Collina
Sarsina
Di origini umbre nel IV sec. a. C. con modeste costruzioni in legno; venne occupata dai romani nel III sec. a. C.; in epoca Augustea appartenne alla regione Umbria e poi ai vescovi locali, nel medioevo fu dominio di numerose famiglie.
Nel 254 a. C. diede i natali a Tito Maccio Plauto un poeta e commediografo latino. La vetta del Monte Facciano (935 m. s.l.m.) è raggiungibile direttamente dal centro abitato della frazione di Quarto grazie a sentieri e mulattiere segnalate dal CAI (Club Alpino Italiano).
Monumenti
Concattedrale di S. Vicinio: eretta nel sec. X in stile romanico su un preesistente edificio di epoca romana o paleocristiana; essa è dedicato al primo vescovo della Chiesa sarsinate Vicinio vissuto fra il III e IV sec. Secondo la tradizione il Santo usava pregare con una catena al collo a cui era legato un pesante macigno e invocava l'aiuto di Dio contro il maligno; Nella Chiesa vi è custodita una catena ritenuta la stessa del Santo, che i fedeli per devozione usano indossare per invocare l'aiuto del Santo il quale è protettore contro il male.
La facciata romanica è caratterizzata da mattoni di colore diverso, nella lunetta è raffigurato S. Vicinio con la mitra da vescovo e la catena miracolosa; è affiancata dal campanile risalente in epoca tarda e una targa marmorea ricorda i restauri del sec. XVIII. L'interno è a tre navate a croce latina e separate da colonne con soffitto a capriate.
Nella navata di sinistra si trova il battistero, la tomba dell'ultimo vescovo di Sarsina, la cappella del seicento della Beata Vergine del Rosario e la cappella del SS. Sacramento, mentre nella navata di destra troviamo la cappella di S. Vicinio con le reliquie del Santo e la catena miracolosa, è il principale luogo di preghiere. All'ingresso del presbiterio vi sono tracce della cripta e dell'antico pavimento romanico; artisticamente singolare è l'ambone del sec. XII, dove vi sono scolpiti i simboli dei quattro Evangelisti.
Ai piedi dell'altare maggiore vi è un bassorilievo marmoreo del sec. X il quale raffigura “Cristo in trono con gli Arcangeli Michele e Gabriele”, mentre nelle arcate del presbiterio e nell'abside sono poste tele di pittori locali del sec. XVII – XVIII.
Collare di S. Vicinio: la tradizione dice che il vescovo visse sul monte che oggi è nel comune di “Mercato Saraceno” e che oggi porta il suo nome, per pregare e fare penitenza; egli usava indossare un collare di ferro a cui per appesantire il collo, legava una pietra. Esso è costituito da due bracci uniti da un duplice snodo e terminanti con due anelli combacianti. Secondo una ricerca scientifica dell'Università di Bologna la catena è di incerta origine sarebbe da attribuire ad un'epoca contemporanea o precedente la vita del Santo.
Piazza Plauto: qui in epoca romana sorgeva il foro e tuttora sono visibili tracce dell'antica pavimentazione a lastre di marmo di Verona, mentre la nuova pavimentazione risale al 2004 in pietra alberese. Nel cortile del vescovado vi sono conservati alcuni reperti principalmente elementi architettonici: sarcofagi, puteali, capitelli, resti delle tubature in piombo dell'acquedotto romano, mentre sul lato nord della piazza, una galleria conduce ai resti del foro e di edifici risalenti al I sec. a. C.
Via Cesio Sabino: è stata un'importante personalità vissuta nel I sec. appartenente alla nobile famiglia reatina di Flavi e amico di Traiano e Marziale; questi ornò la cittadina con edifici in pietra e marmo. Oggi la via accoglie numerose botteghe le quali ancora custodiscono insegne a tempera sui muri.
Fuori dal centro abitato si trovano due palazzi rinascimentali: uno del 1500 denominato il “castello” perchè costruito sulle fondazione dell'antico Casaleci su di un colle e il secondo denominato “il piano“ e risalente al settecento.
Museo diocesano di arte sacra: inaugurato nel 1987 presso il palazzo vescovile il quale è stato residenza dei vescovi fino al 1976; esso custodisce una preziosa raccolta di dipinti, sculture, arredi, paramenti sacri e suppellettile liturgica proveniente anche da altre Chiese del territorio.
Museo archeologico nazionale: fondato nel 1890 nato inizialmente come raccolta comunale per opera dell'archeologo forlivese Antonio Santarelli.
Parco delle marmitte dei giganti: è una riserva naturale di circa 30 ettari; lungo il corso dei rii Crocetta e Montalto sono presenti due importanti fenomeni geologici denominati appunto “marmitte dei giganti“. Nel corso dei millenni l'azione erosiva di materiali detritici trascinati dalla turbolenza delle acque, con traiettorie circolari hanno formato nella roccia delle profonde cavità, la quale fantasia popolare ha visto in esse enormi marmitte per scaldare cibi ai giganti.
Il parco è attrezzato con aree di sosta pannelli descrittivi e facilmente raggiungibile dal centro storico di Sarsina; lungo il suo percorso si ammirano manufatti edilizi ad esso connesso, opere murarie, ruderi del ponte di quattro piloni, ruderi di una casa colonica storica.
Per l'artigianato la cittadina è rinomata soprattutto per i laboratori di oreficeria e di gioielleria.
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