (simbolo di Benevento) e secondo Procopio di Cesarea, sia stato spettatore nell'incontro tra Diomede e Enea; una moneta del IV sec. a. C., recante impresso l'emblema del cavallo (simbolo particolare di Diomede) e la scritta: “Malies” avvalorerebbe la tesi, ma in realtà la fondazione si deve agli Osci.
Fu centro sannita con il nome di: Maluentum o Maleventum. Sotto le sue mura i rimani ottennero la vittoria contro Pirro re dell'Epiro nel 275 a. C., mutando il nome in: Beneventum, in segno di buon augurio: Entrò prima come colonia e poi come municipio nell'orbita romana, si arricchì di numerosi edifici.
Nel 571 cadde sotto la dominazione Longobarda divenendo capitale del ducato di Benevento; trasformata da Arechi in principato nell'VIII sec., raggiunse l'apice del suo splendore. Alla fine del mille, la città e tutto il territorio, passò alla Chiesa che li tenne fino al 1860.
In periodo Napoleonico fu feudo del Ministro degli esteri Carlo Maurizio Talleyrand-Pèrigord, per poi tornare allo Stato pontificio fino all'unità d'Italia.
Dal 2011 la Chiesa di S. Sofia, fa parte del PATRIMONIO DELL'UMANITA' dall'UNESCO e del sito seriale dell'UNESCO: LONGOBARDI IN ITALIA – luoghi del potere.
Monumenti
Chiesa S. Sofia: è un complesso monumentale d'epoca Longobarda eretta nel 760 dal duca Longobardo Arechi II, è di piccole dimensioni: un diametro di 25 metri e si tratta di una delle Chiese più importanti, voluta dal principe Arechi II insieme all'attiguo monastero. Il portale è del XII sec., profilato da tre archi e sormontato da lunetta musiva dove sono raffigurati: Gesù, la Vergine e S, Mercurio.
Notevole per l'originale pianta stellare e la disposizione insolita dei pilastri e colonne sostenenti la cupola. Nelle due absidi laterali si ammirano pregevolissimi affreschi originari. Dalla destra della Chiesa, si raggiunge lo splendido chiostro romanico del XII sec., aperto da gruppi di quadrifore sormontate da archi.
Museo del Sannio: è allestito in 48 ambienti del monastero e diviso in quattro sezioni: nella sezione archeologica sono esposti manufatti paleolitici, neolitici e dell'età del ferro provenienti dal territorio, oggetti sannitici, un importante raccolta di sculture egizie e neo egizie, provenienti dal tempio di Iside; magnifiche ceramiche greche e italiche dell'VIII – III sec. a. C., un ricco lapidario romano.
Nella sezione numismatica vi sono raccolte monete dell'epoca sannitica, monete della zecca Beneventana e medaglie moderne. Nella sezione d'arte medievale e moderna: sculture e rilievi dell'alto medio evo, romanici, gotici e rinascimentali; inoltre, una pregevole collezione di ceramiche Abruzzesi e di Cerreto Sannita, della Real fabbrica di Napoli e della manifattura Giustiniani.
La pinacoteca espone dipinti in prevalenza di artisti meridionali XVII – XVIII sec., inoltre vi è ordinata una collezione d'arte contemporanea e nel gabinetto dei disegni e delle stampe, lavori di importanti artisti.
Rocca dei rettori: o castello, sorse nel 1321 su un fortilizio Longobardo, a sua volta eretto su di un edificio romano, è aperta da finestre e bifore gotiche, ornata da beccatelli e sormontata da due torri di guardia; al suo interno ospita la sezione storica del Museo del Sannio, con testimonianze e documenti della città e della civiltà sannita due sale sono dedicate all'arte e alle tradizioni popolari.
Cattedrale: S. Maria de Episcopio (duomo), sorto nel 780 ampliato nel XII sec., alla cui epoca risale la facciata in stile romanico pisano, a tre portali sormontato da un ordine di arcate e da una loggia; il massiccio campanile in stile gotico è del 1280. I bombardamenti del 1943, lasciarono in piedi: il campanile, la facciata e la cripta con gli affreschi; la janua Major (porta in bronzo 470 x 340 cm.9 composta da 72 formelle con bassorilievi, sono stati sapientemente composti nel dopoguerra. Con il restauro tra il 2005 e il 2012 è stato allestito un percorso ipogeo fra i resti del foro romano, sopra il quale era stato costruito l'edificio di culto.
Basilica S. Bartolomeo apostolo: nacque nell'839 per ospitare le spoglie del Santo, fu ampliata nel XII sec., crollò con il terremoto del 1688 e ricostruita in un luogo diverso dall'originale, in forme barocche e continua a conservare diverse reliquie del Santo con interessanti tele del settecento.
Arco di Traiano: è un capolavoro della scultura romana, eretto all'inizio della via Traiana tra il 114 e il 117 d. C., in onore dell'imperatore che aveva fatto costruire la grande strada; vi si ammirano magnifici rilievi che celebrano le imprese Traiane e che ricoprono completamente il monumento. Sopra il fregio, corrono i rilievi che celebrano le vittorie imperiali sui Daci.
Al suo fianco, l'ex Chiesa Sant'llario, con due torri di diversa altezza, l'edificio è stato affidato in gestione dalla provincia di Benevento al Ministero per i beni e attività culturali per l'allestimento di un videomuseo dell'arco, un sistema di proiezione di circa mezz'ora: “i racconti dell'arco”.
Chiesa SS. Salvatore: di origine alto medievale , a tre navate separate da una doppia fila di colonne romane di granito grigio. Fu una delle più antiche parrocchie Beneventane; il terremoto del 5 giugno 1688 la danneggiò gravemente, fu ristrutturata e consacrata dal Cardinale Orsini (futuro papa Benedetto XIII). Alcune lapidi ricordano i restauri e la sua storia nei secoli.
Chiesa S. Francesco: è legata alla venuta di S. Francesco d'Assisi a Benevento nel 1222, sorse incorporandosi l'antica Chiesa di S. Costanzo. La sua facciata semplice con porticato davanti all'ingresso; l'interno in stile gotico, a navata unica e soffitto ligneo, l'abside conserva parte di alcuni affreschi del 1300: due chiostri con ampio uso di colonne e capitelli di edifici precedenti, affiancano la Chiesa in particolare elementi strutturali del X sec., della Chiesa di S. Costanzo, con resti di un affresco raffigurante il Santo. Alla facciata della Chiesa è addossato un portico e all'interno sono visibili affreschi d'ispirazione giottesca.
Chiesa S. Donato: non si conosce la data esatta della sua fondazione, dal 1198 al 1412 fu annoverata tra le Parrocchie con il nome di S. Maria dei sanniti, poi in essa, vi fu deposto il corpo di S. Donato martire (privo della data di traslazione) posto sotto l'altare maggiore e protegge chi è oppresso da spiriti maligni.
Il suo primo restauro fu eseguito dal Cardinale Orsini (futuro papa Benedetto XIII) dopo i violenti sismi del 1688 e del 1702. Nella Chiesa, fino al XX sec., in uno stipo a destra di chi entrava, vi era una grande bilancia, nei cui piatti, venivano adagiati i bambini sofferenti di epilessia e di mal di luna; secondo la tradizione essi venivano guariti.
Chiesa S. Agostino: il portale e la facciata sono del XIV sec., a navata unica con abside rettangolare; l'altare maggiore policromo è sormontato da una tela di S. Agostino che lava i piedi a Cristo. Lungo le pareti altri sei altari con dipinti di autore ignoto e una scultura lignea di S. Nicola da Tolentino, anch'essa anonima; le pareti, sono inoltre ornate da tele di Donato Piperno.
La Chiesa con l'annesso convento, sembra essere sorta nel 1300 su di un precedente tempio di Iside; nel 1366 godeva di grande fama, quando fra Donato da Benevento, fu nominato Arcivescovo di Lepanto da Urbano V e inviato nella Turchia Europea. Nel 1605 nel convento vi alloggiò, tra tanti illustri personaggi, Maffeo Barberini, chierico della camera apostolica e futuro papa Urbano VIII.
Chiesa S. Maria del Carmine: comunemente chiamata S. Anna, antecedente al 1500 con la facciata che si presenta con spazioso portale ad arco, una finestra settecentesca a croce greca e finestre che si aprono nell'abside e nei bracci. La cupola e le volte sono adornate da pitture e stucchi dorati; due acquasantiere del XVIII sec., l'altare maggiore policromo, sovrastato dal dipinto monumentale di Sebastiano Conca.
Nella navata si aprono sei cappelle; nel braccio destro della Croce: una statua lignea di S. Anna del 1766, poggiata sull'altare policromo che da il suo nome alla Chiesa; nel braccio sinistro: un Cristo morto ligneo di Luigi De Rosa e una tela di Italo Pettinato (1970) dedicata a S. Gaspare del Bufalo. Inoltre, la Chiesa è arricchita da una tela di Francesco Solimena del XVIII sec.;
Convento S. Felice: eretto nel 1595 dai frati cappuccini, oggi ospita gli uffici della Soprintendenza ai Beni archeologici ed è sede di mostre temporanee.
Chiesa dell'Annunziata: fatta erigere da Romualdo duca di Benevento nel 664, che lo videro vincitore contro le forze dell'imperatore Costante II, ristrutturata nel 1570; fu distrutta dal terremoto nel 1688 e rifatta nel XVII e XVIII sec.; l'interno ha tre cappelle decorate con stucco aureo e altare in marmo inoltre, è arricchita da dipinti, sculture e busti. Conserva la:”ruota degli esposti” dove: ragazze madri, ragazze povere o nobili signore che volevano liberarsi di una figliolanza non desiderata, vi lasciavano i propri bambini, al destino della ruota e al buon cuore delle monache che se ne prendevano cura.
Chiesa e convento S. Domenico: del 1233, dopo il terremoto del 5 giugno 1688 fu completamente ricostruita, a porre la prima pietra il 5 marzo 1692, fu il Cardinale Vincenzo Maria Orsini (futuro papa Benedetto XIII); la Chiesa a croce latina ornata da pregevoli altari marmorei e decorazioni a stucco, il pronao con antiche colonne, una pala di Donato Piperno XVI sec., una statua lignea di Gennaro Cerasuolo XVIII sec., due monumenti funebri ottocenteschi del Generale Napoleonico: Charles Antoine Manhès e di Carolina Manhès : opere di Raffaele Beliazzi e Giuseppe Vaccà. Il vicino convento nel 1878 fu trasformato in Palazzo di Giustizia.
Chiesa S. Filippo Neri: del 1724 in stile barocco su progetto di Filippo Raguzzini, per volere del Cardinale Orsini (futuro papa Benedetto XIII) ; la Chiesa ha una originale pianta centrale con bracci a croce greca, che si diramano da un cerchio anziché da un quadrato, coperto da una cupola con estradosso poligonale; al suo interno dipinti e affreschi. Nel piccolo giardino davanti alla Chiesa, vi è una statua in bronzo del bambino di Praga.
Chiesa e convento S. Pasquale: eretta nel 1724, il convento del 26 aprile 1865 fu adibito a ospizio dei vecchi poveri abbandonati; il 16 febbraio 1895, nel pianterreno, venne aperta una sezione manicomiale che fu chiusa il 18 dicembre 1915. Dal Natale 2015, l'Ordine di Malta (vecchio proprietario), ha spostato la propria sede nei locali del convento.
Chiesa S. Marco: dei Sabariani in S. Teresa, eretta nel 1719 con pianta a croce latina, il braccio che funge da presbiterio, è più lungo dei due del transetto; la navata ha due cappelle per lato, la facciata si presenta in due ordini: il portale corrisponde a un finestrone scandito da due lesene.
L'interno con altari in marmi policromi di ispirazione plateresca, particolarmente raffinato e l'altare maggiore posto dietro una balaustra anch'essa in marmi policromi; gli altari delle cappelle laterali, posti dietro una balaustra si elevano sopra un gradino. Particolare vivacità è quello della famiglia De Vita del 1764. Attualmente l'edificio è di pertinenza dell'Università degli studi del Sannio.
Teatro romano: inaugurato nel 126 sotto l'imperatore Adriano e ingrandito da Caracalla tra il 200 e il 210, misura 90 metri di diametro e può contenere 20.000 spettatori; era ricoperto da marmi policromi e decorato con stucchi a mosaici. Nel XVIII sec., sopra una estremità dell'emiciclo, fu costruita la Chiesa di S. Maria della Verità. Dal 1957 l'archeologo Almerico Meomartini, ne promosse il ripristino ed è di nuovo in funzione, è andato perduto gran parte del rivestimento marmoreo; sono giunti fino a noi: la cavea, la scena, il primo e parte del secondo dei tre ordini di arcate, conserva antichi marmi decorativi; vi si tengono spettacoli nella stagione estiva.
Palazzo Arcivescovile: costruito nel IX sec., e ricostruito nel dopoguerra del 1943 distrutto dai bombardamenti. Ospita la biblioteca Capitolare, dove si possono ammirare, oltre alle formelle della porta del Duomo: la rosa d'oro di papa Benedetto XIII, pergamene, codici miniati tra cui l'obituario (un registro con le date di morte di coloro che si erano contraddistinti per particolari meriti.
Un'ala del Palazzo ospita l'Università Cattolica fondata nel 1970 dall'Arcivescovo: Raffaele Calabria.
Arco del Sacramento: di epoca Romana, I sec. d. C., privo di rivestimenti marmorei rimangono alcuni lacerti e delle statue originariamente, alloggiate nelle nicchie ai lati della fronte; dava adito all'area del Foro nei pressi del teatro romano.
Ponte Vanvitelli: chiamato anche ponte di calore, ricostruito nel 1960 al posto del settecentesco ponte Vanvitelli, che prendeva il nome del suo costruttore e che fu abbattuto in seguito all'alluvione del 1949; il ponte sormonta l'omonimo fiume collegando la città bassa con il centro storico.
Bue Apis: è una scultura in granito rosso Egiziana, trovata nel 1629 fuori la città in un tempio di Iside e rappresenta il Dio Egizio Apis; fu collocata su di un piedistallo davanti a Porta S. Lorenzo, una delle otto porte dell'antica città.
Chiesa Madonna delle Grazie: del XIX sec., su progetto di Vincenzo Coppola. Si presenta con un portico sormontato da statue di Santi; al suo interno, sull'altare maggiore, è esposta una veneratissima statua raffigurante la Madonna in legno colorato del XVI sec.:
Ponte Leproso: scavalca il fiume sabato ed era l'accesso della via Appia nella città: è il tipico ponte romano a schiena d'asino con quattro arcate originarie.
Porta Arsa: si apre nelle mura Longobarde con due mezze colonne ai lati.
Torre della Catena: è un fortilizio della possente cinta muraria Longobarda.
I Santi quaranta: fu un criptoportico romano le cui rovine si trovano nei vicoli contigui al V/le S. Lorenzo; fu costruito nel I sec., d. C., derivando il suo nome da una Chiesa dedicata a i quaranta martiri Cristiani di Sabaste del 320 d. C. che vi fu edificata sopra.
Obelisco: sito in piazza Papiniano, di granito rosso di Siena, tenuto in piazza Duomo dal 1597 e collocato nella posizione attuale nel 1872, alto tre metri dal peso di 2,5 t. costituito da quattro segmenti. Le quattro facce sono coperte da geroglifici, nei quali si riconoscono il cartiglio di Domiziano e il nome del fondatore del tempio certo: Lucilius Lupus; le iscrizioni sono in latino e greco.
Villa comunale: verdeggiante giardino pubblico del XIX sec., ornato di statue e dal quale si gode un magnifico panorama sulla valle del Sabato.
Museo Strega: privato, dedicato al liquore Strega, uno dei simboli di Benevento.
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